giovedì 25 febbraio 2010

C'era una volta il Lambro


Il Lambro prima del versamento di petrolio


Il Lambro dopo il versamento di petrolio


Il fiume Lambro a nord di Milano ha sempre attraversato una triste storia di inquinamento, principalmente da quando fin dagli anni 50 ha visto sui suoi argini un tale proliferare di industrie insalubri (specialmente petrolchimici) da azzerare quasi completamente ogni forma di vita autoctona. Fino a poco tempo fa era infatti già classificato come "altamente inquinato", eufemismo per dire fiume morto. Sembra che oltre il 30% dell'inquinamento del PO sia causato proprio dal Lambro, in larga misura a causa dei mancati potenziamenti ai depuratori, il più grande dei quali inaugurato solamente nel 2004.

Nel suo percorso il Lambro raccoglie gli scarichi delle acque nere (reflui civili) di quasi tutti i comuni del suo corso superiore. Nel fiume vengono scaricati anche reflui tossici (reflui industriali da: industrie tessili, fibre sintetiche, metallurgiche, meccaniche stamperie, plastiche, colorifici, lavanderie industriali, oltre a minute attività artigianali) aggiungendo così altro inquinamento di tipo chimico a quello biologico e batterico prodotto dagli scarichi fognari. 

Il fiume era già al limite del collasso ecologico; la vita microbiologica del fiume, cioè quel tipo di organismi che favoriscono il degradare della sostanza organica (provenienti dagli scarichi civili), è alterata al punto tale da non essere più in grado di assolvere a nessuna funzione autodepurativa. Tutto pesa sulle spalle dell'impianto di Monza S. Rocco, certamente insufficiente.

Di pochi giorni fa l'ennesima notizia di disastro ecologico con un versamento stimato (di matrce assai probabilmente dolosa) pari ad oltre 600.000 litri di gasolio ed oli pesanti.

Forse il numero non è sufficientemente chiaro: s-e-i-c-e-n-t-o-m-i-l-a litri di gasolio, una roba da ricordare la exxon valdez.

Una quantità abnorme assai difficilmente imputabile a qualche guasto dell'ex raffineria Lombarda Petroli di Villasanta (inutile cercare il loro sito web, l'hanno fatto sparire in fretta e furia).

E pensare che la ex raffineria colpevole del risastro, ora dismessa e relegata a deposito in attesa di bonifica, doveva essere trasformata in una splendida ecocity, non farebbe un po ridere se non fosse una cosa così tragica ?

Ce ne sarebbe abbastanza per proclamare uno stato di emergenza nazionale! Se fosse un paese normale, ma difficilmente vedremo Bertolaso e relativo codazzo passare fra le paratie mobili per tenere sott'occhio la situazione e prendere provvedimenti (magari qualche appalto regalato al cognato).

Ieri al TG1, un non meglio identificabile tecnico specialista, ha rassicurato affermando che per l'acqua non c'è pericolo, dato che il petrolio galleggia e quindi il problema è solo superficiale, la potabilità dell'acqua è garantita... Gle lo avrei tirato in faccia, un sottile strato di quel liquame, giusto per vederlo sostenere che in fondo è solo un problema superficiale e per la sua testa di .... non c'è pericolo! Criminale!

Ora il fiume è ridotto così. Il fatto che il suo percorso passi vicino ad Arcore è l'unica magra consolazione di questa triste vicenda.

3 commenti:

  1. triste vicenda e purtroppo non sarà neanche l'ultima!
    magra consolazione carissimo Marantz se il fiume passa vicino ad Arcore, eppoi chi se ne frega! basta parlare sempre di ILLO....

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  2. Tra l'altro, mi sono accorto troppo tardi che Arcore è si vicino al lambro, ma un po più a monte della fonte di inquinamento, quindi ILLO non mi ha dato nemmeno quella soddisfazione lì ... !

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