sabato 29 novembre 2008

Muore sul lavoro, premiano l'azienda


Non voglio esprimere troppi commenti, la vicenda si commenta da se, ne abbiamo già parlato quì. Mi sento solamente di aggiungere questo:

Cara Maria Grazia Zittignani,

Possibile che per la smania di far fare una bella figura al comune, si possa premiare una azienda adducendo fra i vari motivi l'installazione all'ingresso di un banale contatore luminoso che segna i giorni passati dall'ultimo infortunio ? Non sarebbe stato opportuno verificare almeno se i parenti dell'ultima vittima se la sarebbero presa a male, dato che da oltre sette anni nemmeno hanno avuto un risarcimento ?

So che la stanno probabilmente mettendo tutti in croce, e di questo me ne dispiaccio, però penso dovrebbe ammettere apertamente l'enorme errore politico che ha compiuto, ed assumersene pertanto tutte le conseguenze.

Quanta leggerezza!

venerdì 28 novembre 2008

Biowashball, svelata la bufala

Beppe Grillo stavolta ha commesso un vero azzardo, promuovendo senza soluzione di continuità, nei suoi innumerevoli spettacoli, la famosa "palla magica", che promette di lavare utilizzando poco o nessun detersivo. Quella di marca Biowashball (prodotta dalla svizzera EMKER) è solo una delle tante varianti, che a seconda del produttore si può chiamare Palla Linda, Magic Washball, così come su eBay se ne possono trovare di altre marche a bizzeffe.

Praticamente tutte provengono da pochi produttori cinesi, il fornitore delle "palle" nella accezione svizzera è anche esso cinese e potete trovarlo qui. Il costo all'ingrosso è di pochi dollari a palla (considerate il guadagno sapendo che da noi la rivendono a più di 30 euro).

La rivista dei consumatori "Il Salvagente" e la trasmissione Rai "Mi manda RaiTre" hanno compiuto indipendentemente delle analisi chimico-fisiche sulle sostanze impiegate, al fine di chiarirne il principio di funzionamento.

Risultato ?


I materiali ceramici contenuti (ossidi di titanio, alluminio, magnesio, zeoliti, composti abrasivi) non hanno nessuna delle proprietà decantate, ovvero innalzamento del Ph, emissione di infrarossi lontani, produzione di cationi, effetti detergenti, effetti antibatterici. Anche se alcuni di questi materiali fossero chimicamente attivi (come gli ossidi di titanio) sono presenti in concentrazioni talmente basse da risultare omeopatiche.

Infine, tutti i risultati mostrano che la biowashball lava esattamente come l'acqua, che di per se ha un modesto potere detergente anche in assenza di qualsiasi tipo di detersivo.

"Batteri che agiscano in maniera fotosintetica, che recuperano l'energia, che si ricarica al sole...", così si arranca il responsabile dell'azienda svizzera invitato alla trasmissione di RaiTre, arrivando a sostenere che "...un laboratorio di analisi non può confutare in una settimana il risultato di dieci anni (?!?) di studi ed i milioni di clienti soddisfatti".

Eccome se può, bastano pochi minuti, non certo una settimana. Già solamente leggendo il presunto principio di funzionamento si capisce di come possa essere confutabile persino da chi non va oltre un buon liceo scientifico. Basta eseguire un test a doppio cieco, dove chi giudica il risultato "non sa" se è stata messa una palla vera o una palla di gomma. Inoltre, verificare se la palla emette davvero radiazione infrarossa oppure no è piuttosto semplice anche senza una strumentazione sofisticata...

Se emettesse nel "lontano" infrarosso, semplicemente la palla si scalderebbe, dato che le radiazioni infrarosse lontane sono associate all'emissività di un corpo caldo. Immergetela in acqua a temperatura ambiente e verificate dopo mezz'ora con un termometro a immersione (da acquario) se la temperatura è salita.

Se emettesse nel "vicino" infrarosso, basterebbe utilizzare una banale fotocamera digitale ed inquadrare la palla nell'obiettivo, dovrebbe sembrare leggermente luminescente. Non credete che una fotocamera sia in grado di rilevare l'infrarosso ? Fate un semplice esperimento, prendete un telecomando TV ed inquadratelo mentre si preme un tasto qualsiasi, vedrete il bagliore dell'emettitore led IR (tra l'altro è un ottimo metodo per verificare se un telecomando funziona veramente).

Insomma, non voglio farla troppo lunga, i gonzi in giro sono tanti, e ci scommetto che più di qualcuno non ammetterà mai di avere preso "la sola", sostenendo a spada tratta il principio non scientifico che "se per me funziona e mi trovo bene allora funziona".

In realtà, un effetto sull'ambiente positivo ce l'ha, grazie all'"effetto placebo" tanti di noi utilizzeranno molto meno detersivo, perciò ne avremo tutti un grande vantaggio.

N.B. Beppe Grillo ha risposto ufficialmente sulla storia della biowashball, difendendo l'indifendibile.

giovedì 27 novembre 2008

L'alba dei morti dementi, dal piano anticrisi alla social card

Berlusconi annuncia pubblicamente il suo nuovo "new deal" per uscire dalla crisi, sostenendo che stanzierà oltre 16 miliardi di euro per spese in infrastrutture, allo scopo di rilanciare l'economia in piena recessione.

Quali infrastrutture ?

Ovvio, quelle quasi tutte inutili e impattanti per il territorio, purché assai remunerative per gli amici imprenditori, come i trafori del Frejus, TAV, Ponte sullo stretto, Expo di Milano, i soliti piani di cementificazione selvaggia e devastazione del territorio. Nonché spreco totale di soldi pubblici. Tanto valeva allora pagare gente per scavare buche e altra gente per riempirle, come forma di finanziamento pubblico senza fare troppi danni.

Anche in Inghilterra hanno in mente provvedimenti simili, un piano anticrisi di investimenti per rilanciare l'economia, ma loro come dichiarano di spenderli tutti questi soldi ?

Creando migliaia di posti di lavoro nel settore del risparmio energetico, coibentazione delle case, infrastrutture energetiche rinnovabili. Ci rendiamo conto che in Spagna, ad esempio, grazie agli investimenti fatti, riescono già ad ottenere in condizioni favorevoli fino al 40% di energia elettrica dal solo eolico ?

C'è arrivato persino Obama!

Ma ci pensate che contemporaneamente si potrebbe aiutare tantissime persone dando lavoro qualificato e dignitoso, ed al contempo fare un favore enorme all'ambiente ? Anzi più di un favore, poiché investire sul risparmio e riduzione dei consumi energetici ci affranca dalla dipendenza del petrolio, ci consente di risparmiare nella bolletta, diminuisce le emissioni di CO2, sbloccando risorse preziose per tante altre attività. Questo si che rimetterebbe in moto l'economia reale, quella che davvero serve al paese per migliorare il proprio status riallineandolo a quello degli altri paesi europei.

Certo che se però guardiamo nel resto dell'Europa le cose sono comunque sconfortanti, il piano anticrisi del G15 è totalmente orientato a salvare gli istituti di credito, niente di più.

Poi arriva Bertolaso che denuncia la situazione disastrosa delle scuole italiane ed afferma che occorrerebbero oltre 10 miliardi di euro (che non si trovano) per ristrutturare i fatiscenti edifici scolastici (oltre 40.000 stabili).

Se proprio in Italia rimanesse un barlume di buon senso, anziché finanziare pedemontane, viadotti, parcheggi smisurati, trafori infiniti, ponti, non sarebbe meglio spendere parte di quei fondi per ristrutturare le scuole italiane, ed il resto per coibentare le case (come vorrebbero gli inglesi) e fare così un grosso favore all'ambiente ? Macché, riescono pure ad intralciare il conto energia per l'incentivazione del fotovoltaico.

