venerdì 30 ottobre 2009

Dal prosciutto all'inceneritore di Parma ?


Parma è stata eletta da Legambiente come una delle cinque città più ecosostenibili d’Italia con Verbania, Belluno, Bolzano e Siena. Ma il primato è destinato a svanire se viene costruito l’inceneritore.

Il progetto, definito eufemisticamente “Polo ambientale integrato”, è in piedi da circa cinque anni e si attende solo che sia comunicata dall’Amministrazione la data di inizio lavori. Intanto, i comitati cittadini che si sono coordinati sotto l’unico movimento Gestione corretta rifiuti che ha lanciato una petizione per fermare i lavori dell’inceneritore di Parma, ha raccolto a oggi 10mila firme.

I comitati sono seriamente preoccupati che a risentirne, oltre alla salute e all’ambiente, anche le eccellenze tipiche della “Food Valley” come Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano, latte e pomodori.

Ribloggato da: ecoblog.it


mercoledì 28 ottobre 2009

In Giappone si ricicla ma senza ipocrisie


Tutto si può dire dei Giapponesi tranne che siano ipocriti in tema di tutela ambientale e gestione dei rifiuti. La raccolta di tipo "porta a porta" è ubiquitaria e viene presa dannatamente sul serio, come abbiamo già dimostrato in un precedente post sulla città di Kamicatsu, dove sperimentalmente la raccolta differenziata è stata portata all'estremo.

Perchè si può sostenere che non sono ipocriti ? Perchè sanno benissimo che il loro sistema di vita, ad alta intensità di shopping, non è il massimo della sostenibilità e non consente loro di riciclare efficacemente una larga fetta dei materiali post-consumo che acquistano. Lo stato ha così deciso già alcuni decenni fa di puntare molto sull'utilizzo massiccio degli inceneritori (che li vengono chiamati infatti esattamente così, senza ipocrisie come "termovalorizzatori"). L'obiettivo strategico è quello di ridurre virtualmente a zero l'impiego delle discariche per smaltire il materiale non differenziabile. In tutto sono oltre 1800 inceneritori, anche di piccolissima taglia, disseminati capillarmente sul territorio giapponese.

Il video in oggetto è parte di una serie di documentari promossi della rete radiofonica australiana abc, dal nome A world without waste: Japan e mostra una delle campagne informative sui rifiuti tipiche del territorio giapponese. I cittadini del sol levante vengono educati a dividere i rifiuti suddividendoli come inceneribili e non inceneribili. Ovviamente è sottinteso che i rifiuti non inceneribili debbano per forza di cose essere riciclabili. Ciò che può essere riciclato viene differenziato e chiuso in sacchi trasparenti per essere ispezionati dal servizio di raccolta.


Che succede se i rifiuti (non inceneribili) non sono correttamente separati ? Le multe per chi non fa bene il proprio lavoro sono terribili, ma prima di arrivare a vere e proprie denunce l'operatore ecologico addetto al ritiro (vedi immagine) applica un bel post-it sul sacco trasparente, che recita all'incirca:

Questa spazzatura non è differenziata in modo corretto, riprovaci ancora oppure verrà lasciata qui ...

Inutile dire che questo per un giapponese rappresenta una vergogna enorme, tale da essere additato dai vicini come incivile, normalmente la cosa si risolve quindi pacificamente, ma in casi estremi si può arrivare ad identificare la famiglia coinvolta e convincerla "con le buone" a fare quanto è un suo preciso dovere, cioè differenziare tutto correttamente e senza errori.

Per i Giapponesi gli inceneritori sono quindi solo un modo per trattare la parte del problema che ancora non sanno risolvere, non una strategia da perseguire a lungo termine, infatti si affidano a tanti piccoli impianti anzichè a pochi maxi-impianti molto costosi (e quindi difficili da smantellare se non servono più). Per tutto il resto c'è una differenziazione spinta e una educazione della cittadinanza rigorosa e inflessibile. Dovremmo prendere un po spunto anche da loro.

Fonte: ecoblog.it

lunedì 26 ottobre 2009

La sostenibilità ambientale in parole semplici

Vorrei riportare l'esemplare discorso che Ugo Bardi di Aspo Italia ha tenuto in occasione del terzo convegno nazionale di Aspo tenutosi a Lucca il 24 ottobre 2009, dal titolo "La sostenibilità nel vivere, abitare, produrre e consumare". L'articolo è una dimostrazione di come con parole semplici si possono affrontare discorsi apparentemente complessi.

La sostenibilità poggia su tre gambe

Buongiorno a tutti, cercherò di essere molto breve per lasciare spazio ai nostri ospiti che vengono da Bruxelles; per cui mi limiterò a qualche considerazione generale su come la sostenibilità è correlata alle risorse naturali; in particolare alle risorse minerali, ma non solo.

Oggi rappresento qui l'associazione "ASPO", associazione per lo studio del picco del petrolio. E' un'associazione di ricercatori e scienzati che ha cominciato studiando più che altro l'esaurimento del petrolio e degli altri combustibili fossili, gas naturale e carbone; principalmente. Col tempo, ci siamo accorti che le stesse tendenze e gli stessi modelli sono validi per tutte le risorse naturali, sia rinnovabili che non rinnovabili. E ci siamo accorti che ovunque c'è un problema di esaurimento.

