domenica 31 agosto 2008

Non è vero che tutto va peggio

Dopo il tanto pessimismo cosmico (di Leopardiana memoria) che sovente permea il mondo ambientalista, esce il nuovo libro di Jacopo Fo e Michele Dotti dal titolo "Non è vero che tutto va peggio", permeato finalmente di un sano ottimismo. Riconoscere che il mondo non è messo bene, come lo documentano i rapporti delle Nazioni Unite, è ben diverso dal dire che sta peggiorando globalmente. In molti settori il mondo sta migliorando! In altri, dove abbiamo delle grandissime difficoltà, come nella produzione di energia tuttora assai poco rinnovabile e molto inquinante, stanno nascendo esempi virtuosi che riescono a coniugare l'economia con l'ambiente, passando sempre e comunque attraverso la sobrietà dei consumi ed il risparmio energetico. Come e perché, ce lo dimostrano gli Autori, con un'analisi attenta e ben documentata, capace di ravvivare la fiducia nel cammino e di invitarci - con un pizzico di ironia - a scoprire come possiamo, insieme, migliorarlo ancora di più.

Fa più rumore un albero che cade... ma noi abbiamo scelto di raccontarvi la foresta che cresce!

Michele Dotti
è volontario di ManiTese a Faenza, con una lunga esperienza di cooperazione in vari stati dell'Africa Occidentale.

Jacopo Fo, figlio di Dario Fo e Franca Rame, è scrittore, attore e fumettista. Ha fondato la Libera Università di Alcatraz e il quotidiano on-line Cacao.


martedì 26 agosto 2008

Critiche del WWF allo studio di Andretta sulla PAP

Mentre il PD ancora discute sulle linee politiche da adottare in tema del trattamento dei rifiuti, se mai ci fosse necessità di intralciare ulteriormente scelte oramai inevitabili come la raccolta domiciliare, il "superpartes" Alfonso Andretta, incaricato dalla provincia e da Ato di effettuare uno studio di fattibilità per la raccolta domiciliare, ha redatto un documento che sembra scritto a due mani da hera. Le considerazioni usciranno in veste definitiva solo a settembre, tuttavia già tale documento circola fra gli addetti ai lavori, rivelandosi come qualcosa che avrebbe potuto scrivere anche una massaia di Voghera alla quale qualcuno ha allungato un centone, con dichiarazioni del tipo:

Scomodità per il cittadino in casa, problemi nei condomini, migrazione dei rifiuti, costi che crescono quando si cercano alte RD%, il gestore non sarebbe pronto a dismettere le attrezzature, problematiche per la riconversione degli autisti che andrebbero riqualificati poiché dovrebbero imparare a manovrare mezzi più piccoli! ...dulcis in fundo aumento della pericolosità nei luoghi di lavoro, dato che con il porta a porta si impiegano troppi operai rispetto al sistema a cassonetti.

Io suggerirei al Dott.Andretta di proporre una legge per abolire la costruzione di case oltre al pian terreno, così gli operai se cadranno dalle impalcature non si faranno troppo male e la sicurezza sui luoghi di lavoro ne risulterà automaticamente incrementata!

Insomma, siamo alla follia, dilettanti allo sbaraglio pagati lautamente dalla provincia per produrre documenti che chiunque in possesso della licenza media avrebbe potuto scrivere, amministratori che nicchiano durante dibattiti pubblici da loro stessi proposti, conflitti di interesse trasversali ed insanabili fra i dirigenti di Hera e chi è tenuto a redigere le strategie di gestione della cosa pubblica, non se ne esce più!

Meglio di tante nostre parole, per capire la direzione in cui si stanno muovendo in provincia, valgono le parole scritte del WWF di Forlì, il quale ha pubblicamente espresso una critica allo studio di Alfonso Andretta, allegato integralmente qui di seguito.

lunedì 25 agosto 2008

Un po di ferie per il MIZ


Il MIZ per qualche giorno chiude i battenti per una settimana scarsa e se ne va al Conero per un supplemento di ferie. In questo scampolo di fine estate vi auguriamo di rilassarvi tutti, ci aspetta un autunno denso di iniziative e di novità. Uscirà solo qualche post programmato in automatico, non smettete di seguirci mi raccomando.

domenica 24 agosto 2008

Serata sui rifiuti a Santa Sofia

Si è svolta ieri sera a Santa Sofia, alla festa del PD (in una atmosfera un po surreale dovuta alle poche decine di persone presenti) un dibattito dal titolo "Raccolta porta a porta: come e perchè". Le ore 18 del sabato pomeriggio non erano in ogni caso propizie per dare risonanza ad un evento del genere, non di meno noi siamo stati presenti. I relatori erano tuttavia di pregio, ed includevano l'onnipresente Roberto Sacchetti di Hera, il sindaco di Forlimpopoli Paolo Zoffoli, il sindaco di S.Sofia Foietta, il presidente del consiglio provinciale di Forlì, qualcun altro di cui non ricordo più il nome, ed infine il consigliere regionale Gianluca Borghi, che ha sostituito in extremis Paolo Lucchi futuro candidato sindaco di Cesena.

Volutamente il dibattito si intitolava "come e perchè" anzichè il più consueto "se, come e perchè", lasciando sottointeso come il "se" fosse un problema già superato, ovvero che il PD riuscisse finalmente ad aprire un dibattito (necessariamente interno, data la scarsa audience presente) per definire qualche dettaglio in più su come verrà improntata la prossima probabile legislatura provinciale e comunale in tema di trattamento rifiuti. Come ci si poteva aspettare, la farragginosità e la vuotezza intellettuale dei contenuti hanno fatto da controaltare all'impossibilità di annunciare alcunchè riguardo al futuro programma elettorale, inanellando generiche dichiarazioni di intenti e buoni propositi senza prospettare alcun impegno concreto, nemmeno indiretto. Il "come e perchè" del titolo è stato pertanto completamente disatteso, mentre il "se" è risuonato ancora irrimediabilmente alla ribalta, in qualità della tanta e numerosa disinformazione che continua a permeare gli alti dirigenti del PD in tema di gestione della raccolta differenziata.

Si è "menato il can per l'aia" insomma, con le solite arcinote dichiarazioni strumentali di Sacchetti il quale continua a paventare il drammatico pericolo della migrazione dei rifiuti. Non mi aspettavo tuttavia di sentire dal sindaco Zoffoli, che tanto ha investito in prima persona sul tema della raccolta domiciliare, arrampicarsi sugli specchi sostenendo che Forlimpopoli rappresenta una "eccezione fortunata" e che non se la sentirebbe lui in primis di esportare a Santa Sofia ilo stesso modello di raccolta, a causa della "estrema diversità (?!?) territoriale che renderebbe improponibile una trasposizione dell'esperienza". La realtà dimostra ovviamente il contrario, pleonastico sarebbe anche il solo citare l'ovvietà per cui un sistema domiciliare vada tarato e dimensionato per le particolarità del territorio, mentre era necessario sottolineare che le esperienze dove già la domiciliare opera comprendono sia piccole comunità montane che interi quartieri di grandi città con alta densità abitativa, senza soluzione di continuità.

Non è stato sufficiente nemmeno il ribadire con forza da parte del MIZ, per avere una risposta operativa decente sul da farsi, i vincoli di legge del 65% di RD da raggiungere entro il 2012, con annessa limitazione della possibilità di ricorrere agli assimilati, per avere risposta. Inutile quindi strappare ai presenti uno straccio di impegno per i piani di gestione dei rifiuti urbani nel prossimo futuro, tra l'altro già decisi in fase di negoziazione tariffe e definizione del piano triennale fra ATO ed Hera.

