Lettera aperta del MIZ agli Amministratori
Sul Corriere Cesena di questa mattina è uscito un nostro comunicato stampa in merito alle azioni svolte dalla presente amministrazione provinciale in materia di pianificazione e gestione del servizio rifiuti. Come è ormai noto a tutti, pausa estiva a parte, siamo già palesemente in piena campagna elettorale per le elezioni amministrative, ed i vari candidati non perdono occasione per dichiarare sulle testate locali i loro lodevoli tentativi di porre al centro del loro programma politico la questione ambientale e tutti gli sforzi necessari ad una corretta e sostenibile gestione del territorio.
Peccato che questi proclami escano esclusivamente in campagna elettorale, assai raramente accompagnati da modalità e tempi di attuazione certi. Appena chiuse le urne, la politica (quella della C maiuscola, come "Casta") riprenderà il sopravvento, all'insegna della continuità amministrativa sulla spartizione clientelare del territorio e delle funzioni pubbliche. Dato che a parlar male si commette peccato anche se a volte ci si azzecca, abbiamo deciso di sfidare le amministrazioni che verranno ad esprimersi in anticipo, pubblicamente, sui temi che stanno al centro del nostro movimento, affinché il momento della propaganda elettorale rappresenti davvero un luogo di riflessione e di comunicazione trasparente verso i cittadini.
Come arginare gli effetti deleteri di avere affidato ad Hera un monopolio pressochè totale su tutti i servizi primari verso i cittadini ? Come avviare la tanto auspicata svolta in tema di trattamento dei rifiuti urbani ? Come incentivare una vera riduzione "alla fonte" dell'indifferenziato che annualmente produciamo in quantità intollerabili ? (Oltre 450 Kg pro capite di indifferenziato a Cesena, per un ammontare di oltre 700 Kg di rifiuto pro capite prodotto annualmente).
Non se ne può più della semi-truffa del teleriscaldamento a prezzi spropositati voluto fortemente da Hera, della scarsa qualità dell'acqua potabile perchè miscelata con i prelievi dai pozzi di Cesena anche senza reali necessità, per finire con l'aumento ingiustificato delle tariffe. (O meglio, l'aumento giustificato da piani di investimento da Hera stessa autonomamente voluti, come la "cassonettizzazione" inutile del territorio).
Qualcuno si stupirà di come il termine "Hera" capiti direttamente o indirettamente così spesso, non possiamo però che riconoscere come questa grande Holding abbia assunto un ruolo assolutamente determinante e trasversale su "tutte" le tematiche ambientali: luce, acqua, gas, energia, rifiuti, consorzi di bonifica, educazione ambientale, lavori stradali, una sorta di istituzione autonoma e autocontrollata che pretende in nome dell'efficienza e della gestione di impresa di assumere il pieno dominio decisionale su tutto il territorio.
Questi temi, la gestione corretta dei limiti di Hera da parte della pubblica amministrazione ed i problemi ad essa connessi, devono fare parte integrante della discussione politica, lodi e critiche incluse, a tal proposito abbiamo promosso una lettera aperta alle presenti e future amministrazioni, sia comunali che provinciali, di destra o di sinistra poco importa. Non è il momento di abbassare la guardia.
Nulla di personale contro Hera, ma se continua questa ipocrita gestione che sulla carta prevede un 51% in mano pubblica, mentre il pubblico è completamente latitante e non sa prendere decisioni strategiche, rimpallando continuamente fra provincia ed ATO, tanto vale privatizzarla tutta! In questo modo almeno non ci stupiremo più per le scelte fatte, quasi mai a vantaggio del cittadino ma quasi sempre a vantaggio dei fortunati possessori delle assai remunerative azioni.
Guarda caso, le azioni di Hera sono detenute in larga parte dalle amministrazioni locali stesse che dovrebbero assumerne un ruolo di controllo, in questo modo si attua un cortocircuito istituzionale incredibile, un conflitto di interessi vergognoso ed indicibile, dove scelte pubbliche elementari a garanzia e tutela dei cittadini (come ad esempio il porta a porta) si tramutano inevitabilmente in un boomerang verso le casse stesse delle amministrazioni, rendendo di fatto impossibile qualsiasi decisione virtuosa per gli interessi del bene comune.
Qualcuno si stupirà di come il termine "Hera" capiti direttamente o indirettamente così spesso, non possiamo però che riconoscere come questa grande Holding abbia assunto un ruolo assolutamente determinante e trasversale su "tutte" le tematiche ambientali: luce, acqua, gas, energia, rifiuti, consorzi di bonifica, educazione ambientale, lavori stradali, una sorta di istituzione autonoma e autocontrollata che pretende in nome dell'efficienza e della gestione di impresa di assumere il pieno dominio decisionale su tutto il territorio.
Questi temi, la gestione corretta dei limiti di Hera da parte della pubblica amministrazione ed i problemi ad essa connessi, devono fare parte integrante della discussione politica, lodi e critiche incluse, a tal proposito abbiamo promosso una lettera aperta alle presenti e future amministrazioni, sia comunali che provinciali, di destra o di sinistra poco importa. Non è il momento di abbassare la guardia.
Nulla di personale contro Hera, ma se continua questa ipocrita gestione che sulla carta prevede un 51% in mano pubblica, mentre il pubblico è completamente latitante e non sa prendere decisioni strategiche, rimpallando continuamente fra provincia ed ATO, tanto vale privatizzarla tutta! In questo modo almeno non ci stupiremo più per le scelte fatte, quasi mai a vantaggio del cittadino ma quasi sempre a vantaggio dei fortunati possessori delle assai remunerative azioni.
Guarda caso, le azioni di Hera sono detenute in larga parte dalle amministrazioni locali stesse che dovrebbero assumerne un ruolo di controllo, in questo modo si attua un cortocircuito istituzionale incredibile, un conflitto di interessi vergognoso ed indicibile, dove scelte pubbliche elementari a garanzia e tutela dei cittadini (come ad esempio il porta a porta) si tramutano inevitabilmente in un boomerang verso le casse stesse delle amministrazioni, rendendo di fatto impossibile qualsiasi decisione virtuosa per gli interessi del bene comune.
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