mercoledì 31 dicembre 2008

Buon 2009 foderato di felicità e di sobrietà

Il mio nonno era un sarto, ed io passavo le giornate aggrappato sul bancone di legno grezzo chiaro e morbido, pieno di graffi come fossero antichi geroglifici, dove venivano stese le stoffe per il taglio dei vestiti. L'unico odore che permeava l'aria era quello fresco e pungente del gesso, in panetti rettangolari e affilati come rasoi, conservati in scatole come fossero reliquie.

Sotto le mani abili di mio nonno i gessi scivolavano rapidi in gesti netti e precisi, disegnando un panorama di contorni bianchi, pensavo fossero profili di prati e di fiori, col senno di poi scoprii con disappunto che erano solo i segni per le asole.

Poi quel suono feroce e dolce, come un colpo di sciabola che sibilando arrivava fino in fondo inesorabile, fendendo l'aria con uno stridore metallico acuto. ZZZzziiiiANNNngggggg, forbici di metallo duro e pesante come fossero spade, seguivano i contorni bianchi e staccavano dalla stoffa i prati e le colline, nei tratteggi arrivavano ondate di spilli come se fossero frecce scagliate da gnomi immaginari.

Un manichino nudo e nero rivestito di panno, senza testa, aspettava pazientemente il suo turno per regalarsi un vestito.

Diamo un taglio netto a questo 2008... ZZZzziiiiANNNngggggg, buon 2009 foderato di felicità e di sobrietà!

domenica 28 dicembre 2008

Inshallah

Non si può tacere di fronte all'abominevole tragedia che sta colpendo il popolo palestinese in questi giorni di festa, proprio laggiù dove la tradizione cristiana vuole che sorga un luogo sacro per l'umanità. Sto parlando della striscia di Gaza, dove a causa di una premeditata reazione Israeliana, sono oltre 400 i morti a seguito di un attacco aereo scatenato dal ministro degli esteri Livni, designata vice di Olmert. D'altronde il ministro degli esteri l'aveva già affermato pubblicamente, se vinco spazzerò via Hamas con ogni mezzo. L'attacco era già stato preparato da tempo.

Tutto ciò mi ricorda tragicamente l'eccidio delle fosse ardeatine, del 1944, dove a seguito dell'uccisione di una decina di soldati tedeschi venne compiuta una rappresaglia premeditata, vilmente preparata a tavolino, che finì con l'uccisione di 335 persone, solo pochi dei quali realmente partigiani o comunisti. Serviva solamente un pretesto, ma era tutto già preparato.

Così come alle fosse ardeatine si fece finta di inviare un ultimatum di resa, mentre il realtà l'eccidio avvenne solo poche ore dopo la strage di via Rasella, così Israele coglie il pretesto di alcuni lanci di rudimentali razzi Qassam dalla tecnologia obsoleta, della serie "n'do cojo cojo", per scatenare la sua offensiva. Armi ultramoderne e sofisticatissime, contro gente inerme che ha come sola colpa quella di lottare per la loro libertà.

Ricorda molto la storia del ragazzino che tortura gli animaletti e ce l'ha sempre vinta. Cosa pensa, la iena Livni, che i palestinesi per questo si cagheranno sotto e andranno in massa a leccarle il culo, rinunciando al loro diritto alla libertà ? Ricordo che Hamas, il movimento di resistenza islamica, è stato democraticamente eletto nel 2006, così come Berlusconi, Putin, Bush (forse), Sarkozy, e lo stesso Olmert lo sono stati nei loro rispettivi paesi.

Certo, anche Hitler e Mussolini sono stati eletti democraticamente, ritengo però che debbano essere i popoli a doversi ribellare ai loro leader se questi li portano alla rovina, non paesi terzi che brandiscono, spesso per convenienza politica, il bollino di chi è terrorista e chi no. So che è una argomentazione un po forte, ma credo che democrazia sia anche questo, consentire ad un popolo la propria evoluzione sociale nella storia e la possibilità di vivere nella propria terra senza subire soprusi e umiliazioni.

Inshallah, significa se dio vuole, ma se dio davvero volesse, non permetterebbe mai tutto questo.

Fonte: Lameduck

giovedì 25 dicembre 2008

Animal Christmas

Ancora alle prese con la digestione lenta e complicata del pranzo di natale, rilassiamoci con una bella canzoncina natalizia cantata dagli ... animali (il cappone non c'è perché malauguratamente è finito nei nostri cappelletti in brodo). E' un ignobile sfruttamento animale, lo so cosa pensate, però mi è sembrato un video carino ed ho pensato di farvelo gustare, ci si risente dopo le feste!

mercoledì 24 dicembre 2008

Il MIZ vi augura BUON NATALE

Al posto dei soliti scontati auguri... voglio regalarvi questo piccolo giochetto natalizio, sperando che vi mantenga sempre in allegria e di buon umore..

FELICE NATALE A TUTTI GLI AMICI DEL MIZ






Monte San Pietro, comune virtuoso

Salvina Elisa Cutuli di Terranauta, parla di Monte San Pietro nel bolognese, rivolgendosi a coloro che ancora credono che la raccolta differenziata domiciliare sia in fondo una pessima idea:

10.000 abitanti e un’amministrazione illuminata. In pochi mesi a Monte San Pietro (BO) si è passati dal 25 all’80% di raccolta differenziata. E mentre in molti cercano siti per nuove discariche, loro ne chiudono una. Com’è stato possibile tutto ciò? Grazie al coinvolgimento della popolazione.

Monte San Pietro e i suoi cittadini sono l’esempio concreto che le cose possono cambiare anche in poco tempo. Basta solo volerlo.

Non stiamo parlando di una città utopica ma di un piccolo comune in provincia di Bologna, di 10.000 anime circa, riconosciuto anche come comune virtuoso per i grandi risultati ottenuti grazie alla raccolta differenziata porta a porta partita nello scorso novembre.

Tutto è nato dopo tre anni di lunghe e faticose trattative in seguito alle quali il comune è riuscito, nel luglio 2007, a mettere in pratica un progetto che permettesse lo sviluppo e il diffondersi della raccolta differenziata. La sfida più grande poi, è stata quella di sensibilizzare i cittadini attraverso un progetto di comunicazione che potesse sostenerli in questo grande sforzo, da tempo annunciato dall’amministrazione ma fino ad allora mai concretizzato.

Attraverso assemblee pubbliche (circa quaranta organizzate in modo da consentire a tutti di poter intervenire, scaglionando i partecipanti nel corso degli incontri), attività con le scuole, attività di sportello presso gli uffici comunali e attività di tutoraggio, tutti i cittadini sono stati resi partecipi ed incoraggiati a qualsiasi forma di sperimentazione e di condivisione.

