venerdì 8 agosto 2008

La spigolatura dei rifiuti


Vorrei segnalare questo interessantissimo e dettagliato articolo scritto da Ugo Bardi di Aspo Italia sulla gestione dei rifiuti

Il documento pone l'accento verso un punto di vista scientifico-sociologico, illustrando in maniera a mio parere ispirata ed esemplare come sarà l'evoluzione futura nella gestione dei rifiuti in un mondo a scarsa densità energetica, spiegando il perchè non ci possiamo permettere fin da ora di lasciarla esclusivamente alle leggi del libero mercato. L'analisi del concetto di "spigolatura" applicata ai rifiuti rappresenta a mio parere un originale contributo di saggezza, come solo il professor Bardi e pochi altri saprebbero infondere.

Tento di esporre un breve riassunto (tagliato con l'accetta) dei concetti esposti.

La presenza di pratiche di gestione sprecone in senso energetico in merito alla raccolta rifiuti odierna (scavare un buco e via, incenerire, buttare), è giustificata oggi dalla possibilità di accedere ad energia a basso costo ed alto "EROEI", pertanto ci sarà sempre per l'economia margine sufficiente per sprecare, il rifiuto non può essere considerato un valore, l'economia stessa rifiuta infatti l'idea di rifiuto considerandolo un disvalore.

Nelle società agricole questo semplicemente non succedeva, la "spigolatura" (pratica del raccogliere e smaltire i residui di una lavorazione nei campi per l'auto-sostentamento) era permessa ed anzi incentivata, in quanto permetteva la vita di persone che sfruttavano "efficientemente" le inefficienze del sistema agricolo, compensando un EROEI molto basso di quest'ultimo. Queste presunte inefficienze, in realtà erano preludio di un concetto di efficienza più alto e nobile, il permettere la sopravvivenza anche a chi non aveva i mezzi necessari per accedere ai vantaggi di una agricoltura di massa.

I nostri ricchi rifiuti vengono oggi spesso spediti al (presunto) terzo mondo, specialmente Africa e Cina, dove intere economie di sussistenza sono possibili in barba al prevedibile degrado ambientale. Ebbene, con l'approssimarsi di un epoca in cui l'EROEI dato dallo scarso e costoso da estrarre petrolio diventerà sempre più basso, fioriranno anche da noi queste pratiche, che ora consideriamo deleterie e marginali, mentre invece se ben organizzate possono diventare il seme per ritornare ad un uso consapevole e sostenibile delle risorse.

Largo spazio quindi a considerazioni puramente energetiche ma diseconomiche sulla gestione dei rifiuti (riciclare costa ma fa risparmiare molta più energia che quella ottenuta bruciandoli). Fra queste pratiche quelle sicuramente più virtuose sono la raccolta domiciliare (porta a porta), il riuso dei manufatti nei mercati dell'usato, l'auto produzione di beni di consumo, riparare anzichè comperare, il recupero dei materiali spinto all'estremo e sostenuto tipicamente da lavoro umano non meccanizzato.

L'articolo è davvero lungo, lo so, ma credo meriti veramente una attenta lettura per arrivare a capire le radici del problema ed intravvedere qualche abbozzo di possibile soluzione. Come riusciremo a gestire i nostri rifiuti la dice lunga su quale razza di mondo ci appresteremo a vivere nel nostro immediato futuro.

P.S. Avete notato che oggi è il giorno 08/08/08 e il post è uscito alle 08:08 ??
Sarà un segno del destino!

1 commento:

  1. Grazie, Paolo, per questi commenti. Ci tenevo alla tua opinione su questo argomento e mi fa molto piacere vedere che siamo daccordo su questi argomenti. La teoria ce l'abbiamo, ora si tratta di metterla in pratica. Andiamo avanti. Saluti - Ugo

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