domenica 30 maggio 2010

Intervento di Ugo Bardi alla conferenza di Lugo


Chi intende analizzare correttamente la realtà e trarne qualche tipo di previsione, non può fare a meno di dati, numeri, tabelle e grafici. Non solo, ma deve pure verificare che tali dati siano attendibili e che in passato abbiano saputo alimentare modelli che si sono rivelati congrui con quanto poi è successo nella evoluzione reale storica dei sistemi. 

Troppa fatica per i decisori politici, i quali hanno bisogno di ragionamenti semplici e immediatamente fruibili per farsi capire da coloro ai quali chiedere il consenso. A loro volta, chi vota non ha tempo o è incapace di analizzare le complesse (e talvolta ambigue) conseguenze dei dati forniti dai decisori politici, preferiscono decisioni banali fondate su motivazioni semplici, troppa fatica verificare che il decisore politico non abbia preso fischi per fiaschi e millantato o piegato i dati in funzione della propria ideologia. 

Ammesso e non concesso che la maggioranza degli elettori abbia un livello culturale fra il basso e il medio-basso, la semplificazione ideologica e la selezione degli argomenti saranno sempre un arma vincente. Da queste due forze contrapposte ma complici (cioè politici che trovano interesse a semplificare, ed elettori che hanno difficoltà a capire cose non presentate in maniera semplice) nasce l'attuale propensione a tagliare con l'accetta i concetti.

Tutto nasce forse da una scarsa propensione della società contemporanea a valorizzare correttamente la cultura scientifica e l'analisi critica. Nella società dei consumi, propensa a ragionare in termini economici e consumare le risorse a ritmo sempre più forsennato, la scenza e la tecnologia sono strumenti che servono principalmente a creare beni e servizi, offrire comodità e piacevole intrattenimento, Invece, dovrebbero servire anche ad arricchire culturalmente gli individui e renderli in grado di capire le complesse evoluzioni che stiamo sperimentando sulla nostra pelle. 

Senza adeguate conoscenze scientifiche sorrette da modelli plausibili, non siamo più in grado di capire come evolve il Mondo. Questa è essenzialmente la ragione che ha portato alla negazione delle tesi contenute ne "I Limiti dello Sviluppo" di Aurelio Peccei, che nel 1972 ha rivoluzionato, e continua a farlo ancora oggi, la vita di tante persone. Il sistema mondo trattato come modello dinamico non lineare ma semplificabile sul quale disegnare degli scenari e effettuare delle previsioni, un concetto rivoluzionario. Haimè, coloro ai quali questo libro ha cambiato radicalmente la vita, me compreso, sono quasi solo ricercatori e intellettuali scientificamente preparati.

Siamo essenzialmente tutti incoscentemente impreparati a vivere in un mondo che sperimenta ovunque "picchi" di produzione nelle risorse minerarie. Viviamo in una macchina che si lancia a folle corsa pur consapevole di avere poca benzina nel serbatoio. E ancora ci ostiniamo di parlare di "Nucleare si o Nucleare no", come se potesse davvero cambiare qualcosa.

L'intervento di Ugo a Lugo (perdonatemi il curioso gioco di parole) prende spunto da questa triste realtà di "assopimento" culturale e scientifico che regna in Italia, per poi affrontare quelli che saranno i veri temi dominanti nel nostro immediato futuro: la riduzione graduale di disponibilità di risorse. Non si pretende di offrire previsioni e tempistiche, non siamo indovini, ma siamo consapevoli che ad esempio il peakoil è qualcosa che non possiamo sottovalutare ne ignorare. 

Ci stiamo scontrando contro vincoli e limiti globali, vale per l'energia, per il petrolio, per i rifiuti, per l'inquinamento, per la pesca, per l'agricoltura insostenibile, per i cambiamenti climatici, per le risorse fossili e minerarie, per tutto! Occorre quindi prepararsi a radicali e irreversibili cambiamenti sociali e tecnologici, saperli affrontare preparati può fare davvero la differenza.

Al termine della serata, ovviamente, pochi (se non nessuno) hanno davvero colto l'importanza del messaggio, ed è partita la solita diatriba fra "centrale a biomasse si e no", bloccare gli inquinatori dell'aria, incentivare le tecnologie pulite.

