lunedì 1 settembre 2008

Dal petrolio all'empatia nella gestione delle risorse umane

Ci tengo a segnalare ai miei tre o quattro lettori questo mirabile post di Ugo Bardi: Il petrolio è uno di noi. Nell'articolo si riesce a parlare di argomenti apparentemente complessi ed astrusi, come lo sfruttamento delle risorse naturali, utilizzando collegamenti mentali inconsueti e che più di una volta spiazzano il comune sentire utilizzando argomentazioni davvero originali.

Si parte dall'economia classica e dall'analogia fra lo sfruttamento della risorsa "petrolio" e la risorsa "pesca". Si illustrano poi quali sono i meccanismi mentali e psicologici che guidano il comportamento degli individui nell'atto di utilizzare una risorsa "materiale ma non umana" assoggettata alle crude leggi del mercato. Il pericolo soggiacente è ovviamente l'ipersfruttamento, l'utilizzo cioè di una risorsa "fino a che ce n'è" senza preoccuparsi di alcuna conseguenza a lungo termine, compreso il completo e radicale esaurimento del bene.

Tale pericolo è sempre risultato piuttosto evidente quando si parla di sfruttamento delle risorse umane, assai meno nel caso dello sfruttamento delle risorse terrestri. E' successo con la pesca alle balene nell'800, è successo con lo sfruttamento delle risorse petrolifere nei mari del nord, succede con qualsiasi bene abbia un qualche prezzo di mercato e non possa protestare (minerale o animale che sia): Utilizzo sfrenato fino alla dissipazione completa del bene e quindi del mercato stesso.

Cosa guida questi comportamenti ? Esistono leggi che ci impongono di divorare l'intera torta per il solo gusto immediato del farlo, senza minimamente preoccuparci se svilupperemo oppure no il mal di pancia ? Perchè sfruttiamo in maniera così differente le risorse naturali e le risorse umane ? Per quale motivo possiamo essere buoni manager a capo di centinaia di persone impiegate in una attività lavorativa ma non riusciamo al contempo di essere buoni manager per un mare pescoso da sfruttare senza causare disastri ?

Attraversando l'economia, la politica, passando per concetti tipici delle neuroscenze come i "neuroni specchio", fino ad arrivare a lambire concetti chiave del buddismo e citando il Dalai Lama, Ugo Bardi ci fornisce una risposta al quesito: "quanto petrolio c'è rimasto, come dovremmo imparare ad usarlo, perchè non ci riusciamo".

1 commento:

  1. Aihme ormai siamo prossimi al picco del petrolio, 1 o 2 anni e ci saremo in pieno....

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