Attenzione, non c'è da cadere nella solita sciocchezza di andare a dire "finisce il petrolio", oppure finisce questa o quella risorsa. No; le risorse non stanno per finire; quasi tutte le risorse non rinnovabili che sfruttiamo per l'economia sono ancora - relativamente - abbondanti. Ma via via che le consumiamo, diventa sempre più caro estrarle. Questo è il problema che chiamiamo esaurimento e che ci porta a non poter più mantenere lo stesso flusso di risorse nell'economia che ci ha permesso di fare quello che abbiamo fatto fino ad oggi, ovvero crescere. Un andamento del genere è valido anche per le risorse rinnovabili. Queste non si "esauriscono", propriamente parlando. Ma se le sfruttiamo più in fretta di quanto non si possano rinnovare; allora in pratica si esauriscono anche quelle.

Allora - esiste un problema di esaurimento delle risorse naturali. Curiosamente, qui siamo di fronte - spesso - a una certa riluttanza a parlarne. Sembra quasi che la parola "esaurimento" sia una parolaccia. E non si capisce perché. Una cosa del tutto ovvia è che se consumi piano piano una cosa di cui c'è una quantità finita, prima o poi la esaurisci. Si può discutere sulle date; si può discutere di tante cose; ma non c'è dubbio che quello che non si rinnova si esaurisce.

Se permettete, dunque, io vorrei dire che l'esaurimento delle risorse naturali è un punto essenziali. Io vorrei paragonare la sostenibilità a uno sgabello a tre gambe: due di queste gambe sono quelle di cui abbiamo parlato oggi estesamente.

Una delle tre gambe è la questione climatica. Cosa importantissima, forse la più importante dato che è la cosa che ci può fare più danni di tutti.

Un'altra gamba è quella del risparmio e della qualità della vita. Vivere in modo sostenibile ti fa risparmiare e vivere anche bene. Non è detto affatto che per vivere bene ci voglia per forza un SUV o cose del genere.

Con queste due gambe, molti di noi riescono a far stare lo sgabello in piedi e a giustificare il concetto di sostenibilità. Ma, per molti - quella cosa che chiamiamo "opinione pubblica" - non basta. Per molti, il clima rimane ancora una cosa lontana da capire; poco rilevante per la vita di tutti i giorni. Questo deve cambiare presto e ce ne accorgeremo nei prossimi anni che non si può ignorare la questione climatica, ma per ora c'è ancora tanta gente scettica o poco informata. E per quanto riguarda la qualità della vita, per molta gente si tratta di sciocchezze per ambientalisti e tipi strani.

Così, io credo che sia essenziale cominciare a parlare da subito di sostenibilità in termini di risorse naturali. Questo è il punto veramente essenziale. Se non gestiamo le risorse in modo da preservare la loro capacità di rinnovarsi, allora prima o poi saremo nei guai e - sotto molti aspetti - ci siamo già. Allora, per preservare risorse rinnovabili come i prodotti agricoli bisogna stare attenti, fra le tante cose, a sovrasfruttare il soulo, non cementificarlo. Anche di suolo, ne abbiamo una quantità limitata e una volta che l'abbiamo rovinato ci vogliono centinaia di anni, anche migliaia, per riformarlo.

Per quanto riguarda le risorse non rinnovabili, lì non è questione di sovrasfruttamento. La sola possibilità di sfruttare risorse minerali in modo sostenibile è di riciclarle. E questo del riciclaggio non è un capriccio per ambientalisti - è una cosa essenziale. La buona gestione di quello che chiamiamo "rifiuti" è un elemento assolutamente fondamentale per la sostenibilità. Non ce ne siamo ancora accorti, ma pensateci solo un attimo. Quello che facciamo oggi è scavare per estrarre le risorse minerali, le purifichiamo, le mettiamo sul mercato, le vendiamo alle ditte che le usano per fare dei manufatti. Poi, questi manufatti li buttiamo via e finiscono dentro un inceneritore che li trasforma in cenere fine (che è anche pericolosa per la salute) dalla quale poi non possiamo più recuperare niente. Vi sembra una cosa intelligente da fare? Eppure, si sostiene che è così che dobbiamo gestire i nostri rifiuti.

Quindi, dobbiamo lavorare sul far passare questi concetti fra chi ha il potere di prendere delle decisioni. La sostenibilità è un concetto al momento piuttosto "di sinistra", ma ci sono là fuori anche delle teste pensanti che si rifanno ad altre aree politiche e con le quali si può discutere. Certo, non con tutti. Ci sono persone - sia a destra che a sinistra- che vedono complotti dappertutto e soltanto complotti. A questi, se gli parlate di esaurimento del petrolio vi diranno che è un complotto per farci pagare più cara la benzina. Appunto, ci sono delle teste fatte in un certo modo che sono impervie a ogni discorso razionale. Però, come vi dicevo, ce ne sono anche di persone con le quali si può ragionare.