Ok, va bene tutto, ma se è vero che la produzione di risorse fossili è in stallo, e queste sono alla base e motore propulsivo di tutte le dinamiche che conosciamo, la vera domanda può essere solo: come ci attrezziamo di fronte all'inevitabile ?

Avere questa risposta ancora è prematuro, si va da chi predica la Decrescita Felice, chi si lancia nella lotta politica, fino a chi auspica un rilancio dei consumi per creare nuovo lavoro. Sono tutti estremi utopici che ci allontanano dal fare quello che semplicemente la natura ci ha concesso come capacità, e per la quale ci ha regalato un grandioso cervello: adattarci al cambiamento.

La natura però non ha tenuto conto che il nostro adattamento è limitato, non può essere troppo rapido, mentre invece stiamo rivoluzionando l'intero pianeta nell'arco di pochi decenni. La vera sfida non è quindi sapere quando avverranno i grossi cambiamenti, e neppure perchè, l'unica vera sfida su cui dovremmo puntare tutta l'energia che abbiamo è solo: rendere il cambiamento il più graduale e indolore possibile.

Solo così avremo una qualche speranza di adattarci e pensare a un mondo non troppo ostile e alieno rispetto a quello che ci stiamo godendo ora.

venerdì 28 maggio 2010

Terrafutura, il 28-30 Maggio 2010 a Firenze

Anche quest'anno, si terrà alla "Fortezza da Basso" di Firenze la eco-kermesse TerraFutura, appuntamento internazionale sempre più importante per fare il punto sulle politiche di sostenibilità ambientale, le aziende più impegnate e le buone pratiche di governo, verso un futuro equo e sostenibile.

Lo scorso anno sono stati ben 87.000 i visitatori giunti nelle tre giornate della mostra convegno internazionale. Ad accompagnare la visita sarà la Mappa di Terra Futura 2010, utilissimo vademecum fornito all’ingresso e negli InfoPoint, per orientarsi nell’ampia proposta della rassegna. 

L'ingresso è libero, la stazione Santa Maria Novella di Firenze è appena a 10 minuti di cammino dalla Fortezza da Basso, se però decidete come noi di andarci in treno non fatevi imbrogliare dal sito delle ferrovie dello stato, ignorate i treni che furbescamente il portale vi suggerisce (tutti costosissimi eurostar e frecciarossa/bianca/argento che passano da Bologna) e scegliete il lento ed economico Regionale che parte da Faenza fino a Firenze Santa Maria Novella. Costa molto ma molto meno della metà, e offre paesaggi indubbiamente migliori.

La migliore soluzione di viaggio, per chi proviene da Cesena, è la seguente:

ANDATA: 
  •  Reg.11522   Cesena-Faenza   6:50 --> 7:14
  •  Reg.21420   Faenza-Firenze   7:22 --> 9:11


RITORNO: 
  •  Reg.21479   Firenze-Faenza   17:40 --> 19:32
  •  Reg.11547   Faenza-Cesena   20:13 --> 20:46


martedì 25 maggio 2010

Dal Petrolio al Sole, incontro mercoledì 26 a Lugo con Ugo Bardi

Il petrolio sta per finire: quanto ne resta?
Esaurito il petrolio, cosa accadrà?
Che significato ha la curva di consumo del petrolio (Picco di Hubbert)?
Quali sono gli impatti del consumo di combustibili fossili sull’ambiente?
Che alternative abbiamo?
L’energia solare potrà mai sostituire quella prodotta oggi dai combustibili fossili?
E le biomasse, sono realmente sostenibili?
L’Italia su quali energie vede il proprio futuro?

Ne parliamo a Lugo con il professor UGO BARDI, docente del Dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze e Presidente dell’ASPO Italia. L’ASPO, www.aspoitalia.it, è un’associazione internazionale composta principalmente da scienziati che studiano il consumo dei combustibili fossili (Teoria di Hubbert) e le possibili alternative.

Dal Petrolio al Sole

Mercoledì 26 maggio – ore 20.30.
Presso la sala conferenze dell’Hotel Ala d’Oro,
Lugo – Corso Giacomo Matteotti, 56
(Vedi Mappa)

L'incontro è organizzato dal gruppo VerdiLugo

domenica 23 maggio 2010

Domenica 23 Maggio, festa delle associazioni al parco per fabio

E' finalmente arrivato il momento di festeggiare insieme!!! Domenica 23 maggio viene riproposta la manifestazione "Associazioni in festa" annullata in precedenza per maltempo.