Introduciamo per legge la raccolta domiciliare in tutti i comuni al di sotto dei 100.000 abitanti, vincolando i gestori a reinvestire gli enormi utili accumulati con le tariffe dei cittadini ad assimere personale utile per il Porta a Porta, anche usando in parte gli incentivi statali una-tantum se servono. Questo si che creerebbe posti di lavoro stabili e migliorerebbe la gestione del rifiuto e dell'ambiente! Investiamo in centri del riciclo di eccellenza come quello di Vedelago, finanziamo i progetti più avanzati dei nostri ricercatori come il KiteGen di Massimo Ippolito, o il solare termodinamico di Rubbia. Dubito che si possa finanziare seriamente la ricerca scientifica, dato che i fondi per l'istruzione sono stati appena tagliati per l'ammontare di 8 miliardi di euro in 3 anni dal de-ministro Gelmini, salvo poi dichiarare che forse un po di questi soldi andrebbero restituiti ai ricercatori.

Sono convinto dall'evidenza che i provvedimenti di questo "pseudo" governo siano più rivolti ai prenditori alla Ligresti, (chiamarli imprenditori mi é sembrato troppo) piuttosto che a supporto del volgo (ex classe media) che stenta a mantenere un tenore di vita decente. Tutto quello che sanno ipotizzare è la "social card", una sorta di paghetta del babbo tirchio (40 euro al mese) regalata al solo scopo di incentivare i consumi (e fare bella figura in TV). Impossibile anche volendo non considerarla una presa per i fondelli.

La solita Italietta governata da una masnada di furbastri, speriamo la storia li spazzi via senza pietà al più presto. Si confidava in un nuovo rinascimento, potremo invece assistere in diretta al film "L'alba dei morti dementi".

mercoledì 26 novembre 2008

"A MENO 100 KG" per la settimana europea della produzione dei rifiuti

L'iniziativa di carattere europeo partita lunedì scorso si concluderà il 30 novembre. La produzione dei rifiuti è in continua crescita, ognuno di noi può però fare qualcosa per prevenirla e ridurla: ecco una buona occasione per manifestare o sperimentare in varie forme il proprio impegno.

La settimana europea della riduzione dei rifiuti è promossa in Europa dall'Associazione "Città e Regioni per il riciclaggio e l'uso sostenibile delle risorse" (www.acrplus.org). L’Italia si è ufficialmente candidata a partecipare con un gruppo di istituzioni e associazioni già impegnate sul fronte della gestione sostenibile dei rifiuti: Federambiente, Osservatorio Nazionale sui Rifiuti, Coordinamento nazionale Agenda 21 locale, Rifiuti 21 Network, Legambiente.

Come contribuire attivamente ?

  • Diffondendo il principio della prevenzione dei rifiuti anche a mezzo della Campagna informativa “Meno 100 kge preferibilmente per via telematica minimizzando così la stampa.
  • Partecipando ai numerosi incontri ed eventi organizzati in tutta Italia da istituzioni, enti locali, associazioni, imprese, scuole ecc.

Sono numerose le iniziative che si terranno in tutta Italia e numerosi i sostenitori della Campagna informativa. Si ricorda che, nell’occasione della Settimana europea, Federambiente e Legambiente organizzano, il 24 novembre a Salerno, la tappa campana del ciclo di seminari “Verso il programma nazionale di prevenzione: partire dalle esperienze locali”.

I materiali della Campagna informativa “Meno 100 kg” sono stati predisposti dal Coordinamento Agende 21 locali italiane e sono disponibili per tutti i cittadini su questo sito. I formati sono stati definiti anche con lo scopo di non sprecare carta. Si tratta di un libretto di 16 pagine rivolto principalmente a enti locali e organizzazioni, un pieghevole per cittadini e consumatori, una locandina nella quale è possibile inserire i riferimenti di un’iniziativa locale, un manifesto da affiggere nelle bacheche e negli appositi spazi cittadini.

Per ulteriori informazioni e per comunicare la propria partecipazione alla Settimana europea:

Servizio Tecnico Federambiente
Tel. 06 47865.311 -
prevenzione@federambiente.it

Fonte: Movimento Consumatori

martedì 25 novembre 2008

L'acqua come i telefonini

Qualcuno di voi è ancora convinto che l'acqua, bene primario e insostituibile, debba rimanere in mano pubblica ? Volete che venga gestita in maniera da garantire condizioni e criteri di parità di accesso a tutti i cittadini ? Peggio per voi, il progresso corre implacabile e compatisce i poveri ed illusi ecologisti radical-freek, come Alex Zanotelli!

Il Parlamento, precisamente il 6 agosto scorso, mentre il Paese era in vacanza, ha approvato una norma-bomba (unica in Europa) con il “si” dell’opposizione. Non se n’è accorto quasi nessuno: quel pezzo di carta obbliga i Comuni a mettere le loro reti sul mercato entro il 2010, e ciò anche quando i servizi funzionano perfettamente e i conti tornano. Articolo 23 bis, legge 133, firmata Tremonti.

Le reti rimangono di proprietà pubblica, ma la gestione deve essere affidata a privati, salvo casi rarissimi in deroga e solo per comprovata non economicità per il comune. Sarebbe come dire, non importa se poi vengono spennati i cittadini, l'importante è che il comune possa ridurre i propri oneri e risparmiare qualcosina affidando ai privati la gestione.

La partita è chiara: non è solo una guerra per l’acqua, ma per la democrazia. Col 23 bis i comuni perdono contemporaneamente una fonte diretta di entrate ma soprattutto la sorveglianza sul territorio. Il federalismo si svuota di senso. Il rapporto con gli elettori diventa una burla. Lo scenario è inquietante: bollette fuori controllo, e i cittadini con solo un distante “call center” cui segnalare soprusi o disservizi.

Già hanno tolto ai comuni l'Ici, la rete elettrica, il gas, la maggioranza delle imposte, toglieranno prima o poi la gestione rifiuti, cosa rimane ai comuni da gestire direttamente ? Probabilmente solo le multe e poco più.

Insomma, l’acqua come i telefonini: quando il credito si esaurisce, il collegamento cade.

Continua su: comuni virtuosi

P.S. A dimostrazione che l'acqua può essere gestita dal pubblico con meno costi rispetto a un privato, basta citare il recente caso di Parigi che dopo il periodo di Chirac ha deciso di ri-municipalizzare il servizio idrico, con un risparmio previsto di parecchi milioni di euro per le casse del comune.

lunedì 24 novembre 2008

Gestione dei rifiuti fra Roma e Berlino


Assolutamente imperdibile la puntata di Report del 23-Novembre-2008 interamente dedicata ai rifiuti e alla raccolta differenziata, dal titolo "L'oro di Roma". Nella parte centrale del servizio si pongono a confronto la realtà pressoché fallimentare di Roma con la gestione virtuosa della raccolta a Berlino, che già da 20 anni si colloca all'avanguardia come performance di riciclo e riduzione dei rifiuti urbani.

Ovviamente a Berlino, oltre tre milioni di abitanti, utilizzano la raccolta domiciliare porta a porta, con cassonetti di prossimità condominiali, ed inceneriscono solo quanto non è possibile recuperare (da noi si recupera la plastica per incenerire meglio, l'esatto opposto).

La tesi del servizio della Gabanelli, che condivido in pieno, è che una gestione pubblica della raccolta e dello smaltimento sia la sola che consenta di generare politiche che davvero riescano a ridurre il rifiuto urbano alla fonte.

Una gestione totalmente privata o con controllo pubblico inefficace (leggi Hera), pur efficiente dal punto di vista industriale, è destinata a mancare completamente l'obiettivo. Essendo per forza di cose monopolistica e senza una reale concorrenza, inevitabilmente sarà incentivata a fare accordi con i comuni allo scopo di garantire la produzione del maggiore rifiuto possibile.

Il privato è contento perché guadagna di più, il pubblico è contento perché in cambio di questa garanzia di "produzione illimitata e incentivata" si ritrova ad avere dei congrui sconti in tariffa, per l'ambiente però è un disastro, poiché la differenziata rimarrà sempre volutamente al palo con in più l'obbligo di dovere ingrandire continuamente sia le discariche che gli inceneritori. Se poi la legge stabilisce degli obiettivi minimi, c'è sempre la possibilità di ricorrere allegramente a trucchi contabili (pur leciti) come l'adozione degli assimilati e le autodichiarazioni di smaltimento delle imprese (RD da sgravi in tariffa).