L'unico messaggio che è passato è "ci penserà Hera, ci fidiamo di lei". Ad onor del vero Gianluca Borghi si è distinto, ponendo il punto di vista della regione Emilia Romagna, auspicandosi una gestione più coraggiosa ed innovativa del sistema industriale emiliano romagnolo di trattamento rifiuti, che ha retto fino a questo momento e del quale va orgogliosamente fiero date le ampie garanzie di autosufficienza che ha comportato. Ignora tuttavia la china pericolosa verso la quale questo sistema sta scivolando, il conflitto di interesse insanabile e continuativo fra il direttivo del PD ed i vertici di Hera (buffo sentire Sacchetti che si introduce tentando maldestramente di vestire i panni del politico imparziale), il sistematico tentativo di affossamento sia dell'esperienza di Forlimpopoli che delle tante altre esperienze già mature che aspettano di partire sul territorio (Meldola, Ronco, Cesena, Bertinoro, ...).

Se ne esce con una linea del PD appiattita supinamente sulle posizioni di Hera, nonchè generici appelli (dal sapore un po ipocrita) verso la "responsabilizzazione dei cittadini da effettuare con l'educazione ambientale", che rischiano così essi stessi di diventare, chiedendo il sistema domiciliare, più responsabili degli stessi amministratori che dovrebbero governarli. Ciliegina sulla torta, le affermazioni (che dire strumentali è dire poco) di Sacchetti il quale arriva a sostenere che "Il veneto non è un buon modello" in quanto "nel sole 24 ore di oggi una inchiesta della magistratura ha accertato che è stata trovata (una) discarica abusiva", e che quindi il sistema domiciliare è fallimentare (?!?). Ma che c'azzecca direbbe qualcuno ?

Già, noi forse non abbiamo discariche abusive, però in compenso abbiamo 8 inceneritori con capacità di smaltimento sproporzionata alle reali necessità, gli scandali di "fangopoli", Agrofertil che preme nel costruire inceneritori a pollina, una gestione del servizio dettata più da esigenze di remunerazione degli azionisti che di tutela della salute pubblica, costi del servizio in continua impennata senza alcuno sforzo di riduzione del rifiuto alla fonte! Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, appare evidente che, salvo sorprese dell'ultimo minuto assai improbabili, non saremo in grado nemmeno questa volta di dare una sterzata decisa di carattere ambientale alle prossime amministrative.

sabato 23 agosto 2008

Cesena premia la sicurezza sul lavoro

Al fine di stimolare l’impegno di tutti a favore della sicurezza nel lavoro, la Giunta Comunale di Cesena ha deciso di istituire il “Premio Cesena Città per la sicurezza nel lavoro” che sarà attribuito ogni anno, a partire dal prossimo autunno. Vincerà chi si distingue nel territorio cesenate per la propria opera a tutela della sicurezza.

Giordano Conti, Sindaco di Cesena:
Le morti bianche e gli incidenti sul lavoro sono tragedie davanti alle quali non possiamo restare indifferenti, ma che dobbiamo affrontare con instancabile impegno a 360 gradi. Nella nostra città da diversi anni abbiamo avviato un percorso, insieme ai diversi soggetti locali coinvolti nel problema, che ha portato fino a oggi a diversi risultati importanti proprio perché condivisi e, quindi, attuabili concretamente. Ricordo, ad esempio, il protocollo d’intesa per la regolarità e la sicurezza sul lavoro nel settore delle costruzioni e dei servizi, quello per la formazione dei neoassunti nel settore edile e le modifiche al Regolamento edilizio comunale che hanno intensificato gli obblighi di sicurezza nei cantieri privati. Il “Premio Cesena Città per la sicurezza nel lavoro” si inserisce in questo contesto di iniziative: non avrà valore economico, ma etico, e servirà a mettere in evidenza le persone e le aziende che si sono distinte per comportamenti esemplari sul fronte della sicurezza.

Non ho mai sentito una idea più ipocrita e velleitaria di questa!

Ma come ci siamo ridotti ? Premiare chi eccelle in comportamenti che dovrebbero essere come minimo dovuti e garantiti come la sicurezza sul posto di lavoro ?

Dare un premio per la sicurezza avrebbe lo stesso valore di dare un premio a chi paga più tasse, cioè effetto pressoché nullo come forza di incentivo verso comportamenti virtuosi. Oppure si pensa davvero che qualcuno sia incentivato a non violare più le norme sulla sicurezza in virtù della possibilità di ricevere un riconoscimento (magari una azienda su mille) e farsi così un po di pubblicità gratuita ?

Ma siamo seri, sono le classiche sparate di poca spesa ed alta resa (soprattutto di immagine da parte degli amministratori che le concepiscono).

Faccio una mia controproposta, perché non si inseriscono norme nei regolamenti delle gare di appalto pubblico in maniera da indicizzare il punteggio finale ottenuto anche in base al tasso di incidentalità dell'azienda ?

La tua azienda ha un tasso di incidentalità fuori norma ?? Sei penalizzato nei punteggi a gara di appalto. Rientri in gara a condizioni normali solo se dimostri di avere effettuato investimenti supplementari nella sicurezza del lavoro per almeno un anno, con verifica di efficacia statistica.

A mio avviso sarebbe enormemente più efficace rispetto ad un premio, però gli amministratori non potrebbero più pavoneggiarsi così tanto sui giornali con i loro discorsi pre-elettorali infarciti di etica a buon mercato... Se proponessero davvero norme simili ho come l'impressione che verrebbero defenestrati all'istante!

Photo: Costruzione del Rockefeller Center a New York negli anni 30

venerdì 22 agosto 2008

Ecco perchè Hera punta i piedi!

I rifiuti urbani conferiti all’inceneritore di Cassana (Ferrara) diminuiscono, non bastano più. Così Hera chiede al TAR di bruciare rifiuti speciali oltre le generose autorizzazioni concesse dalla Provincia (30 mila ton/anno), in spregio degli accordi firmati in fase di VIA con la Circoscrizione. Medicina Democratica e WWF, appoggiati da gran parte del movimento ambientalista ferrarese, il 28 agosto si opporranno a tale vergognosa pretesa innanzi ai giudici di Bologna, confidando nella giustizia. Ma anche in una autentica resistenza da parte di Comune e Provincia, sottoposti da mesi a stucchevoli pressioni dalla propria “creatura”, con conseguente vulnus della loro credibilità istituzionale e politica.

Per Hera la posta in gioco è altissima, nell’incenerimento dei rifiuti non può perdere un colpo: insieme a quello dell’acqua è il business più remunerativo tra tutte le sue aree di affari.

Nel 2007 i Rifiuti hanno dato ricavi per 540 milioni di euro, con margine operativo lordo di 156, pari al 28,4%. L’Acqua ha generato ricavi per 398 milioni, con margine di 118, pari al 29,8%. Gas (ricavi 915 milioni, margine 11,4%), Energia (ricavi 986, margine 4,3%) e altri servizi (ricavi 159, margine 19,6%), hanno portato più volume, ma meno margine.

Dunque Rifiuti ed Acqua (939 milioni) rappresentano il 32% dei ricavi ed il 60% del margine (275 su 453 totali). Gli altri business hanno portato il 68% dei ricavi (1966 milioni su 2905), ma solo il 40% del margine. Per Hera, insomma, Acqua e Rifiuti sono galline dalle uova d’oro!