Concludo qui; come dicevo abbiamo questo compito di far passare all'attenzione del pubblico e dei decisori questo fatto che l'esaurimento delle risorse naturali è un problema reale e immediato. Questo è un compito che abbiamo tutti; voi che siete in platea a sentire avete questi concetti già in testa in vari stadi di approfondimento. Ma, in ogni caso, se siete qui a sentire oggi e non siete invece a guardare la televisione, vuol dire che avete pensato delle cose e che avete tutti delle cose da dire. In altre parole siete tutti degli "opinion leader", persone che possono influenzare il comportamento della società con il loro esempio e con la loro competenza specifica. Quindi, cominciamo tutti a lavorarci sopra. E grazie per l'attenzione.

Ugo Bardi, Lucca 24 ottobre 2009

Fonte:
Risorse, Economia, Ambiente

venerdì 23 ottobre 2009

raccolta differezniata "gonfiata" anche a Forlì

Che il ricorso agli assimilati sia arrivato al limite della decenza pur di sbandierare le percentuali desiderate, lo avevamo già segnalato qui e qui. Ora anche a Forlì sembra che qualcosa si stia muovendo, come riporta un dettagliato articolo di Romagna Oggi, che allego negli stralci iniziali.

FORLI' - Un "gioco di prestigio" per far aumentare i dati della raccolta differenziata, un calcolo fatto da Hera che però falsifica di fatto la situazione esistente. A smascherare il trucco è il gruppo consigliare Destinazione e l'associazione di riferimento ClanDestino: di fatto una montagna di rifiuti speciali, smaltiti separatamente, finirebbero nella conta della differenziata, alzandone artificiosamente il volume.

Così Michela Nanni: "Nel 2005 la raccolta differenziata nella provincia di Forlì-Cesena era pari a circa al 25% con una produzione di 256 mila tonnellate all'anno di rifiuti urbani, come in varie altre parti d'Italia. A Forlì e in altri Comuni il ragionamento è stato stato: se aumentiamo la produzione dei rifiuti possiamo aumentare la percentuale di raccolta differenziata.".

Continua Nanni: "Come fare ad aumentare i rifiuti urbani? La risposta è stata semplice, è bastato constatare che accanto ai rifiuti urbani prodotti dalle famiglie e dai negozi (256 mila tonnellate) c'era una montagna ben più consistente di rifiuti, o scarti di produzione prodotti dalle industrie (ben 800 mila tonnellate), di cui l'80% già mandato a recupero e definiti dalla normativa rifiuti speciali".

Da qui l'idea: basta "trasferire" i rifiuti speciali nei rifiuti urbani. Le prove generali di questa manovra, a dire la verità, erano cominciate già da prima, nel 2004-2005. In questi due anni, infatti, già alcune decine di migliaia di tonnellate erano state spostate dal circuito dei rifiuti speciali in quello dei rifiuti urbani (macerie delle demolizioni di case, potature della manutenzione dei parchi cittadini e un po' di rifiuti industriali). Visto che la cosa funzionava per aumentare le percentuali e che praticamente nessuno si era accorto "della magia", si è deciso di procedere in modo massiccio ....

Continua su: Raccolta differenziata gonfiata, ecco i dati.

mercoledì 21 ottobre 2009

Effecorta diventa un fenomeno mediatico


Si moltiplicano i servizi televisivi che portano all'attenzione del pubblico esempi virtuosi come il negozio EFFECORTA di Capannori, dove è possibile risparmiare producendo al contempo molto meno rifiuti.

Qualche giorno fa eravamo andati a visitarlo di prima persona e ne abbiamo parlato in questo post, ho trovato oggi in rete un altra recensione molto completa a cura di Marina Turola di TerraNauta.

Recenti dichiarazioni dell'assessore all'ambiente di Cesena Lia Montalti vanno verso l'indicazione di incentivare questa tipologia di esercizi commerciali anche nella nostra città, a partire dalla grande distribuzione, ma speriamo non solo.

lunedì 19 ottobre 2009

C'è arrivato persino un comunista!

La settimana scorsa si è svolto a Torino Uniamo le Energie, incontro realizzato dalla Regione Piemonte e dedicato alla sostenibilità ambientale. Si è discusso del futuro dell'energia e delle prospettive socio economiche di un mondo che potrebbe dover rinunciare al petrolio.

Il nucleare ne è uscito ovviamente con le ossa rotte, dato che richiede investimenti enormi e produce pochissimi posti di lavoro, senza nemmeno citare il problema delle scorie e il fatto che si tratta comunque di una fonte di energia non rinnovabile se affrontato con la tecnologia attuale (L'uranio fissile disponibile sulla terra è molto limitato e in via di esaurimento).

Uno degli ospiti d'onore è stato Michael Gorbachov, oggi a capo del World Political Forum da lui stesso fondato, occupandosi tra l'altro anche di cambiamenti climatici e sostenibilità ambientale. Sentite con quali parole il "comunista" Gorbachov ha esordito all'assemblea:

L'unico futuro possibile, ed anche l'unico futuro senza guerra, è quello in cui il consumo di energia derivante da fonti rinnovabili arrivi non al 20 o al 50%, ma al 100 per cento. A quelli che ci dicono che la crisi è finita e che il peggio è alle spalle - ha proseguito - vorrei dire che ci stanno ingannando.

