sabato 8 gennaio 2011

Gli ATO all'amatriciana, tenerli o buttarli ?

Gli ATO, acronimo che sta per Ambito Territoriale Ottimale, sono entità territoriali che sovraintendono alla organizzazione dei servizi pubblici integrati, in particolare quello idrico e quello dei rifiuti, introdotti per i servizi idrici dalla L. 36/94 (legge Galli) e per i rifiuti dal Dlgs. 22/97 (decreto Ronchi), confermati poi nel Testo unico ambientale (Dlgs 152/2006). 

Gli ATO (nel senso di confini territoriali di competenza) sono individuati dalle Regioni con apposita legge, nel caso dei servizi idrici fanno generalmente riferimento ai bacini idrografici, nel caso dei rifiuti coincidono tipicamente con il territorio delle province. Su di essi agiscono le Autorità d'Ambito, strutture dotate di personalità giuridica che hanno il compito di organizzare, affidare e controllare la gestione del servizio. 

A rappresentare i cittadini negli ATO sono chiamati i Sindaci dei territori, che periodicamente stabiliscono e pianificano le tariffe di acqua e rifiuti, in accordo con il gestore del servizo (se soggetto privato). Sono quindi enti molto importanti, dai quali derivano scelte cruciali sia economiche che ambientali per la gestione del nostro territorio.

Lo scompiglio totale si è creato quando nel 26 marzo 2010 il Senato ha definitivamente convertito in legge un decreto (DL 25 gennaio 2010, n 2 conosciuto come decreto enti locali) mantenendo integro un emendamento presentato dalla Lega che sopprime gli ATO Ambiti Territoriali Ottimali su acqua e rifiuti.

Entro un anno dalla pubblicazione di detto decreto legge in Gazzetta ufficiale, «sono soppresse le autorità d'ambito territoriale di cui agli articoli 148 e 201 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n.152 e successive modificazioni»: così sta scritto al comma 1-quinquies. Quindi gli atti compiuti dagli Ato dopo quella data saranno da considerarsi nulli. Mentre entro quella data «le regioni attribuiscono con legge le funzioni già esercitate dagli Ato».

Rimane ora compito delle regioni non più definirne i confini ma redistribuire le funzioni, sino ad ora svolte dagli Ato, ad altri soggetti giuridici. Non è detto che le regioni optino necessariamente per assegnare queste funzioni alle province, come invece auspica il presidente dell'Upi, Giuseppe Castiglione, che ha dichiarato che con tale legge approvata «E' stato raggiunto un obiettivo importante: finalmente si è messa mano, attraverso la soppressione delle Autorità d'ambito territoriale, ad un reale contenimento del numero dei soggetti che operano sul territorio, al di fuori dei livelli di governo costituzionalmente previsti, le cui funzioni, relative alla programmazione e regolazione in tema di acque e rifiuti, possono, tramite le leggi regionali, essere ricondotte in capo alle Province»

Perchè la sto facendo tanto lunga ? Perchè come succede sovente in Italia, appena fatta la legge arriva sempre immediata la proroga, sembra infatti che grazie al recente "milleproroghe" di fine anno 2010 tale soppressione sarà rimandata nel tempo. Il testo prevede infatti una proroga generalizzata al 31-03-2011 (art. 1, comma 1) di tutti i termini in scadenza (tra cui anche la soppressione delle Ato), con la previsione della possibilità di una ulteriore proroga al 31-12-2011 che potrà essere disposta con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri (art. 1, comma 2).

Non ci si capisce più nulla.

Il centrodestra vorrebbe sopprimere le ATO perchè considerati enti inutili e costosi, politicizzati e inefficienti (non ha però soppresso le provincie, come invece era scritto sul loro programma, che degli ATO dovrebbero addirittura ereditarne le funzioni).

Il centrosinistra vorrebbe mantenere le ATO, magari accorpandoli per conseguire un po di risparmio, per mantenere le scelte strategiche vicino ai territori, consentire ai comuni una partecipazione diretta nelle scelte decisionali, mantenere governabili le strutture di controllo e monitoraggio a tutela dei cittadini (salvo poi utilizzare le ATO a man bassa per garantirsi piena possibilità di intrallazzare con Hera e favorirla in ogni modo possibile).

Da loro dipende come dove e quando costruire inceneritori, in che modo avviare il porta a porta, come regolare le tariffe per acqua e rifiuti ... io personalmente li manterrei introducendo la presenza obbligatoria di rappresentanti delle associazioni di consumatori e delle principali associazioni ambientali no-profit.

In loro mancanza, potrebbe diventare impossibile per il comune cittadino avere voce in capitolo sulla gestione ambientale del proprio territorio, allontanandolo definitivamente dalla possibilità di influenzare, tramite le politiche locali, scelte come il mantenimento dell'acqua in mano pubblica o un servizio rifiuti orientato realmente verso il riciclo. Con buona pace del tanto sbandierato federalismo e grande godimento delle multiutility dei servizi, che rischiano di operare sotto il solo controllo di poche persone piazzate in regione.

Voi cosa ne pensate ? Gli ATO vanno salvati oppure vanno soppressi ? Ora la confusione è totale, sotto il cielo inquinato!

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