La manifestazione è organizzata da Assiprov in collaborazione con la Provincia, e ha coinvolto le associaizoni di promozione sociale, il Comitato Paritetico provinciale del volontariato, l'Azienda Usl di Cesena e Comune di Cesena. 

Il titolo della manifestazione è "Associazioni in Festa, volontariato e promozione sociale per Io con noI settimana del disagio mentale e dell'inclusione sociale". Il MIZ sarà presente con un proprio banchetto, a fianco delle Guardie Ecologiche Volontarie e al banchetto del Comitato per l'Acqua Pubblica.

Vi aspettiamo tutti al Parco per Fabio a San Mauro in Valle di Cesena dalle ore 14. Vi aspettiamo tutti alla festa!  

Per saperne di più visita il sito oppure scarica il volantino

giovedì 20 maggio 2010

Tentando di fermare la marea nera

Un disastro di proporzioni ciclopiche, non ne ho ancora parlato sul blog perchè l'argomento è stato già battuto in rete da innumerevoli siti, con aggiornamenti continui, ad esempio qui, qui, qui, ...

Questa ultima informazione però mi sembra originale e ancora poco battuta, mi riferisco all'ultima strategia che sta tenendo impegnata la BP (British Petroleum) co-responsabile della piattaforma esplosa Deepwater Horizon, per tentare di arginare la falla. La BP ha recentemente chiesto aiuto sul da farsi al popolo del web sul loro sito (significa che sono proprio alla frutta).

Alla fin fine alla BP hanno scelto questa strategia, seguendo l'unica cosa che in effetti sa fare: buchi. Proverà a scavare altri due buchi paralleli che confluiranno verso quello centrale, e quindi cercheranno di succhiare via il petrolio senza disperderlo. In parallelo una nave ha calato un "sondino" del diametro di 15 centimetri per succhiare fuori quanto più petrolio possibile dalla falla, contestualmente si sta cercando di coprire la bocca di "eruzione" principale iniettando sopra di essa dei detriti tritati, per tappare temporaneamente la falla fino a che i pozzi laterali non arriveranno al "rendevouz" e ridurranno la sua pressione di uscita.

Hanno già iniziato a farlo, ho trovato al riguardo una immagine molto esplicativa, basta fare click per ingrandire. (fonte)


 Ci riusciranno ?

mercoledì 19 maggio 2010

Lettera aperta ai futuri consiglieri regionali e provinciali

Cosa distingue un politico da uno statista ?
"Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista pensa alle prossime generazioni"
- Alcide de Gasperi (1881-1954)

Per sondare la propensione dei nostri neo-rappresentanti politici, l'associazione ASPO Italia ha inviato questa lettera aperta agli amministratori, chiedendo loro di rispondere sulla visione strategica che hanno del futuro, visto dall'ottica della gestione delle risorse energetiche e minerarie. (scarica lettera)

I temi trattati sono fondamentali, poichè la disponibilità di energia sta alla base di praticamente tutto quanto la politica è interessata ad occuparsi: wellfare, edilizia, industria, agricoltura, chimica, sanità, benessere, mobilità, economia, beni di consumo e prodotti, alimenti, lavoro, sviluppo, tutela ambientale, ... praticamente qualsiasi cosa.

Ciò che genericamente viene inteso come "progresso sociale e umano" è sostenuto solo ed esclusivamente , direttamente o indirettamente, dalla disponibilità di energia abbondante e a buon mercato. E quando dico tutto intendo realmente tutto ciò che ci distingue ora dal modo di vivere di circa 100 anni fa, quando iniziò il boom dell'industria basata sul petrolio. Un niente sulla scala temporale della presenza umana.

Oggi ci sono prove incontrovertibili che un sistema di sfruttamento sistematico delle risorse minerarie ed energetiche sta entrando in crisi, e con esso conseguentemente tutti i settori da esso derivati, compresa la nostra democrazia, possono subirne feroci contraccolpi.

A questa lettera, tutti gli amministratori che condividono con DeGasperi la differenza fra statisti e politici, dovrebbero dare pubblica risposta.

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Lettera aperta inviata a tutti gli amministratori delle Regioni e delle Province, allo scopo di contribuire al miglioramento del quadro conoscitivo in materia energetica, con particolare riferimento alla disponibilità delle fonti fossili. 