La crisi c'è e, secondo ogni ragionevole previsione, ci resteremo a lungo. Per la semplice ragione che quel tipo di sviluppo che ci ha sostenuto fino ad oggi non è più procrastinabile per l'apparizione dei "limiti". Che sono molteplici e invalicabili.

Intendo dire che, anche se dal punto di vista delle energie tradizionali non ci fosse un'urgenza drammatica, e io ritengo invece che questa urgenza ci sia, noi dovremo fronteggiare comunque il problema del riscaldamento climatico che, anche da solo, costituisce un rompicapo di una difficoltà senza precedenti nell'intera storia dell'umanità


Avercene di "comunisti" così lucidi! Occorre aggiungere altro ?

Fonte: Blog Crisis

sabato 17 ottobre 2009

Capannori, rifiuti zero ma solo con il porta a porta


E' possibile ridurre la produzione dei rifiuti e al contempo aiutare l'economia locale. E' quanto succede a Capannori, dove l'assessore all'ambiente Alessio Ciacci è riuscito pochi anni fa nell'intento di fare approvare una delibera comunale tesa a raggiungere l'obiettivo rifiuti zero entro il 2020.

Fate attenzione ai conti che Ciacci fornisce nel video riguardo allo smaltimento in discarica, 160 euro/ton è davvero tanto rispetto ai 100 euro/ton scarsi che in media si pagano da noi in Emilia Romagna, questo giustifica senz'altro il ricorso ad azioni per ridurre questa spesa che grava sulla collettività. Il punto però è un altro, qualora si riesca con politiche volte alla riduzione del rifiuto a ridurre la parte da smaltire e quindi i relativi costi, chi se ne avvantaggierà realmente ?

Se lo smaltimento é pagato direttamente dal comune, se ne avvantaggia ovviamente il cittadino nelle tariffe. Cosa succede invece se il gestore del servizio (Hera) controlla sia di raccolta che lo smaltimento ? Accade che Hera ne riceve un danno economico, che pertanto ribalterà sui comuni e in ultima analisi sui cittadini, per aggiustare i mancati margini. I comuni si troveranno a richiedere al cittadino una tariffa maggiorata comunque, come in effetti avviene da troppi anni.

La considerazione principale che se ne può trarre è che chi raccoglie i rifiuti non dovrebbe anche partecipare ai proventi per smaltirli. Il caso di Hera infatti è emblematico, non basterà certo lo scorporo di facciata della divisione Hera Ambiente (che si occupa dello smaltimento) per fugare i dubbi su un pesante conflitto di interessi. Serve ben altro.

Occorre che lo smaltimento sia gestito da un soggetto completamente indipendente, pubblico o privato andrebbe bene uguale, purchè realmente autonomo e soggetto a rigidi controlli pubblici. Condizione tra l'altro indispensabile per un vero regime di concorrenza quando si andrà nel 2011 a gara di appalto per la fornitura dei servizi cittadini principali.

Non meravigliamoci più se le tante belle iniziative che succedono a Capannori da noi rappresentano ancora pura utopia, il porta a porta, i prodotti alla spina, i distributori di acqua pubblica trattata, i mercatini dell'usato, la riduzione delle sportine di plastica, e tante altre cose utili e in grado di fare girare una forma di economia solidale necessaria al territorio. Sono tutte strategie virtuose ma che rischiano di non portare i risparmi attesi, fino a quando non si spezza il regime di monopolio che ingessa completamente il sistema dei servizi.

E' un implicito ricatto, ordito a colpi di irrinunciabili dividendi (elargiti dalle ex municipalizzate oggi SPA) per i comuni, tanto più quanto perdura il periodo di crisi e la difficoltà a fare fronte al patto di stabilità. La politica quì da noi ha grandi e precise responsabilità, è bene saperlo.

giovedì 15 ottobre 2009

Influenza suina: i pericoli della vaccinazione



Sulla cosiddetta “influenza suina” stanno circolando molte notizie e ben confuse. E allora che pensare? Il virus A/H1N1 sarà innocuo o letale? Bisognerà vaccinarsi o non vaccinarsi?

Il Gruppo Editoriale Macro, in collaborazione con il Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà delle Vaccinazioni (COMILVA), il Movimento Impatto Zero (MIZ) di Cesena e il Gruppo di Acquisto Solidale (GAS) di Forlì organizza un incontro informativo a cui siete invitati a partecipare per difendere il vostro diritto alla libertà terapeutica:


INFLUENZA SUINA: I PERICOLI DELLA VACCINAZIONE


Venerdì 23 ottobre, alle 21
al Centro per la Pace di Forlì
via Publio Fausto Andrelini, 59


INGRESSO GRATUITO


Interverranno:

Giorgio Gustavo Rosso – Fondatore del Gruppo Editoriale Macro
“Virus A/H1N1: pensavo fosse suina, invece era una bufala

Paolo Mosconi – Medico Omeopata
“Rafforzare il sistema immunitario con l’omeopatia”

Avv. Luca Ventaloro – Avvocato
“Vaccinazioni, aspetti giuridici e istruzioni per l’uso”


Le stime del Ministero della Salute prevedono che il vaccino contro il virus A/H1N1 interesserà il 40% della popolazione italiana. Ma ad oggi noi che cosa sappiamo di questa vaccinazione? L’influenza suina è ormai considerata da tutti innocua come una normale influenza stagionale. Ma allora perché i governi e i mass media continuano a consigliare la vaccinazione?