E’ facile comprenderne i motivi: mercati protetti, privi di concorrenza, alimentati dalle bollette imposte ai cittadini dall’ATO (assemblea dei sindaci) e tariffe stabilite in base ai costi “dichiarati a piè di lista” dai gestori. Perciò ricavi “politici”, garantiti da politici migranti dalle istituzioni alle aziende controllate, e viceversa.

Gas ed Energia invece costituiscono aree di business competitive, dove prezzi e margini sono regolati anche dalla concorrenza: per questo oltre due terzi dei ricavi di Hera (Gas, Energia e Servizi vari) danno margini inferiori a quelli di Rifiuti ed Acqua (7,8% contro 29,2%).

Stando così le cose, Hera non può che perseguire la “mission” rifiuti, rifiuti, rifiuti… da incenerire!

Poco importa se siano urbani o speciali. Peccato che nel 2007, nella totale disinformazione dei cittadini, siano stati smaltiti nelle discariche di Ferrara 112 mila tonnellate di rifiuti speciali, di cui il 41% di provenienza extra provinciale! Dunque Hera vorrebbe riempire l’inceneritore con rifiuti speciali in gran parte importati. Ambiente e salute cederebbero il passo al profitto. Parola dell’onorevole Bratti, indicato dal PD e non scelto dagli elettori, ex assessore ambiente ed ex direttore generale Arpa, che dopo aver regalato alla sua città un mega inceneritore e la Turbogas, ha precisato che bruciare 15 mila tonnellate di rifiuti speciali in più, non fa differenza dal punto di vista sanitario e che la Provincia si sarebbe dimostrata poco intelligente non accontentando Hera! (!?!?!)

Ultima riflessione. Nel 2008 Hera ha distribuito 81,3 milioni di utili ai propri azionisti, con una crescita del 18% in cinque anni. Tenuto conto che la quota di capitale sociale in mano pubblica (180 enti) è pari al 58%, molti investitori privati (banche, assicurazioni, movimento cooperativo, industriali), possessori del restante 42%, hanno incassato da Hera circa 34 milioni di euro. Profitti cui hanno contribuito Rifiuti e Acqua pagati dai cittadini, e che finiscono nelle tasche di investitori privati, di certo ostili alla fine anticipata della festa!

La forte domanda privata di dividendi, in presenza di norme che nei prossimi anni imporranno di smaltire meno rifiuti urbani (65% di raccolta differenziata entro il 2012), spinge Hera a tentarle tutte, compreso far causa ai propri soci, pur di bruciare rifiuti speciali, purtroppo abbondanti ed importabili! Perché la Provincia non alza la testa e continua a tacere sul traffico di rifiuti!

E’ tempo che il PD, la maggioranza ed i loro candidati indichino ai ferraresi (non solo a loro n.d.r) dove sia l’interesse collettivo in ciò che sta accadendo. Si tratta di inadeguatezza dei decisori o di scambio di ruoli tra chi governa (maggioranza) e chi deve invece sottostare (Hera)?

Fonte: Articolo su estense.com

mercoledì 20 agosto 2008

La storia del mondo in un rotolo di carta igienica

Dobbiamo convincercene fino in fondo, l'arco di tempo che coinvolge la storia del genere umano, per quanto immensa possa sembrare, è un nulla insignificante rispetto alle ere geologiche e al tempo assoluto, l'origine del quale è per taluni coincidente con il famigerato Big Bang. Quando ragioniamo sul nostro futuro, così come sul nostro passato, raramente riusciamo a mantenere una risoluzione sufficiente, più qualcosa è lontano dal presente più gli anni si fanno sfumati e si confondono con i lustri, i decenni, le centinaia di anni, i millenni e oltre in casi estremi.

Cosa succederà al mondo civile ubriaco di energia e stracarico di rifiuti fra, diciamo, venti anni ? Personalmente, già mi accontenterei di essere ben sicuro di quello che farò la settimana prossima, ma non tutti fortunatamente sono come me. Cercare di immaginare un futuro a lunga distanza è un esercizio assolutamente propedeutico per capire fin da ora le conseguenze della direzione in cui il genere umano si sta muovendo. In questo post vengono presentati due scenari possibili, uno "brutto e cattivo" ed uno "utopico ed ottimista", su quello che sarà il futuro dell'umanità, estrapolando di slancio la conoscenza del nostro passato vicino e remoto con particolare riferimento al tema dell'esaurimento delle fonti fossili.

Lo scenario più probabile è quello brutto, ma a mio modo di vedere dovremmo tutti agire come se quello utopico fosse il nostro domani. Così come un malato terminale può solo rovinarsi quel che resta della sua vita sapendo che la sua fine è imminente, pensando solo alla malattia anziché sognando con ottimismo il futuro suo e dei suoi figli. Quanto alla freccia del tempo, mi ha fatto venire in mente una pagina di un sito di una scuola americana che visitai molto tempo fa e che ho ritrovato, dove una maestra ha prodotto una gran bella lezione ai suoi alunni.

Prese un rotolo di carta igienica e disse, se questo rotolo è il tempo, dove è nata la terra ? dove sono nati i dinosauri ? dove è nato l'uomo sapiens ? Dove è nata la storia ? dove è l'arco della nostra stessa esistenza come persona umana ?

Ebbene, i dinosauri sono circa a cinque quadretti della fine dell'intero rotolo, i primi proto-umani appaiono negli ultimi 3 centimetri dell'ultimo rotolo, la storia degli ultimi 10.000 anni sono nell'ultimo decimo di millimetro, e noi siamo all'incirca nati sulla superficie dell'ultima fibra!

Pensateci, quando vi ripulite il nobile tergo, non vi farà male! State solo distruggendo qualche milione di anni di storia!! Quando però vi diranno che potete stare tranquilli perchè di petrolio ce n'è in abbondanza per altri 50 anni, cominciate a preoccuparvi.

martedì 19 agosto 2008

Rapporto inglese sugli inceneritori


E' uscito da pochi mesi in Inghilterra l'atteso aggiornamento 2008 del rapporto "Effetti sulla salute dell'incenerimento" (in lingua inglese), studio promosso dalla BSEM (British Society for Ecological Medicine). Il bravissimo Claudio Messora di ByoBlu ne ha parlato in questo suo provocatorio post.

La HPA (Health Protection Agency) Inglese ha risposto ufficialmente al documento qui, sostenendo che tale report non è valido in quanto... non tiene conto di alcuni studi precedenti indicanti che gli inceneritori sono innocui, per poi contraddirsi concludendo che, anche se non fossero stati così innocui, lo studio non tiene conto del fatto che le normative nel frattempo introdotte sono molto più severe di prima. Inoltre, come chicca finale, la HPA sostiene che l'aumento di casi attesi di cancro è da attribuirsi al fatto che gli inceneritori inglesi vengono costruiti tipicamente in zone povere già parzialmente contaminate... ma che bravi, se non sono così inquinanti perchè incrementare la disuguaglianza sociale (sostiene la BSEM) andando a farli vicino ai poveri o comunque chi già ha un più alto rischio di malattia ? Non è un comportamento etico in ogni caso!

Insomma, secondo accreditati studi "precedenti" gli inceneritori avevano rischio minimo (pari a zero direbbe cancronesi), però nel frattempo le normative sono diventate molto più severe e restrittive e poi tanto li fanno in zone già disastrate ambientalmente... qualcosa non torna, anzi decisamente puzza!

