lunedì 31 dicembre 2012

Buon Anno 2013 da MIZ Cesena


Quest'anno 2012 che volge al termine ha visto rallentare molto l'attività della nostra associazione di volontariato ambientale. Le persone cambiano, nascono nuovi progetti, si affrontano nuove sfide, non ultima quella di far confluire molte delle nostre energie dentro il progetto di Borgo Etico, prodotti e servizi alla spina.

Chissà che il 2013 non porti nuovo entusiasmo per affrontare tanti altri progetti di sensibilizzazione ambientale  come aiutare l'estensione del porta a porta verso altri quartieri della città

Pur non potendo garantire in futuro aggiornamenti costanti del nostro piccolo blog, dobbiamo riconoscere che dagli inizi della nostra avventura, nel 2007, tante cose sono migliorate, il Comune di Cesena ha fatto davvero un salto di qualità in materia di attenzione all'ambiente e al territorio, a partire dalla campagna io riduco, fino ad arrivare alla recente ordinanza del sindaco di Cesena Paolo Lucchi, che prevede la messa al bando dei botti di capodanno in centro storico. Cosa giustissima, e che salverà molti nostri amici animali da stress, impazzimenti, che talvolta possono portare a conseguenze fatali, soprattutto per i quadrupedi. 

Certo, la crisi avanza, le risorse sembrano scarseggiare, la disoccupazione arriva lentamente a intaccare strati interi della società che sembravano precedentemente immuni al fenomeno, ma non perdiamo mai l'ottimismo, ci aspettano tempi difficili ricchi di sfide che dobbiamo vincere.

Vorrei terminare con una bella frase tratta da una intervista fatta circa un decennio fa a Rita Levi Montalcini, recentissimamente scomparsa, che condivido pienamente:
«Non si può andare avanti così! Se le cose non cambieranno, la nostra generazione non lascerà alla prossima la stessa terra che ha ricevuto dai padri.

Piogge acide, venti contaminati, fiumi sterili, mari avvelenati sono le tessere di un mosaico allarmante.

Iniziamo con imporci tre obblighi.

E' importante che le popolazioni ricche che costituiscono un decimo dell'umanità si ricordino di quelle povere.

E poi gli adulti devono fare conoscere ai giovani il senso dei valori. La gioventù è obiettivo del consumismo: conosce il prezzo di tutto, ma il valore di niente.

E' nostro obbligo infine preservare la biosfera: dobbiamo studiare e conoscere i diritti delle altre specie, di tutti gli altri esseri viventi che condividono con noi questa meravigliosa esperienza della vita.

Questi doveri sono molto più importanti dei diritti.»

- Rita Levi Montalcini

Un felice e sereno 2013 a tutti voi.

lunedì 1 ottobre 2012

55%: nuova guida dall'Agenzia delle Entrate

risparmio energetico
L'Agenzia delle entrate ha aggiornato la Guida sulla detrazione fiscale del 55% per gli interventi di efficientamento energetico degli immobili. Il documento (vedi allegato) fornisce tutte le risposte ai dubbi dei cittadini in merito all'agevolazione fiscale, dal tipo di interventi che danno diritto al bonus, alla documentazione da presentare, dalla modalità di recupero dello sgravio alle tipologie di edifici che rientrano nell'agevolazione.

L'ultima versione della Guida, aggiornata al mese di agosto 2012, tiene conto delle novità introdotte dal cosiddetto Decreto sviluppo, che ha prorogato la detrazione del 55% fino al 30 giugno 2013. Inizialmente ridotto al 50%, è stato riportato al 55% grazie a un emendamento in extremix del deputato Alessandro Bratti del PD. Successivamente, il bonus sarà sostituito con lo sgravio del 36%, attualmente riconosciuto per le ristrutturazioni generiche, senza riqualificazione energetica.



Fonti: Eco delle citta, Comuni Virtuosi

lunedì 27 agosto 2012

Comunicato MIZ su Savio Beach


Il Movimento Impatto Zero, nel merito della vicenda Savio Beach, sostiene che un bene pubblico così unico e prezioso come la golena naturale del fiume Savio non possa subire ipotesi di sfruttamento commerciale se non tramite un adeguato percorso partecipativo dei cittadini.

Evitiamo di accodarci con chi sostiene: "non abbiamo visto il progetto, non si possono esprimere opinioni", in quanto i dati che abbiamo suggeriscono come un progetto in realtà già esista, crediamo non venga reso noto ora per evitare di coinvolgere i cittadini nel processo decisionale. Il comitato Savio Beach, di cui anche il MIZ fa parte integrante, intende adoperarsi per rimuovere questa distorsione di democrazia.

Fin dal 2010, è stato dato affidamento al consorzio di bacino (ex genio civile) la realizzazione di uno studio preliminare (ben 400.000 euro messi a bilancio) comprendente in forma esplicita interventi che si spiegano esclusivamente con il desiderio di offrire ai privati una occasione di remunerazione, come l'installazione di paratie mobili per trasformare quel tratto di fiume in un lago di pesca sportiva e l'installazione di "gradoni" per “attività ricreative” (leggi spiaggette prendisole).

Il consorzio di bacino, dovrebbe essere interessato esclusivamente alla regimentazione dell'assetto idrogeologico del fiume e al suo mantenimento in condizioni di fruibilità senza pericoli di inondazioni da piene. Fornire ad esso indicazioni esplicite sul suo sfruttamento commerciale (così da avere un nullaosta) fa pensare che il progetto savio beach esista già, tenuto in cassetto fino alla sua presentazione definitiva.

Al contempo, l'amministrazione vocifera di bandi di gara, selezioni di idee, progetti da valutare, che riteniamo siano solo fumo negli occhi. Da quanto ne sappiamo, il progetto è quello dell'imprenditore Aldini (che ha recentemente sponsorizzato, guarda caso, una tre giorni di festa sul fiume), che con la formula del project-financing si appresta a trasformare il tratto di fiume dal ponte vecchio al ponte nuovo (800 metri) in uno spazio privato da valorizzare (il solito eufemismo). Questo  non può che significare ristorantini, barrettini, spiaggette, pesca sportiva, praticello all'inglese, ombrelloni, magari pedaggio di ingresso.