In questo modo, sono state contattate telefonicamente 1800 famiglie; 2000, invece, hanno partecipato agli incontri e 3500 hanno ricevuto la visita dei tutor (ragazzi reclutati nello stesso paese che hanno seguito un percorso di formazione), mentre 200 sono stati i condomini visitati dai gestori per il posizionamento dei bidoni e 700 i bimbi che hanno partecipato alle attività didattiche.

Questo è quanto è emerso dall’intervento di Manuela Ruggeri, Assessore all’Ambiente del comune di Monte San Pietro, al convegno “RIfiuto: RIduco, RIciclo” tenutosi a Gambettola lo scorso 25-26 ottobre.

La Ruggeri spiega alla platea come nella presentazione delle scelte ambientali che avevano spinto l’amministrazione ad optare verso questa nuova direzione, siano state inserite foto di discariche e di inceneritori, poiché il 90% degli abitanti di Monte San Pietro non sapeva esattamente cosa fossero e come funzionassero.

Ma non è stato tutto semplice. Inizialmente le persone avevano mostrato molte resistenze. In molti, ad esempio, si chiedevano: “come faccio a buttare in bidoni così piccoli così tanta immondizia?” Cinque mesi dopo l’inizio della raccolta differenziata porta a porta, non solo le perplessità erano scomparse, ma i cittadini si sono dimostrati entusiasti e soprattutto più consapevoli della produzione dei rifiuti, tanto da sollecitarne una riduzione a monte.

Del resoconto di Manuela Ruggeri, infatti, impressiona la velocità con cui le seguenti pratiche si sono diffuse: il compostaggio dei rifiuti domestici, messo in pratica da mille famiglie e dai bimbi della scuola materna ed elementare; il last minute market che consente di recuperare ciò andrebbe buttato via e che viene invece nuovamnte immesso nel circuito a fini di beneficenza; un grosso gruppo di acquisto solidale sorto grazie al sistema del porta a porta e alle assemblee collettive attraverso le quali è nata una maggiore socializzazione tra i cittadini del piccolo comune; il mercatino dell’usato gestito dai bimbi che, nel corso dell’anno, hanno realizzato questo evento insieme alle loro famiglie, con scambio e piccole vendite; una maggiore distribuzione di contenitori per acqua alla spina e per detersivi alla spina (quest’ultima in corso di allestimento).

E fu così che la raccolta differenziata è passata dal 25,5% all’80%, mentre solo il 20% di rifiuti viene mandato in discarica. A tal proposito la Ruggeri ha ricordato che “il prossimo anno, la discarica vicino Monte San Pietro verrà chiusa.

Continua su: Blog di Marco Boschini


martedì 23 dicembre 2008

Archimede e il suo codice perduto

In questi giorni pre natalizi sto scrivendo molto poco per il blog, in compenso sto leggendo molto, al contempo cercando di ridurre l'esposizione al mezzo televisivo al minimo indispensabile, giusto per non sembrare avulso dal mondo "civilizzato". In particolare, sto leggendo un libro molto interessante dal nome: "Il codice perduto di Archimede".

Il libro narra delle vicende accorse nella storia alle opere scritte dal matematico siracusano che visse attorno al III secolo avanti cristo. Archimede era un vero genio, in maniera del tutto inaspettata ed incredibile una copia inedita di un suo "palinsesto" è arrivato fino ai tempi moderni, deturpato poiché riutilizzato maldestramente da alcuni monaci del medioevo (che non capivano ovviamente un acca di ciò che vi era inscritto) per riciclarne la pergamena. Sopra alle pagine quasi illeggibili di Archimede, hanno manoscritto un testo di preghiere sacre, inconsapevoli del valore immenso di ciò che avevano grattato via dalla pergamena originale.

Per assoluto miracolo, con una probabilità di uno con infiniti zeri, in tempi recenti agli inizi del secolo scorso è stato ritrovato per puro caso, unica copia esistente al mondo. Grazie ai computer e alle tecniche moderne di elaborazione per immagini, solo pochi anni fa si è riusciti a decodificare realmente fra le pieghe ingiallite quanto scritto, fino a ricostruire integralmente le lettere che Archimede scriveva a Eratostene (quello del crivello), ove spiegava ad egli quello che è rimasto storicamente noto come "Il Metodo".

In cosa consiste il metodo di Archimede ? Ben millecinquecento anni prima di Galileo, Newton, Leibniz, ed altri matematici moderni, Archimede aveva già scoperto le leggi basilari del calcolo infinitesimale, alla base delle equazioni che governano il mondo della Fisica. Ciò che ne fa un testo straordinario è il "metodo" (appunto) impiegato da Archimede per arrivare a certe conclusioni, le quali hanno poi impiegato migliaia di anni per essere ri-affermate attraverso il cosiddetto metodo scientifico.

I suoi procedimenti erano esclusivamente mentali e logici, nessuna evidenza di esperienza sperimentale, solo un puro viaggio di natura geometrica speculando sulla sola forza dell'intelletto. Sostanzialmente ha dimostrato che il mondo si comporta così come è perché segue le leggi della logica, pur attraverso ragionamenti euristici portati al limite dell'infinitamente piccolo. La supremazia della logica sul mondo fisico porta quest'ultimo a comportarsi esattamente come dovrebbe collaborando affinché non entri mai in contraddizione con se stesso, senza speranza alcuna per il misticismo e la magia.

Archimede non aveva gli strumenti matematici moderni, ma fu comunque l'inventore "de facto" di ciò che oggi chiamiamo "equazione", la quale rappresenta un modo sintetico per rappresentare le relazioni fra oggetti visualizzati tramite "diagrammi". I diagrammi di Archimede sono i veri protagonisti dei suoi scritti, fu il primo infatti, a quanto si capisce, nel riuscire ad esprimere concetti geometrici astratti tramite diagrammi che non rappresentano per similitudine l'aspetto visivo del mondo fisico.

Ad esempio, in un suo trattato sui poligoni, disegna volutamente i lati come segmenti curvi e non come rette, poiché in quel contesto interessava porre l'evidenza sulle relazioni topologiche dei vertici, senza lasciarsi influenzare o fuorviare dall'aspetto dei lati in se che nel contesto citato erano assolutamente irrilevanti. D'altronde, anche la sua scrittura era piuttosto complicata e minimale, in quanto a quei tempi esistevano solo le lettere maiuscole e fra le parole non erano ammessi spazi, poteva quindi scrivere cose del tipo:

"SEALFASTAABETACOSICOMEBETASTAAGAMMAALLORAGAMMADIVIDEBETAALFAINPARTICHE...."