Infatti, sempre la BSEM ha risposto prontamente alla agenzia della salute inglese con questo dettagliato documento (vale la pena di leggerlo), evidenziando come il botta e risposta fra studi scientifici ed agenzie governative pubbliche rappresenti il classico teatrino già visto e che in passato si è già verificato con il DDT, con l'amianto, asbesto, PVC, CFC, etc. etc. Il documento risponde in maniera brillante, putno su punto, alle poche argomentazioni ancora rimaste a difesa dell'incenerimento.

Negare, negare sempre anche l'evidenza, nel frattempo con ritardi di decenni si introducono misure per controllare quanto basta le emissioni e ridurre un po l'inquinamento, ma senza fare troppo rumore in giro, altrimenti la gente scopre che in nome del business la salute pubblica non vale proprio niente.

Cosa dice in sostanza il rapporto inglese sull'incenerimento ? Ecco riassunti i punti salienti, che poi sono gli stessi espressi da vari studiosi come il dott.Montanari:
  • Gli inceneritori non sono una forma di smaltimento ma trasformano un rifiuto di un tipo in altro rifiuto di tipo diverso (intrinsecamente più pericoloso).
  • Lieve aumento statistico dei casi di cancro e di malformazioni fetali nei pressi dell'inceneritore, soprattutto nelle donne.
  • Correlazione lineare fra la concentrazione delle particelle ultrafini PM <2.5um>
  • Presenza di sostanze che si formano per ricombinazione dei fumi che hanno tossicità certa (metalli pesanti, sostanze organiche tossiche), trovate anche a centinaia di miglia di distanza dal camino.
  • Rischio di fumi radioattivi, che se inalati possono essere centinaia di volte più dannosi che per esposizione diretta alla stessa radiazione.
  • Ceneri pesanti talmente tossiche da necessitare di vetrificazione per essere smaltite in sicurezza (pratica tuttora non utilizzata in inghilterra).
  • Potenziale pericolo per i lavoratori esposti durante lo startup e lo shutdown dell'impianto (la legge non li monitorizza).
  • Costi occulti degli inceneritori totalmente esternalizzati (conferimenti impropri, rischi per la salute, bonifica dei luoghi).
  • PRINCIPIO DI PRECAUZIONE: Ci sono alternative al contempo meno costose, altrettanto efficaci, e assai meno pericolose, come la raccolta differenziata, il trattamento meccanico biologico, riciclo, compostaggio, pirolisi, gasificazione, stoccaggio a secco ...
  • La misurazione normativa delle diossine è inefficace, perché limitata a pochi campioni all'anno e non si tiene conto del bioaccumulo ma solo della concentrazione.
Comunque la si rigiri, chiunque sano di mente non può che sostenere che tali arnesi non dovrebbero più essere costruiti, come è infatti la conclusione dello studio inglese appena descritto.

lunedì 18 agosto 2008

Un display davvero riciclabile


Capisco che la cosa sia un po off-topic, ma il sole mi ha dato alla testa e cercavo un po di acqua per rinfrescarmi, quando mi sono imbattuto in questo singolare video. Si tratta del primo display digitale ... ad acqua! Questa fantastica fontana è situata nel mega centro commerciale "Canal City" di Hakata, in Giappone. Grazie ad un computer è in grado di generare immagini astratte, scritte e disegni mediante il calcolo preciso dei tempi di rilascio e caduta delle gocce d'acqua da una fila di ugelli collocati in alto.Non saprei dire per i consumi elettrici, però sicuramente il display è ciò di più riciclabile che mi possa venire in mente. ;o)

domenica 17 agosto 2008

Fra Bergamo e Brescia cresce il porta a porta, ed Hera ?

Fra Bergamo e Brescia, in località Rovato, opera la Cogeme, una delle prime ex-municipalizzate ad azionariato diffuso (con maggioranza pubblica), che si occupa di servizi primari comunali (gas, acqua, ambiente) fin dal 1970. Così come molte altre ex-municipalizzate (Gruppo Hera in testa), è attiva nello stringere alleanze con aziende vicine, specialmente con le aziende di Cremona (Aem), Pavia (Asm) e Lodi (Astem), per formare una holding che riunisca le molteplici esperienze in un nuovo gruppo, la LGH.

Nonostante questa voglia di "gigantismo" accomuni oggi tante società del settore, nel caso della Cogeme il suo ampliamento nel settore ambiente è attuato in congiunzione con l'allargamento graduale del servizio di raccolta domiciliare Porta a Porta, arrivando oggi a coprire oltre 55.000 persone in una trentina di piccoli comuni sui 50 globalmente gestiti. Il porta a porta quindi si allarga, e sulle pagine del sito della Cogem dedicate alla sezione ambiente sono loro stessi i primi a promuovere il sistema, arrivando persino a dire che ... udite udite ... "la raccolta domiciliare è ormai la strada che consente risultati significativi, sia in termini di quantità, sia di qualità dei materiali raccolti".

Sulle paginine del sito sono disponibili anche i calendari PDF dei comuni serviti dal sistema di raccolta domiciliare, nonchè una chiara carta dei servizi. Ora, lungi dal pensiero di scrivere per fare pubblicità ad una azienda che appena conosco, una considerazione elementare mi preme farla: Come mai altre ex-municipalizzate, in piena fase di espansione, dichiarano che il passaggio graduale al sistema porta a porta è fra gli obiettivi strategici, ed Hera no ? Non dovrebbero, proprio perchè impegnate in fusioni e ristrutturazioni, privilegiare i vecchi sistemi non domiciliari ben collaudati e pensare a battere cassa ai cittadini, per fare loro pagare i costi delle fusioni ?

La risposta penso sia abbastanza elementare, il porta a porta non solo ha migliori risultati in termini ambientali (cosa riconosciuta già da tutti), ma permette, proprio in virtù delle economie di scala, migliori performance in termini economici e gestionali. Perchè Hera si appresta a crescere fino a diventare un mostro a scala nazionale, fondendosi in una super-utility con Iride, Enia, magari Acea di Roma, e chissà quali altre, e non riconosce il valore sia etico che economico/strategico della raccolta domiciliare ?

Crescere è lecito, ma diventare preda di delirio di gigantismo solo per remunerare gli azionisti, per una impresa come Hera che già non si distingue certo per essere rispettosa dell'ambiente, rischia di fare scivolare di mano ai comuni tutti i servizi primari, raccolti da gente il cui unico interesse diventa quello dell'alta finanza. I comuni potrebbero così perdere il controllo e rendendosi incompatibili con azioni volte al benessere dei cittadini e alla tutela dell'ambiente. In nome di cosa ? Dell'economia di scala per fare in maniera più redditizia ciò che di per se è sbagliato per la sostenibilità del nostro futuro ? Chi li fermerà più dopo che scopriranno che la strada giusta era un altra ?

venerdì 15 agosto 2008

Un ferragosto a prova di meteo

Giornata di ferragosto assai uggiosa oggi sulla riviera romagnola, sembra che un vortice di bassa pressione (ora centrato sulla pianura padana) abbia transitato per l'Italia giusto giusto per rovinare il ferragosto dei vacanzieri da spiaggia. Nell'immagine meteo (aggiornata in tempo reale) potete dare un occhiata per sapere se le cose volgeranno per il meglio in tempi brevi, altrimenti ... resteremo tappati in casa a stirare!

Buon ferragosto a tutti.

giovedì 14 agosto 2008

La storia delle cose verso la decrescita


Una crescita infinita ed un flusso unidirezionale di risorse, in un mondo finito, è ovviamente una cosa impossibile, eppure è proprio questo il modello che stiamo supinamente accettando come normale se non come unico immaginabile. Un tempo non era così. Domani non sarà ancora più così. Oggi però nessuno ha realmente il coraggio di ribellarsi a tutto questo, aspetteremo quindi che sia il pianeta stesso a fare quanto dovremmo fare noi.. reagire.