Le sperimentazioni del vaccino sono presumibilmente iniziate a luglio 2009 ed infatti nella letteratura scientifica non risulta ancora nessuna documentazione sperimentale dell'efficacia del vaccino. Per questo motivo possiamo affermare con tutta tranquillità che non esiste e non può esistere nessuna prova scientificamente e sperimentalmente valida che il vaccino contro il virus A/ H1N1 sia efficace.

L’unica certezza è che le industrie farmaceutiche, forse appoggiate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e da gran parte della stampa, hanno ottenuto e stanno ottenendo ordini per miliardi di dosi di vaccino. Il giro d'affari finale si aggira intorno ai 50 miliardi di euro, una cifra da capogiro che alimenta molti dubbi a cui ancora non si è data risposta.


Guarda su YouTube il primo incontro di coordinamento nazionale contro il vaccino A/H1N1, organizzato dal Gruppo Editoriale Macro e dalla Federazione del Comilva


Scarica il Volantino


Per informazioni: areaeventi@gruppomacro.net – 0547 346339


mercoledì 14 ottobre 2009

Le primarie del PD e la questione ambientale

Leggo dal sito ecoalfabeta un interessante raffronto fra le politiche ambientali dei tre candidati che si contendono le primarie del PD: Franceschini, Bersani, Marino. Il tema è interessante poiché, a dispetto di quanto si potrebbe pensare (visto l'andazzo del passato), forse per la prima volta nel partito si fanno davvero delle primarie vere, e le differenze fra i tre candidati si sentono eccome!

Allego la tabella di riepilogo:































































FranceschiniBersaniMarino
NucleareNO chiaronon ne parlaNO chiaro
Energie rinnovabiline parla in generalene parla in generalene parla in dettaglio (1)
Mobilità sostenibilela definisce meno soffocata dal trasporto su stradane parla senza spiegare cosa sia (2)la definisce passaggio dalla gomma al ferro
Consumo di territorioNO chiaronon ne parlaNO sfumato
SostenibilitàCompare 4 volteCompare 5 volte, tra cui crescita sostenibile (3) Compare 7 volte
Inceneritorinon ne parlanon ne parla (4)parla di ridurre al massimo la parte residua da incenerire
Rifiutisistemi moderni di smaltimento non ne parlariusare, riciclare, obiettivo rifiuti zero
Reati ambientaliInserire nel codice penalenon ne parlanon ne parla


La mia personale opinione è che Ignazio Marino vinca a mani basse dal punto di vista del solo programma ambientale.

Sembra l'unico che capisce la maggiore sostenibilità del trasporto su rotaia, che si espone sul dilemma degli inceneritori, che ha in mente l'obiettivo rifiuti zero, che parla del KiteGen e di energie alternative rinnovabili destinate a sostituire gradualmente il petrolio, che ha quindi in ultima analisi una qualche visione dell'enorme problema dato dalla riduzione della disponibilità di risorse naturali che ci aspetta nell'immediato futuro. E' quindi nel complesso Marino molto bene informato e meritevole di attenzione.

Legenda tabella:

(1) Marino è l'unico che parla di eolico di alta quota (cioè il KiteGen) solare a concentrazione, biomasse e geotermico di terza generazione.

(2) A ben guardare, si parla di cura del ferro per le città, senza virgolette e senza però spiegare cosa sia. Sarebbe la diffusione del tram su rotaie di ferro. Non si poteva essere un po' più espliciti? E fuori città?

(3) Il filosofo Bersani non si preoccupa dell'ossimoro "crescita sostenibile, anzi, ci regala questa perla: «Non crediamo che sviluppo e ambiente siano fra loro alternativi: al contrario, l’ambiente è una risorsa essenziale per la crescita sostenibile, per l’innovazione e il ripensamento dei modelli di consumo.»

(4) Non ne parla, ma è noto che da ministro ha avuto un discutibile atteggiamento repressivo nei confronti dll'ordine dei medici dell'Emilia Romagna che ha denunciato i pericoli per la salute dati dagli inceneritori.

lunedì 12 ottobre 2009

Effecorta... vita lunga

Quando si vede unire al business anche eticità, sostenibilità ambientale e sobrietà, gli ambientalisti veri drizzano le orecchie, come nel caso del giovane negozio di prodotti alla spina EFFECORTA a Marlia di Capannori (LU). Lunedì scorso siamo andati finalmente a visitarlo di persona, una esperienza davvero coinvolgente.

Arrivati al negozio Effecorta siamo stati subito accolti da un gruppo di toscani molto cordiali e ospitali, i soci della Cooperativa che gestisce il negozio appena nato (29 agosto 2009) hanno con entusiasmo risposto alle nostre numerose domande. Già dopo un solo mese di attività stanno avendo una buona risposta dal territorio, economicamente il sistema al momento regge. Si tratta infatti del primo negozio "tutto alla spina" con in vendita oltre 100 prodotti locali. Il motivo ispiratore di fondo è ovviamente quello di offrire un nuovo modo di consumare, etico, sostenibile, sano ed economico. La vera novità però non è solo il prodotto alla spina, che in alcune rare occasioni qualcuno può trovare in vendita anche nella grande distribuzione, quanto il principio di consumare a filiera corta (da qui il nome Effecorta appunto).

