giovedì 9 ottobre 2008

Carlo Rubbia, il nucleare del futuro

Il nucleare suscita da sempre sentimenti contrastanti, grandi paure e facili entusiasmi, il prof. Carlo Rubbia ha una sua visione personale della vicenda. Il nucleare non deve essere un tabù ma una risorsa che l'umanità ha a disposizione, se allo stato attuale non siamo in grado di garantirne la compatibilità ambientale e la sicurezza questa è una questione tecnologica e scientifica, non filosofica o morale. Sono convinto che nell'immediato futuro il solare e soprattutto l'eolico rappresenti l'unica strada percorribile in grado di dare risultati in tempi certi, sono convinto però anche che la ricerca non vada fermata, nemmeno sul nucleare. Esistono infatti tecnologie ancora da esplorare che permetterebbero di avere i vantaggi dell'atomo (nessuna emissione di CO2, alta potenza specifica, affidabilità) senza averne i relativi svantaggi (produzione di scorie, combustibile non rinnovabile, pericolo di incidenti e contaminazione).

La soluzione, a detta di Rubbia, si chiama TORIO, materiale sicuramente molto più abbondante sulla terra dell'uranio naturale ed al contempo capace di produrre scorie fissili enormemente meno pericolose. La ricerca su questo nucleare di nuova generazione è purtroppo ancora molto indietro, solo l'india sta perseguendo un programma scientifico in questo campo, dato che dispone delle maggiori riserve mondiali di questo materiale. Il prof. Carlo Rubbia è tuttora un pioniere in questo campo, tanto che la sua macchina concettuale è stata dai più soprannominata "rubbiatron", una sorta di amplificatore di energia:

scaglia protoni altamente energetici contro un bersaglio di piombo. Il turbinio di neutroni così prodotto è poi diretto verso un nucleo di torio (Th-232). Sotto la pioggia di neutroni, il torio-232 si trasforma in uranio-233, il combustibile nucleare vero e proprio, che si disintegra liberando energia. A differenza del combustibile tradizionale uranio-235, la disintegrazione dell’uranio-233 produce solo quantità infinitamente piccole delle sostanze di scarto nettunio e plutonio.


Il messaggio del prof. Rubbia però è chiaro: accanto a tutte le scelte che il Governo vorrà effettuare chiede che sia presa in considerazione l’ipotesi di dirottare alcune risorse proprio alla sua ricerca e alla sua sperimentazione. Ma evidentemente, il messaggio è finito nelle mani sbagliate.

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