Questo stato di reciproca convenienza e conflitto di interesse, spesso è rafforzato da campagne di informazione (pagate comunque dai cittadini) devianti ed ipocrite, pensate per mettere in risalto le performance positive dell'azienda (in puro stile marketing) piuttosto che educare realmente i cittadini.

Spacciare la bontà della raccolta differenziata come la soluzione di tutti i mali, rifilando al cittadino la piena responsabilità della sua mancata attuazione, è una scelta ipocrita, dato che spesso si accompagna ad una azione politica che rifiuta l'attivazione di qualsiasi pratica di riduzione e recupero reale. Tanto è vero che in Italia abbiamo un record assoluto di produzione di rifiuto pro-capite.

In Italia queste cose elementari ancora non riusciamo ancora a capirle, mi sento triste per le sorti di questo paese.

venerdì 21 novembre 2008

Gli "EcoDem" e il porta a porta, fare scelte o fare fichi

Riporto integralmente un messaggio a noi pervenuto da Palmiro Capacci, assessore all'ambiente di Forlì.

Leggo le proposte degli “Ecodem”, gli ambientalisti del Partito Democratico tese ad “estendere in modo generalizzato la raccolta dei rifiuti 'porta a porta' da iniziare in alcuni quartieri di Forlì a questo punto dall'inizio del prossimo anno, ma prima delle elezioni, per poi estenderla a tutta la città di Forlì nel giro di uno o due anni”.

Non posso che concordare, in quanto questa proposta è anche letteralmente uguale a quella “ho portato in Giunta” il 9 novembre 2008, (non facevo però alcun accenno alle elezioni). Dalla riunione di quella Giunta non è scaturita alcuna decisione perché bisogna: "..approfondire, definire i particolari non chiari, concordare con HERA, incontrare ATO”.

Io penso invece che il tempo delle scelte sia arrivato, non è più possibile “continuare a fare dei fichi” (tanto per usare una espressione popolare). Oggi dilazionare le scelte è già una scelta.

Infine una domanda agli ECODEM. Ma perché oltre a prospettare giustamente al popolo la necessità di compiere scelte di grande valenza ambientale non provate a convincere anche gli amministratori del vostro partito?

Poi tutto sarebbe più facile e convincente.

Distinti saluti, Palmiro Capacci


Ma come, il partito democratico per il porta a porta ??

Forse qualcuno dovrebbe spiegarlo anche a Paolo Lucchi, che ancora preferisce rimanere sul vago lasciandosi scappare solo un generico: " ... utilizzeremo le migliori tecnologie a disposizione per gestire i rifiuti nella maniera più efficace".

Purtroppo il PD cesenate risulta incastrato fra consiglieri che siedono nel consiglio di amministrazione di Hera, e che pertanto dettano al PD la politica ambientale da adottare, anziché il viceversa come una visione etica della politica comporterebbe.

giovedì 20 novembre 2008

Critiche al premio del comune per la sicurezza sul lavoro

Si scatena la bufera sul comune di Cesena, dopo che ha assegnato il premio 'Cesena città per la sicurezza sul lavoro' alla società Paresa spa, azienda cesenate che opera nel settore della progettazione, costruzione e manutenzione di serbatoi di stoccaggio e condotte forzate.

La signora Rachele Tafuri ha protestato indignata ricordando che in quella stessa azienda è morto folgorato nel settembre del 2001 il marito Agostino Talò. Sono passati oltre 7 anni ed ancora è aperta la causa di risarcimento, oltre al danno quindi la beffa.

Condivido il sentimento della signora Rachele, un comune che pensa ad elargire premi alle aziende, anziché promuovere realmente la sicurezza sul lavoro con regolamenti e controlli concreti, lo trovo un atto di grande ipocrisia.

Fare conoscere esempi di imprese che si sono distinte per avere adottato politiche di incremento della sicurezza sul lavoro mi sta ovviamente bene, tuttavia anche se non saprei spiegarne bene il perché, questa cosa del premio mi ha fatto un po imbestialire. Che ne dite di regalare anche un tapiro per le imprese cesenati che sono in testa alle classifiche degli infortuni allora ?


Fonte: Il resto del carlino

UPDATE: La vedova Tafuri ha risposto pubblicamente con argomenti inoppugnabili e con parole di pietra: "Perchè non dare anche un premio per la sicurezza stradale a qualcuno che abbia investito e ucciso con l'auto un pedone qualche anno fa, premiandolo così per non avere più commesso altri errori simili ?" - Anche a mio parere il parallelismo mi sembra opportuno.

mercoledì 19 novembre 2008

Intervista a Piero Ricca

Chi è Piero Ricca? Un' attivista e blogger italiano, divenuto noto per la sua attività politico-sociale e per le aspre critiche rivolte a vari esponenti dell'establishment politico, economico e mediatico. Utilizza Internet come mezzo di comunicazione principale, in particolare il suo blog e YouTube. È particolarmente noto per le interviste non convenzionali in cui dimostra di saper colpire i nervi scoperti di chi ha di fronte. A marzo del 2007 ha contribuito a creare "Qui Milano Libera", associazione culturale che ha ospitato, durante le sue conferenze, diversi giornalisti, magistrati e intellettuali. E' stato recentemente a Cesena, dove ha sviluppato una serata pubblica sul tema della "libertà di informazione", invitato dal gruppo Meetup di Cesena.

Piero, cos'è secondo lei il potere?

E' un meccanismo eterno connaturato nella vita dell'uomo con delle costanti. L'oppressione dei deboli, la menzogna, il segreto. In Italia è una combinazione di mafia, oligarchia di affari e di media.

Qual è secondo lei il rapporto società civile-media?

Concordo con un autore che disse: "Se la popolazione è addormentata i media cantano la ninna nanna". Ma ci si può risvegliare con degli strumenti. Alcuni sono nuovi, internet è un impulso alla democrazia. Anche altri, seppur meno recenti, sono particolarmente utili come i dibattiti, i megafoni, la vivacità sociale, i movimenti.

Ritiene che lo stato italiano sia in una democrazia?

Formalmente si. Sostanzialmente ho parecchi dubbi. C'è un sistema trasversale che si spartisce il potere creando barriere ed immobilismo.

Durante la conferenza ha citato spesso la P2. Quanti ragazzi pensa che possano conoscere cosa sia?

Penso uno su dieci. Tra i giovani non c'è la cultura della memoria e capacità critica ma un individualismo di massa.

C'è qualche esponente politico che apprezza particolarmente per il suo operato?

Sicuramente Basilio Rizzo (consigliere comunale di Milano ndr), Nando della Chiesa, Rita Borsellino ma anche Antonio di Pietro.

C'è un'alternativa a questo sistema politico?

L'alternativa è da costruire ma ci vuole una forte coscienza collettiva, informazione e conoscenza.

Cosa si prova a fare domande scottanti a politici come Andreotti, Cossiga, Dell'Utri?

La molla è una forte indignazione e rifiuto per l'ipocrisia. Parto dalla consapevolezza che sono personaggi sopravvalutati. Basta una parola chiave per farli barcollare. Sono abituati troppo bene e si tradiscono facilmente.

martedì 18 novembre 2008

Niente riciclaggio in tempo di crisi

Si sta verificando in questi mesi, soprattutto per effetto della crisi economica, un fatto realmente strano: Il crollo dei prezzi delle materie prime, specialmente plastiche. Come conseguenza del tutto inaspettata, sta crollando anche il prezzo delle materie prime seconde, e con esse la convenienza del riciclaggio.

Abbiamo appena pochi mesi fa guardato con molto interesse ad esperienze come quelle di Recoplastica, le cui aspettative sono andate in parte deluse, consapevoli però che un mercato in grado di valorizzare adeguatamente il "rifiuto" sia indispensabile in un futuro non troppo lontano, allo scopo di garantire l'efficacia del riciclo.