Oggetto: Nota informativa – Petrolio, economia e società

Egregio Sig. Presidente,

Ci permettiamo di sottoporre alla Sua considerazione la presente comunicazione, con l’obiettivo di contribuire al quadro conoscitivo nel settore energetico, che costituisce materia concorrente tra Stato, Regioni ed Enti Locali.

LA DISPONIBILITA’ DI PETROLIO A BASSO COSTO E’ IN DECLINO
Sussistono ragioni molto fondate per ritenere che la crisi finanziaria, partita nel 2007 in modo graduale ed evoluta nel 2008 in un vero e proprio ridimensionamento dell’economia globale, tragga in gran parte la propria origine nell’incapacità di estrarre petrolio greggio in quantità sufficienti, e a costi sufficientemente bassi, tali da sostenere la crescita imposta dall’economia aperta di mercato ormai affermata in tutto il mondo.
La medesima crisi e la conseguente diminuzione dei consumi ha senza dubbio avuto l’effetto, molto temporaneo, di rallentare l’incipiente deficit di petrolio, ovviamente al costo di un relativo impoverimento di molti Paesi e degli strati più svantaggiati delle relative (e sempre crescenti) popolazioni; l’attuale stabilizzazione dei prezzi del barile di petrolio oltre gli 80 dollari testimonia tuttavia che i fondamentali scatenanti non si sono modificati.
La relativa e modesta ripresa in corso non potrà che accentuare e avvicinare il momento in cui l’offerta di petrolio non potrà più fare fronte alla domanda minima sufficiente a sostenere la crescita necessaria a uno sviluppo armonico e al benessere diffuso.

La stessa Agenzia Internazionale per l’Energia e il Governo USA hanno diffuso per la prima volta un avvertimento che, se ben interpretato e seguito da azioni adeguate, potrà aiutare almeno ad attenuare gli effetti del prossimo “crash” petrolifero.

La nostra Associazione si permette di suggerire una particolare attenzione non soltanto al suddetto previsto evento, ma anche alla sua collocazione nel tempo, che è estremamente ravvicinata (entro 2-3 anni) e che di fatto rende difficilmente proponibili e praticabili programmi di riconversione a breve termine del sistema energetico e tecnologico.
Emerge qualche positivo elemento di speranza, almeno per il nostro Paese, rappresentato, a titolo d’esempio, dal vero e proprio “boom” del fotovoltaico, passato in pochi anni da una nicchia trascurabile a oltre 1.200 MW di potenza installata, e dell’eolico, la cui potenza installata presto raggiungerà i 5.000 MW, complessivamente contribuendo per quasi il 5% al fabbisogno nazionale di energia elettrica.

La via d’uscita è tuttavia stretta e lunga, e deve essere percorsa in fretta! Essa necessita un forte sostegno da parte di tutti i livelli di governo e amministrativi riguardo alla produzione di energia da fonti rinnovabili, al risparmio e all’efficienza energetica e al trasporto sostenibile.

QUALCHE DATO SUL PICCO DEL PETROLIO
Il grafico sottostante è stato prodotto dal Dipartimento dell’Energia (DOE) del Governo degli Stati Uniti d’America a partire dai dati dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE), agenzia intergovernativa dei Paesi OCSE, dedicata allo studio e alle previsioni sul futuro energetico mondiale.

La stessa figura prospetta un futuro energetico molto preoccupante, caratterizzato a breve dal picco della produzione di combustibili liquidi.
Si tratta di un evento storico già in corso, il cui momento critico è collocabile, secondo i dati AIE, tra circa 18 mesi, intorno al valore di 87 milioni di barili al giorno.

La produzione di petrolio convenzionale, che è in pratica tutto il petrolio con cui è stato alimentato il metabolismo sociale ed economico mondiale almeno negli ultimi 50 anni, ha superato un picco di capacità nel 2008, ed è prevista declinare con un tasso annuo del 4%.

L’apporto di petrolio non convenzionale, essenzialmente sabbie bituminose e altri progetti simili, non coprirà che in minima parte il deficit che si sta aprendo tra domanda e offerta.

Tale deficit è rappresentato, nella figura, dall’area bianca classificata come l’insieme dei progetti produttivi ancora da identificare, che si trova tra la porzione colorata della figura data dalla somma della produzione delle varie categorie di liquidi combustibili e la curva in colore blu scuro, che rappresenta le previsioni dell’AIE sulla domanda da oggi al 2030.