Archimede disegnava rette intendendo curve, spezzate intendendo archi, e archi intendendo lati, parlava per equazioni senza usare spazi, non dubito che fosse stato un testo di incredibile difficoltà per i matematici dell'epoca. Nondimeno, è stato in grado di ottenere risultati straordinari, come il calcolo dei baricentri di figure complesse, previsioni sulle leggi del moto per i proiettili balistici (ben prima di Newton), il calcolo delle aree e dei volumi di figure complicatissime. Nonché un valore incredibilmente preciso per la costante Pi-Greco.

A proposito, a lui dobbiamo i primi trattati sullo studio dei corpi galleggianti, elaborati puramente con l'intelletto e non, come vuole la credenza popolare, gridando "Eureka" mentre era disteso sulla vasca da bagno!!

Perché ho voluto raccontarvi tutto questo e con tanto malcelato entusiasmo ?

Credo che il motivo risieda in un concetto a mio parere fondamentale, per capire cosa ci accade intorno non è quasi mai indispensabile riuscire a rappresentare gli eventi nella maniera più accurata possibile, è sufficiente coglierne i nessi logici fondamentali e minimi. Potremmo chiamarlo: "raggiungere il nocciolo delle cose escludendo volutamente i dettagli irrilevanti".

Nel mondo moderno, si è sostanzialmente persa la sensazione di cosa è realmente rilevante e cosa non lo è, al punto che Oscar Wilde amava citare: "Nella vita moderna, non c'è niente di così indispensabile come il superfluo".


Video: Operazioni di conservazione sul palinsesto di Archimede

sabato 20 dicembre 2008

Ultima frontiera del compostaggio domestico

Dal sito di Aspo Italia, Ugo segnala in questo suo post un utile dispositivo proveniente da oltreoceano, si tratta di un compostatore elettrico. Il costo é di circa 300$ il che non è propriamente economico ma nemmeno tale da scoraggiarne completamente l'acquisto, le caratteristiche sono altresì molto interessanti. E' essenzialmente una compostiera come tutte le altre, che però necessita di energia elettrica per operare, con un assorbimento medio continuativo di circa 20W (5KWh/mese, pari a poco più di un euro al costo medio enel).

Un rimescolatore interno e un riscaldatore connesso a un microcomputer consente di compostare molto più rapidamente rispetto alle normali soluzioni da giardino, il che significa che a parità di volumi trattati riesce ad essere molto più piccolo, così piccolo da poter essere ospitato anche dentro casa (o sotto il lavello) anzichè all'esterno.

Problemi di odori, a detta del produttore, non dovrebbe darne grazie ai filtri e all'aerazione forzata data da una piccola ventola, a patto che si stia un po attenti a cosa ci si mette dentro. Ad esempio, Ugo ha sperimentato personalmente che non tollera molto bene la segatura di legno (che per qualche oscuro motivo genera un odore mefitico durante il compostaggio).

Considerando che una compostiera decente di plastica di capacità equivalente può costare agevolmente oltre il centinaio di euro, mi sembra una soluzione interessante per coloro che un vero e proprio giardino non hanno o trovano scomodo andare all'esterno dell'abitazione per smaltire il proprio organico.

Seguiremo con attenzione se funzionerà veramente o si tratterà dell'ennesimo "eco-gadget" tecnologico, in ogni caso mi sembra un passo in avanti verso una strategia ambientale che mira al riciclo totale dei rifiuti, il 40% dei quali è normalmente di natura organica, quindi compostabile.

Non ho idea se Hera riconosca uno sgravio in tariffa per l'utilizzo di questi sistemi, ne dubito fortemente, dato che in molte città (fra cui Cesena) ove sono ubicati i cassoneti marroni dell'organico, il gestore non fornisce alcuna possibilità di richiedere alcuna compostiera, con conseguente riduzione di 8€ annuali in tariffa.

mercoledì 17 dicembre 2008

Hera e l'arroganza dei monopoli radicali


Questa frase è stata scritta negli anni 70' da Ivan Illich:

«Per monopolio radicale intendo un tipo di dominio di un prodotto che va molto al di là di ciò che il termine solitamente indica. Generalmente si intende per monopolio il controllo esclusivo, da parte di una ditta, sui mezzi di produzione o di vendita di un bene o d'un servizio.

I monopoli di questo tipo sono dei pericolosi sottoprodotti dello sviluppo industriale... Questo primo tipo di monopolio restringe le possibilità di scelta del consumatore o addirittura lo fa trovare di fronte a un unico prodotto sul mercato, ma raramente limita in altri sensi la sua libertà.

Un uomo assetato può desiderare una bibita analcolica, fresca e gassata, e trovarsi astretto alla scelta di una sola marca, ma resta libero di togliersi la sete bevendo birra o acqua.

Solo se e quando la sua sete si traduce senza possibli alternative nel bisogno forzato, nell'acquisto obbligatorio d'una bottiglietta di una certa bibita, soltanto allora si installa il monopolio radicale.

Non intendo il dominio di una certa marca, ma la necessità industrialmente creata di servirsi di un tipo di prodotto. Si ha monopolio radicale quando un processo di produzione industriale esercita un controllo esclusivo sul soddisfacimento di un bisogno pressante, escludendo ogni possibilità di ricorrere a tal fine, ad attività non industriali

Ivan Illich, La convivialità, pp 89-90

Mi stupisco della sua genialità e di come avesse compreso (negli anni '70!) dinamiche che hanno mostrato tutti i loro effetti solo dopo il 2000. Oggi aziende come Hera, che agiscono in regime di integrale monopolio di fatto, stanno effettivamente esercitando enormi pressioni per negare, all'origine, l'ingresso di altri operatori nel settore della raccolta rifiuti, facendosi scudo delle loro necessità industriali.

In sostanza, quello che aziende come Hera affermano, come ad esempio che il porta a porta non conviene o che gli inceneritori sono indispensabili, è il frutto di questo sciagurato tentativo di ridurre tutto a business, mantenuto in piedi grazie al ricatto continuo che viene esercitato all'interno dei piccoli comuni.

Sarà forse questo il motivo per cui, un tale di nome Roberto Sacchetti, in pieno conflitto di interessi e di ruoli, siede nel consiglio di amministrazione di Hera e contemporaneamente è astato nominato a capo della direzione strategica delle politiche ambientali del PD ?

Consigliere di nomina politica che guadagnano oltre 100.000 euro all'anno, possono essere imparziali nelle loro scelte politiche ? Io credo di no, salvo eccezioni non potranno nei fatti che difendere le necessità del monopolio che rappresentano.

Sarebbe come se il garzone dipendente di un salumiere aprisse un centro culturale per lo studio dei salumi, e decidesse, dopo accurate indagini, che l'unico salume che vale la pena di mangiare è quello che produce il suo padrone.