Da anni abbiamo affrontato come movimento MIZ il tema dell'informazione in materia dei rifiuti, come antidoto per un sistema miope il cui unico obiettivo è quello di farci consumare e non pensare a niente altro, siamo come anestetizzati da una realtà virtuale da noi stessi generata. Ci siamo mai realmente chiesti che fine fanno le nostre merci dopo il breve utilizzo che ne facciamo ? Oppure quanto lavoro e quante attività nocive per il territorio ci sono a monte del nostro inconsapevole atto di acquisto ?

Allargare la visione che l'uomo comune ha del sistema, può essere un modo per creare cittadini non ridotti a semplici macchine consumatrici. La politica cosiddetta "democratica" asseconda in teoria ciò che la "gente" vuole, ma la gente è consapevole di cosa realmente vuole, bombardata come è da ogni tipo di pubblicità e strumentale propaganda ?

Subordinati alle subdole suggestioni di aziende dai colossali interessi economici (potenti tanto quanto gli stati) il concetto moderno di democrazia non scricchiola affatto ma diventa funzionale alle perversioni del sistema stesso, il trucco sta nel fare desiderare al popolo bue ciò che il sistema vuole per sopravvivere, così come il cervello di un tossico agisce per costringere il corpo a farsi la seconda dose. Si fa pertanto a gara a chi promette più crescita, più soldi, l'economia deve "tirare", altrimenti si rimane indietro (ma indietro rispetto a che cosa?), in un paradossale scambio fra la cura e la malattia stessa. Desideriamo il nostro male spacciandolo come cura, appunto.

Se non la democrazia, qualcosa che scricchiola però lo si avverte chiaramente comunque, come una corda troppo tesa che si sta sfilacciando, con il rischio di rompersi. Ciò che scricchiola si chiama ambiente, da "ambiens", cioè ciò che ci sta attorno, che ci circonda. Oggi siamo noi che circondiamo l'ambiente, pronti a derubarlo appena esso si distrae, forse un giorno così circondato l'ambiente si arrenderà. A quel punto difficilmente un concetto vetusto e ritrito come la democrazia riuscirà a mantenere l'ordine sociale, conseguenze assai traumatiche potrebbero essere all'orizzonte senza che oggi ce ne rendiamo conto.

Stato sociale, pensioni, assistenza sanitaria, saranno forse cose che non ci potremo più permettere, perchè l'unica maniera per mantenerle è utilizzare quantità enormi di energia, petrolio, risorse minerarie, ciò che mantiene in equilibrio il nostro bel mondo è la continua crescita. Cosa succederà quando non si riuscirà a crescere più di così ? La risposta si chiama Decrescita, sono sempre più convinto che non sia un male ma anzi una occasione unica per un nuovo rinascimento culturale e sociale, dove sarà questa volta davvero il benessere a crescere, e non solo l'economia.

mercoledì 13 agosto 2008

Approvata una legge regionale vergogna contro i mercatini degli hobbisti

Davvero non ci credevo quando ho letto dell'approvazione della proposta di legge regionale per regolamentare i mercatini di strada. I Comuni saranno tenuti a schedare e redigere un elenco dettagliato dei partecipanti ad ogni manifestazione. Per prendervi parte gli hobbisti dovranno richiedere un tesserino — del costo di 200 euro — che consente la partecipazione a 5 manifestazioni all’anno, per un massimo di due anni nell’arco di ogni quinquennio. Potranno essere venduti inoltre soltanto beni di importo inferiore a 250 euro, ogni bene dovrà essere preventivamente prezzato, vige l'obbligo di esporre pubblicamente e farsi vidimare il tesserino con un timbro prima di ogni evento (max 5 timbri poi sarà possibile rifarlo solo dopo 5 anni). All'interno della stessa unità abitativa può essere rilasciato un solo tesserino, (per evitare evidentemente cordate parentali). Nella stessa area espositiva non sono ammesse altre persone estranee alla famiglia di copertura del tesserino. L'intestatario del tesserino deve essere sempre presente ed identificabile. In caso di mancanza di tesserino esposto, oppure in presenza di tesserino ma mancanza di intestatario sono previste sanzioni che vanno da un minimo di 250€ a 1.500€. La violazione di una qualsiasi delle norme sugli hobbisti causa le stesse sanzioni già applicate agli operatori professionali privi di autorizzazione al commercio.

Ma vi rendete conto dell'idiozia di una legge del genere ?

L'unica cosa che emerge da tutto ciò è l'arrogante astio dei commercianti di professione che, a causa della recessione, vedono erodersi costantemente i loro profitti, e tentano pertanto con queste leggi medievali e protezionistiche di salvare il salvabile. Le solite attività di lobby quindi. Sembra che dietro tutto questo ci sia lo zampino della Confcommercio.

A mio parere, i mercatini dell'usato e degli hobbisti, non solo non andrebbero puniti in questo modo, ma dovrebbero invece essere favoriti e incentivati pesantemente, questo soprattutto in virtù della loro funzione ecologica e di sostegno per l'economia delle famiglie più disagiate e non. Figurarsi che alcuni comuni in Italia addirittura organizzano mercatini permanenti e periodici, talvolta nelle strutture delle isole ecologiche, proprio per la loro importante funzione sociale.

I politici sono sempre pronti a piangere sui media denunciando che le famiglie non arrivano a fine mese, mentre al contempo si fregiano di volere "estirpare" come fosse covo di delinquenti una delle poche attività sostenibili che consentono di riutilizzare i materiali, produrre meno rifiuti, incentivare il riciclo, acquistare beni durevoli a costo abbordabile, tutte forme virtuose che vanno anche al di la della semplice raccolta differenziata! Proteggere i commercianti professionali va bene, ma alla decenza vi è un limite..

Certo, c'è un piccolo particolare insignificante, i mercatini degli hobbisti RIDUCONO IL PIL, perchè soddisfano bisogni di beni e merci che sfuggono inevitabilmente al conteggio ufficiale, ma questo vale anche se decido di regalare tutte le mie cose ad un amico. Bastava semplicemente una norma che impedisse di vendere merce nuova, per impedire la concorrenza sleale da parte degli operatori professionali mascherati da hobbisti, e nei mercatini ce ne sono parecchi.

Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, limitare il libero scambio di beni e servizi usati in senso non professionale è non solo una idiozia in se ma un danno per l'ambiente e per l'economia delle famiglie a basso reddito, chi propone leggi simili va contro il banale concetto di bene comune.

La vostra vecchia scrivania della nonna, non vendetela più mi raccomando, bruciatela oppure lasciatela di fianco al cassonetto, solo così dimostrerete di essere dei bravi cittadini.