In altre parole, la parte colorata della figura rappresenta la realtà, la parte bianca l’immaginazione.
Questa quantità di petrolio “immaginario” ammonterebbe, nel 2030, alla cifra stratosferica di 60 milioni di barili al giorno, pari alla produzione attuale di sei produttori come l’Arabia Saudita.

I problemi, tuttavia, inizieranno molto prima, allorché la domanda inizierà a superare definitivamente l’offerta.
Purtroppo le scoperte di nuovi giacimenti, lungi dal ripetere i fasti dei tempi in cui furono individuati i grandi campi petroliferi che ci hanno generosamente servito per diversi decenni, dopo un picco a metà degli anni sessanta del secolo scorso, sono andate irregolarmente ma inesorabilmente calando e si attestano oggi intorno ad 1/5 dei consumi. Tali scoperte sono inoltre principalmente costituite da progetti petroliferi estremamente complessi dal punto di vista geologico e ingegneristico (per esempio in alto mare, in zone perennemente coperte da ghiacci, a profondità chilometriche, greggio di qualità scadente, contenente sostanze pericolose o da eliminare, complicate lavorazioni di enormi quantità di sabbie o di rocce).

Tale complessità si riflette, ovviamente e prima di tutto, in costi economici più alti e ritorni energetici minori (minore estrazione di petrolio per unità di energia spesa per estrarlo), aspetto, quest’ultimo, che, indipendentemente dalle quantità di petrolio ancora esistenti, definisce il “vantaggio” tramite il quale la struttura socio-economico-produttiva può continuare a svilupparsi.

Negli Anni Trenta del secolo scorso si utilizzava l’energia corrispondente a un barile di petrolio per estrarne cento, oggi con un barile se ne estraggono da dieci a quindici, e ciò pur tenendo conto degli enormi progressi tecnologici intervenuti nel frattempo!
La stessa crescente complessità della ricerca ed estrazione di petrolio si riflette anche, come purtroppo testimoniano le recenti cronache dal Golfo del Messico, in un aumentato rischio di incidenti dalle conseguenze particolarmente gravi e durature.

Da tempo la nostra Associazione ha divulgato ad ogni livello della società, dalle scuole elementari fino agli organi di governo dello Stato, delle Regioni e degli Enti Locali, l’entità, la tempistica e le possibili conseguenze del picco petrolifero, così come ora trovano conferma nel documento del Dipartimento dell’Energia del Governo degli Stati Uniti.
Il metabolismo sociale ed economico del nostro Paese, delle sue Regioni e città è ancora totalmente dipendente dalla fruibilità di combustibili liquidi a buon mercato.
Il panorama prevedibile nella fase di declino di disponibilità di tali combustibili è caratterizzato da costi crescenti degli stessi che si trascineranno dietro costi crescenti dell’energia in generale e delle materie prime (come si è visto nel periodo 2004-2008).

Tutti i settori produttivi, dai trasporti all’agricoltura, così come l’intero assetto economico e sociale soffriranno - in modo al momento imprevedibile - generando una riduzione delle disponibilità di beni, servizi e lavoro così come oggi li concepiamo.

Si rileva che l’attuale fase di sostituzione dei combustibili liquidi di origine petrolifera con il gas naturale può alleviare solo in minima parte i problemi per il settore dei trasporti.

La scrivente Associazione evidenzia quindi la necessità che l’azione politica e amministrativa si occupi nel più breve tempo possibile di garantire alla società il mantenimento dei servizi essenziali scoraggiando la deriva verso il superfluo e focalizzandosi verso la preparazione, sia materiale, sia culturale, di una comunità informata e resiliente, chiamata ad affrontare un periodo di diminuzione del flusso di beni e servizi senza per questo collassare o trasformarsi in qualcosa di diverso e sicuramente meno gradevole.

In questo quadro si evidenzia inoltre il carattere controproducente dei progetti di rilancio del paradigma vigente, rappresentati dall’ipotesi di incrementare l’uso del carbone e dal ritorno al nucleare, che sottendono l’idea non sostenibile della crescita materiale infinita.

Grati per la Sua considerazione, rimaniamo a disposizione per qualsiasi approfondimento.
 Con Ossequio.