Propongo che le rappresentanze politiche parcheggiate nei consigli di amministrazione delle società a partecipazione pubblica (ex municipalizzate) siano pagate direttamente dai comuni, e non dalle società stesse, e che siano sostituite ogni due anni per evitare sodalizi di affari. Solo così potranno entrare concetti come "tutela dei bisogni reali collettività" all'interno delle decisioni politiche in materia ambientale.

Pensate che negli USA, alla direzione della task-force ambientale di Obama, hanno messo addirittura un premio nobel per la fisica, esperto di energie rinnovabili e alternative, da noi se va di lusso mettono qualche portaborse.



martedì 16 dicembre 2008

Il progetto Carretta Caretta

Si chiama “Carretta Caretta” e si impegna a risolvere il difficile problema della raccolta e differenziazione dei rifiuti, escludendo la presenza dei cassonetti nelle strade. Il progetto è stato ideato da un giovane ingegnere siciliano, Paolo Garelli, ed ha già ottenuto consensi a livello internazionale essendo stato sottoposto alla European Environment Agency.

Il progetto di Paolo Garelli che vive e lavora ad Augusta è stato inserito nel gruppo lavoro della International Solid Waste Association (ISWA), si tratta di un'associazione internazionale, indipendente e senza scopo di lucro, che promuove e sviluppa la gestione dei rifiuti solidi. ISWA ha membri in tutto il mondo ed è l'unica associazione che promuove la gestione dei rifiuti sostenibile servendosi di professionisti del settore:

Sono soddisfatto - ha affermato Paolo Garelli - dell'accoglienza del progetto da parte della ISWA che mi ha inserito nel loro gruppo di lavoro. Ad aprile é stato presentato il progetto "Carretta Caretta" ad Amburgo, così come a Vienna nell'aprile 2008. Mi auguro che a breve alcuni comuni associati incomincino la fase di sperimentazione.

Il sistema utilizza piccoli mezzi, veri e propri “cassonetti mobili”. Questi mezzi, denominate “carrette”, in giorni e in orari prestabiliti si posizioneranno negli spazi a loro dedicati in diverse zone della città per servire i cittadini nel disfarsi dei propri rifiuti. E' in sostanza una variante del metodo Porta a Porta, con l'importante novità della presenza di mezzi che non solo raccolgono il rifiuto in maniera domiciliare casa per casa, ma stazionano anche in punti prestabiliti, per il conferimento diretto di materiali pericolosi o inquinanti.

Ciò può dare un grosso contributo affinché materiali problematici come solventi, batterie, oli esausti, medicinali, vernici, colle, prodotti chimici corrosivi, non siano conferiti nel circuito tradizionale (o peggio abbandonati in strada). Un sistema tradizionale ben difficilmente può recuperare questi materiali, dato che è difficile convincere le persone a conferire nelle isole ecologiche attrezzate, spesso troppo lontane da casa. Un sistema molto simile è in uso anche nel comune di Friburgo in Germania, dove piccoli mezzi mobili stazionano in punti prestabiliti nelle piazze attendendo i conferimenti speciali ed informando contemporaneamente la popolazione sulle corrette pratiche del riciclo.

Attualmente vari comuni fra cui Terracina stanno pensando di adottare questo sistema innovativo, i cui costi stimati sono disponibili in questa scheda tecnica. A tutt'oggi non risulta che sia stato ancora avviato a regime, in una qualche città italiana, un servizio simile.


sabato 13 dicembre 2008

Buon Compleanno al Presidente del MIZ


Esattamente era il 15 dicembre di una giornata uggiosa nel lontano anno 1968. Un primo vagito come quello di una bimba uguale a tutte le altre, mentre invece si fondava la storia del MIZ.

mercoledì 10 dicembre 2008

C'è (r)accolta e (R)accolta

Quando si parla di raccolta differenziata bisogna chiarire un concetto: una cosa è la raccolta differenziata altra cosa è la quantità di rifiuti che ritorna nel circuito produttivo come materia prima seconda.

Non tutto quello che viene raccolto è quindi recuperato come risorsa: ci sono frazioni assolutamente non recuperabili che subiscono inevitabilmente scarti durante il processo di recupero (sovvalli). Se carta, plastica, vetro sono sporchi ci sarà molto scarto. Se sono fusi assieme ci sarà molto scarto, se sono schiacciati e sbriciolati ci sarà molto scarto.

La raccolta differenziata multimateriale può avere un senso qualora esista un principio fisico semplice ed economico per effettuare la separazione meccanica, come ad esempio plastiche e lattine di banda stagnata, separabili tramite una elettrocalamita, in linea generale è però sconsigliabile se l'obiettivo è un elevato recupero, dato che nel multimateriale ci può finire di tutto, e pochi cittadini prestano davvero attenzione all'elenco dei materiali permessi.

La raccolta monomateriale, paradossalmente, può rivelarsi anche essa piuttosto problematica a causa della elevata variabilità delle composizioni dei materiali, i quali pur omogenei come tipologia non possono talvolta essere riutilizzati se non sono della stessa specie chimica. Occorrerebbe tenere separati PET, PVC, Nylon, Teflon, Plexiglass, polipropilene (PP), poliammide (PA). Per un recupero di qualità occorrerebbe inoltre tenere separati i vari colori, specialmente nel vetro, ed impedire contaminazioni da parte di materiali ceramici, dannosi per il recupero anche se in quantità piccolissime.

Il grande cassonetto stradale, di volumetria elevata, non può essere efficiente senza l'ausilio un sistema compattatore installato a bordo del veicolo adibito alla raccolta. Dato che schiacciando e mescolando i rifiuti si riduce la possibilità di recuperarli efficacemente, risulterà molto più difficile avere un recupero di qualità anche utilizzando i più moderni sistemi di separazione meccanica. Al contrario, la raccolta domiciliare, specialmente quella in cui i cittadini sono istruiti a separare i tappi, i contenitori di tipo diverso, i materiali omologhi, schiacciati ma non pressati al punto di renderli irriconoscibili, permettono una efficace separazione tramite l'utilizzo di un sistema combinato meccanico e manuale.

Questo é il motivo principale per cui affidarsi interamente alla separazione meccanica, ignorando qualsiasi intervento a monte, produrrà inevitabilmente un alto tasso di scarti, le soluzioni miracolose infatti non esistono, ogni incremento di resa desiderato necessita di un incremento di costo ben più che proporzionale, quando il materiale non sia stato trattato fin dall'origine in funzione da facilitarne il recupero.

Un sistema che permette di avere a monte un rifiuto molto pulito è quello porta a porta, il quale ha anche l’enorme vantaggio di incentivare comportamenti virtuosi in tutto il sistema di filiera, dalla riduzione dei rifiuti alla fonte, alla sensibilizzazione dei cittadini.

