mercoledì 2 luglio 2008

L'inceneritore di Forlì, il nuovo che avanza

Grazie alla frequentazione di un corso per guardia ecologica volontaria, sabato scorso siamo usciti per una escursione formativa, andando a visitare il famoso nuovo inceneritore di Forlì, la cui apertura è prevista entro poche settimane. Come tutti ormai sanno, pur con la VIA scaduta prima della fine dei lavori, e nonostante le innumerevoli proteste della cittadinanza, a breve in località Coriano di Forlì, a 100 metri dal vecchio e vetusto inceneritore da 60.000 tonnellate/anno nonchè dall'inceneritore di Mengozzi per i rifiuti ospedalieri, aprirà i battenti il nuovissimo impianto da 120.000 tonnellate/anno.

Il nuovo manufatto al dio fuoco, come consuetudine, dovrà essere percepito non come un obsoleto forno industriale ma come un opera di finissima architettura contemporanea (come se la zona circostante avesse il problema di non essere deturpata paesaggisticamente), l'impianto infatti porta la firma del famoso architetto Gae Aulenti. Come risultato, la costruzione della zona combustione sarà di un colore bello rosso fiammante (giusto perché si capisca fin da subito che all'interno alberga il fuoco purificatore), mentre la parte filtri e trattamento fumi di un bel verde smeraldo, arricchita da preziose vetrate (sic). Il grosso condensatore per riportare a temperatura ambiente l'acqua di turbina, situato in uno stabile attiguo, sarà ovviamente di un gradevole blu intenso, giusto per dare un tocco di colore. La forma dell'edificio ricorda quella di una nave da crociera, con un camino alto circa 30 metri, esile e ricoperto da una struttura trapezoidale, con un finto oblò! (vedi foto in cima).

Perché si spendono soldi nel realizzare plasticosi abbellimenti estetici, quando a pochi metri c'è il depuratore, l'inceneritore di Mengozzi, gli impianti di hera, tutti rigorosamente con tubi e cemento a vista dall'aspetto di un petrolchimico dismesso ? Marketing, opinione pubblica da manipolare, una cosa "bella" percettivamente non può fare male!

Se invece passiamo ai contenuti tecnici, c'è da drizzarsi i capelli. Il trattamento fumi prevede un doppio filtro a manica, ma nessun filtro elettrostatico, l'abbattimento degli NOx è ottenuto spruzzando ammoniaca (similmente all'impianto di Brescia, creando così fumi acidi nell'ambiente ma legali). Inoltre, viene utilizzato un sistema a carboni per le diossine e a calce per abbattimento di altre polveri pericolose, con monitoraggio delle emissioni principali in continua, etc.etc.

Alla mia domanda di visitare la stazione di pre-trattamento e pre-selezione, la risposta è che non è prevista per il nuovo impianto! Si, avete capito bene, si fa un impianto di trattamento fumi sovradimensionato ma di tecnologia obsoleta, e poi non si realizza una quisquilia come la preselezione del rifiuto, occasione dove togliere la frazione umida, recuperare i metalli prima della combustione, separare dall'indifferenziato materiali ancora utili... non si fa nulla! Per ammissione del tecnico, esiste un vecchio impianto di preselezione da 40.000 tonnellate, che doveva servire il vecchio inceneritore, il quale però non è praticamente mai entrato in funzione, e che sarebbe comunque sottodimensionato nel caso del volume di materiale per il nuovo. In maniera innocente, ha affermato l'impiantista che semmai entrasse in funzione potrebbe trattare un camion si e un camion no.

Da tutto ciò si deduce una sconcertante verità... perchè pre-selezionare il rifiuto quando può benissimo essere buttato tutto in caldaia con un grosso risparmio di costi ? Lascio al lettore ogni considerazione in merito. E' prevista comunque in fossa l'insufflamento di aria calda a 200 gradi in modo da essiccare parzialmente il rifiuto prima dell'entrata nella camera di combustione, e meno male, altrimenti era tutto un valzer di diossine...

Ultima nota di colore, una doccia posta sul piazzale intestante l'inceneritore (vedi foto), a dire il vero un po inquietante, fa tanto decontaminazione radioattiva, servirebbe a quanto ci è stato riferito per gli operai che dovessero malauguratamente essere investiti da getti di fuliggine, polveri contaminanti, tirando una semplice leva possono farsi una bella doccia, con il caldo che c'era eravamo tentati di provarla, poi abbiamo desistito.

Il costo del giocattolo è stato di circa 80 milioni di euro, ed è autorizzato a bruciare (non userò mai la parola termovalorizzare per i motivi spiegati più avanti) 120.000 tonn/anno di rifiuto "tal quale" con potere calorifico medio di 2500 kcal/kg. Ho chiesto il rendimento medio stimato di produzione elettrica dell'impianto, fra qualche farfuglio mi è stato risposto che si colloca al 25%, valore che secondo il mio parere è stato sparato a caso, dato che una ricerca del cewep sugli impianti europei ha valutato il rendimento medio di questo tipo di impianti non superiore al 14% al massimo.

Nel prossimo articolo, parlerò del vecchio inceneritore di Forlì, quello che l'attuale impianto sarebbe destinato a sostituire.

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