Il progetto dovrebbe essere presentato ufficialmente a metà ottobre, in occasione del momento di incontro con i cittadini che si terrà al palazzo del capitano, quindi appare evidente l'effetto "show"... ovvero mettere i cittadini di fronte al fatto compiuto, marketing insomma. Privatizzare un territorio demaniale pubblico in realtà non è cosa semplice, occorre concedere i diritti di superficie, temiamo che per anticipare la direttiva Bolkestein occorra farlo subito, altrimenti ci sarà l'obbligo di andare a gara sul serio.

Quali sarebbero i corrispettivi offerti dai privati in cambio dell'uso commerciale della golena del fiume ?
  1. Rimborso delle spese di progettazione preliminare già sostenute (400.000 euro)
  2. Spostamento degli attuali scarichi a monte del pt.Vecchio fino ad arrivare a valle del pt.Nuovo
  3. Installazione a valle del pt.Nuovo di un tratto di fitodepurazione per gli scarichi fognari
A fronte di una privatizzazione così spinta di un bene naturale, alla collettività sembra arrivare poco, perché spostare gli scarichi 800 metri più a valle serve solo alla balneabilità di quel tratto, il vantaggio ambientale sarebbe davvero minimo.

Per tali motivazioni, il Movimento Impatto Zero si opporrà al progetto denominato Savio Beach.

Paolo Marani
Movimento Impatto Zero

N.B. Immagine di Pier Paolo Turchi, consigliere comunale di Cesena e noto appassionato di fotografia di luoghi in attesa di essere "riqualificati"

sabato 16 giugno 2012

Che il comune non paghi per smaltire acqua


Il trattamento della frazione organica, separata all'origine, sia con raccolta stradale che con raccolta differenziata, si paga a peso.

Appena entrato all'interno del'impianto di trattamento (compostaggio o digestione anaerobica) il camion carico di organico viene pesato e una volta scaricato l'organico nella fossa lo stesso mezzo viene ripesato all'uscita: la differenza di peso corrisponde all'organico conferito e in base al prezzo pattuito (circa 80 euro a tonnellata) viene emessa una fattura a carico del Comune.

E' riconosciuto come la caratteristica, e un problema, della frazione organica è di avere un alto grado di umidità (di acqua) compreso tra il 45% e il 65%. Insomma su 1.000 chili di "organico fresco", tra 450 e 650 chili sono fatti di sola acqua.

Dovrebbe essere una questione di buon senso evitare di trasportare, conferire agli impianti e pagare per il trattamento di tutta quest'acqua! La raccolta differenziata dell'organico, permette di ridurre drasticamente la quantità di acqua presente negli scarti raccolti, senza consumare energia, riducendo in proporzione i costi di trasporto e trattamento.

Il segreto? Usare per lo stoccaggio domestico cestelli areati e idonei sacchetti compostabili e traspiranti.

Oggi, il mercato offre due tipi di sacchetti compostabili per la raccolta della frazione organica: quelli fatti con bio-polimeri e quelli fatti con carta riciclata. Con qualche attenzione, possono anche essere riutilizzati i sacchetti di carta per il pane.

Un piccolo consiglio ai Comuni che si apprestano a organizzare la raccolta porta a porta dell'umido: nella gara di appalto date la preferenza al sacchetto che garantisca la più elevata traspirazione, ossia la perdita di umidità (acqua) per evaporazione a temperatura ambiente.

Prove condotte dalla Scuola Agraria di Monza hanno ampiamente dimostrato che è la carta il materiale più traspirante, che permette una riduzione del peso dell'organico di oltre il 30% nei sette giorni che normalmente intercorrono, dal momento in cui l'organico è messo nel suo mastellino areato nel sotto lavello, fino al momento in cui il camion adibito al suo trasporto è pesato nel centro di compostaggio.

Nell'ipotesi che venissero usati solo sacchetti di carta, 1000 chili di organico separati all'origine, diventano 700 chili, sulla bilancia dell'impianto. Prima della raccolta Porta a Porta dell'organico, i 1000 chili messi in sacchetti di plastica impermeabili restavano 1000 chili al conferimento. Quindi se prima pagavano 90 euro per il conferimento dell'organico indifferenziato in discarica, oggi potremmo pagare 56 euro per la quantità di organico "secco" realmente conferito all'impianto di compostaggio.

Nei conti è opportuno anche valutare il fatto che un "organico" più secco, puzza molto meno dell'organico "bagnato".

martedì 22 maggio 2012

Tutta la burocrazia del fotovoltaico


Quando ho letto questo post di Ugo Bardi sono rimasto sbalordito, ingenuamente convinto come ero che l'avanzata dei piccoli impianti fotovoltaici (inferiori ai 3KWp) fosse stata favorita negli anni dallo snellimento sistematico delle procedure burocratiche. Daltronde, la tecnologia è diventata affidabile e a buon mercato, oggi un comune impianto da installare sul tetto della propria abitazione può comodamente costare meno di 2500€ / KWp chiavi in mano, quindi alla portata di (quasi) tutti. Ebbene, mi sbagliavo, queste sono ancora le medievali vicende di chi si avvicina a questo investimento, e che rende di fatto impossibile il "fai da te" pur acquistando materiale perfettamente certificato e installato a regola d'arte.