Lo riporta il Times:

Le aziende che raccolgono i rifiuti differenziati stanno finendo lo spazio per conservare la carta, le bottiglie di plastica e l'acciaio perché i prezzi sono così bassi da rendere invendibili i materiali (...) che ora non valgono più nulla. Il crollo dei prezzi è stato causato da una discesa della domanda per i materiali riciclati, specialmente dalla Cina, dove le industrie manifatturiere risentono della crisi economica. Stuart Foster, di Recoup, racconta che il mix di plastiche si vendeva a 200 sterline a tonnellata, e in sole 4 settimane il prezzo è precipitato praticamente a zero.


Sta accadendo in pratica, anche per le materie prime ed i rifiuti riciclati, quello che sta accadendo in questi ultimi mesi al prezzo del petrolio, in cui un surplus temporaneo di offerta (causato da un calo della domanda) sta letteralmente abbattendo i prezzi fino ai livelli del 2004. Eppure, la produzione è in stallo, fissa a 84 milioni di barili al giorno da qualche anno.

A me sembra che il sistema stia rivelando tutte le sue assurdità: c'è ancora convenienza economica nel produrre e comprare plastica nuova, ma non ce ne è più per riciclare quella vecchia? Demenziale.

Mai come ora avremmo bisogno di trovare alternative al petrolio, il cui picco è oramai conclamato, pertanto riciclare tutto quello che possibile sembrerebbe semplicemente un fatto imperativo. L'aumento dei prezzi del petrolio, che portava con se anche l'aumento delle materie riciclate, avrebbe dovuto rendere conveniente queste ultime, invece le dinamiche di mercato sembrano volere che questo stile di vita energivoro debba continuare fino all'inesorabile momento in cui di risorse non ce ne saranno più a sufficienza per tutti.

Oggi siamo in recessione pertanto i prezzi scendono, cosa succederà domani quando ritornerà la crescita economica, invocata a gran voce da tutti ?

Fonte: Petrolio

domenica 16 novembre 2008

Tutti Uguali, Tutti Diversi, Tutti Insieme


Cesena in cammino contro il razzismo, per ogni ulteriore
informazione consultate il sito NuoviCesenati.it
Oppure scarica il volantino dell'evento

Il MIZ C'E'

sabato 15 novembre 2008

Il petrolio e la gioconda, piccola storia delle non rinnovabili

Supponete di conoscere un ladro compiacente che è disposto ad entrare al Louvre, a notte fonda, e rubare per voi la ... Gioconda di Leonardo da Vinci. Quanto potreste pagarlo ? Esiste un prezzo equo ? Essendo un oggetto così raro (anzi unico) pattuite che un prezzo equo per il ladro possa essere, diciamo, un milione di euro!

Supponete ora che poco prima di decidere di compiere il colpo salti fuori un fatto incredibile... Leonardo non aveva dipinto una sola gioconda, ma addirittura 10, e tutte originali!

L'incredibile fortuna per l'umanità, anche dal punto di vista del committente del furto è comunque un fatto non così drammatico, ora che questo bene non è più unico magari non varrà più così tanto, però potrò certamente permettermi di pagare il ladro una cifra assai inferiore. Allora, chiamate il ladro e gli dite: "signor ladro, ci sono ben 10 gioconde nel caveau del louvre, io adoro quel quadro e lo voglio assolutamente, però deve farmi uno sconticino".

Il ladro probabilmente risponderà: "Eh caro amico mandante, io dovrò comunque sostenere delle spese, è un lavoro duro, rischio la galera, ma cercherò di venirle incontro, facciamo centomila euro e non ne parliamo più." Così i due si accordano su un prezzo equo.

Il ladro arriva di soppiatto sulla soglia della camera climatizzata dove sono esposte le 10 gioconde, e scopre con sgomento che sette di queste sono state già rubate, pertanto ne restano solo altre tre!

Cosa fareste se voi foste il ladro ? Analizziamo le scelte possibili:
  1. Chiamo il mandante per denunciare la cosa, chiedendogli un congruo aumento della cifra pattuita dato che ora la Gioconda è ridiventata una merce piuttosto rara per l'intera umanità, pertanto vale molto di più. (1)
  2. Preoccupato dal tasso di esaurimento delle Gioconde, decido di rinunciare al furto, per non privare i posteri e le future generazione dal godere di questa meravigliosa opera d'arte, i miei figli un giorno mi ringrazieranno. (2)
  3. Rubo comunque una delle tre gioconde rimaste, al prezzo pattuito, tanto i futuri turisti potranno comunque visitare le altre due. (3)
La (1) la escluderei, dato che il mandante ha chiesto di rubare una sola copia, il prezzo era già stato pattuito, e non vuole certo rischiare che il mittente gli annulli la fatica e il rischio fin qui intrapreso solo per pretendere un ulteriore vantaggio monetario.

La (2) la escluderei, dato che il ladro non è un filantropo ed era comunque deciso a rubare in precedenza anche l'unica copia ritenuta disponibile, seppure per un prezzo molto maggiore.

La (3) é l'unica scelta rimasta, pertanto il ladro ruba la gioconda e la consegna al mandante. La settimana seguente il guardiano scopre che tutte le gioconde sono state rubate, ognuna ad un ora diversa, da altri ladri.

Pensiamo ora a cosa sta succedendo nel mondo del petrolio e delle altre materie prime non rinnovabili. L'economia imporrebbe che il valore di un bene sia misurato sommando tutti i costi che sono stati sostenuti per portare la risorsa dalla fonte (miniera, giacimento) al consumatore. In maniera grossolana possiamo intendere i costi come formati da X ore di lavoro per Y di stipendio, più Z di ammortamento macchinari, più W di bolletta energetica, più K per i diritti di competenza di tutti i vari trasformatori e intermediari fino al cliente finale. Fino a che qualcuno mi copre questi costi, io la risorsa la estraggo e incasso il guadagno.

La domanda a questo punto risulta: "Ho realmente pagato una risorsa fisica oppure ho pagato solo tutto il lavoro fatto per estrarla e trasportarla, come se la risorsa in se valesse intrinsecamente zero ?"

Fra un estrattore di risorse e un ladro, pur con i dovuti distinguo, non c'è in fondo un qualche nesso ? Quando il ladro ruba per commissione la risorsa per lui vale zero, quello che riceve è il compenso pattuito per il lavoro fatto, analogamente per chi estrae risorse naturali.

Cominciate a vedere la follia di una economia che calcola il valore dei beni non in base alla loro mera materialità e utilità ma esclusivamente in base all'incontro fra domanda ed offerta ? Cosa diamo realmente in cambio al pianeta, quando ne sfruttiamo le risorse non rinnovabili ? Lo stesso discorso vale anche per risorse rinnovabili ma sfruttate a ritmo superiore alla loro capacità di rigenerarsi, come la pesca e l'agricoltura.

Così come al ladro frega poco se domani forse non ci saranno più gioconde, al petroliere frega poco se domani non ci sarà più petrolio, fino a che ce ne sarà oggi ancora una goccia continuerà ad estrarlo e venderlo al migliore prezzo che riuscirà a spuntare sul mercato, al massimo se è particolarmente furbo ne accantonerà un po per rivenderlo in momenti migliori (comunque sottraendolo come risorsa naturale disponibile alla intera collettività).

Ora, non dovete affatto stupirvi di come il petrolio (così come le gioconde), malgrado si sia ridotto come disponibilità sul mercato, possa vedere il suo prezzo schizzare a 150$/b per poi crollare a 50$/b in pochi mesi. Qual'è il suo costo reale ? Perché è cresciuto tanto ? Solo speculazioni ?

Fino a che i committenti vogliono petrolio, qualcuno lo fornirà, ovviamente fino a che ce n'è, riducendo piuttosto i costi all'osso (ossia in primis non facendosi scrupoli se il metodo estrattivo è inquinante, dissennato, impattante sul territorio). In caso di crisi finanziaria ci saranno coloro che, pur di avere liquidità, potranno anche venderlo sotto costo nel breve periodo, pur di salvare la baracca.

Il vero problema di tutto questo è che l'economia non sembra in grado di funzionare in maniera logica quando un bene è non rinnovabile, scarta questo fatto "a priori", come se la crescita dovesse essere infinita e illimitata.