Esistono in verità altri sistemi possibili che presentano taluni dei vantaggi auspicati, ad esempio si potrebbe dotare ogni cittadino di una "card" con la quale aprire il cassonetto stradale e contabilizzare in qualche modo il rifiuto prodotto. Tali sistemi sono comunque classificabili di tipo "non domiciliare", pur permettendo una tariffa puntuale. Il requisito di utilizzare grossi compattatori per svuotare i contenitori stradali rimane inalterato, il controllo incrociato dei cittadini sulla qualità di raccolta è comunque scarso o inesistente, pertanto gli scarti saranno comunque molto elevati.

La realtà industriale della Romagna, con una forte presenza impiantistica, una elevata efficienza del lavoro (pochi addetti al servizio) e una gestione a scopo di lucro del servizio di gestione dei rifiuti (Hera è una SPA) si sta avviando verso una crisi di tipo strutturale. Le normative si stanno rendendo sempre più stringenti (e quindi costose se affrontate con il sistema attuale), ciò induce il gestore a creare fortissime resistenze politiche verso l’introduzione di un qualsiasi sistema tecnicamente più efficiente per la raccolta dei rifiuti, con il timore che ciò intacci il proprio margine di profitto.

Non nascondiamoci dietro a un dito, il sodalizio di affari fra il gestore dei rifiuti e la politica locale, dove non si capisce più chi sia il controllore e il controllato, induce la politica stessa a comportamenti che sembrano più tutelare il bisogno di profitto delle sue controllate piuttosto che garantire un servizio migliore alla cittadinanza. Il costo inferiore in fondo non importa al gestore, ciò che conta è la redditività garantita a chi guadagna in proporzione del volume dei rifiuti trattati. Una migliore raccolta riduce i volumi trattati, perché educa i cittadini a buttare di meno, ciò è inaccettabile per Hera, che infatti le prova tutte, dal cassonetto di prossimità alle campagne informative nelle scuole, pur di non affrontare il tema alla radice.

Queste resistenze sono comprensibili,, già si è investito pesantemente nel sistema attuale, cambiare rotta ora significherebbe letteralmente buttare guadagni di impresa, anche se l'obiettivo sarebbe avere una migliore performance ambientale ed un risparmio per i cittadini.

In questi giorni sarà deciso se e come sperimentare la raccolta dei rifiuti porta a porta a Cesena e Forlì. L'attuale normativa prevede infatti il raggiungimento del 65% di RD entro il 2012, e se tale obiettivo non venisse raggiunto dovremmo pagare una salatissima penale da rigirare direttamente in tariffa. Nessun sistema a cassonetti in Italia, in assenza di trucchi come il ricorso a grosse iniezioni di "rifiuto assimilato", è in grado di raggiungere queste percentuali senza fare esplodere i costi.

Al cittadino ora la scelta, pagare a breve molto di più come tariffa di igiene ambientale (già oggi salatissima) a causa delle penali, oppure pagare poco di più oggi, ed in una prospettiva a medio termine addirittura meno, per finanziare un sistema diverso capace di raggiungere l'obiettivo e recuperare il materiale per la massima quantità possibile, come prevede la legge. Inoltre, un sistema basato prevalentemente su tecnologie leggere e sul lavoro manuale, garantirebbe uno sviluppo in termini di occupazione notevole, e con i tempi che corrono questo non è poco.

Solo il porta porta garantisce percentuali maggiori del 60% a costi accettabili, da un punto di vista normativo questo é il momento giusto per in cambiamento, in modo che entro il 2012 si entri a regime in tutta la Città e non solo in un quartiere pilota.

Però bisogna fare presto, prima che questo governo insensibile alle tematiche ambientali cambi le carte in tavola e dichiari inutile la raccolta differenziata, ricorrendo all'incenerimento come unica via per smaltire il rifiuto. (sarà possibile solo il riciclaggio di denaro sporco e di politici corrotti).

Il porta a porta non è un costo ma un investimento, significa in sostanza più risorse, più posti di lavoro, tariffe nel medio termine più leggere e commisurate al rifiuto indifferenziato effettivamente prodotto, più tecnologia orientata al recupero anziché allo smaltimento.

Prendiamo ad esempio ciò che già accade nei consorzi Priula, Chierese, Novara, Salerno.. e tutte le altre realtà compresa la famigerata Forlimpopoli che è già al 70% di RD da più di un anno e ha ridotto i suoi rifiuti alla fonte di quasi 100Kg/anno pro capite, con un indice di soddisfazione della popolazione di oltre il 90%.

Non ci sono più scuse, la raccolta domiciliare si può fare.

lunedì 8 dicembre 2008

Eco bubbole fra nuvolette ed arcobaleni

C'è qualcosa di peggio della cementificazione selvaggia e del consumo di suolo pubblico sacrificato sull'altare del dio auto ? C'è.... ed è il tentativo puerile ma efficace di fare credere alle persone che tutto ciò che succede è bello, è progresso, è addirittura "ecologico". Per farlo basta recintare il cantiere XY con pannelli azzurri su prato verde, poi guarnirli con rassicuranti nuvolette e l'immancabile arcobaleno! E' una cosa da fare vomitare all'istante... e succede a Cesena.

Non pensiate che sia una invenzione nuova, per tenere sotto controllo gli umori di quella massa cerebrolesa e disorganizzata che i nostri amministratori chiamano "cittadini", da che mondo e mondo, è sufficiente ingigantire un qualche segnale rassicurante, come colorare il camino dell'inceneritore di Brescia di un intenso Azzurro. Magicamente la natura torna a riprendere il sopravvento. E tutti se ne vanno rassicurati. Qualcosa di azzurro non potrà fare male, vero ?

Ma ritorniamo ai pannelli belli e rassicuranti citati all'inizio dell'articolo, cosa sono ? Ma certo, è il cantiere del CAPS, che sarà denominato "Parcheggio Garampa" così come appare nel cartellone di autorizzazione lavori. Vani i tentativi di fermarlo. Fra meno di un anno potremmo finalmente godere degli indispensabili 229 posti auto in più. Bene inteso, tutti rigorosamente eco-compatibili, sostenibili, e colorati di tutti i colori possibili (tranne il grigio e il nero, che ricordano troppo l'inquinamento). Con quello che lo abbiamo pagato, almeno fateci scegliere il colore.. dato che il cielo e la Rocca da la sotto non potremo vederli più.

Condivido pertanto pienamente le opinioni del post "il nuovo parcheggio eco-illogico" di PeraBlog, che invito tutti a leggere per farsi una idea di come la buona politica sia una cosa e quella attuale di Cesena un altra.

domenica 7 dicembre 2008

Lo stato boicotta il latte crudo in TV


Davvero singolare la campagna anti-promozionale che sta passando in questi giorni su alcune testate giornalistiche televisive e non, tese a diffondere una irrazionale paura verso il fenomeno assai recente della diffusione dei distributori di latte crudo.

