Coop dice Stop alle uova di batteria
Ricordate il recente spot video della Coop a favore dell'acqua pubblica con la Litizzetto testimonial ? Quello dove si recita: “Sapete quanta strada deve fare l'acqua per arrivare a casa nostra ?”.
Per una volta fatemi parlare bene di una azienda italiana della grande distribuzione che, forse proprio in virtù della formula cooperativa, si è distinta per aver sempre saputo reagire prontamente agli scandali alimentari, dal vino al metanolo, agli ormoni nelle carni, ai pesticidi nell'ortofrutta, al disastro della Bse bovina, al pollo alla diossina, fino ad acquisire una certa consapevolezza di consumo critico.
Dai primi di ottobre infatti, sugli scaffali degli oltre 1400 punti vendita della Coop è possibile trovare solo uova
di galline allevate a terra, all’aperto o biologiche. Vietate quelle di
batteria. E saranno (parzialmente) “salve” ben 1.5 milioni di ovaiole.
Per il suo sforzo, inoltre, la nota catena di distribuzione si è
recentemente aggiudicata un premio denominato “Good Egg” assegnatole
dall’organizzazione internazionale per il benessere degli animali da
allevamento “Compassion in World Farming”. Vincenzo Tassinari,
presidente del consiglio di gestione di Coop Italia, ha così commentato:
Siamo stati i primi a definire degli standard migliorativi di benessere animale nei nostri allevamenti di bovini, suini, avicoli a marchio Coop, i primi ad aderire ai protocolli sui cosmetici non testati sugli animali, i primi ad eliminare le pellicce dai capi del tessile. Ora continuiamo su questa strada non solo per quanto riguarda il nostro prodotto. Molti fornitori hanno riconvertito i loro allevamenti e noi li abbiamo incoraggiati a fare una scelta totalmente alternativa alle gabbie perché, anche se dal 2012 saranno leggermente più grandi, resta comunque uno spazio angusto e innaturale.
La decisione presa dalla nota catena di distribuzione, in realtà, anticipa soltanto l’entrata di un vigore di una direttiva europea già esistente e che promette di consegnare, dal primo gennaio 2012, condizione di vita (un pò) più dignitose alle galline. Ma la strada, in tal senso, è ancora molto lunga.
L’allevamento di batteria, infatti,
com’è noto, è un abominio documentato da più di una fonte che
costringe le produttrici di uova ad essere “instancabili” in gabbiette
anguste non più grandi di un normale foglio di carta, provocando lesioni
e profonde lacerazioni alle zampette delle stesse private persino di
una “comoda” base di appoggio e della luce naturale… Eppure,
l’allevamento a terra non migliora così tanto la situazione sebbene non
vengono toccati tali eccessi… La soluzione migliore pertanto, e l’unica realmente perseguibile, è la scelta dei consumatori verso prodotti di
origine animale provenienti esclusivamente da allevamenti biologici
regolarmente certificati.
Fonte: EcoBlog
Blog molto interessante, complimenti.
RispondiEliminaSono il fondatore di un network di imprenditori dell'emilia romagna, il Winner Group, e credo che molti di questi argomenti meriterebbero maggiore visibilità al fine di migliorare il concetto di responsabilità sociale d'impresa.
A presto.
Fabrizio Cotza
Loved readiing this thank you
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