Il faticoso percorso burocratico per la realizzazione di un piccolo impianto fotovoltaico è la dimostrazione di come in Italia burocrazia e rinnovabili siano ormai un binomio indissolubile. Nonostante la montagna di documenti da produrre e iter defatiganti oggi nel nostro Paese ci sono quasi 350mila impianti fotovoltaici. Come si è riusciti ad arrivare a questi risultati? Leggete fino in fondo questo interessante, utile e paradossale viaggio nella burocrazia e forse lo capirete.
Il signor Rossi decide di installare 3 kWp sul tetto della propria abitazione. Deve presentare il titolo abilitativo. E allora si inizi il viaggio con le autorizzazioni comunali.
Ogni Comune ha una propria regola e ovviamente una propria modulistica; oneri amministrativi diversi per non meglio precisati diritti di segreteria, diverse tempistiche e modalità di richiesta e di rilascio.
C’è spesso una notevole confusione nell’interpretare le linee guida nazionali sulle fonti rinnovabili e sul tipo di autorizzazione/abilitazione effettivamente idonea al tipo di impianto e di installazione da effettuare. Per esempio la CIL (Comunicazione Edilizia Libera) e titolo abilitativo “tipo” per una piccola installazione a uso domestico e che per legge dovrebbe potere essere presentata “anche per via telematica” (se solo i Comuni fossero TUTTI muniti di Pec che, sempre per legge, dovrebbero avere…) viene spesso complicata da esosissime richieste di documentazioni di ogni genere. Trattandosi di una “comunicazione che non richiede risposta” non si capiscono l’esigenza e la logica della presentazione di tali aggravi documentali.
Nel link “Rinnova” reperibile sul sito del GSE sono facilmente rintracciabili le vari tipologie di titoli autorizzativi/abilitativi necessari all’installazione di ogni tipologia di impianto. Perché i Comuni non vengono indirizzati al sito del GSE per la consultazione?
Se ci addentriamo nei meandri di tipologie di impianti leggermente più complicati, ci imbattiamo in una serie di Autorizzazioni più o meno originali che spaziano dalla SCIA (Segnalazione Certificata Inizio attività) alla PAS (Procedura Abilitativa Semplificata) alla DIA (Dichiarazione Inizio Attività). Veramente un percorso complicato e di difficile gestione da parte sia dei Comuni che dei tecnici che, troppo spesso, si ritrovano a perdere ore e ore nel drammatico tentativo di interpretare le logiche distorte di tecnici comunali che, persi nella non chiarezza delle direttive … interpretano a proprio modo.
Nel caso di vincoli di qualsiasi genere la situazione si complica oltremodo e occorre presentare ulteriore documentazione alle Sovrintendenze che impiegano tempi lunghissimi per esprimere il proprio parere. Spesso sfavorevole o con originali richieste.
Ma torniamo al Signor Rossi. Il suo tecnico è stato bravo e ha quindi presentato tutte le documentazioni e può quindi passare allo step successivo.
Il Comune che ha accettato la presentazione della CIL dovrà ora rilasciare un documento nel quale attesti che essa è “titolo idoneo” all’installazione dell’impianto. Un vero controsenso nel caso di edilizia libera, ma anche in tutti gli altri casi. Tra l’altro i Comuni hanno deciso di fare pagare il rilascio di questo documento attribuendone i costi all’apertura di una relativa istruttoria che in realtà non ha ragione alcuna di venire aperta. Crediamo che ogni commento in proposito sia assolutamente superfluo.
Questo rende impossibile per un comune cittadino districarsi da solo in questa selva oscura di carte, bolli e incertezze ed è quindi costretto a rivolgersi a un tecnico specializzato e molto agguerrito e da solo, questo, potrebbe essere sufficiente a demoralizzare buona parte dei  clienti e degli stessi tecnici.
Ma andiamo avanti. Superato il primo scoglio delle abilitazioni/autorizzazioni ci troviamo a fronteggiare il gestore di rete (spesso ENEL Distribuzione SPA, ma non sempre).
ENEL/Ente gestore della rete. La procedura ENEL/gestore di rete è composta di tre passaggi:
1) richiesta di preventivo (mediamente 4 documenti) si invia mediante posta elettronica certificata / portale Enel / raccomandata e serve per ottenere un semplice sopralluogo (che spesso non viene neppure fatto soprattutto quando la potenza dell’impianto è inferiore alla potenza già disponibile del cliente). Ovviamente questa richiesta si paga e molto: per i nostri 3 kWp sono 121 € iva compresa.
2) A seguito del sopralluogo (o non sopralluogo) viene rilasciata la TICA ovvero il preventivo di connessione vero e proprio che deve essere accettato dal cliente pagando ovviamente il corrispettivo relativo (altri 121 € ) .
Possiamo ora installare l’impianto FV da 3 kWp del nostro eroe. Ma per farlo funzionare il nostro gestore di rete dovrà allacciarlo.
3) Installato e allacciato, ora l’impianto è funzionante. Siamo a posto? Nemmeno per sogno. Dobbiamo tenerlo staccato perché ancora è necessario inviare un’altra decina di documenti al gestore di rete affiché venga a montare i gruppi di misura (i contatori) e ci rilasci l’agognato verbale di allaccio.
Tra i passaggi 2 e 3, intercorre una registrazione sul portale Terna (gestore della rete di trasmissione nazionale) da fare esclusivamente on-line. Le eventuali richieste di integrazione dell’ente distributore per i motivi più svariati e a volte fantasiosi sono dissimili tra Ente ed Ente in quanto ovviamente ogni distributore ha una propria modulistica e abitudini, anche semplicemente per interfacciarsi. E questo nonostante l’Autorità per l’energia abbia cercato di mettere inutilmente un po’ di ordine.
Questi passaggi necessitano da un minimo di 60 giorni circa per utenze domestiche sino a uno-due anni per grandi impianti localizzati in zone sfortunate.
Adesso che il nostro impianto funziona, e lo fa in modo egregio, resta da vincere la sfida dell’incentivo. Vediamo cosa dobbiamo fare con l’ente preposto, cioè il GSE.
Gestore dei servizi energetici. Con il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) si raggiunge la vetta della burocratizzazione del sistema. Procediamo alla registrazione sul portale GSE ed entro 15 giorni (solari, e ci mancherebbe altro) si deve caricare (assolutamente in PDF):
  1. richiesta di concessione delle tariffe incentivanti
  2. certificato antimafia
  3. dichiarazione sostituiva dell’atto di notorietà
  4. scheda tecnica dell’impianto
  5. schemi elettrici di sistema
  6. elaborati grafici di dettaglio
  7. cinque fotografie (ben fatte e da diverse angolazioni)
  8. elenco delle matricole dei moduli
  9. elenco delle matricole degli inverter
  10. dichiarazione di proprietà dell’immobile
  11. autorizzazione alla costruzione dell’impianto
  12. dichiarazione di idoneità del titolo autorizzativo
  13. comunicazione del POD
  14. verbali di istallazione dei contatori
  15. certificato Censimp rilasciato da TERNA
  16. certificati di ispezione di fabbrica per prodotti UE
  17. fatture di acquisto
  18. documento di identità del richiedente
Tutto ciò per un impianto fotovoltaico da 3 kWp!
In tutto questo le autocertificazioni, pur previste per legge come strumento di semplificazione, sono considerate prive di ogni validità, così come rimane lettera morta il divieto da parte di un ente pubblico di richiedere documenti già in possesso di un’altra amministrazione.
Ora, armati di pazienza, dobbiamo aspettare l’esito da parte del GSE. E questo sarebbe un lungo capitolo da affrontare in separata sede.
Il filo diretto con il GSE dura poi 20 anni non solo per la ricezione degli incentivi, ma anche per i rapporti di qualsiasi altra natura e non sempre risultano essere, come chi opera nel settore ben sa, assolutamente agevoli.
Se poi avessimo osato fare un impianto più grande, per esempio da 6,1 kWp, avremmo dovuto aggiungere altri documenti e se fosse stato da più di 20 kWp allora saremmo entrati nel girone dei dannati dell’UTF e delle Officine Elettriche (agenzia delle dogane) con tarature dei contatori e registri quotidiani da compilare copiando per benino (a mano su di un registro timbrato ) i dati dei contatori, pagamento dei diritti di licenza annuale, e pagamenti di addizionali sulle accise per tutta l’energia autoconsumata.
Poi per gli impianti in sola vendita o di potenza rilevante sopra i 20 kWp una volta all’anno saremmo costretti a compilare il cosiddetto “Fuel Mix” che altro non è che una comunicazione di produzione e/o per la comunicazione di “consumo” che altro non è che la trasmissione delle produzioni e consumi fatti alle Dogane (altro ente con cui si instaura un rapporto a vita, solo per impianti sopra i 20 kWp).
Conclusioni
Il nostro eroe ha ora il suo impianto fotovoltaico e ha avuto la fortuna di avere dei tecnici che sapevano cosa fare e che si sono fatti in quattro per rispettare tempi e leggi. A chi sostiene che la burocrazia è necessaria e serve per evitare “furbate“ vorremo domandare se dopo aver letto quanto riportato continui a ritenere che un Paese possa sostenere tanta inutilità per fare un prodotto di pubblica utilità come un impianto di produzione energetica alimentato da fonti rinnovabili.
E se facessimo lo “spread” reale tra Italia e Germania sulla burocrazia potremmo vedere che in Italia servono (mal contati) circa 40 documenti diversi per un impianto da 3 kWp, mentre in Germania sono di fatto 2 (avete letto bene 2). Per non parlare del contenimento dei costi.
E per controbattere alla tesi di chi asserisce che se la burocrazia fosse effettivamente troppo onerosa e di difficile attuazione non si sarebbero installati così tanti impianti e così tanta potenza, la risposta è che solo con l’incredibile determinazione, la costanza e la capacità di tecnici e di aziende riunitisi in gruppi nati sul web a margine di uno stato di necessità si è stati in grado di far fronte alle mutevoli e repentine variazioni legislative e normative (a volte anche in corso d’opera). Si è creata una rete di collaborazione e di supporto quotidiani a titolo assolutamente gratuito e volontario stravolgendo le normali regole di concorrenza a favore di una solidarietà mai vista prima d’ora.
Le proposte di semplificazione sono state fatte a più riprese in tutte le sedi, ma a oggi anche per il futuro quinto conto energia paiono rimanere lettera morta (anzi con il registro si ottiene un’ulteriore devastante complicazione), ma si sente soprattutto la mancanza di un coordinamento generale o ancor peggio si percepisce la netta volontà di frenare questo settore con innumerevoli ostacoli che rallentano la corsa ma che alla lunga uccidono il corridore.
Gruppo MSA, Movimento per lo Sviluppo Energie Alternative (tecnici e installatori del settore delle rinnovabili)