Va da se che elementari regole di igiene devono essere rispettate, trattandosi ovviamente di prodotto altamente deperibile, in particolare deve essere assolutamente garantita la catena del freddo dalla produzione alla distribuzione, con temperature sempre comprese fra 2° e 4°. Tuttavia terrorizzare i consumatori, addirittura paventando una moratoria sulla distribuzione per ragioni di salute, mi sembra davvero troppo.

Oggetto della vicenda sono le incredibili dichiarazioni di alcuni senatori del PD (e pure alcuni dell'IDV), i quali si meravigliano di come il parlamento non risponda a seguito delle notizie di casi di infezioni sospette causate dall'assunzione di latte crudo. In effetti, una teorica probabilità di prendere un qualche batterio esiste, nulla però che non si possa risolvere velocemente con un po di cagotto ...

Tutti noi da bambini abbiamo assunto quintalate di latte crudo, le nostre mamme sapevano benissimo che se non consumato entro pochi giorni andava necessariamente bollito, qualcuno se lo ricorda ancora il "bollilatte", con quel coperchio strano bucherellato che serviva per separare la schiuma di bollitura ? Oggi si pensa che se non è infarcito di tetrapack che rilascia inchiostro nel prodotto, non è stra-pastorizzato con il metodo UHT, al punto da snaturarne le proprietà, sia pericoloso per la salute... (per i guadagni dei grandi distributori sicuramente si).

In Italia i distributori, censiti dal sito milkmaps, sono circa 2000 e servono un bacino di almeno 100.000 persone (risibile quindi che per 9 casi di infezione batterica si gridi all'epidemia), al contempo i vantaggi per la collettività sono assai evidenti:
  • Prodotto più sano, più buono, più naturale
  • Risparmio garantito (circa 1€ al litro in media)
  • Meno rifiuti (imballaggi, tetra pack)
  • E' a Km zero per necessità di cose
  • Incentiva la diffusione di prodotti alla spina
  • Batteri utili (si, il latte contiene batteri utili)
I benefici, superano enormemente i rischi, specialmente in vista di una futura economia autarchica in cui qualche compromesso dovrà necessariamente essere accettato, pur di continuare il nostro dispendioso stile di vita occidentale. Sorge il legittimo sospetto che siano state le lobby della grande distribuzione a promuovere spot dementi come questo, come reazione alla forma di concorrenza che i distributori di latte crudo creano.

Update: Se,brerebbe che i casi non siano 9 ma solamente 3 e divisi negli anni 2007 e 2008. Complottismo ? Forse... vale la pena di sentire l'intervista che Grillo ha fatto al giornalista Matteo Incerti...

sabato 6 dicembre 2008

Inquinatores Non Prevalebunt


Un Berlusconi-Nerone bellicoso contro la plebe colpevole di chiedere salute e salvaguardia del clima. Stufa di essere sottomessa e stordita a furia di "panem et circenses", la ribellione si organizza ... bellissimo ed evocativo questo video di GreenPeace!

venerdì 5 dicembre 2008

Intervista a Stefano Montanari, scienziato delle nano patologie

Stefano Montanari è uno scienziato italiano, ricercatore e studioso di nanopatologie. Risiede a Modena dove è direttore scientifico del laboratorio di ricerca modenese Nanodiagnostics, presieduto da sua moglie Antonietta Gatti (scopritrice delle nanopatologie). Redige un blog personale molto curato in cui si interessa non solo di scienza e ambiente ma anche di politica. E' fondatore di una lista civica nazionale che si chiama "Per il bene comune", con la quale si è presentato alle scorse elezioni, caratterizzata da una marcata impronta di carattere ambientale.


Dottor Montanari, cosa sono le nano patologie?

Le nanopatologie sono patologie indotte dall'ingresso di polveri estremamente sottili nell'organismo umano o animale. L'uomo le assimila, ad esempio, sotto forma di smog e di esalazioni (industriali e di inceneritori). La questione è rilevante perché queste sostanze conducono a cancro, infarto e ictus e si trasmettono da madre a feto.


Quando si parla di combustioni legate ai rifiuti è corretto parlare di termovalorizzatori?

No assolutamente no. Il termine termovalorizzatore non è corretto, è un'invenzione.Un inceneritore non valorizza nulla. Pensi che per ogni tonnellata di rifiuti che entra in un inceneritore ne vengono prodotte due sotto forma di ceneri, di gas ma anche sotto forma di acqua, ammoniaca, calce e bicarbonato. Non solo non si riducono i rifiuti ma il risultato della combustione è ancora più tossico di quanto è entrato. Il danno, capirà, non è solo per l'aria ma per tutto l'ambiente.


Qual è una alternativa possibile?

Dobbiamo partire dall'assunto che il rifiuto è un problema. Bisogna ragionare nell'ottica del minor danno. Sicuramente riduzione e recupero sono due attitudine corrette.Pensi che mandando in un inceneritore una bottiglia di plastica otteniamo, in energia, un centottantesimo di quella spesa per portare il prodotto finito sulla nostra tavola. I passaggi sono l'estrazione della materia prima, la lavorazione, l'imballaggio e la spedizione. Se io riuso solo una volta quella bottiglia faccio novanta volte meglio.


Ha parlato talvolta di gestione degli imballaggi. Cosa ne pensa?

Penso che siano uno spreco e come tali dovrebbero essere razionalizzati con leggi che li proibiscono o li limitano come succede già in Germania. In merito mi viene da pensare al Tetrapack. Un altro mito da sfatare è che può essere reciclato. Il tetrapack è costituito da quattro materiali saldati insieme. In teoria dovrei scinderli. Ammesso che fosse possibile sarebbe un grosso dispiego di tempo e di energia.


giovedì 4 dicembre 2008

Risparmio energetico, proposte devastanti di Tremonti

Come tanti italiani già hanno fatto, ho pensato l'anno scorso di sfruttare una delle migliori leggi in termini di tutela ambientale che lo stato italiano abbia proposto negli ultimi anni, si tratta della detraibilità fiscale al 55% delle opere per la ristrutturazione energetica. Nel caso particolare ho installato un pannello solare termico per il riscaldamento di acqua sanitaria.

Malgrado la consapevolezza di un ritorno minimo dall'investimento pari ad almeno 7 anni (pur in presenza della detrazione al 55%) ho affrontato la spesa, ed ora contentissimo dell'acquisto fatto posso risparmiare parte della salatissima bolletta del gas, inquinando meno l'ambiente e producendo al contempo assai meno CO2... per sempre!