Update: Ahahh... lo sapevo che sotto sotto c'era lo zampino degli alfieri del PD

martedì 12 agosto 2008

Addio al progetto della centrale elettrica a Durazzanino

Fin dal lontano 2002, in località Durazzanino in provincia di forlì, una associazione di imprese ed ex municipalizzate, consorziate nella CIF, poi ACEF, poi UNICA, ha tentato di costruire un megaimpianto termoelettrico chiamato "elettra". Sulla base di questa stessa vicenda é nata l'associazione Clan-Destino di Forlì, con lo scopo di dimostrare come l'impatto sul territorio di questo mostro da oltre 800 MWatt sarebbe stato terrificante. Nella stessa zona alle porte di Forlì, fra ampliamento dell'inceneritore di Hera, l'impianto di Mengozzi, l'elettrodotto sopra le case, l'inquinamento della zona industriale, non ci sono certo mai andati per il sottile, in fatto di tutela del territorio, ma almeno questa volta la vicenda della centrale "elettra" sembra ora definitivamente conclusa. Non si farà, punto! La centrale sarebbe stata una delle più grandi in Italia funzionanti a Metano a ciclo continuo, non ha fortunatamente ricevuto dopo innumerevoli trattative e ritardi il parere positivo per la valutazione di impatto ambientale. Questo spero costituisca il seme della dimostrazione che l'era del gigantismo energetico è definitivamente tramontata e che occorre cambiare rotta, andando verso il decentramento della produzione in piccoli impianti, la dove serve, e semmai riconvertire gli esistenti a tecnologia ancora obsoleta. Tanti piccoli impianti, meglio se rinnovabili e di proprietà delle famigle stesse in regime di autoproduzione, permettono di evitare i monopoli e rendere davvero libera la produzione di energia. La rete nazionale non è forse ancora pronta per una pruralità di soggetti a produzione intermittente, ma non vi è dubbio che questa è l'unica direzione dove ha davvero senso andare, in preparazione di un futuro dove petrolio e gas naturale saranno merce sempre più rara. Per ora questa battagia è vinta, grazie anche al contributo determinante di associazioni indipendenti e valorose come il clan-destino, ma la sfida non è che appena incominciata. La grande utopia si chiama ora riduzione dei consumi, utilizzo sobrio delle risorse, produzione distribuita, fare di più e soprattutto meglio, ma con meno risorse e più tecnologia. Difficile che questo concetto entri in testa a quegli amministratori che con la perdita della centrale hanno percepito solo una mancata occasione di sviluppo del territorio, il processo però è inevitabile, così come i dinosauri, anche le grandi megacentrali inutili saranno destinate ad estinguersi.

lunedì 11 agosto 2008

Il Carlino pubblica la lettera del MIZ

Anche il Resto del Carlino risponde all'appello congiunto del MIZ e del Meetup di Grillo per sensibilizzare il clima politico locale sui temi della raccolta differenziata. Già il Corriere di Cesena ne aveva giorni fa pubblicato qualche stralcio, mentre il Resto del Carlino ha optato per stampare la lettera aperta in forma integrale. Il testo completo dell'appello del MIZ (non ridotto per esigenze di stampa) potete trovarlo quì. Manca ora solamente l'articolo della Voce di Romagna, ci aspettiamo in ogni caso a breve una qualche reazione scritta da parte delle segreterie politiche, affinché i proclami dei candidati alle prossime amministrative includano anche questi temi all'ordine del giorno.

sabato 9 agosto 2008

Eppoi dicono che la raccolta differenziata é scomoda!

Nella nostra attività sul territorio sentiamo spesso di gente che, pur di non cambiare abitudini e stili di vita, ci racconta qualsiasi scusa al solo parlare di raccolta differenziata domiciliare. Una delle cose che più spesso ci sentiamo rispondere a proposito del sistema porta a porta è:

Ma se ci danno tutti questi bidoncini per separare i rifiuti, dove li mettiamo ? La mia casa è di soli xxx metri quadrati, non saprei proprio dove metterli.

Molti di coloro responsabili di queste affermazioni magari sono soliti a fare shopping e comprare ogni ben di dio, tenendosi in casa talvolta i relativi imballaggi, pur di contribuire a fare girare l'economia, è inoltre assai raro trovare oggi appartamenti residenziali che non siano oltre i 50 metri quadrati (tipicamente famiglie che non hanno manco i suoceri ospiti in casa). E' evidente che la scusa spesso non regge nemmeno ad una analisi superficiale.

Siamo stati recentemente in ferie in valle d'Aosta, si sa che i montanari sono gente che prende molto sul serio il problema dei rifiuti, dato che la pulizia degli ambienti montani è assolutamente necessaria per sostenere il turismo. In alcune parti di Aosta città hanno un sistema di raccolta differenziata domiciliare, in altre parti solo bidoncini di prossimità (tutti rigorosamente con colorazioni non standard, giallo per la carta, arancione non si sa per cosa, etc. etc.). In ogni caso è diffusa la convinzione che fare la raccolta differenziata sia un motivo di orgoglio, poiché è giusto ed indispensabile.

Siamo rimasti colpiti da come le persone riescano a fare di necessità virtù, anche con poco spazio a disposizione, guardate (nella foto sopra) dove hanno posizionato i bidoncini della raccolta domiciliare questa famiglia valdostana nella loro "modesta" abitazione, siamo rimasti basiti!

La prossima volta che una signora un po snob mi dirà che non ha il posto per tenere i bidoncini, saprò cosa rispondergli ;o)

venerdì 8 agosto 2008

La spigolatura dei rifiuti


Vorrei segnalare questo interessantissimo e dettagliato articolo scritto da Ugo Bardi di Aspo Italia sulla gestione dei rifiuti

Il documento pone l'accento verso un punto di vista scientifico-sociologico, illustrando in maniera a mio parere ispirata ed esemplare come sarà l'evoluzione futura nella gestione dei rifiuti in un mondo a scarsa densità energetica, spiegando il perchè non ci possiamo permettere fin da ora di lasciarla esclusivamente alle leggi del libero mercato. L'analisi del concetto di "spigolatura" applicata ai rifiuti rappresenta a mio parere un originale contributo di saggezza, come solo il professor Bardi e pochi altri saprebbero infondere.

Tento di esporre un breve riassunto (tagliato con l'accetta) dei concetti esposti.

La presenza di pratiche di gestione sprecone in senso energetico in merito alla raccolta rifiuti odierna (scavare un buco e via, incenerire, buttare), è giustificata oggi dalla possibilità di accedere ad energia a basso costo ed alto "EROEI", pertanto ci sarà sempre per l'economia margine sufficiente per sprecare, il rifiuto non può essere considerato un valore, l'economia stessa rifiuta infatti l'idea di rifiuto considerandolo un disvalore.

Nelle società agricole questo semplicemente non succedeva, la "spigolatura" (pratica del raccogliere e smaltire i residui di una lavorazione nei campi per l'auto-sostentamento) era permessa ed anzi incentivata, in quanto permetteva la vita di persone che sfruttavano "efficientemente" le inefficienze del sistema agricolo, compensando un EROEI molto basso di quest'ultimo. Queste presunte inefficienze, in realtà erano preludio di un concetto di efficienza più alto e nobile, il permettere la sopravvivenza anche a chi non aveva i mezzi necessari per accedere ai vantaggi di una agricoltura di massa.

I nostri ricchi rifiuti vengono oggi spesso spediti al (presunto) terzo mondo, specialmente Africa e Cina, dove intere economie di sussistenza sono possibili in barba al prevedibile degrado ambientale. Ebbene, con l'approssimarsi di un epoca in cui l'EROEI dato dallo scarso e costoso da estrarre petrolio diventerà sempre più basso, fioriranno anche da noi queste pratiche, che ora consideriamo deleterie e marginali, mentre invece se ben organizzate possono diventare il seme per ritornare ad un uso consapevole e sostenibile delle risorse.

Largo spazio quindi a considerazioni puramente energetiche ma diseconomiche sulla gestione dei rifiuti (riciclare costa ma fa risparmiare molta più energia che quella ottenuta bruciandoli). Fra queste pratiche quelle sicuramente più virtuose sono la raccolta domiciliare (porta a porta), il riuso dei manufatti nei mercati dell'usato, l'auto produzione di beni di consumo, riparare anzichè comperare, il recupero dei materiali spinto all'estremo e sostenuto tipicamente da lavoro umano non meccanizzato.