sabato 12 maggio 2012

Presentazione cooperativa Borgo Etico ai soci sovventori

BORGO ETICO Società Cooperativa a prevalenza femminile
Prodotti e Servizi alla spina per una spesa a impatto zero a Cesena
Progetto di sensibilizzazione all'acquisto e al vivere consapevole per nuovi stili di vita responsabili

"Oggi il contadino è la sintesi tra un filosofo e un tecnico. Senza conoscenza ti consegni in mano alla chimica, ma senza filosofia non capirai mai di avere in mano in ogni zolla la responsabilità del futuro di tutti".  
(Giovane agricoltore sardo, laureato in scienze politiche)

INVITO

Venerdì 18 e 25 maggio 2012 ore 20.45

presso

Sala Assiprov in Via Serraglio, 18
di fianco al centro Avis, a Cesena

per

Presentazione del progetto BORGO ETICO Società
Cooperativa a prevalenza femminile
Modalità di sottoscrizione quote sociali
per soci sovventori

Saranno presenti

I soci fondatori di BORGO ETICO
Barbara Martini presidente Borgo Etico
Simone Ferri direttore Ce.Se.Co.

Tema dell’incontro

Sarà possibile conoscere il progetto BORGO ETICO, approfondirne i temi, conoscere la figura del socio sovventore, acquistare quote sociali e divenire socio sovventore della cooperativa BORGO ETICO!