Se non ci fosse stato l'incentivo al 55%, molto probabilmente avrei aspettato ancora qualche anno prima di procedere all'investimento, o forse non l'avrei fatto mai.

E' con sgomento quindi che ho appreso la notizia di come questa masnada di pressapochisti che chiamiamo comunemente "governo" abbia varato una legge annessa al pacchetto anticrisi che prevede, con la discutibile forma del silenzio-dissenso, pesanti limitazioni alla possibilità di accedere agli sgravi fiscali. Tanto per non porre limite al peggio, hanno imposto limitazioni in forma addirittura retroattiva!

Le bestemmie sono a questo punto arrivate su fino a lambire il soffitto, ed ho ovviamente chiamato preoccupato il mio installatore termotecnico per saperne di più. Ebbene, mi comunica che la mia sarà stata almeno la centoventesima telefonata del giorno, dice che è cosciente della situazione di panico diffuso ma che al momento può solo stare a guardare, aspettando il decreto attuativo.

Insomma, chi ha fatto un investimento credendo di fare qualcosa per l'ambiente e per il risparmio energetico, è risultato gabbato, il panico si è poi diffuso a macchia d'olio fra i consumatori tanto che il 90% di coloro che avevano in programma di investire quest'anno nel risparmio energetico ha disdetto l'ordine. Meno male che dovevamo rilanciare l'economia creando nuovi posti di lavoro!

Oggi, inspiegabilmente, il governo fa dietrofront, mantenendo inalterato il decreto ma togliendo la retroattività.

Tutto a posto quindi ? Forse io me la sono cavata, ma nulla si toglie in ogni caso al devastante segnale inviato verso chi pensava di investire sul risparmio energetico e in definitiva scommettere sul futuro benessere dell'ambiente. Questo governo si appresta pertanto ad essere ricordato come il governo più insensibile alle tematiche ambientali di sempre.

Non paghi delle limitazioni al fotovoltaico, non paghi di avere vilmente affossato il protocollo 20-20-20 proposto dall'Europa, non paghi di avere contribuito a rimandare al 2050 gli interventi sul protocollo di kyoto, non paghi di avere rimosso le certificazioni energetiche dalla compravendita degli edifici, non paghi di rilanciare su tutti i mezzi di informazione la necessità di investire pesantemente sul nucleare ...

Il progetto del nostro governo è elementare: chi se ne frega del pianeta, dimenticate la favola delle energie rinnovabili, testa bassa e consumate!

P.S:
Perchè la foto di Tremonti in quell'atteggiamento equivoco ? E' per spiegare la tecnica mistificatoria con cui il governo affronta qualsiasi questione, sparandola grossa, poi mettendoci una pezza, distogliendo così l'attenzione sulle altre cose che fa, così infatti afferma spinoza:

Per intenderci: è come se uno ti caga in salotto, poi infila nella merda un petardo acceso, poi spegne il petardo e tu gli dici grazie.

mercoledì 3 dicembre 2008

Dalla crisi alla decrescita

Vorrei rilanciare, per chi non lo avesse ancora letto in rete, questo bel post di Alessandro Ronchi, che personalmente condivido appieno dalla prima all'ultima riga. Non potendo aggiungere altro ritengo utile citarlo in forma integrale, aggiungendo solo qualche link per evidenziare le tragiche verità di cui parla:

In questo clima di crisi economica i furbetti tentano di sfruttare il panico per fare, come al solito, i propri interessi, seguiti da chi, al governo del territorio o del nostro Paese, si trova a dover proporre soluzioni per uscirne.

Recentemente il Governo ha limitato le possibilità per i privati e le imprese di ottenere incentivi e detrazioni sugli interventi per il risparmio energetico.

Nello stesso tempo ha parlato della necessità di aumentare i consumi, senza parlare di cosa e come si debba consumare in una società sostenibile economicamente ed ecologicamente tentando, invano, di tornare ad un sistema che strutturalmente non si regge in piedi.

Dalla concorrenza al ribasso su prezzi e diritti di chi lavora, alla rincorsa alla disoccupazione, allo sfruttamento di tutte le risorse come se fossero infinite ed a costo zero. Se c’è un insegnamento che dovremmo trarre da questa situazione è proprio il segnale chiaro della necessità di regole sensate ed uguali per tutti, di una economia che si basa sulle reali necessità e disponibilità del territorio, di risparmio nell’uso delle risorse che sono finite e non rinnovabili.

E’ per questo che il taglio agli incentivi alle energie alternative ed al risparmio energetico è una iniziativa gravissima e stupida: se c’è una cosa che deve crescere, in tutto il Pianeta, è proprio il lavoro che porta alle famose tre sostenibilità: sociale, economica ed ambientale. Lo stesso vale per il contesto locale, nel quale la crisi rischia di diventare il pretesto con il quale concedere sfruttamento del territorio senza regole ed in maniera discrezionale, non uguale per tutti.

In questo momento devono essere date possibilità di crescita alle aziende che intendono investire sul territorio, ma allo stesso tempo si deve fare molta attenzione alla speculazione, che è una delle cause del crollo dei mercati finanziari. Il passato recente dimostra che i nostri dubbi erano fondati, che costruire più del necessario non porta solo problemi ambientali e sociali ma alimentano anche bolle che, allo scoppio, mettono in crisi soprattutto i più deboli.

Oggi chi crede che l’ambiente sia un costo da tagliare in momenti di ristrettezze economiche, purtroppo non ha compreso le grandi occasioni che abbiamo perso e stiamo perdendo. Se avessimo lavorato di più in passato sul risparmio energetico avremmo creato posti di lavoro non delocalizzabili in Cina, pagati senza continui sostegni pubblici ma con il taglio dei consumi di fonti fossili provenienti quasi esclusivamente dall’estero, ed allo stesso tempo migliorando la qualità del nostro Paese.

Il Sole ed il Vento non salgono di prezzo da un anno all’altro, al contrario del Petrolio. Lo stesso ragionamento si può fare per l’acqua, che da bene comune si vuole trasformare in risorsa privata, per i rifiuti che gettiamo e bruciamo e che rappresentano uno spreco continuo di materie prime che importiamo dall’estero.

Purtroppo questa concezione di una economia nuova, di cui ha recentemente trattato un bell’articolo sul Sole 24 Ore (non proprio un quotidiano ecologicamente estremista) e che ha giustamente riempito la campagna elettorale di Obama, è totalmente sconosciuto a tutti i partiti oggi presenti nel nostro Parlamento.

Mentre sulle sciocchezze si possono inscenare teatrini, sul ritorno al nucleare, sulle opere inutili e su tante altre questioni che oggi dovrebbero prendere una strada diversa assistiamo a continui inciuci e strette di mano sottobanco. Oggi più che mai è necessario un cambiamento, un passaggio verso la giusta misura delle cose, non ad una crescita fine a sè stessa dei consumi. Altrimenti non usciremo dalla crisi, ed a questa continueranno a seguirne ciclicamente altre.

