Serata sui rifiuti a Santa Sofia
Si è svolta ieri sera a Santa Sofia, alla festa del PD (in una atmosfera un po surreale dovuta alle poche decine di persone presenti) un dibattito dal titolo "Raccolta porta a porta: come e perchè". Le ore 18 del sabato pomeriggio non erano in ogni caso propizie per dare risonanza ad un evento del genere, non di meno noi siamo stati presenti. I relatori erano tuttavia di pregio, ed includevano l'onnipresente Roberto Sacchetti di Hera, il sindaco di Forlimpopoli Paolo Zoffoli, il sindaco di S.Sofia Foietta, il presidente del consiglio provinciale di Forlì, qualcun altro di cui non ricordo più il nome, ed infine il consigliere regionale Gianluca Borghi, che ha sostituito in extremis Paolo Lucchi futuro candidato sindaco di Cesena.
Volutamente il dibattito si intitolava "come e perchè" anzichè il più consueto "se, come e perchè", lasciando sottointeso come il "se" fosse un problema già superato, ovvero che il PD riuscisse finalmente ad aprire un dibattito (necessariamente interno, data la scarsa audience presente) per definire qualche dettaglio in più su come verrà improntata la prossima probabile legislatura provinciale e comunale in tema di trattamento rifiuti. Come ci si poteva aspettare, la farragginosità e la vuotezza intellettuale dei contenuti hanno fatto da controaltare all'impossibilità di annunciare alcunchè riguardo al futuro programma elettorale, inanellando generiche dichiarazioni di intenti e buoni propositi senza prospettare alcun impegno concreto, nemmeno indiretto. Il "come e perchè" del titolo è stato pertanto completamente disatteso, mentre il "se" è risuonato ancora irrimediabilmente alla ribalta, in qualità della tanta e numerosa disinformazione che continua a permeare gli alti dirigenti del PD in tema di gestione della raccolta differenziata.
Si è "menato il can per l'aia" insomma, con le solite arcinote dichiarazioni strumentali di Sacchetti il quale continua a paventare il drammatico pericolo della migrazione dei rifiuti. Non mi aspettavo tuttavia di sentire dal sindaco Zoffoli, che tanto ha investito in prima persona sul tema della raccolta domiciliare, arrampicarsi sugli specchi sostenendo che Forlimpopoli rappresenta una "eccezione fortunata" e che non se la sentirebbe lui in primis di esportare a Santa Sofia ilo stesso modello di raccolta, a causa della "estrema diversità (?!?) territoriale che renderebbe improponibile una trasposizione dell'esperienza". La realtà dimostra ovviamente il contrario, pleonastico sarebbe anche il solo citare l'ovvietà per cui un sistema domiciliare vada tarato e dimensionato per le particolarità del territorio, mentre era necessario sottolineare che le esperienze dove già la domiciliare opera comprendono sia piccole comunità montane che interi quartieri di grandi città con alta densità abitativa, senza soluzione di continuità.
Non è stato sufficiente nemmeno il ribadire con forza da parte del MIZ, per avere una risposta operativa decente sul da farsi, i vincoli di legge del 65% di RD da raggiungere entro il 2012, con annessa limitazione della possibilità di ricorrere agli assimilati, per avere risposta. Inutile quindi strappare ai presenti uno straccio di impegno per i piani di gestione dei rifiuti urbani nel prossimo futuro, tra l'altro già decisi in fase di negoziazione tariffe e definizione del piano triennale fra ATO ed Hera.
L'unico messaggio che è passato è "ci penserà Hera, ci fidiamo di lei". Ad onor del vero Gianluca Borghi si è distinto, ponendo il punto di vista della regione Emilia Romagna, auspicandosi una gestione più coraggiosa ed innovativa del sistema industriale emiliano romagnolo di trattamento rifiuti, che ha retto fino a questo momento e del quale va orgogliosamente fiero date le ampie garanzie di autosufficienza che ha comportato. Ignora tuttavia la china pericolosa verso la quale questo sistema sta scivolando, il conflitto di interesse insanabile e continuativo fra il direttivo del PD ed i vertici di Hera (buffo sentire Sacchetti che si introduce tentando maldestramente di vestire i panni del politico imparziale), il sistematico tentativo di affossamento sia dell'esperienza di Forlimpopoli che delle tante altre esperienze già mature che aspettano di partire sul territorio (Meldola, Ronco, Cesena, Bertinoro, ...).
Se ne esce con una linea del PD appiattita supinamente sulle posizioni di Hera, nonchè generici appelli (dal sapore un po ipocrita) verso la "responsabilizzazione dei cittadini da effettuare con l'educazione ambientale", che rischiano così essi stessi di diventare, chiedendo il sistema domiciliare, più responsabili degli stessi amministratori che dovrebbero governarli. Ciliegina sulla torta, le affermazioni (che dire strumentali è dire poco) di Sacchetti il quale arriva a sostenere che "Il veneto non è un buon modello" in quanto "nel sole 24 ore di oggi una inchiesta della magistratura ha accertato che è stata trovata (una) discarica abusiva", e che quindi il sistema domiciliare è fallimentare (?!?). Ma che c'azzecca direbbe qualcuno ?
Già, noi forse non abbiamo discariche abusive, però in compenso abbiamo 8 inceneritori con capacità di smaltimento sproporzionata alle reali necessità, gli scandali di "fangopoli", Agrofertil che preme nel costruire inceneritori a pollina, una gestione del servizio dettata più da esigenze di remunerazione degli azionisti che di tutela della salute pubblica, costi del servizio in continua impennata senza alcuno sforzo di riduzione del rifiuto alla fonte! Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, appare evidente che, salvo sorprese dell'ultimo minuto assai improbabili, non saremo in grado nemmeno questa volta di dare una sterzata decisa di carattere ambientale alle prossime amministrative.
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