La partecipazione è libera e aperta a tutti!
Per partecipare non è vincolante diventare soci

domenica 15 aprile 2012

Festa della terra a Cesena il 22 Aprile

Ho sempre adorato il vecchio adagio, talvolta abusato, che recita "Pensare globalmente ma agire localmente", come dire che i grandi cambiamenti nascono solo da tante piccole cose messe assieme e coerenti con un progetto comune. Non oso però immaginare pensiero globale più grande di quello rivolto alla cosa più enorme che esiste, cioè la nostra Terra stessa. Cade infatti dal 16 al 21 Aprile la Settimana della Terra, che culminerà Domenica 22 Aprile con una grande festa all'aperto, che si celebrerà anche a Cesena (tempo permettendo). 

Tante associazioni ambientaliste, fra cui anche il MIZ, contribuiranno ad "agire localmente" presentando le proprie piccole iniziative, sempre rivolte alla sostenibilità ambientale, per quello che si rivela un programma davvero ricco di appuntamenti. Quest'anno le istituzioni si sono davvero fatte partecipi attivi dell'evento, patrocinando le varie iniziative nelle pagine del Comune di Cesena, della Regione Emilia Romagna, cosi come anche nel sito ufficiale Giornata della Terra.

Cesena celebra la "Settimana della Terra"
La parola d'ordine della Giornata mondiale della Terra 2012 è "Mobilitare il Pianeta" per dire una sola cosa: la Terra non aspetta. L'invito è quello di una mobilitazione concreta attraverso "Azioni del Buon Senso" per mettere in evidenza l'importanza del comportamento dei singoli sul miglioramento dei problemi ambientali. Le Azioni (locali) del Buon Senso sono quell'insieme di azioni che ognuno di noi può compiere quotidianamente per dimostrare il proprio amore per la natura e per il Pianeta che lo ospita, o magari solo per risparmiare del denaro.

Il Movimento Impatto Zero sarà presente con un suo tavolo informativo in cui verranno distribuite stampe gratuite del Corso di Compostaggio scritto dal Prof. Federico Valerio di Italia Nostra, che è stato nostro ospite l'anno scorso in occasione del ciclo di incontri "Non siamo nati per rifiutare".

Da sottolineare la convocazione all'aperto del quartiere centro urbano di Cesena, del quale sono il coordinatore per la commissione ambiente, che si svolgerà il pomeriggio del 22 e che rappresenterà una occasione di incontro e di ascolto per avvicinare i cittadini alle politiche di quartiere. E' previsto inoltre sempre nel pomeriggio un dibattito del forum salviamo il paesaggio, al quale seguirà un intervento dell'attore Roberto Mercadini.

Elencare tutte le altre attività è pressochè impossibile, pertanto vi rimando al VOLANTINO dell'iniziativa, ricordandovi che la Festa della Terra si svolgerà nell'intera giornata di Domenica 22 Aprile presso il Parco Darwin di Cesena, area ex Zuccherificio, dietro il centro commerciale LungoSavio.

Vi aspettiamo numerosi.
Il movimento impatto zero ee“


Potrebbe interessarti: http://www.cesenatoday.it/cronaca/cesena-celebra-settimana-terra-ambiente-riduco.html
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domenica 1 aprile 2012

Niente più TAV, soldi dirottati alla mobilità elettrica

La val di Susa ha vinto! Il famoso e costosissimo progetto europeo denominato corridoio 5, quello che avrebbe dovuto portare le mozzarelle da Lisbona a Kiev, non si farà più. Già la prima avvisaglia di un cambio di rotta la si è avuta il mese scorso, quando il Portogallo ha deciso di stralciare la tratta di sua competenza dal faraonico progetto, mentre a Kiev in Ucraina già lo si era fatto da tempo, preferendo la costruzione di un nuovo tratto ad alta velocità verso la più vicina Russia, piuttosto che il resto dell'Europa.

Ma la vera notizia, è come saranno destinati gli 8 miliardi di euro di costi che erano stati previsti come costo di pertinenza italiana per il totale dell'opera. Saranno investiti in un progetto a scala nazionale per la mobilità elettrica.


E' infatti di pochi giorni l'accordo che l'Italia ha siglato con Nissan Europe per l'acquisto di 4000 autovetture elettriche Nissan Leaf, da destinare a tutti i comuni italiani con oltre 20.000 abitanti, che secondo i dati della associazione comuni italiani sono esattamente 516 su un totale di 8101. Ora, l'unica speranza è che vengano date realmente in dotazione ai cittadini, secondo una formula di noleggio e car-pooling, piuttosto che andare a rinnovare le migliaia di auto blu dei nostri cari amati politici.

Le autovetture saranno dislocate in tutti i comuni che avvieranno un progetto di mobilità sostenibile sul proprio territorio, in particolar modo riguardante la realizzazione di colonnine di ricarica pubbliche alimentate ad energia elettrica da fonti rinnovabili. I cittadini potranno "noleggiare" a prezzi concordati le auto elettriche comunali per i loro spostamenti, così da incentivare la mobilità sostenibile e magari convincere qualcuno che, per pochi spostamenti all'anno fuori città, non conviene più dotarsi di una costosa e inquinante auto privata.


Al momento, gli aderenti al progetto sono il comune di Firenze, che ha già realizzato la straordinaria quantità di 124 colonnine elettriche su tutto il suo territorio, e il comune di Milano, dove il progetto Leaf verrà presentato in occasione della Triennale di Milano, con tanto di testdrive aperto per tutti i cittadini. Nell'area di Milano inoltre, in collaborazione con Renault, c'è anche il progetto e-moving, che prevede la realizzazione di un centinaio di colonnine di ricarica fra Milano e Brescia.

I conti ? Sono presto fatti.... 4000 auto elettriche, del valore di circa 35.000 euro l'una, fanno esattamente 140 milioni di euro, al quale aggiungere i costi per le stazioni di ricarica, del costo ci circa 15.000 euro l'una. Supponiamo che in ognuno dei 516 comuni vengano realizzate 10 stazioni di ricarica (più capillari di analoghi impianti a GPL sul territorio), si aggiungono altri 80 milioni di euro. Raddoppiamo il tutto per tenere conto dei costi di manutenzione, assicurazione, bollo, arriviamo a un totale di circa 500 milioni di euro. Una piccola frazione del costo totale del TAV.