Se "sostenibilità" significa godere dei beni presenti senza impedire alle generazioni future di poterne usufruire, occorre un concetto di economia sociale e solidale completamente nuovo, capace di abbandonare il mito del PIL e dei beni insostenibili a buon mercato. All'analisi sulla convenienza economica delle fonti energetiche alternative, ad esempio, occorre sostituire al posto del prezzo attuale di mercato concetti come EROEI (energia ritornata per energia investita), utilizzando magari per stimare i reali costi metodi come LCA (costo dell'intero ciclo di vita), che tengono conto anche di tutti i costi normalmente esternalizzati, nonché i costi ambientali.

Economia ed Ecologia oggi fanno a pugni, è compito della politica cercare di riconciliarli in qualche modo.

giovedì 13 novembre 2008

Riccione e Misano confermano il Porta a Porta

Prosegue a pieno ritmo il progetto di raccolta differenziata “Porta a Porta” a Riccione e Misano adriatico entrato a regime a fine 2007. Si tratta di un sistema di raccolta rifiuti che investe il 5,6 per cento della popolazione (oltre 16mila cittadini), e che ha come obiettivo il raggiungimento del cinquanta per cento del rifiuto differenziato (RD). Il servizio ha avuto il suo nastro di partenza nelle aree di Misano e Riccione lo scorso maggio 2007. Il “Porta a Porta” è curato e coordinato da Ato Rimini su finanziamento di Regione Emilia-Romagna e Provincia di Rimini, per la realizzazione del gestore Hera.

La sperimentazione nei due comuni riguarda a Riccione, la zona turistica lato nord, mentre a Misano Adriatico l’intera zona turistica con eccezione di Portoverde. A Riccione nord, sono raccolti ‘porta a porta’ dalle utenze domestiche carta, vetro e rifiuto indifferenziato. La raccolta del rifiuto organico riguarda solo i condomini con più di quattro appartamenti. Nella zona turistica di Misano Adriatico, invece, la sperimentazione ‘porta a porta’ comporta la sola raccolta dell’organico nei condomini con più di quattro appartamenti, essendo il servizio di raccolta presso le utenze domestiche di carta, vetro e indifferenziato - con esclusione della zona “Misano Brasile”, coperta dal servizio territoriale - già previsto all’interno del Piano d’ambito Ato.

Adriano Tossani, assessore all'ambiente di Misano, ha dichiarato quanto segue:

Il 2008 ha segnato importanti miglioramenti e nello stesso tempo difficoltà nell’affrontare la raccolta differenziata. Rispetto agli anni precedenti (2005 il 15,5%, 2006 il 23,6%, 2007 il 31,1,%) nei primi mesi dell’anno, grazie agli sforzi fatti e alla risposta dei cittadini di Misano, abbiamo raggiunto il 45%.di RD. Con l’avvicinarsi dell’estate la differenziata ha avuto una diminuzione segnando un 37,71% medio (da gennaio a luglio ’08), valore che mostra la difficoltà a far decollare la Rd in estate.

Comuni ad alta recettività turistica come quelli di Riccione e Misano sono molto più problematici a causa della presenza di tante seconde case per turisti utilizzate esclusivamente nei mesi estivi - Continua Adriano Tossani -, persone che vengono spesso da fuori regione e che talvolta non sono state adeguatamente informate su come funziona il servizio. Ciò rende tra l'altro difficile installare sistemi di tariffazione "puntuale" in grado di fare pagare quanto effettivamente conferito.

Un sistema puntuale alternativo, Hera lo ha proposto nel Comune di Poggio Berni. Un sistema basato sui cassonetti stradali ma a cui è stato applicato un meccanismo di apertura con una chiave elettronica personalizzata per singola utenza e che pesa il rifiuto prodotto ad ogni immissione. A questo si dovrebbe aggiungere un Led nei vari cassonetti, collegato alla centrale operativa di Hera, che segnali quando il cassonetto è pieno. Così facendo si riducono sia le spese di gestione sia le emissioni di polveri sottili, in quanto i camion di Hera circolerebbero per svuotare solo i cassonetti pieni e non tutti, anche se sono mezzo vuoti, come avviene adesso.

martedì 11 novembre 2008

Rifiuti urbani o rifiuti industriali ?

Come anche i sassi oramai sanno (purchè studiosi dell'argomento rifiuti), l'Emilia Romagna si colloca nella non invidiabile posizione di regione leader nella produzione dei rifiuti, superata di stretta misura solamente dalla Toscana, la quale produce oggi più di 700Kg/ab di rifiuti urbani. Questa considerazione, così come risulta dall'ultimo rapporto Apat 2007, non dice però tutta la verità.

La frazione che le statistiche considerano, cioè il rifiuto urbano (RU) di provenienza cittadina, quello per intenderci che rappresenta la base per il calcolo della raccolta differenziata, rappresenta solo una piccola parte dei rifiuti complessivamente prodotti, non tenendo infatti conto di quelli che sono i "rifiuti speciali" (RS), ovvero provenienti dalle attività produttive industriali, rifiuti pericolosi e non.

Pensate che mediamente, per ogni Kg di materiale che innocentemente noi cittadini buttiamo nel cassonetto, l'industria ha prodotto almeno 70kg di scarti, solo per lasciarci usare e buttare il nostro piccolo bene. Come scarti si intendono anche le acque reflue di lavaggio, gli sfridi, i materiali consumabili esausti, e altri residui industriali. Evidentemente gli scarti industriali saranno di tipo molto più omogeneo rispetto ai rifiuti urbani, pertanto assai più facilmente riutilizzabili nel ciclo produttivo. Non tutti verranno buttati, anzi, la maggiorparte verranno reintrodotti come materia prima seconda per altre produzioni, parte andranno in discariche speciali per elementi pericolosi, parte in discariche speciali non pericolose, parte come sovvallo e sottovaglio in discariche normali.

Nel grafico soprastante, nondimeno, emerge che a seconda della regione considerata le regioni possono produrre fino a 4Kg di rifiuti speciali contabilizzati e movimentati per ogni Kg di rifiuto urbano.

Guardate la campania come si colloca nella scala dei rifiuti speciali, praticamente è il fanalino di coda, ciò significa probabilmente o che esistono molte meno aziende oppure che le aziende fanno sparire i rifiuti speciali sottraendoli al conteggio del gestore.

Paradossalmente, emerge anche un altro fatto importante, maggiore è la percentuale di raccolta differenziata nei sistemi di tipo convenzionale (a cassonetti stradali), più grande è la produzione pro-capite sia di rifiuto urbano che di rifiuto speciale. Se li sommiamo fra loro scopriamo che l'Emilia Romagna (raccolta principalmente stradale), pur con una RD prossima al 50%, è addirittura peggio (seppur di poco) della Toscana (che ha una RD media un po inferiore, sempre prevalentemente stradale).

Come è possibile questo fatto ? Troppe aziende in Emilia Romagna e Toscana ? Cittadini più incivili e aziende più sprecone ?

Può essere, però esiste un altro fattore che non è stato adeguatamente considerato, ovvero la presenza di assimilati. Avere dati certi è molto difficile e occorrerebbero studi approfonditi, tuttavia possiamo stimare che almeno in Emilia Romagna, esaminando i dati ATO e i rendiconti MUD dei comuni in nostro possesso, la percentuale di assimilati arriva fino a un 35% di tutta la quota che risulta computata come raccolta differenziata urbana, ciò è dovuto in gran parte alla assimilazione di inerti, sfalci, residui di mobilifici, ortofrutta, grande ristorazione, sfridi artigianali, officine, uffici, etc. etc.

In sostanza, sorge il sospetto che l'incremento dei rifiuti urbani calcolati come Kg/Abitante sia direttamente correlabile con le politiche volte all'assimilazione sempre più spinta di rifiuti speciali, ciò allo scopo di permettere il mantenimento di un sistema industriale di raccolta ed al contempo ottemperare alle leggi che impongono di arrivare ad una RD del 50% per il 2009, previa multe salate in caso di inadempimento.