ASPO ITALIA, ASSOCIAZIONE PER LO STUDIO DEL PICCO DEL PETROLIO.

giovedì 13 maggio 2010

Incontro sui rifiuti al quartiere oltresavio, 21 Maggio a Cesena


Si terrà il 21 Maggio a Cesena, nella sala del quartiere oltresavio di Piazza Magnani, l'importante appuntamento

“DIFFERENZIAMOCI – I RIFIUTI DA PROBLEMA AD OPPORTUNITA’: RIDURRE, RICICLARE, RIUTILIZZARE”

E’ un’iniziativa organizzata dal circolo Pd dell’Oltresavio, in collaborazione con i gruppi consigliari del Pd di Provincia e Comune di Cesena. Vista l’importanza del tema, la sensibilità di molti cittadini, ed i progetti che il Comune stia portando avanti sui rifiuti, l’incontro è un’ottima occasione di confronto, anche per fare il punto e raccontare alla città cosa si sta facendo e dove vogliamo andare in materia di gestione corretta dei rifiuti urbani.


E' prevista la partecipazione dell'assessore Lia Montalti, del sindaco Paolo Lucchi che offrirà un breve saluto e Massimo Bulbi rieletto presidente della provincia al secondo mandato, colui che qualche anno fa esternò questa emblematica frase a proposito dell'inceneritore sovradimensionato di Coriano a Forlì:

"Costruire l'inceneritore è come comprarsi una macchina nuova, hai in previsione di farti una grande famiglia e ti compri la station wagon, domani magari non ti serve più una macchina così grande, e tu che fai ? La butti ?"

Nella felice metafora, la famiglia numerosa erano le previsioni di crescita del rifiuto urbano indifferenziato in provincia, che in tempi di boom economico si pensava potesse arrivare alle stelle. Invece, con la crisi, i rifiuti totali prodotti in provincia (e in Italia) sono addirittura complessivamente diminuiti dal 2008. Si teme che impianti sovradimensionati oggi rischiano di richiamare rifiuti dalle province limitrofe, disincentivando la realizzazione di pratiche realmente virtuose per la gestione dei rifiuti, come il riciclo spinto e la differenziazione domiciliare porta a porta.

Nella speranza di vedervi numerosi, ecco il volantino dell'evento.

lunedì 10 maggio 2010

VegFest Sabato 5 Giugno a Cesena

In Italia ogni anno 700 milioni di animali terrestri e almeno cinque volte tanto di animali acquatici vengono uccisi per il consumo alimentare umano, il 99% dei quali proviene da allevamenti intensivi.

Ma oltre all'uccisione di tutte queste creature, paghiamo alti prezzi in termini ambientali, poiché gli allevamenti intensivi destinati all'alimentazione umana sono il principale responsabile di fenomeni di inquinamento delle falde acquifere e dei mari, della deforestazione, dello spreco di risorse territoriali, idriche e alimentari e contribuiscono in maniera determinante all'effetto serra.

L'alternativa a tutto questo esiste: l'alimentazione vegetariana. Quest'ultima è riconosciuta da tanti specialisti come uno stile alimentare in grado di mantenere un buono stato di salute e il corretto apporto di elementi nutritivi per ogni fascia d'età. Nei vegetariani l'incidenza delle principali malattie tipiche dei paesi industrializzati (malattie cardiovascolari , cancro, obesità e diabete) è molto inferiore rispetto agli onnivori.

Nella nostra provincia la LAV (lega antivivisezione), l'ENPA (ente nazionale protezione animali) e altre associazioni animaliste sono molto attive nel territorio e hanno dato vita a questo bel progetto: un Festival Vegano, il VEGFEST, che si terrà nella splendida cornice di Villa Silvia il 5 giugno 2010 dalle ore 17 alle ore 24.

Lo stile vegano è un po più rigido del vegetariano, dato che rifiuta per principio anche qualsiasi altro alimento derivato di origine animale, come le uova e i formaggi, facendo uso in sostituzione di elementi come la soia o il seitan. Tuttavia occorre ricordare come il "veganismo" sia qualcosa di più di una semplice dieta, è anche uno stile di vita che abbraccia il comportamento alimentare con un messaggio di tipo etico, quello di evitare lo sfruttamento insostenibile e crudele del mondo animale.