Il costo di ricarica (compreso nel noleggio) sarà di circa 2 euro per ogni 100Km, quindi una frazione rispetto a quanto costa la benzina, oggi vicinissima ai 2 euro al litro (con i quali si percorrono a malapena 20Km). I proventi di noleggio delle autovetture costituiranno un fondo nei vari comuni per finanziare ulteriori progetti di mobilità sostenibile, compreso il passaggio ad autobus elettrici o l'allargamento del parco macchine a disposizione dei cittadini. Nissan Europe si impegna a ritirare le autovetture a fine vita per un corretto smaltimento o recupero dei pacchi batterie, nonché offrire una completa garanzia per i primi 4 anni di servizio, in modo da avere costi certi di manutenzione. 

Finalmente Mario Monti ne ha azzeccata una, risparmiare 8 miliardi di euro spesi in un progetto inutile, e destinare un ventesimo della stessa cifra per incentivare la mobilità sostenibile elettrica in tutti i comuni italiani, speriamo solo non si accorga che oggi è il primo di aprile!

martedì 20 marzo 2012

Forum STOP al Consumo di Territorio: Si parte!

Anche nella provincia di Forlì/Cesena si è deciso di dar vita ad un comitato locale per sviluppare la campagna nazionale "Salviamo Il Paesaggio, Difendiamo i Territori" lanciata dal Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio.

Sabato 17 marzo si è tenuta a Cesena l'Assemblea Costituente del Forum provinciale: un'assemblea molto partecipata, un denso dibattito pieno di proposte volte a contrastare il processo di alterazione del paesaggio e di consumo di territorio causato dalla cementificazione del suolo provocata – spesso e volentieri – da plateali speculazioni edilizie.

All'incontro – coordinato dagli ecologisti Giovanni Biondi di Cesenatico e da Davide Fabbri di Cesena – hanno partecipato tanti soggetti, singoli e associati: WWF di Cesena, Italia Nostra di Cesena, Ecologisti e Civici di Cesena  -  Gambettola – Forlì, Osservatorio Urbanistico del Rubicone, Movimento Cinque Stelle di Cesena e Cesenatico, Progetto Spazi Indecisi di Forlì, GRTA e Ecoistituto di Cesena, Pro Natura di Forlì, Comitato Cesena per Chi, Comitato Lasciateci l'Aria per Respirare di Cesena, Movimento Impatto Zero di Cesena, Lista civica Aria Fresca di Longiano, e tanti cittadini. 

Il Forum ha avviato recentemente il primo "tempo" di questa importante campagna, con la spedizione a tutti i Comuni italiani di una richiesta: la compilazione di una particolare scheda di Censimento, in grado di mettere in luce quante abitazioni e quanti edifici produttivi siano già costruiti ma attualmente non utilizzati, vuoti, sfitti. 

E’ la precisa proposta di un metodo di pianificazione, che andrebbe adottato con immediatezza nei nostri territori romagnoli, per scongiurare ciò che sta purtroppo accadendo, ovvero che i piani urbanistici siano realizzati lontano dai bisogni effettivi delle comunità locali, e prevedano nuovo consumo di suolo nonostante l’ampia disponibilità edilizia già esistente.

Il Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio è un aggregato di associazioni e cittadini di tutta Italia (sul modello del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua), che, mantenendo le peculiarità di ciascun soggetto aderente, intende perseguire un unico obiettivo: salvare il paesaggio e il territorio italiano dalla deregulation e dal cemento selvaggio.

Da qui la necessità urgente di un Comitato Locale della Provincia di Forlì-Cesena, come luogo aperto ad una partecipazione diffusa, nel quale i cittadini diventano custodi attivi del proprio territorio e intraprendono le azioni popolari necessarie per preservarne il pubblico interesse, ovvero i diritti delle future generazioni. 

Le prime azioni da intraprendere sono le seguenti: 

*Sollecitare e coadiuvare i Comuni della Provincia di Forlì-Cesena nella compilazione del Censimento degli immobili vuoti e non utilizzati.
*Collaborare nell'elaborazione di una proposta di legge di iniziativa popolare per contrastare il cemento selvaggio. 
*Promuovere una campagna di comunicazione e sensibilizzazione su questi temi.

A fronte di una carenza politica e istituzionale nei confronti della tutela del paesaggio come bene comune in grave pericolo, il Forum di Forlì-Cesena sullo Stop al Consumo di Territorio si propone di creare una rete di soggetti – singoli e associati - con una visione progettuale condivisa e una varietà di attitudini e competenze, in grado di lavorare assieme per concretizzare gli obiettivi. Per saperne di più: http://www.salviamoilpaesaggio.it

Cesena, 18 marzo 2012 -         

A nome del Forum di Forlì-Cesena:
Davide Fabbri – tel 333.1296915
Giovanni Biondi – tel 333.7980469

lunedì 5 marzo 2012

Fabbriche di uova in Emilia Romagna


Più che l'orrore di come sono trattati gli animali in questa videoinchiesta, mi spaventa l'ipocrisia, quella che si respira negli ipermercati, dove tutto è pulito e lucente, e ben pochi si rendono conto del prezzo di sofferenza che sta dietro al nostro insostenibile modello di consumo. Anche noi in fondo siamo come polli in allevamenti intensivi, privati della nostra libertà di sapere. 

Fonte: Blog CadoInPiedi

venerdì 2 marzo 2012

Domenico Finiguerra a Cesena

Cesena ha ospitato il 28 febbraio scorso all'Ecoistituto di Cesena un bell'incontro con Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano. E' un personaggio molto noto nel mondo ambientalista per aver proposto una idea che fino a pochi anni fa sembrava eretica, disegnare un metaforico cerchio rosso sulla piantina della città e stabilire un piano urbanistico a crescita di urbanizzazione pari a zero.