I prodotti arrivano tutti dal territorio locale, all'ingresso varie cartine geografiche della zona con spilloni numerati che indicano la precisa localizzazione di provenienza di ogni cosa. Non c'è dubbio che si tratti di un modo di consumare più consapevole e responsabile, poichè centrato sui bisogni del territorio e della persona e non su quelli del mercato (dove l'accento è sul marchio, quasi mai sulla provenienza dei prodotti).

Ecco come funziona: i clienti arrivano con i propri contenitori portati da casa, pesano la tara e li riempiono per le quantità desiderate, pagando solo il prodotto effettivamente acquistato senza imballaggi inutili. Ciò ottimizza l'utilizzo di carta, cartone, plastiche, rivestimenti vari. Se poi proprio non hai un tuo contenitore non c'è alcun problema, il negozio è fornito di contenitori di ogni tipo, pagando qualcosa in più ovviamente.

Ricordiamo che Capannori è uno dei 27 Comuni Virtuosi e ha investito moltissimo sui temi della sostenibilità puntado molto sul riciclo di tutti i materiali e promuovendo la "Strategia rifiuti zero". Attendiamo fiduciosi che anche a Cesena nascano iniziative ambientali di questo livello.

Consiglio caldamente, per chi volesse visitare la zona e magari andare a visitare di persona il negozio "Effecorta", di programmare una propizia fermata in località Pianaccio a fare un saluto alla tomba di Enzo Biagi. Anche quella è un vero esempio di sobrietà.

venerdì 9 ottobre 2009

Appello delle popstar in difesa della foresta pluviale


Lo scorso maggio Carlo il principe di Inghilterra aveva lanciato un appello contro la deforestazione, con uno spot pubblicitario in difesa delle foreste. Quella che vedete oggi è la risposta di Sting e di altre pop star che hanno assecondato l’appello del principe. Per dare il vostro simbolico contributo al progetto per la salvaguardia delle foreste, potete lanciare il vostro SOS al mondo compilando il form di Rainforest.org, proprio come Sting.

Comunque, davvero bello questo video! Se può convincere qualcuno che prendersi cura della foresta pluviale significa prendersi cura del nostro futuro, forse è perfino servito a qualcosa.

giovedì 8 ottobre 2009

Serge Latouche domenica prossima a Forlimpopoli

L’economista e sociologo francese Serge Latouche, teorico della decrescita, sarà a Forlimpopoli domenica 11 ottobre alle 17 per ricevere il Premio Artusi 2009, offrendo così un’occasione per incontrarlo dal vivo e ascoltare le sue riflessioni.

Il premio è assegnato ogni anno dal Comune di Forlimpopoli (FC), città natale di Pellegrino Artusi, a chi contribuisce con il pensiero e con le opere alla riflessione su cibo e dintorni. Dopo l’assegnazione del Premio 2008 a Wendell Berry, poeta e contadino americano, autore dello slogan mangiare è un atto agricolo, il testimone passa al più conosciuto sostenitore del concetto di decrescita contrapposto all’idea di sviluppo del mondo occidentale.

Come sottolinea lo stesso Latouche, la decrescita non va intesa in senso negativo e rinunciatario: “sarebbe più esatto parlare di a-crescita, così come si parla di ateismo, si tratta proprio dell’abbandono d’una fede, di una religione, quella dell’economia senza regole, del progresso e dello sviluppo sfrenato”.

Il Premio Artusi viene assegnato a Latouche in continuità con le riflessioni portate avanti nel corso delle precedenti edizioni della Festa Artusiana: la riduzione dei consumi superflui, la riscoperta della cucina di casa, la ricerca del vero in tavola, la proposta di corretti stili di vita rispettosi dell’ambiente, con meno merci viaggianti e più beni a filiera corta, il riciclo integrato dei rifiuti.

Per maggiori informazioni consultare il sito di Casa Artusi.

mercoledì 7 ottobre 2009

Tutti in marcia contro il razzismo, anche in bici!


E' bello vedere quando due iniziative importanti, che cadono nello stesso giorno, riescono a collaborare assieme per abbracciare un ideale più grande. Sabato 10 ottobre prossimo si svolgerà a Cesena la marcia contro il razzismo "Tutti Uguali, Tutti Diversi, Tutti Uniti" promossa dalle associazioni di volontariato e da Assiprov. Questa di sabato prossimo rappresenta la seconda edizione della stessa manifestazione che si è tenuta il 22 Novembre scorso e che ha avuto un grandissimo successo.

Contemporaneamente gli "amici della bici" di Cesena si uniranno al corteo per manifestare assieme contro il razzismo e tutte le discriminazioni. Occorre più fratellanza fra i popoli e meno auto e inquinamento, questo il messaggio unificato che verrà inviato dal corteo di sabato 10 ottobre, con partenza dalla stazione di Cesena alle ore 9:30.

martedì 6 ottobre 2009

L'inceneritore di Modena in fiamme, quante diossine nell'aria ?


