sabato 26 gennaio 2008

Il reale costo del porta a porta, così è se vi pare

Il Presidente della Provincia Bulbi, anche in veste di Presidente di ATO, insieme al Sindaco di Forlimpopoli Paolo Zoffoli, hanno recentemente comunicato i costi definitivi del servizio di raccolta “porta a porta” dei rifiuti avviato nel Comune Artusiano. Rispetto sia al metodo che al merito con cui si è arrivati a questi dati conclusivi il MIZ esprime una fortissima preoccupazione.

Occorre sapere che il rapporto tra il Sindaco Zoffoli ed Hera è sempre stato teso poiché la società ha inizialmente presentato un conto molto salato per il servizio svolto. Tale costo, ritenuto gonfiato, è stato contestato dal Sindaco, che si avvale di un tecnico proveniente dal movimento ambientalista (Natale Belosi dell'ecoistituto di Faenza). Si è quindi dovuto ricorrere ad un “arbitraggio esterno” ad opera di un consulente scelto dal presidente Bulbi, al quale è stato affidato il compito di pervenire a dati certi e condivisi. Per capirsi bene, è come se un titolare dovesse chiamare un consulente esterno per entrare nel merito del lavoro svolto da un proprio dipendente, a causa dell’indisponibilità da parte di quest'ultimo di renderne conto.

Il risultato dell’operazione è tutto squisitamente politico, come si evince anche dal comunicato consegnato alla conferenza stampa del 23 gennaio indetta dal presidente Bulbi: Il Sindaco Zoffoli ottiene di pagare per il 2007 ed il 2008 circa la stessa cifra che avrebbe pagato con un sistema a cassonetti convenzionale, ovvero ottiene un incremento di costo dovuto al sistema porta a porta praticamente uguale a zero. In cambio accetta di condividere i costi originali (contestati) presentati da Hera, che a questo punto costituirebbero una stima valida per altre realtà che, come Forlimpopoli, volessero avviare servizi di raccolta differenziata domiciliari.

Nel merito, riteniamo che dati così presentati abbiano come unico intento quello di disincentivare nuove amministrazioni virtuose, avvisandole che procedere in questa direzione potrebbe costare loro un aumento fin anche del 20% sulla tariffa. Aumento che nel caso di Forlimpopoli semplicemente non si è verificato. La parte più interessante è però scoprire come Hera abbia difeso questo presunto aumento sui costi.

Il computo complessivo è stato calcolato ipotizzando di svolgere il servizio mediante l’utilizzo di operatori professionisti pagati secondo il contratto nazionale collettivo FISE per le imprese di servizi, pur conteggiando lo stesso numero di ore realmente utilizzate dagli operatori di una cooperativa sociale che, come risaputo, hanno una produttività media decisamente minore e quindi impiegano più tempo, pur però costando al contempo molto meno. Risulta quindi chiaro come questo dato sia sovrastimato. Il lavoro manuale di raccolta e differenziazione porta a porta è ovunque la classica attività che si lascia in gestione alle cooperative sociali. La stima complessiva comprende inoltre buona parte dei costi di avviamento una tantum, non è stato poi tenuto in debita considerazione il presumibile recupero di produttività dovuto all’ottimizzazione.

Come se ciò non bastasse, Hera ritiene che le sperimentazioni di raccolta domiciliare, se troppo estese sul territorio, costituiscano un danno economico per la propria azienda, pertanto vorrebbe caricare i costi di dismissione dei loro investimenti meccanizzati direttamente sui cittadini, nonostante le loro brillanti performance finanziarie. Questo tentativo è semplicemente risibile, un bene ancorché in fase di ammortamento e non più utilizzabile diventa semplicemente una plusvalenza, pertanto può essere venduto oppure reimpiegato in altre realtà territoriali, così come avviene in ogni azienda sana se cambiano le tecnologie e/o le condizioni del mercato.

Il Sindaco Zoffoli è riuscito a realizzare una delle più importanti riduzioni di impatto ambientale di tutta la Provincia, ora però si sta rendendo conto di come spaventare le altre amministrazioni spingerebbe all’isolamento Forlimpopoli, con conseguenti perdite di importanti economie di scala che sarebbero state possibili allargando l’esperienza della raccolta domiciliare verso comuni importanti come Cesena e Forlì.

Come nota di colore il Presidente Bulbi riesce anche a farsi bello affermando a più riprese che, anche se i costi fossero superiori del 10 o 15%, la scelta della raccolta domiciliare potrebbe essere fatta ugualmente perché “a chiederlo sarebbero i nostri figli” … ben sapendo che né i cittadini né gli amministratori comunali accetterebbero mai un aumento così importante del tributo, specialmente in un periodo di vacche magre come questo. Il reale costo del Porta a Porta ? Così è se vi pare!

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