Per riuscire nell'intento ha dovuto ingegnarsi per sconfiggere il ricatto degli oneri di urbanizzazione, causa principale dell'insostenibile desiderio di consumo di suolo tipico di molti comuni italiani. L'intero dibattito di circa 2 ore è stato registrato in audio e potete ascoltarlo utilizzando il player qui sotto.

sabato 25 febbraio 2012

Intervista a Dennis Meadows

Questa breve intervista a Dennis Meadows è datata nel 2009, ma si rivela pienamente in tutta la sua profetica forza, adattandosi alla perfezione ai nostri giorni di crisi. Fin nel loro libro fondamentale degli anni 70, i limiti dello sviluppo, Denis e Donella Meadows (lei scomparsa da qualche anno), hanno teorizzato quello che è il grosso limite della società attuale, confondere la crescita con lo sviluppo

Io ritengo che ciò che sostiene Meadows sia tristemente vero, ci stiamo avvicinando a passi da gigante verso una forma di collasso dovuto a una eccessiva domanda di crescita, che si riflette sia nell'incremento della popolazione sia nell'utilizzo irrazionale delle limitate fonti fossili a nostra disposizione. Questo atteggiamento suicida, è "il vero problema", mentre prezzi dei generi alimentari, disponibilità di petrolio, cambiamenti climatici, inquinamento, diseguaglianze sociali, crisi economiche, ne sono solamente i sintomi. 

Vale la pena qualche volta soffermarsi su elementari principi di saggezza, ci occorre sviluppo e non più crescita. Attivate i sottotitoli dato che l'intervista è in lingua originale inglese.

lunedì 6 febbraio 2012

Incapaci di difenderci davanti agli eventi naturali


Così all'improvviso, l'intera Italia ma la Romagna in particolare, si è trovata ricoperta da una spessa coltre nevosa, manco fossimo in Lapponia. Immediatamente ci si interroga sui disagi e su come evitarli, come fare a portare i bambini a scuola ? Come fare per le provviste ? E la scuola di ballo, la palestra, il ristorantino del sabato sera, devo proprio saltarlo ? L'effetto di smarrimento però dura poco, lentamente ci si abitua alla "nuova normalità" e si scopre una cosa che avevamo oramai dimenticato: "Si può vivere anche con lentezza e i vicini di casa esistono davvero!".

Si perché, abituati ad una vita frenetica fatta di consumi illimitati e dissennati, abbiamo dimenticato di vivere in una comunità, cosa superflua forse quando disponiamo di tutto ciò che ci serve, indispensabile quando emergono le prime difficoltà. E allora ecco che i condòmini, che prima si guardavano in cagnesco anche solo per banali motivi di parcheggio, adesso li vedi a scambiarsi la pala per liberare assieme il selciato. Si riscopre cosa significa solidarietà, socialità, aiutarsi l'un l'altro per fare fronte a una difficoltà comune. La differenza fra la Romagna e quanto è successo a Roma, ad esempio, è ECLATANTE.

A Cesena la neve ha superato abbondantemente il metro, e tutto sommato si riesce a resistere, pur con qualche evidente difficoltà, a Roma appena 20 cm hanno mandato tutto completamente in tilt. Questo non tanto perché sono disorganizzati, quanto perché a nessuno viene in mente di rinunciare all'auto, chiunque persevera nel voler continuare la vita al quale è stato abituato; il risultato è quello di passare il tempo a maledire e imprecare contro il comune che non ha mezzi sufficienti per fronteggiare una nevicata (che a Roma, come si afferma nella bella intervista a Luca Mercalli, capita circa ogni 20 anni!).

Eccolo allora il distillato del pensiero gasista, coltivare e fare affidamento su una rete sociale e solidale in grado di renderci resilienti anche ad avvenimenti un po' avversi come quello di una nevicata improvvisa. Rimbocchiamoci quindi le mani e aiutiamo a spalare, perché se non ci diamo da fare per socializzare e saper convivere con queste piccolezze momentanee, non so proprio cosa potrà mai capitarci nel momento in cui una vera crisi arrivasse davvero.

sabato 28 gennaio 2012

Presentazione della cooperativa Borgo Etico

Borgo Etico
Negozio e Servizi alla spina per una spesa consapevole e a impatto zero
Vogliamo dimostrare che etica, rispetto dell’ambiente ed economia possono andare finalmente d’accordo!
INVITO
Lunedì 30 gennaio 2012
Via Serraglio, 18  Cesena     presso ASSIPROV

ore 20.30

I fondatori di Borgo Etico presenteranno e approfondiranno i temi del progetto: finalità, obiettivi, piano economico, promotori, sovventori, prodotti, fornitori, servizi degli sportelli e remunerazione del capitale.

Cerchiamo persone, produttori ed imprenditori interessati al progetto!

Borgo Etico attraverso i suoi fondatori approfondirà il proprio  progetto, che consiste nella realizzazione  di uno spazio commerciale e sociale innovativo, volto alla vendita di prodotti alimentari e non, di altissima qualità, biologici, ecocompatibili, alla spina, sfusi, a filiera corta con la presenza di sportelli di servizi di utilità sociale.

Borgo Etico non è solo un negozio alla spina, ma anche un progetto di sensibilizzazione all’acquisto consapevole, principalmente attraverso l’eliminazione di inutili imballaggi, favorendo così il riuso e il riciclo dei materiali.

L’iniziativa si rivolge a coloro che cercano uno stile di vita più sobrio e responsabile, vicino alla filosofia dei Gruppi di Acquisto Solidale e attenti al rispetto della genuinità e tipicità dei prodotti del nostro territorio.

La parte innovativa del progetto consiste nella sinergia fra offerta di prodotti e proposta di servizi coerenti all’iniziativa, quali sportello ambientale, negozio giuridico, finanza etica, nutrizionista e  turismo responsabile.