Il 29 settembre scorso, l’inceneritore di Modena ha preso fuoco. Sulla notizia ignari cittadini che non possono far altro che filmare con il cellulare e mettere su youtube. Sul sito del Comune di Modena è stato diffusa la seguente nota:

Dal Comune massima attenzione nell’emergenza.

L’assessore Arletti: “ora attendiamo i dati delle verifiche effettuate”.

Il Comune di Modena ha seguito fin dal primo allarme l’incendio che si è sviluppato nell’impianto di una delle vecchie linee del termovalorizzatore di via Cavazza, tenendosi in contatto con Vigili del Fuoco, Arpa, Ausl e, ovviamente, il gestore HERA.
“L’incendio -afferma l’Assessore alle politiche ambientali Simona Arletti- è stato subito circoscritto e poi rapidamente domato dai Vigili del Fuoco. Il funzionamento della catena di emergenza, dalla prima segnalazione fino al cessato allarme, ha sicuramente consentito di limitare l’impatto sull’ambiente esterno. Il fumo, secondo quanto riferito da Hera, è da imputare soprattutto alla combustione di parte dell’impianto elettrico. Nel corso dell’emergenza, comunque, sono stati effettuati rilevamenti in tempo reale che andranno ora ad incrociare i dati raccolti, nello stesso periodo di tempo, dalle centraline fisse di misurazione. Per ogni ulteriore riflessione -conclude l’assessore Arletti- bisognerà dunque attendere i risultati di queste verifiche e l’esito degli accertamenti in corso sulle cause specifiche dell’incendio.”

Riferisce ViaEmiliaNet che l’incendio si è propagato dalla fossa dei rifiuti considerati non pericolosi. In pratica se una parte dei modenesi ha respirato diossina o altre sostanze nocive, lo saprà solo dopo averle inalate. Alla cittadinanza non sono state fornite indicazioni su eventuali precauzioni.

Occorre ricordare che gli inceneritori sono considerati industrie insalubri di prima categoria, e i rischi di incidenti sono tutt'altro che remoti. Anche se difficilmente riguardano la camera stessa di ombustione, nelle "fosse" di stoccaggio sono presenti normalmente grosse quantità di materiali infiammabili (i rifiuti), che bruciando senza controllo possono inquinare pesantemente l'aria e sprigionare diossine. Costruirli in pieno centro abitato, seppure conveniente dal punto di vista dell'utilizzo della energia termica residua per teleriscaldamento, espone la popolazione a pericoli potenziali troppo elevati. In poche ore di combustione accidentale possono essere vanificati i costosi controlli di emissione di anni interi!

La soluzione ? Evitare di costruirli, adottare sistemi di trattamento meccanico biologico, chiudere il cerchio dei materiali post-consumo ben prima dello smaltimento, con il riuso e il riciclo, attività tanto più facile quanto più si utilizzano sistemi di raccolta domiciliare come il Porta a Porta.

Fonte: EcoBlog

sabato 3 ottobre 2009

Prima la Terra, 3/4 ottobre a Forlì


Evento da non perdere nel week-end del 3/4 Ottobre in centro storico a Forlì al chiostro di San Mercuriale. Verrà organizzata una due giorni dedicata all’Agricoltura e alla salvaguardia del territorio. Si parlerà ovviamente di agricoltura e di tutto ciò che possiamo fare per renderla sostenibile e adatta ad affrontare le sfide del secolo prossimo venturo.

Organizzato dalle Associazioni WWF forli, Clan-Destino, Artincanti, DestinAzione Forlì, con l’aiuto di Sapori Tipici e Macro-Edizioni, ci saranno giochi per bambini, Tavole rotonde e Musica. Inoltre, mostra-libro con centinaia di testi in vendita dedicati alla sensibilità ambientale.

Tra i relatori (fai click sul volantino per ingrandire) sono stati invitati a parlare anche esponenti del gruppo Gas InGASati di Forlì. Il MIZ sarà ovviamente presente con un suo banchetto.

Il dibattito del giorno di Sabato si intitola: “Naturale e locale, progettare una nuova agricoltura amica dell’uomo e dell’ambiente” – sabato 3/10 ore 16.30, interverranno:

Maurizio Pallante, scrittore e presidente del Movimento per la Decrescita Felice, modererà il dibattito e relazionerà sul tema: “L’agricoltura nell’era della decrescita felice” (quale e quanto cibo per le generazioni future, mentre il petrolio finisce);

Stefano Tellarini, agronomo e tecnico specializzato in agricoltura biologica farà il punto sulla necessità di salvare le antiche ‘cultivar’, restituendo ad ogni territorio le colture più appropriate, e promuovendo l’agro-biodiversità come assicurazione per il futuro alimentare;

Pietro Venezia, medico veterinario omeopata, esperto in zootecnia biologica, discuterà gli esempi locali di filiera corta, evidenziando le difficoltà, i successi e le previsioni future.

Gian Luca Bagnara, Assessore Provinciale all'Agricoltura, verrà adeguatamente incalzato e avrà l’opportunità di spiegare al pubblico quali sono le politiche proposte dalla Provincia FC per un’agricoltura capace di futuro, che sappia recepire le indicazioni dell’Unione Europea in merito a tutela della biodiversità e sappia restituire dignità al lavoro agricolo.