All'evento verrà servita anche una cena "vegan" per invitare i profani a conoscere di cosa si tratta, e che in fondo rinunciare per un po alla carne e al latte è possibile senza perdere il gusto del cibo, pur senza farne una scelta integrale di vita.

Saranno presenti diverse associazioni, tra cui anche noi del MIZ, mercatini, conferenze, animazione per bambini, libri e mostre tematiche animaliste. In caso di maltempo la festa verrà rinviata a sabato 19 giugno 2010. L'iniziativa è promossa da ASSIPROV e patrocinata dal Comune di Cesena.

Vi aspettiamo allora tutti il 5 giugno a Villa Silvia, che tra l'altro l'ONU ha promosso come giornata mondiale dell'ambiente.


venerdì 7 maggio 2010

Commissione UE manda all'Italia l'ultimo avvertimento per le "polveri sottili"

Secondo il sito web eco delle città, l'Italia sta per vedersi recapitare dalla Unione Europea l'ennesima procedura di infrazione in materia ambientale, questa volta relativa al mancato recepimento delle norme allo scopo di ridurre e abbattere le polveri sottili delle nostre città.

Il Commissario UE per l’ambiente, Janez Potocnik, ha così commentato: 
L’inquinamento atmosferico continua a causare ogni anno più di 350 000 morti premature in Europa. In Italia sono ancora troppi i luoghi dove, per ogni 10 000 abitanti, più di 15 persone muoiono prematuramente solo a causa del particolato. Gli Stati membri devono continuare a prendere sul serio le norme europee di qualità dell’aria e adottare i provvedimenti necessari per ridurre le emissioni.

Le norme europee sulla qualità dell'aria dovevano entrare in vigore nel 2008, l'Italia non è però l'unico paese europeo ad aver perso tempo, pare infatti che la maggior parte degli stati membri interessati (inclusa l'Italia) abbia inviato richieste di proroga. La direttiva autorizza infatti gli Stati membri a chiedere, nel rispetto di certe condizioni e per determinate parti del paese, una proroga di durata limitata per l’adeguamento alle norme in materia di PM10.

L’Italia ha presentato due notifiche riguardanti circa 80 zone situate in 17 regioni e province autonome. Ovviamente l'unione Europea le ha bocciate quasi tutte, poichè non erano state specificate quali azioni sarebbero state intraprese, durante la proroga, per limitare efficacemente i livelli di particolato PM10 come la legge prevede.

Valori limite della normativa europea

I valori limite per il PM10 impongono una concentrazione annuale media in città di 40 microgrammi/m3 e una concentrazione giornaliera di 50 microgrammi/m3, che non può essere superata più di 35 volte per anno.
Da noi in Romagna come rispondiamo ai limiti di legge imposti dalla normativa ?

Nei primi 50 giorni dell'anno (non tutto l'anno, ma solo il primo mese e mezzo), Rimini ha avuto ben 30 sforamenti, forlì 28 sforamenti, Cesena 22 sforamenti !!! (Fonte RomagnaOggi) In soldoni, ci stiamo giocando il bonus di un anno tutto nei primi due mesi, non è escluso che per la nostra incapacità di risolvere il problema in maniera strutturale ci toccherà pure pagare la multa europea.

Come se non bastasse, la normativa è a dire il vero già un po antiquata, poiche prende in considerazione solo i PM10, polveri relativamente grossolane, responsabili si di infiammazione delle vie respiratorie ma tutto sommto non così penetranti. Ci sono evidenze molto inquietanti che oggi portano sotto accusa soprattutto le particelle ancora più fini (PM2,5 e PM1), prodotte in maggior numero anche a causa delle normative degli autoveicoli Euro-5 dotate di filtro FAP. Il sistema pare infatti essere molto efficace nel ridurre il peso complessivo del particolato, ma al contempo moltiplicandone esponenzialmente la quantità espressa come n numero totale di particelle (più piccole). Vi invito a leggere questo interessantissimo studio sul filtro antiparticolato.

Che fare quindi ? Prendersela con il parco circolante mediamente troppo anziano non serve a gran chè, bisogna ridurre il numero totale di auto circolanti, tenerle lontane dai centri storici, rendere regolare il flusso nei tratti ad ampia percorrenza, incentivare la mobilità sostenibile. Per molti purtroppo ll problema continuerà ad essere solo l'insufficienza dei parcheggi.