Il Comune di Cesena aderisce al progetto.

Saranno presenti i fondatori di Borgo Etico

Conosci produttori, fornitori o persone che possono essere interessate al progetto? Segnalaci il loro nome verranno invitate ai prossimi incontri!

Aiutaci a diffondere l’invito!

Eco saluti

Barbara Martini per

Borgo Etico
progetto di sensibilizzazione all'acquisto consapevole per nuovi stili di vita responsabili
in collaborazione con l'associazione M.I.Z. movimento impatto zero  e il periodico Romagna e dintorni... A TUTTO GAS
Cesena (FC) tel. 331.3344352      skype:barbara-martini

martedì 17 gennaio 2012

Incontro sui rifiuti a Villa Verucchio

Ospiti del gruppo ViVèGaS di Villa Verucchio, il MIZ è stato invitato come ospite relatore alla seconda serata del loro ciclo di incontri "DOVE VANNO I TUOI RIFIUTI". (Scarica locandina).

Si parlerà in maniera approfondita e per quanto ci è possibile scientificamente accurata del riciclo di materia (con riferimento specifico agli imballaggi e alle materie plastiche post consumo), sottolineando l'importanza che questa pratica riveste in una società che si avvia lentamente ad esaurire la disponibilità (a basso prezzo) delle proprie risorse naturali non rinnovabili.

L'industria e in generale l'economia produttiva possono fare molto in termini di riciclo delle risorse, attraverso una ingegnerizzazione dei prodotti affinchè possano essere smontati, riparati, riciclati, ma non potrà mai essere abbastanza se non si va ad incidere anche negli stili di vita di noi cittadini, ridotti al rango di semplici consumatori.
Per questo motivo era prevista la partecipazione della interessantissima esperienza della Famiglia Montevecchi di Cesena, che da parecchi mesi sta compiendo un esperimento di "vita a impatto zero", cercando nella quotidianità di ridurre i rifiuti e gli imballaggi, tramite tanti piccoli accorgimenti e ricorrendo alla autoproduzione.

Purtroppo Paolo Montevecchi ci informa che non potrà essere presente dal vivo per una pesante influenza, ma tenteremo comunque di collegarci a casa sua tramite skype per farci raccontare qualcosa della sua esperienza.

Se l'argomento è per voi interessante, vi aspettiamo a Villa Verucchio alla sala del centro civico dalle ore 21.

sabato 14 gennaio 2012

Mangereste mai un maialino vivo ?


C'è un video che in questi giorni sta impazzando in rete, divulgato da un sito animalista (meat.org, promosso da Paul McArtney), che denuncia in modo divertente il consumo smodato e insostenibile di carne. Filmato apparentemente in un supermercato brasiliano, mostra un commesso intento a pubblicizzare la bontà di una "spremuta di porco fresco", sotto lo sguardo sbigottito dei clienti, mentre in realtà una animalista di PETA, nascosta dentro la macchina, alimenta la bocca di uscita con normali salsicce. 

Una candid camera che rende molto bene l'idea, soprattutto dal punto di vista psicologico, di come il consumo di carne sia comunemente accettato da tanti consumatori inconsapevoli di cosa c'è realmente dietro il piatto che mangiamo. Preferiamo tutti pensare alla carne come a un prodotto alimentare come tanti altri, sappiamo che è di provenienza animale, ma non ne percepiamo la sofferenza perchè nulla sappiamo di come è arrivata nel nostro piatto.  Se la sofferenza degli animali la percepissimo, smetteremmo immediatamente di mangiarla (una cliente del video addirittura la sputa, appena resasi conto che si trattava di un animale vivo). 

In realtà, al di la di considerazioni animaliste sul maltrattamento, il consumo di carne rappresenta oggi una delle minacce più rilevanti all'equilibrio degli ecosistemi. Basti pensare che oltre il 40% delle proteine vegetali vengono sottratte all'alimentazione umana per realizzare mangimi destinati agli allevamenti di carne. Per ogni kg di carne si consumano in media 12.000 litri di acqua potabile, e si stima che ogni caloria ottenuta dalla carne necessiti dalle 5 alle 13 calorie in forma di combustibili fossili, per le coltivazioni, gli allevamenti, e tutto quanto ruota attorno alla filiera della alimentazione a base di carne.

Nella sostanza, un ettaro di terreno fertile, è in grado di produrre oggi oltre 2500Kg di proteine vegetali, oppure solo 300Kg di proteine animali, questo in un mondo sovrappopolato che si sta affacciando a una crisi energetica e quindi alimentare oramai certa. In un futuro non lontano quindi, il consumo di carne ai ritmi attuali rischia di diventare un insostenibile peso per l'ambiente. (fonte)

Probabilmente direte voi, un certo consumo di carne è fisiologico e possiamo permettercelo, magari assicurandoci che gli animali vengano trattati con dignità e rispetto, magari uccisi con metodi non cruenti e che limitino al minimo la sofferenza loro provocata.

Si, la penso anche io così, sono sicuro che scene come quella del maialino spremuto fresco siano solo frutto di una provocazione un po sopra le righe, e che queste cose non accadano realmente.

Invece, mi sbagliavo (guardate il link solo se avete lo stomaco forte).

Forse non esiste davvero, in un mondo globalizzato dove la carne o suoi derivati sono nascosti in qualsiasi anfratto dei nostri cibi, una maniera sicura per garantire che gli animali non subiscano sofferenze e siano trattati in maniera degna. In una piccola realtà locale però, a filiera corta, dove posso letteralmente vedere come sono trattati gli animali e accertarmi di persona su come sono allevati, forse potrebbe diventare possibile.

Io non mi considero un animalista integralista, non sono ancora pronto a rinunciare alla carne, non mi sento ne vegano ne vegetariano, ma come consumatore responsabile cerco di approvvigionarmi presso aziende locali e verificabili (soprattutto per la carne). Se ne guadagna in qualità, in salute, e anche in senso di colpa per la triste sorte a cui tanti animali sono destinati.