Il sistema stradale è poco costoso ma anche poco efficiente, pertanto ne aumentiamo artificialmente l'efficacia e "l'appeal" conteggiando più speciali, concetto semplice. Sia ben chiaro, io non sono contrario alle politiche di assimilazione spinta dei rifiuti, qualora essi siano realmente assimilabili come tali, però è un fattore che andrebbe decurtato dal reale computo della RD, altrimenti il sistema stradale ne risulta illegittimamente favorito.

La morale del discorso è che il puro numero di Kg/Abitante spesso riguarda più le politiche di assimilazione rispetto al reale virtuosismo della popolazione. Ad esempio, l'impiego del porta a porta a Forlimpopoli ha avuto un effetto indiscutibile di diminuzione di almeno il 20% del rifiuto urbano, in parte però perchè impedisce politiche di assimilazione "truffaldina", dato che non è nemmeno necessaria per ottenere alte RD superiori al 70%. Meno assimilati e più raccolta differenziata, pertanto riduzione molto marcata del conteggio del rifiuto urbano, anche senza l'introduzione di politiche veramente spinte di riuso, vuoto a rendere, etc.etc.

La considerazione che ne traggo è che il sistema a cassonetto stradale va cambiato assolutamente per evitare questi giochetti e mascherare così la reale portata dei numeri, tali da rendere inconfrontabili i risultati di città che adottano un sistema di raccolta diverso. Infine, un discorso serio andrebbe affrontato per contabilizzare correttamente i rifiuti industriali, che seppur molto più riciclabili rappresentano la parte assolutamente preponderante di tutto il rifiuto che viene prodotto e movimentato in Italia ogni anno.

sabato 8 novembre 2008

L'ambiente come faro di tutte le scelte, ma senza gli ambientalisti "antipatici"

Con grande interesse e non senza qualche malcelato scietticismo ho partecipato venerdì scorso all'atteso incontro pubblico di Paolo Lucchi dal nome "I Venerdì per la Città". Atteso soprattutto in quanto l'argomento della serata era dedicato a fare il punto sulle politiche ambientali del PD, più volte richiamate da lucchi come "il faro di tutte le scelte". Essendo argomento di grande interesse per noi del MIZ, ci siamo presentati all'evento con una nutrita schiera di nostri rappresentanti.

Appurato che la consapevolezza energetica ed ambientale era il faro di tutte le scelte, non potevo certo mancare per capire dove questo faro avesse puntato, sono riuscito finalmente a farmene un idea personale: il faro punta a seconda di cosa si converrà illuminare di volta in volta.

Questa affermazione, così espressa a freddo, potrebbe sembrare assai irrispettosa e perentoria, proverò pertanto a motivarla cercando di fare un breve resoconto sulle cose sentite e dette, tanto per fare il punto della situazione.

A parere di Paolo Lucchi (atteggiamento che in parte condivido), gli ambientalisti sono "Antipatici" per natura e tendono inevitabilmente a spacciarsi depositari di una verità nascosta ai più, con il rischio di diventare iperconfidenti e radicalizzati nelle proprie convinzioni. Nessuno può negare che talvolta, in certi movimenti ambientalisti, sia davvero così. Questo però non può fungere da pretesto o alibi per evitare di prendere una posizione netta nello scremare le "scelte" strategiche che gli amministratori hanno di fronte. Quali scelte e soprattutto quali impegni concreti ha quindi illustrato il PD, tali da caratterizzare la propria politica ambientale ?

Vediamo cosa scrive Paolo Lucchi in evidenza nel suo volantino:

"Dare a Cesena una connotazione di stampo Europeo, adeguata a un mondo che sta cambiando a grande velocità."
Detto così non significa assolutamente nulla, cosa è una connotazione di stampo europeo ? Cosa manca per raggiungerla ? Quali azioni specifiche intraprendere ?

"Porre il tema del rispetto e della sostenibilità ambientale, così come della consapevolezza energetica, come "timone" di tutte le scelte".
Bel principio, quale sarebbe una a caso di queste scelte "timonate" verso la sostenibilità ambientale ? Lo stop alla cementificazione del territorio da parte dei palazzinari dei nuovi quartieri Novello e Europa ? Rinegoziare il nuovo piano dei parcheggi che "incoronano" la città, attualmente senza alcuna garanzia scritta riguardo alla pedonalizzazione e riduzione del traffico in centro ? Buono il principio ma mancano le scelte.

"Intervenire con sperimentazioni avanzate, con progetti e soluzioni conseguenti alla dimensione "planetaria" del problema."
Corbezzoli... significa ad esempio che la sperimentazione a lungo attesa a Cesena sul porta a porta finalmente si farà ? Quali sarebbero queste sperimentazioni avanzate ? E quando/dove/come farle ?

"Vedere la via Emilia trasformata in un viale qualificato e simbolo di identità riconquistata."
Che vuol dire ? Qualificato da che ? La chiudiamo così passeranno tutti dalla secante anche per andare alla barriera a bersi un caffè ?

"Avviare una corposa azione di intervento sul risparmio energetico, rivolta direttamente anche alla macchina pubblica, che dovrà caratterizzarsi per scelte decise quali l'attivazione di protocolli di risparmio e la graduale fotovoltaicizzazione dei tetti degli edifici pubblici, e la raccolta dei rifiuti."
Ottimo il risparmio energetico, però occorre spiegare al PD che questo non si attua aumentando l'offerta (installazione di pannelli fotovoltaici) ma riducendo la domanda e gli sprechi (illuminazione, coibentazione, riscaldamento efficiente). Installare pannelli fotovoltaici senza prima avere ridotto gli sprechi è come cercare di non fare uscire acqua da un secchio cambiando il tipo di acqua anzichè chiudendone i buchi. Quale poi sarebbe la "scelta" invocata in termini di rifiuti non è dato saperlo, dato che ci si è genericamente appellati all'utilizzo delle più moderne ed efficienti tecnologie a disposizione (potrebbero benissimo essere quelle che già si adottano, come Hera sostiene).

"Dare risposta alla sempre più forte richiesta di abitazioni a basso costo e nuova edilizia popolare."
Bizzarro, nuova edilizia come strategia per l'ambiente, mentre Cesena straripa di appartamenti sfitti e si costruiscono nuovi quartieri di sana pianta a furia di bandi internazionali ma con meno del 5% di edilizia pubblica, nemmeno particolarmente spinti dal punto di vista dell'efficienza energetica.

"Piano del verde che leghi le nuove aree residenziali a parchi urbani di qualità, grazie a corridoi verdi collocati lungo i corsi d'acqua."
Ma dove li abbiamo mai visti tutti questi corsi d'acqua che collegano fra loro le aree residenziali ? Forse ritireranno fuori il Cesuola murato da decenni, oppure dirotteranno il savio che si inoltra in aperta campagna ? Il rigagnolo dell'osservanza con a lato la pista ciclabile ? Dove sarebbero tutti questi corridoi verdi ?

"Avviare un lungo percorso verso "l'autosufficienza energetica" di Cesena."
Come ? Forse si vuole construire una centrale a carbone alla panighina? Oppure tapezzare ogni angolo di strada con i pannelli solari, sapendo che forniranno meno del 2% al massimo dell'energia necessaria oggi alla città ? Più che un programma appare un auspicio, meno male che almeno è stato utilizzato l'aggettivo "lungo".

"Riduzione dei consumi attraverso il miglioramento dell'efficienza energetica degli edifici, con standard più elevati, adeguamento illuminazione pubblica, riscaldamento degli edifici."
Magari con il teleriscaldamento fortemente voluto da Hera, che vende acqua calda prodotta da fonte non rinnovabile e la fa pagare a prezzi stratosferici come se fosse gas naturale.

"Riduzione degli spostamenti in auto a favore del mezzo pubblico."
Infatti si costruiscono nuovi parcheggi per le auto, poi se e come pedonalizzare lo si vedrà solo domani, senza impegno, eh ?