L'articolo è davvero lungo, lo so, ma credo meriti veramente una attenta lettura per arrivare a capire le radici del problema ed intravvedere qualche abbozzo di possibile soluzione. Come riusciremo a gestire i nostri rifiuti la dice lunga su quale razza di mondo ci appresteremo a vivere nel nostro immediato futuro.

P.S. Avete notato che oggi è il giorno 08/08/08 e il post è uscito alle 08:08 ??
Sarà un segno del destino!

giovedì 7 agosto 2008

Inizia a bruciare il nuovo megainceneritore di Forlì

Via al nuovo inceneritore di Forlì. Da martedì il secondo camino di Hera comincia a bruciare rifiuti. "L'autorizzazione definitiva al funzionamento - spiega l'assessore provinciale all'ambiente, Luciana Garbuglia - è stata rilasciata più di una settimana fa da parte della conferenza dei servizi". Niente hanno potuto la petizione firmata dai 400 medici, le 17mila firme raccolte, la catena del digiuno promossa dal Clan-Destino: si parte con il collaudo dell'impianto. "Il sopralluogo per il controllo di conformità ha dato via libera all'autorizzazione - continua la Garbuglia - e adesso l'impianto sarà monitorato secondo il piano di routine. Si parla di collaudo perché entro febbraio è previsto lo smantellamento del vecchio impianto".

A pieno regime l'inceneritore smaltirà 120mila tonnellate di rifiuti all'anno, con una produzione annua di 75,5 gigawattora di energia. "Qui sembra che tutti facciano orecchie da mercante - sostiene l'oncologa Patrizia Gentilini, protagonista di battaglie contro gli inceneritori, non solo a Forlì - a questo punto ognuno renderà conto alla sua coscienza. Credo che l'incenerimento sia diventato un simbolo dei tempi: non sappiamo fare altro bruciare, distruggere ed incenerire tutto".

Per chi si chiede se 75.5GWh di energia siano molti o pochi, basti considerare che secondo i dati storici di Terna, il consumo nazionale di energia per tutto il 2007 è stato di ben 340.000 GWh, pertanto questo miserrimo impianto è in grado di fornire all'incirca solamente lo 0,022% del fabbisogno nazionale. Con la spesa totale di oltre 80 milioni di euro, impiegando eolico e solare congiuntamente saremmo stati in grado di ottenere una quantità di energia paragonabile se non superiore, ma davvero in forma rinnovabile.

Praticamente, ha l'utilità di una scoreggia nell'aria, produce poca energia ed al contempo disincentiva una qualsiasi politica di riduzione dei rifiuti alla fonte, se gli amministratori avessero dato realmente ascolto ai cittadini si sarebbero risparmiati tanti soldi ed avremmo guadagnato tutti in salute.

mercoledì 6 agosto 2008

La bufala del petrolio abiotico

Questo articolo di Roberto Vacca scritto per il sole 24 ore davvero mi ha fatto imbufalire, rappresenta a mio parere un fulgido esempio di come utilizzare impropriamente un mezzo di informazione per trasformare gli auspici di taluni in verità scientifiche, inquinando le poche certezze che ci rimangono, e questo proprio utilizzando (guarda caso) l'organo ufficiale della confindustria.

Sostanzialmente cosa afferma Vacca nel suo articolo ? Che il petrolio è illimitato, in quanto si riformerebbe da solo per origini non biologiche, filtrando dagli strati profondi del mantello, e quindi "rigenerandosi", basta scavare più in là e ne troveremo a UFO! Che qualcuno ci creda e possa convincersi che ci siano verosimili possibilità per questa teoria può anche passare, se non fosse il modo e il tono con cui queste notizie escono periodicamente, e soprattutto il perché .... "tranquillizzare gli investitori che la crisi è una idea malsana degli ambientalisti" dico io!

Ugo Bardi di Aspo Italia ha prodotto una esauriente confutazione della teoria mostrando il perché l'origine abiotica del petrolio è probabilmente una fantasia, ma di esempi del genere ce ne sono a bizzeffe, basti pensare al negazionismo strisciante verso i problemi del cambiamento climatico, ove molti scenziati si affrettano a strombazzare che il global warning è una bufala perchè hanno selezionato un singolo dato controtendenza fra tanti.

Però ora, ragazzi, bisogna darci un taglio ed avere il coraggio di spiegare le cose come stanno realmente.

  1. Quanto petrolio c'è ancora rimasto là sotto ? TANTO
  2. Quanto petrolio c'è ancora di facile estrazione tale da non rischiare di essere consumato tutto già dalla macchina stessa che esegue le trivellazioni ? POCO
  3. I cambiamenti climatici sono opera dell'uomo ? SI, é assai probabile che siano legati strettamente allo sfruttamento del petrolio, ed anche se non lo fossero interamente non riusciremmo più ad arginarne le conseguenze in tempo se non si intervenisse comunque da subito.

Questa è l'unica cosa che conta, e se i fatti non stanno così armatevi di picozza ed andatevi a cercare un giacimento voi, così salverete l'economia mondiale dal collasso. magari trovando pure un sistema per eliminare tutta quella CO2 di troppo. Cercare prove scientifiche per teorizzare il mondo come a noi ci piace, è infantile ed immorale, Vacca ci è caduto in pieno, cercando argomentazioni a sostegno del "sarebbe bello se fosse così".

Possiamo anche deliberare a maggioranza che cercando bene la forza gravitazionale è repulsiva, ma non cambieremmo di molto i connotati della realtà. Gente come Vacca, infondendo una fiducia sconfinata nella scenza miracolosa che saprà trovare una soluzione per garantire il "business as usual", in realtà ci sta facendo perdere tempo prezioso, avvicinandoci sempre più alla grande "smusata", cioè un collasso inevitabile ed irreversibile del mondo economico così come oggi (e non ieri) lo intendiamo.

lunedì 4 agosto 2008

Lettera aperta del MIZ agli Amministratori

Sul Corriere Cesena di questa mattina è uscito un nostro comunicato stampa in merito alle azioni svolte dalla presente amministrazione provinciale in materia di pianificazione e gestione del servizio rifiuti. Come è ormai noto a tutti, pausa estiva a parte, siamo già palesemente in piena campagna elettorale per le elezioni amministrative, ed i vari candidati non perdono occasione per dichiarare sulle testate locali i loro lodevoli tentativi di porre al centro del loro programma politico la questione ambientale e tutti gli sforzi necessari ad una corretta e sostenibile gestione del territorio.

Peccato che questi proclami escano esclusivamente in campagna elettorale, assai raramente accompagnati da modalità e tempi di attuazione certi. Appena chiuse le urne, la politica (quella della C maiuscola, come "Casta") riprenderà il sopravvento, all'insegna della continuità amministrativa sulla spartizione clientelare del territorio e delle funzioni pubbliche. Dato che a parlar male si commette peccato anche se a volte ci si azzecca, abbiamo deciso di sfidare le amministrazioni che verranno ad esprimersi in anticipo, pubblicamente, sui temi che stanno al centro del nostro movimento, affinché il momento della propaganda elettorale rappresenti davvero un luogo di riflessione e di comunicazione trasparente verso i cittadini.