Il dibattito del giorno di Domenica si intitola: “Dal cemento non nascono i fiori - salvare e ri-naturalizzare il paesaggio rurale” – sabato 3/10 ore 16.30, interverranno:

Massimo Milandri (dottore in Scienze Forestali e membro della Società Studi Naturalistici della Romagna), per presentare una riflessione complessiva sulla trasformazione e riduzione delle campagne forlivesi nel corso degli ultimi decenni;

Enrico Ottolini (biologo e membro del WWF Parma) per illustrare il tema: “Come tutelare e ricostruire le relazioni ecologiche nelle aree agricole”, nonché la recente proposta, avanzata dal WWF, per riportare un sufficiente grado di naturalità nei territori di pianura e pedecollina dell’Emilia Romagna e il trailer anteprima di un interessante documentario di imminente uscita sulla perdita dei suoli agricoli nella Provincia di Parma.

Raffaella Pirini, Consigliere Comunale della Lista Civica DestinAzione Forlì, coordinerà il dibattito e avrà il compito di coinvolgere gli Assessori forlivesi Paolo Rava (Urbanistica) e Alberto Bellini (Ambiente) in una discussione costruttiva, con l’obiettivo di arrivare ad una visione comune di un futuro fatto di politiche di tutela dei suoli agricoli dall’invasione del cemento-asfalto e di riconversione ecologica delle pratiche agricole.

Le giornate termineranno con due concerti “a km0”, ovvero di gruppi provenienti dal territorio forlivese:

- I Marcabru (sabato 3, ore 21.30): musicisti di lunga esperienza che nel tempo hanno sviluppato una personale ricerca sulla musica popolare, soprattutto di matrice celtica, e sulla musica antica (medievale e rinascimentale); arrangiano melodie tradizionali senza confini geografici o culturali con uno stile contemporaneo e sperimentale.

- I Colobraro (domenica 4, ore 21.30): giovani musicisti che, servendosi di chitarra, flauto, violino e tamburello trascineranno il pubblico in una serie di danze popolari del Sud Italia, chiudendo in allegria la manifestazione.

Spero parteciperete numerosi.



Aggiornamento: Purtroppo Maurizio Pallante informa che non potrà partecpare all'evento causa un impegno improvviso, sarà sostituito da un esperto in tematiche agronomiche

venerdì 2 ottobre 2009

Stasera a Forlì serata sulle energie rinnovabili

“Comprereste un auto da uno che ha una faccia così?” (cit. *) Forse no, ma Lui vi consiglierebbe di certo l’auto che consuma meno, che inquina meno, ecc. Il nostro esperto di “energia”, l’ing. Andrea Fanelli in una serata a tema vi parlerà dei nostri tempi e di quelli che verranno, che direzione ha preso il mondo, ecc. ma soprattutto quello che possiamo fare noi semplici cittadini nelle nostre case, per risparmiare energia o produrla a beneficio delle nostre tasche e dell’ambiente.

La serata sul risparmio e sulle fonti di energia è organizzata dal FOLUG e si terrà venerdì 2 ottobre alle ore 21 nella sala della Circoscrizione 3 (ex 4) in via Dragoni a Forlì, al centro musicale per capirci.

Principale relatore sarà Andrea Fanelli, membro di ASPO Italia nonché esperto e grande conoscitore dei vantaggi e svantaggi delle fonti di energia rinnovabili (e non).


* Tipica frase ricorrente durante la campagna elettorale americana. I media sottopongono i volti dei candidati all’opinione pubblica per misurarne il gradimento epidermico. Andrea Fanelli, al momento, non ha ambizioni presidenziali!

giovedì 1 ottobre 2009

Maurizio Pallante al Decrescifest


Questa intervista a Maurizio Pallante è stata registrata nella serata del 20 settembre 2009 al decrescifest di Villa Silvia di Cesena, incontro organizzato dal Movimento Impatto Zero.

Una economia non più basata sulle merci ma sui beni, l'autoproduzione e la solidarietà sociale come antidoto alla crisi, il falso mito della crescita del PIL come promotore dell'occupazione nel mercato del lavoro. Non si riescono quasi più a cogliere i vantaggi di questa società consumista, globalizzata, pervasa da una cultura di massa instupidita dai desideri delle multinazionali, priva di consapevolezza e di filosofie divergenti dal mero interesse economico. Con un territorio sconvolto e degradato, con gli ecosistemi a rischio, con le risorse naturali non rinnovabili in declino, concetti nuovi come "decrescita felice" promettono di offrire una nuova e inaspettata speranza.

La crisi che ci sta avvolgendo è strutturale, poiché è impensabile una crescita continua in un territorio limitato, una crescita cioè che non accetti il concetto di limite. Il modello di sviluppo va quindi rivisto perché porta a condizioni di infelicità e sconvolgimenti pesanti per l'equilibrio naturale del pianeta.

Di questo e di altro si è parlato nella interessante intervista con Maurizio Pallante del Movimento per la Decrescita Felice.

P.S. L'audio del video purtroppo è un po basso, aumentate il volume delle casse.