"Nuove politiche urbanistiche che privilegino l'uso delle aree urbane interne, in alternativa a ulteriori dispersioni degli insediamenti, inevitabilmente legate all'uso dell'auto."
Quà proprio non ci siamo, vogliamo incentivare il mezzo pubblico, ed invece costruiamo nuovi quartieri popolari a ridosso del centro ? Distribuire gli insediamenti diluendo così la densità abitativa dovrebbe ridurre l'uso dell'auto in città, non certo aumentarlo!

"Anche le attività produttive e terziarie compatibili devono trovare posto all'interno della città, per ridurre gli spostamenti in auto."
Non mi sento proprio di condividere questa affermazione, a meno che non si voglia aumentare ulteriormente il traffico pesante per il trasporto di beni e merci, compatibili poi rispetto a che ?

"Scelte di gestione dei rifiuti che operino per ridurli alla fonte, con obiettivi numerici e metodologie innovative."
Pertanto, largo spazio al sistema industriale attuale a cassonetti stradali suppongo, che di innovativo ha ben poco, mentre non si ha il coraggio di avviare la sperimentazione di qualcosa che sperimentale non lo è già più da un pezzo, come il metodo porta a porta utilizzato a Forlimpopoli tanto boicottato da Hera, che può essere utilizzato e confrontato proprio per verificare se soddisfa in parte questi obiettivi.

"Solare termico, fotovoltaico, biomasse, geotermia, piccolo idroelettrico, si dovrà verificare l'opportunità di una società a partecipazione pubblica per la produzione di energia alternativa al servizio della comunità cesenate."
Tradotto in volgare, Hera ha intenzione di buttarsi anche sul business delle rinnovabili, non gli bastava quello degli inceneritori. Si dovrebbe invece diversificare sfruttando le tante microimprese distribuite sul territorio, come già sta succedendo ad esempio per il solare termico, per creare molti più posti di lavoro sfruttando le conoscenze sulle energie alternative tramite società ESCO private.

"Sviluppare la massa arborea per catturare la CO2, "boschi urbani" per filtrare gli inquinanti, corridoi ecologici per lo sviluppo della biodiversità."
Nel frattempo, la zona sopra la secante la trasformiamo in parcheggio con qualche alberello giusto per abbellire, e ci costruiamo pure una strada per congiungere la cervese con via calcinaro. Il bosco urbano è una immagine suggestiva che significa parco pubblico con qualche albero in più. Basterebbe porre un freno alla cementificazione selvaggia del territorio e limitare le concessioni edilizie alle vere esigenze abitative, anzichè in accomandita delle speculazioni dei soliti noti palazzinari, questo si che catturerebbe molta più CO2.

"Facciamo di Cesena una realtà sul modello delle Transition Town."
Non credo che il PD abbia inteso realmente cosa ciò comporta in termini di priorità strategiche, provo a riassumerle sapendo di essere approssimativo ed incompleto:
  • Riscoperta e diffusione dei saperi e dei mestieri perduti (falegnami, fabbri, calzolai, riparatori, agricoltori, sarti, ...)
  • Politiche che spingono l'autoproduzione e l'autoconsumo di beni e servizi (orti cittadini, autoproduzione di manufatti, banche del tempo, volontariato produttivo, forni comuni, ...)
  • Impiego razionale e sobrio delle risorse (risparmio idrico, risparmio energetico, abitazioni passive, riduzione dei bisogni energetici, ...)
  • Attività prevalentemente a bassa densità energetica e ridotta intensità di capitale (gestione dei rifiuti non solo industriale, utilizzo preferenziale della forza lavoro al posto della meccanizzazione spinta, tecnologie a basso impatto energetico ed ambientale, ridimensionamento delle attività produttive sproporzionate rispetto ai bisogni del territorio locale, ...)
  • Rete solidaristica e di coesione sociale (volontariato, socializzazione, attività culturali, istruzione, mutuo soccorso, comunità basate sul dono e sullo scambio, mercatini dell'usato, democrazia partecipativa, ...)
  • Abbandono progressivo delle fonti fossili (energie rinnovabili, investimenti su tecnologie di produzione meno energivore, mobilità elettrica, case passive, ...)
  • Chiusura del ciclo dei rifiuti (che non significa smaltimento, ma riconversione industriale affinchè tutto quanto produciamo sia smontabile, compostabile, riusabile, fondibile, aggiustabile, riciclabile, nell'ottica di una civiltà a rifiuti zero ...)
Si sa che i proclami politici, specialmente durante le stagioni elettorali, devono necessariamente essere molto generici, perchè nati allo scopo di accontentare tutti, ed in effetti il programma del PD accontenta proprio tutti, dicendo tutto e non decidendo niente! Gli ambientalisti saranno anche "antipatici", però molte idee concrete sanno portarle avanti, alla politica lo spazio per coglierle ed armonizzarle in termini economici e gestionali. C'è purtroppo chi parla ancora di sviluppo sostenibile, senza rendersi conto di recitare un ossimoro.

venerdì 7 novembre 2008

Amadori, l'importante è crescere

Alla Amadori hanno la grossa grana dei dipendenti che stanno male. Gli impianti funzionano a ritmi accelerati rispetto a quello che sarebbe normale, e questo è stato dichiarato dagli operai in più occasioni, tra cui l'assemblea sindacale prima dell'estate.

Le strutture non sono probabilmente adeguate a sopportare una lavorazione così massiccia. Le fognature sono state rifatte, perchè individuate come una della cause della presenza di sostanze nocive nell'aria (non riuscivano a smaltire adeguatamente i reflui).

Non è bastato. I malori non sono cessati.

Ma cosa salta fuori adesso? Che Amadori ha in progetto un investimento da 50 milioni di euro per ampliare e rimodernare l'intero stabilimento di Cesena, costruendo un nuovo edificio su 3 piani per gli arrosti (10.569 mq) e un rendering (gestione industriale delle scorie) di 6600 mq, in uno stabile apposta (ipertecnologico) dove smaltire i residui della lavorazione e produrre farine proteiche.

Il rendering attuale è uno degli indiziati per quanto riguarda la contaminazione di sostanze nocive nell'aria. Nuova struttura di 13.800 mq per il taglio polli e lavorazione carni (quadruplicando quell oattuale), nuovo impianto di smaltimenti fognario... insomma un progetto industriale notevolissimo e un'incremento della produzione altrettanto massiccio.

Al comune Amadori recapita, in estate, un dossier riservato in cui condiziona l'investimento e forse la permanenza della ditta a Cesena, al non avere bastoni tra le ruote. Quindi all'approvazione integrale del piano presentato (ovviamente la frase in oggetto, che trovate qui, è meno diretta di come l'ho riportata, ma si presta a questa interpretazione...).


Nel prg del 2003 erano gia stati concessi alla ditta, notevoli permessi di costruzione. Nel dossier inoltre palesa fastidio per le esternazioni dell'Ausl sulla mancanza di cultura della ditta nella valutazione dei rischi e nella tutela della salute dei dipendenti. Stesse critiche contro i sindacati che avevano segnalato pubblicamente le mancanze del Gruppo Amadori nella tutela dei lavoratori.

A questo punto mi scappa una riflessione... forse anche banale...

La ditta ha negato ripetutamente i malori (170 nel 2007), arrivando a dare dei mitomani ai dipendenti. Da un paio d'anni trascina questa faccenda senza risolverla definitivamente:

  1. Non starà aspettando di avere l'autorizzazione ad ampliare come vuole lo stabilimento prima di spendere soldi per tutelare la salute dei lavoratori? (se ammodernasse gli impianti attuali, poi dovrebbe spendere nuovamente al momento dell'ampliamento).
  2. Non starà "usando" i malori dei dipendenti strumentalmente per fare pressione sul comune? (della serie: finchè non otteniamo quello che vogliamo non si sblocca la situazione).
  3. O forse semplicemente il dossier serve a dire: vogliamo la botte piena e la moglie ubriaca. (Cioè, poche seccature sulla sicurezza e fateci investire a piacere)
  4. O ancora: forse Giordano Conti intende temporeggiare fino alle vicine elezioni comunali per sbolognare la patata bollente al successore, e magari Amadori è seccato per il ritardo?

