mercoledì 20 giugno 2007

La tutela ambientale schizofrenica

Fonte il blog di ASPO Italia, questo articolo sulle lavatrici autosterilizzanti illustra (come Ugo Bardi e pochi altri sanno fare) le eterne contraddizioni di coloro che pretendono di agire nel nome del progresso ed al contempo vantano la tutela dell'ambiente e della salute. La sintesi è questa, se focalizziamo l'analisi su un punto particolare di una qualsiasi tecnologia innovativa, perdiamo di vista l'interesse generale. Tecnologia ed ambiente non vanno daccordo se ci si limita all'analisi delle prestazioni di un oggetto. Leggendo l'articolo queste contraddizioni emergono in tutta la loro realtà. Siamo il popolo che spende miliardi in armi sofisticatissime per fare la guerra e poi chiede miliardi per gli aiuti umanitari. Siamo il popolo che costruisce auto velocissime e poi si adopera per limitarne la velocità sulle strade. Siamo il popolo che reclamizza un bene vantandone le proprietà mirabolanti di igiene e tutela della salute (come nel caso della lavatrice illustrata nell'articolo) e poi si disinteressa di quanto questo stesso bene sia in realtà fonte di inquinanti. Siamo il popolo che gioisce di fronte all'inceneritore che ci affranca dal problema dei rifiuti e al contempo grida a gran voce l'indignazione di vivere una vita sotto la spada di damocle del cancro. Vogliamo il petrolio e le tecnologie derivate a buon mercato, poi ci lamentiamo del riscaldamento globale e della siccità. Forse è davvero il caso di cominciare a porre argine a queste schizofrenie e adoperarci per usare la "vera" tecnologia al servizio dell'ambiente, per vivere in un ambiente globalmente più sano, per prevenire i tumori, per salvaguardare la salute della collettività a lungo termine (non solo quella dei singoli). Non è possibile andare oltre a lungo su questa strada, occorre usare le fonti energetiche rinnovabili al servizio di un nuovo tipo di sviluppo, non per sostituire le fonti fossili credendo così di allungare in continuità il corrente modello di sviluppo. In poche parole, forse quello che ci serve è un pò di sana decrescita.

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