Il Lambro prima del versamento di petrolio
Il Lambro dopo il versamento di petrolio
Il
fiume Lambro a nord di Milano ha sempre attraversato una
triste storia di inquinamento, principalmente da quando fin dagli anni 50 ha visto sui suoi argini un tale proliferare di industrie insalubri (specialmente petrolchimici) da
azzerare quasi completamente ogni forma di vita autoctona. Fino a poco tempo fa era infatti già classificato come "altamente inquinato", eufemismo per dire fiume morto. Sembra che oltre il 30% dell'inquinamento del PO sia causato proprio dal Lambro, in larga misura a causa dei mancati potenziamenti ai depuratori, il più grande dei quali
inaugurato solamente nel 2004.
Nel suo percorso il Lambro raccoglie gli scarichi delle acque nere (reflui civili) di quasi tutti i comuni del suo corso superiore. Nel fiume vengono scaricati anche reflui tossici (reflui industriali da: industrie tessili, fibre sintetiche, metallurgiche, meccaniche stamperie, plastiche, colorifici, lavanderie industriali, oltre a minute attività artigianali) aggiungendo così altro inquinamento di tipo chimico a quello biologico e batterico prodotto dagli scarichi fognari.
Il fiume era già al limite del
collasso ecologico; la vita microbiologica del fiume, cioè quel tipo di organismi che favoriscono il degradare della sostanza organica (provenienti dagli scarichi civili), è alterata al punto tale da non essere più in grado di assolvere a nessuna funzione autodepurativa. Tutto pesa sulle spalle dell'
impianto di Monza S. Rocco, certamente insufficiente.
Di pochi giorni fa l'ennesima notizia di
disastro ecologico con un versamento stimato (di matrce assai probabilmente dolosa) pari ad oltre 600.000 litri di gasolio ed oli pesanti.
Forse il numero non è sufficientemente chiaro:
s-e-i-c-e-n-t-o-m-i-l-a litri di gasolio, una roba da ricordare la
exxon valdez.
Una quantità abnorme assai difficilmente imputabile a qualche guasto dell'ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta (inutile cercare il loro sito web, l'hanno fatto sparire in fretta e furia).
E pensare che la ex raffineria colpevole del risastro, ora dismessa e relegata a deposito in attesa di bonifica, doveva essere trasformata in una splendida
ecocity, non farebbe un po ridere se non fosse una cosa così tragica ?
Ce ne sarebbe abbastanza per proclamare uno stato di emergenza nazionale! Se fosse un paese normale, ma difficilmente vedremo Bertolaso e relativo codazzo passare fra le
paratie mobili per tenere sott'occhio la situazione e prendere provvedimenti (magari qualche appalto regalato al
cognato).
Ieri al TG1, un non meglio identificabile tecnico specialista, ha rassicurato affermando che per l'acqua non c'è pericolo, dato che il petrolio galleggia e quindi il problema è solo superficiale, la potabilità dell'acqua è garantita... Gle lo avrei tirato in faccia, un sottile strato di quel liquame, giusto per vederlo sostenere che in fondo è solo un problema superficiale e per la sua testa di .... non c'è pericolo! Criminale!
Ora il fiume è ridotto
così. Il fatto che il suo percorso
passi vicino ad Arcore è l'unica magra consolazione di questa triste vicenda.