Sono solo cogetture. Non ci sono prove documentali per affermare che queste siano le loro intenzioni. Ma allo stato dei fatti, leggendo simili notizie, si può prescindere dal porsi queste domande? Come spiegare altrimenti il prolungarsi di questa situazione, che sembra non avere fine, nè sbocchi? Poi ci si lamenti se si indicono commissioni secretate.

Ultima domanda: l'ampliamento e l'incremento produttivo cozzano con l'estrema precarietà dei dipendenti. Come spiega, Amadori, una percentuale di contratti stagionali altissima, con più di 1500 dipendenti su 2200 assunti in questo modo? Il pollo si mangia tutto l'anno. Il mercato evidentemente non va male, se no perchè investire: allora perchè assumere con contratti stagionali ? Perchè può e gli conviene, ecco la risposta.

Articolo preso e parzialmente adattato da fonte: Indymedia

giovedì 6 novembre 2008

Crolla il petrolio, viva l'abbondanza finchè dura

A tutte le persone (compreso il mio babbo) che ora, con il petrolio a 60$ al barile, cominciano a farmi la stecca sostenendo "te lo avevo detto che queste tue teorie stampalate sul peak oil sono tutte minchiate", vorrei rispondere che si sbagliano, e pure di grosso.

E se proprio non se ne rendono conto, possono provare a leggere questo articolo, poi magari cominciare a cacarsi sotto, oppure continuare a negare l'evidenza, fino a che il tenore di vita attuale ci consentirà di farlo. Il picco è già stato nel 2005, pertanto la crescita è finita, e se da qualche parte è rimasta è per forza a scapito di qualcun'altro che dovrà necessariamente contrarre i propri consumi con la forza.

Oltre al picco c'è un limite alla produzione (estrazione) di energia, quindi anche della produzione industriale, legata storicamente al PIL e a ciò che consideriamo comunemente "ricchezza". Oltre c'è la decrescita, che sembra nei fatti già incominciata, con tanto di relative instabilità economiche e sociali all'orizzonte. Saremo in grado di governarla ?

Se ci rendiamo conto che la crescita della produzione non può continuare indefinitamente, allora il solo modo per alleviare la povertà è di affrontare sia il problema della distribuzione attuale delle risorse tra i popoli sia quello del controllo demografico.
Herman E. Daly - Oltre la crescita

mercoledì 5 novembre 2008

Super Vittoria per Super Obama

A quanto pare Obama ce l'ha fatta, ora dobbiamo solamente augurarci che sia all'altezza delle aspettative (tante) nonostante le novità (alla fin fine poche) del suo programma elettorale. Comunque sia è un passo avanti enorme rispetto alla epidermica deriva guerrafondaia e patriottica di scuola Bush.

Fatemi essere una volta tanto un po controcorrente... visto che tutti, del Barack che ha "sbarakkato" la concorrenza, ne parlano bene, specialmente a sinistra, citiamo almeno alcuni punti del programma democratico che con gli ideali nostrani di sinistra in salsa PD c'entrano sulla carta un po poco.
  • Sostegno alla guerra in Afghanistan (e in futuro al Pakistan)
  • Sostegno all'embargo contro cuba
  • Sostegno alla politica sionista di israele (sennò dicevano tutti che era arabo filo-palestinese!)
  • Sostegno ai biocarburanti e al carbone pulito
  • Sostegno della pena di morte ove viggente
  • Sostegno al programma scudo spaziale di reganiana memoria
  • Sostegno alla leva obbligatoria contro il pericolo terrorismo islamico
  • Sostegno ai finanziamenti per i banchieri in disgrazia con le pezze al culo
Aggiungiamoci però anche note positive
  • Disimpegno dalla guerra in Iraq (finalmente)
  • Programma per la sanità pubblica (50 milioni di persone sono oggi senza copertura sanitaria)
  • Riforma del Welfare, assicurazioni e politiche del lavoro con assegni di disoccupazione
  • Politica energetica basata sulle rinnovabili per liberarsi dalla dipendenza dal petrolio
  • Negoziazione di nuovi accordi sui cambiamenti climatici e riduzione delle emissioni (cap and trade)
  • Riduzione della tassazione sul lavoro dipendente e per la classe media
  • Abbandono progressivo del petrolio e del nucleare come fonte primaria
  • Piano di investimento pubblico per la ricerca scientifica
Una scheda in pillole sulle principali differenze fra Obama e McCain potete trovarla qui e qui, però non facciamoci troppe illusioni, a quei livelli le differenze sono soprattutto di immagine politica e di sfumature, chi si aspetta una svolta a 180° della politica americana rischia di rimanervi deluso..... fino a quel momento però gridiamo tutti .... Iesss uii Ciange!

martedì 4 novembre 2008

Usa election day (sognando che Guevara)

Oggi è un giorno speciale per circa 130 milioni di americani, si elegge infatti il nuovo presidente che resterà in carica per 4 anni. La scelta non è certo facile, da una parte un candidato democratico nero, dal nome troppo simile a quello di un noto terrorista, giovane e telegenico, finanziato da ogni tipo di multinazionale, dall'altra un candidato repubblicano bianco, dal cognome troppo simile a una nota casa di panini, vecchio e un po goffo, con una certa propensione ai discorsi infarciti di patriottismo militare e ferite di guerra.

Fortunatamente, non tocca certo a me esprimere un voto, d'altronde non mi permetterei mai di usurpare questo spazio per sostenere una qualsivoglia preferenza fra Obama e McCain.

A dire la verità c'è anche Ralph Nader, indipendente di sinistra, ambientalista e cane da guardia delle multinazionali, ma é oggi più sconosciuto della piadina romagnola per un neozelandese.

In ogni caso una cosa è certa, chiunque vincerà l'indomani sarà sicuramente ebbro di gioia, ma avrà anche qualche grattacapo, come ad esempio .... sceglere il nuovo arredamento per la sala ovale.

sabato 1 novembre 2008

E' nato il "porta e incassa"

Tempo fa avevamo parlato dell'esperienza di recoplastica, purtroppo risultata in larga perte deludente, in cui si sanciva però un principio giustissimo: "il cittadino deve avere la possibilità di rivendere direttamente il proprio materiale adatto al riciclo".

Ora sembra che la stessa idea, non mediata da una azienda privata, ma inserita direttamente in forma di decreto-legge sia approdata al consiglio dei ministri ed abbia avuto l'approvazione in un nuovo decreto straordinario per la gestione dei rifiuti. Questa norma, prevista inizialmente solo per la regione campania, sancisce la possibilità teorica, da parte del cittadino, di conferire direttamente materiale riciclabile alla piattaforma Conai, vedendoselo pagare cash. Praticamente il progetto recoplastica ma gestito in modo pubblico.

Il quotidiano "La Repubblica" riporta le dichiarazioni del sottosegretario Guido Bertolaso:

L'articolo 1 del decreto - aggiunge Bertolaso - consente ai cittadini della Campania di sviluppare in modo autonomo il riciclo della spazzatura. Ogni cittadino può andare con la spazzatura alla mano alla più vicina piattaforma Conai (consorzio nazionale imballaggi) e ricevere un compenso economico per i rifiuti riciclabili.

Questo articolo si aggiunge ad altri dei quali si è già parlato sui principali quotidiani, come la reclusione fino a tre anni per chi abbandona ingombranti fuori dagli appositi spazi (e che dire poi per chi brucia quelli tossici?) e il commissariamento dei comuni inadempienti (come se molti comuni non fossero già pluricommissariati).

La novità si ritiene estremamente interessante perchè potrebbe prefigurare un precedente al quale altre regioni potrebbero adeguarsi, ne parla anche Ugo Bardi in questo post. Finalmente un provvedimento che va nella direzione giusta, incentivando davvero il riciclo al pari di forme avanzate di raccolta domiciliare come il "porta a porta", non a caso è stato già denominato "porta e incassa".

N.B. Se siete un po masochisti, potete trovare qui tutti i riferimenti di legge sulla gestione straordinaria dell'emergenza rifiuti in campania, mentre trovate qui il decreto-legge del governo (in fase di pubblicazione) approvato il 31 ottobre 2008 riguardante le nuove disposizioni in oggetto