Come arginare gli effetti deleteri di avere affidato ad Hera un monopolio pressochè totale su tutti i servizi primari verso i cittadini ? Come avviare la tanto auspicata svolta in tema di trattamento dei rifiuti urbani ? Come incentivare una vera riduzione "alla fonte" dell'indifferenziato che annualmente produciamo in quantità intollerabili ? (Oltre 450 Kg pro capite di indifferenziato a Cesena, per un ammontare di oltre 700 Kg di rifiuto pro capite prodotto annualmente).
Non se ne può più della semi-truffa del teleriscaldamento a prezzi spropositati voluto fortemente da Hera, della scarsa qualità dell'acqua potabile perchè miscelata con i prelievi dai pozzi di Cesena anche senza reali necessità, per finire con l'aumento ingiustificato delle tariffe. (O meglio, l'aumento giustificato da piani di investimento da Hera stessa autonomamente voluti, come la "cassonettizzazione" inutile del territorio).

Qualcuno si stupirà di come il termine "Hera" capiti direttamente o indirettamente così spesso, non possiamo però che riconoscere come questa grande Holding abbia assunto un ruolo assolutamente determinante e trasversale su "tutte" le tematiche ambientali: luce, acqua, gas, energia, rifiuti, consorzi di bonifica, educazione ambientale, lavori stradali, una sorta di istituzione autonoma e autocontrollata che pretende in nome dell'efficienza e della gestione di impresa di assumere il pieno dominio decisionale su tutto il territorio.

Questi temi, la gestione corretta dei limiti di Hera da parte della pubblica amministrazione ed i problemi ad essa connessi, devono fare parte integrante della discussione politica, lodi e critiche incluse, a tal proposito abbiamo promosso una lettera aperta alle presenti e future amministrazioni, sia comunali che provinciali, di destra o di sinistra poco importa. Non è il momento di abbassare la guardia.

Nulla di personale contro Hera, ma se continua questa ipocrita gestione che sulla carta prevede un 51% in mano pubblica, mentre il pubblico è completamente latitante e non sa prendere decisioni strategiche, rimpallando continuamente fra provincia ed ATO, tanto vale privatizzarla tutta! In questo modo almeno non ci stupiremo più per le scelte fatte, quasi mai a vantaggio del cittadino ma quasi sempre a vantaggio dei fortunati possessori delle assai remunerative azioni.

Guarda caso, le azioni di Hera sono detenute in larga parte dalle amministrazioni locali stesse che dovrebbero assumerne un ruolo di controllo, in questo modo si attua un cortocircuito istituzionale incredibile, un conflitto di interessi vergognoso ed indicibile, dove scelte pubbliche elementari a garanzia e tutela dei cittadini (come ad esempio il porta a porta) si tramutano inevitabilmente in un boomerang verso le casse stesse delle amministrazioni, rendendo di fatto impossibile qualsiasi decisione virtuosa per gli interessi del bene comune.

sabato 2 agosto 2008

Il mondo del 2055 visto su YouTube



Sembra una americanata, nel 2055 parleremo forse di questi anni come quelli della svolta verso le energie rinnovabili. Peccato che probabilmente non succederà, non almeno nei termini bucolici che questo breve filmato lascia intendere. Gli hamburger rimarranno hamburger e gli americani gli stessi ricconi sfruttatori dell'ecosistema di sempre, ma possiamo pur sempre permetterci di sognare un mondo diverso, fin da ora.

venerdì 1 agosto 2008

La befana ci porterà il carbone pulito!

Bruttissima giornata quella di ieri per i cittadini di Civitavecchia, costretti ad assistere all’inaugurazione della nuova centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord, nonché a subire le stonate parole del maldestro ministro Scajola che presenziando alla cerimonia è incorso in un’imbarazzante gaffe avente per oggetto gli operai morti durante la costruzione dell’opera, da lui trattati con sufficienza alla stessa stregua di un qualsiasi sopportabile effetto collaterale.

Esternazioni fuori luogo di Scajola a parte, il vero dramma è costituito dalla centrale Enel di TVN, entrata oggi provvisoriamente in funzione a metano anziché a carbone in quanto tuttora priva dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Un vero mostro destinato a bruciare 600 tonnellate di carbone l’ora, rilasciando 6.300.000 metri cubi di fumo carico d’inquinanti, nonostante l’Enel, la “buona stampa” ed un folto stuolo di esperti compiacenti le abbiano attribuito impropriamente la patente di “centrale a carbone pulito”.

La centrale di TVN pulita non lo è affatto in quanto adotta il tradizionale sistema di Combustione del Carbone Polverizzato (PCC) che determina il rilascio di emissioni nocive costituite da metalli pesanti e nanopolveri, in grado di elevare il tasso di mortalità nella popolazione esposta fino a 300 km dal punto di emissione degli inquinanti, e non la tecnologia sperimentale di "Ciclo Combinato di Gassificazione Integrata del Carbone” (IGCC) che una volta perfezionata potrebbe essere definita a basso impatto ambientale.

La decantata riduzione dell'impatto inquinante dovuta alle polveri sottili documentata qui, non tiene conto del fatto che in realtà l'impianto sostituisce una vetusta batteria di 4 bruciatori ad olio combustibile pesante ultradenso, una delle cose più inquinanti che mente umana possa concepire per produrre energia, pertanto anche una riduzione netta di 1/3 delle "sole" polveri sottili, comparata con il modello precedente, non lo rende certamente ecologico ma solamente "un po" meno inquinante dello sfacelo ecologico di come era prima.

Il carbone polverizzato combusto è un materiale molto inquinante, contiene addirittura una concentrazione non indifferente di particelle radioattive (Radon), pertanto i sistemi di trasporto e movimentazione del carbone in centrale dovrebbero essere completamente sigillati, in modo da evitare ogni tipo di contatto tra il combustibile e l'aria. L'investimento totale messo in campo da Enel per la conversione dell'impianto a "carbone pulito" è stato di circa 2 miliardi di euro. Hanno lavorato nel cantiere 4.000 persone per un totale a oggi di 15 milioni di ore (saranno 20 milioni a lavori ultimati).

Il nuovo impianto passa da 4 forni a 3 forni, i quali però funzioneranno per un numero complessivo di ore equivalenti più alto, pertanto la produzione di energia elettrica passerà da 11 MWh/anno a quasi 14 MWh/anno, per una potenza installata complessiva che sfiora i 2 GIGAWATT, (Quella ad olio combustibile era attestata a 2,6GW di picco). Un vero colosso quindi, all'incirca produrrà la stessa energia che sarebbe generata da tre centrali nucleari medio-piccole. Basti pensare che da sola è in grado di fornire l'energia elettrica richiesta da buona parte dell'intero Lazio.

In sostanza, checchè ci si ostini a chiamarlo "carbone pulito", in realtà è la solita tecnologia "merdosa", sicuramente molto più inquinante di una centrale turbogas a ciclo combinato, con l'unico vantaggio di potersi approvvigionare di un carburante il cui picco si prevede non fra pochi anni come il petrolio/gas ma nei decenni a venire, quindi più sicuro sul fronte degli approvvigionamenti. In Cina ad esempio stanno aprendo una nuova centrale a carbone alla settimana. (Nemmeno loro però si sognerebbero di chiamarla a carbone pulito, vista l'aria che tira a shanghai!)

Insomma, una merda un po meno nera rimane sempre tale anche se il contenuto di merda è ridotto del 60%, i cittadini di Civitavecchia hanno di che preoccuparsi quindi. Appare quindi certo che, se mai la befana verrà a fare visita da quelle parti, l'unica cosa che porterà agli abitanti cattivi di Civitavecchia sarà solo e soltanto carbone pulito.