Io vedo in queste parole l'idea della decrescita.

martedì 2 dicembre 2008

Tre domande a un Travaglio senza "Bavaglio"

Mercoledì 26 novembre scorso Marco Travaglio è stato a Cesena e la sua lingua tagliente non ha certo tradito le aspettative. L'occasione è stata la presentazione de "Il Bavaglio", l'ultimo libro del giornalista politico tenutasi in una stracolma aula magna di psicologia.


Molti partecipanti hanno trovato le porte chiuse poiché per motivi di sicurezza non era più possibile entrare. L'incontro, finito a mezzanotte circa, ha spaziato in molti ambiti della politica, senza tralasciare pesanti critiche a destra e a manca, in un vero e proprio discorso bipartisan. «Ci sono temi come la giustizia e le sue lungaggini che sono superiori ad ogni schieramento politico» è uno dei tanti passi che ha suscitato nel pubblico un caloroso applauso.


Perchè "il Bavaglio"? Perché non si deve mai svelare il reale funzionamento della macchina politica che, citando Travaglio, «non produce altro che fumo». Lo scrittore più che uno spettacolo fa una lezione di senso civico. Spiega come funziona la prescrizione o come la chiama lui «il modo in cui la si fa franca» nel nostro sistema giudiziario; spulcia decreti e leggi entrati in vigore negli ultimi anni mettendo in luce l'altra faccia della medaglia. Prodi, Carfagna, D'Alema, Berlusconi ma financheil presidente Napolitano chiamato all'appello come colui «che ha la firma incorporata», nessuno si salva.


Dopo due ore cariche di notizie destabilizzanti in grado di suscitare rabbia e malcontento in qualunque cittadino, anche se solo distrattamente interessato alla cosa pubblica, l'incontro si chiude con una vena decisamente ottimista. Si parte dalla constatazione che la forza di chi governa risiede nella nostra insicurezza e mancanza di conoscenza, non certo si genera nell'atto del voto sempre meno informato. Tuttavia oggi «sempre più persone si informano e realizzano ciò che accade grazie a internet, a libri e articoli d'inchiesta e percepiscono il proprio potere. Pensiamo a chi protesta oggi per la riforma dell'istruzione».

ecco alcune domande rivolte a caldo da un giornalista presente in sala al termine della serata:

Travaglio, cosa comporta fare informazione in Italia?

«E' un lavoro a tempo pieno, certo non sempre facile».

Se potesse fare una domanda al premier cosa le piacerebbe sapere?

«Da chi prende i soldi. Sono anni che glielo chiedo ma non mi ha mai risposto».

Torno all'istruzione, la storia, nei libri di scuola, si ferma alla seconda guerra mondiale, secondo lei perchè gli avvenimenti dell'Italia più recenti non sono trattati?

«E' un argomento delicato. Oggi troppo spesso anche i periodi storici sono frutto di scontro politico. Comunque temo che tra poco anche la resistenza sarà esclusa dai programmi delle scuole».


Marco Travaglio scrive quotidianamente nel bellissimo blog voglioscendere, ricchissimo di informazioni e analisi critiche sulle follie che capitano quotidianamente nella vita politica italiana.

Capannori a GEO & GEO


Alessio Ciacci, Assessore all'ambiente del Comune di Capannori (LU), primo comune italiano ad aver aderito alla Strategia internazionale Rifiuti Zero, è riuscito a fare scuola in termini di corretta gestione ambientale dei rifiuti. Oltre l'80% del materiale raccolto viene "realmente" riciclato, senza ricorrere all'assurdità termodinamica di recuperare energia tramite incenerimento. Ovviamente tutto ciò è possibile grazie all'adozione del sistema porta a porta, indispensabile per sostenere il rivoluzionario progetto che prevede, entro il 2020, Capannori come primo comune italiano a raggiungere l'obiettivo rifiuti zero.

lunedì 1 dicembre 2008

Oggi la giornata mondiale contro l'incenerimento

Lunedì 1 dicembre 2008 è stata dichiarata da Gaia (l'alleanza mondiale per le alternative all'incenerimento) “giornata mondiale contro l'incenerimento”. Lo scopo di questa iniziativa è quello di sensibilizzare la popolazione e renderla consapevole che un'alternativa all'incenerimento dei rifiuti è possibile.

E' dimostrato che il bilancio energetico complessivo è decisamente a sfavore dell'incenerimento, che si qualifica essere una scelta politica di corto respiro e che trasforma il rifiuto in residui pericolosi, ceneri ed emissioni tossiche (centinaia di tipi molecolari, molti dei quali tuttora mai analizzati) con uno scarso recupero energetico, circa il 15% in media in energia elettrica (dati CEWEP) e con maggiori costi a carico della comunità.

L'energia elettrica prodotta è talmente scarsa che in assenza di sovvenzioni statali (ad esempio i CIP6), nessuno troverebbe conveniente produrla mediante gli inceneritori. La minor produzione di rifiuti, il riuso e il riciclo sono inconfutabilmente migliori per l'ambiente, per la salute e per l'economia del territorio.

A questi punti cardine va aggiunto il sistema di raccolta dei rifiuti col metodo Porta a Porta che è fondamentale per ottenere la massima percentuale di rifiuto differenziato e che consentirebbe ai cittadini, attraverso l'applicazione della tariffa puntuale, di ridurre gli importi delle bollette. Una seria raccolta domiciliare spinta non può andare d'accordo con l'incenerimento, a meno che non si accetti di servirsi di essa per selezionare i materiali migliori per la combustione, anziché per il riciclo di materie prime seconde, cosa assai stupida dal punto di vista termodinamico.

Per celebrare questa giornata il Tavolo delle Associazioni organizza un volantinaggio informativo che analizza e ricalcola le percentuali reali di raccolta differenziata nella Provincia di Forlì-Cesena, facilmente manipolabili ricorrendo ad assimilati e vari sgravi in tariffa.

Inoltre nella stessa giornata ci sarà il passaggio del testimone della “Catena del Digiuno” alla città di Brescia che ha raccolto temporaneamente questo metodo di sensibilizzazione e di protesta non violenta, iniziato nella città forlivese l'8 maggio 2007 e che va avanti da oltre 560 giorni senza soluzione di continuità.

TAVOLO DELLE ASSOCIAZIONI
Lunedì 1 dicembre 2008
“Giornata mondiale contro l'inceneritmento”

Intervista a Raffaella Pirini presidente dell'associazione Clan-Destino


Scarica l'elenco di tutte le iniziative italiane previste per la giornata mondiale contro gli inceneritori