mercoledì 29 giugno 2011

Dalla Grecia alla Val di Susa, carne da manganello

Avete notato come negli ultimi giorni i telegiornali siano sistematicamente invasi dalle drammatiche scene di guerriglia popolare che si svolgono nelle piazze della Grecia ? Orde di disperati che mettono a ferro e fuoco ogni cosa, protestando contro i tagli economici radicali cui il governo di Papandreou è costretto (per il loro bene) mentre i cittadini stremati dalla crisi si scagliano contro le autorità. (qui la diretta stream dalla Grecia)

Nel mentre, si sta svolgendo anche in Italia un simile clima di "scontro" fra cittadini e forze dell'ordine, ma per ragioni diametralmente opposte: proteste in tutta la Val di Susa contro gli "investimenti" promessi per la tav, con gente manganellata a sangue perchè "non vuole godere i frutti" di questa opera assolutamente strategica che per l'Europa porterà tanto lavoro e sviluppo economico...

Sono balle da ambo le parti. E la copertura mediatica che la TV sta dando alle violenze in Grecia sono solo, a mio modesto parere, maldestre opere di distrazione di massa.

La popolazione greca non è contraria ai sacrifici per evitare il default, ma al fatto che siano sempre i soliti cittadini a pagare, quando per decenni sono stati governati da corrotti che si sono arricchiti alle spalle del debito pubblico.

Analogamente, in Val di Susa, la gente è esasperata dalle balle bipartisan (sia del PD che del PDL) che considera sviluppo improrogabile la realizzazione delle grandi opere, indipendentemente dal fatto se siano realmente utili o meno. Di certo si sa che arricchiscono i soliti "prenditori" di soldi pubblici, e che a fronte di un salasso di svariate decine di miliardi di soldi pubblici dei contribuenti non riuscirà probabilmente a dare nemmeno un po di lavoro decente e duraturo (tranne quello nei cantieri che sventreranno una intera valle per oltre 20 anni, ovviamente).

Insomma, i greci che protestano in piazza sono brutti e cattivi, quindi per associazione spontanea ci vogliono far assimilare il concetto che anche chi difende la propria terra dai sopprusi della tav (e che sui media non vediamo) siano gente gretta, affetta dalla sindrome nimby, incapace di capire cosa viene deciso per il loro bene.

I valsusini sono purtroppo, esattamente come i greci, carne da manganello!

Ma il popolo no-tav invece osa resistere, decine di migliaia di persone colte, determinate e ben organizzate hanno stra-ragione a protestare. Domenica prossima ci sarà una grande manifestazione nazionale e sono convinto che arriveranno migliaia di persone da tutta Italia a Chiomonte per dare man forte alle legittime rimostranze della popolazione in Val di Susa. Si tratta di difendere il bene comune, che era tema anche del passato referendum appena stravinto solo poche settimane fa.

E' evidente che la lezione dei referendum non è affatto servita ne al PD ne al PDL, per capire che oggi alberga un nuovo desiderio dei cittadini di riappropriarsi in prima persona dei destini dei loro beni comuni. Quel "padroni in casa nostra", pur suonando terribilmente leghista, neppure i leghisti vogliono vederlo applicato in val di susa, dove in effetti Maroni ha mandato oltre 2000 poliziotti per sgomberare il territorio, e garantire così la prima trance di finanziamenti europei per l'inizio dei cantieri.

Io ho sempre ingenuamente sostenuto come i motivi per cui la tav non andasse fatta fossero in realtà pochi (ma determinanti): la sua totale inutilità, il costo spropositato sulle spalle dei contribuenti e il suo devastante impatto ambientale.

Invece, scopro che i motivi per cui la TAV è solo una bella favola per allocchi sono addirittura centocinquanta, (tanti quanti gli anni dell'unità d'Italia), come segnalato nell'ottimo post di Michele Dotti.

A me sembravano più che sufficienti i miei primi tre motivi, ma se proprio volete toglervi ogni dubbio e divenire solidali con la battaglia che i valsusini stanno portando avanti nell'indifferenza dei media (nonchè del PD/PDL), allora leggete le seguenti:



domenica 26 giugno 2011

Il dito (nella monnezza) e la luna


La raccolta differenziata dei rifiuti porta a porta è appena partita in un quartiere di Cesena (finalmente!) e già arrivano le prime scontate lamentele. A noi italiani riesce molto facile il lamento con sentenza allegata, piuttosto che fornire indicazioni utili e collaborare per risolvere i problemi.

Ci terrei a precisare questa sottile e fondamentale differenza: il lamento è diverso dalla segnalazione costruttiva, il primo è legato alle esigenze di sfogo della sfera emotiva, per espellere un'insofferenza, il secondo è indice del desiderio di mostrare una difficoltà oggettiva, senza un giudizio approssimativo, ed è un invito ad essere sostenuti da qualcuno che ha più autorità decisionale di noi.

Mentre il lamento è soddisfatto dal solo atto di farlo, la segnalazione esige una risposta ragionata, quindi ci si prodiga a fornire dati ed esempi, il più delle volte includendo nella richiesta anche il germe per la possibile soluzione al problema.

Stamattina (25 giugno 2011) è uscito un articolo sul Resto del Carlino dal titolo Rifiuti: problemi all'Oltresavio di Francesco Ciotti che a mio avviso tende a rientrare nella categoria del lamento, apparentemente al solo scopo di sostenere il concetto che il Porta Porta "è una roba che non serve". Ovviamente senza nessun esempio o argomento specifico a cui appoggiarsi, il che avrebbe ovviamente prefigurato una segnalazione utile.

Tutto ciò fa riflettere sul comportamento di molti giornali, che preferiscono evidenziare lamenti anzichè pubblicare segnalazioni, ma non possiamo biasimarli. I giornali usano troppo spesso la notizia per indicare il dito (nella monnezza) piuttosto che la luna, scambiando questa per informazione.

La luna, quando si parla di raccolta differenziata, è il risultato operativo. Si sono ottenute riduzioni consistenti dei rifiuti? Si sono creati circuiti virtuosi per rendere le persone più consapevoli di come trattare responsabilmente i materiali post-consumo ? Siamo riusciti ad aumentare la raccolta differenziata così da allontanare, almeno per un po, la necessità di ricorrere a nuove discariche ? Abbiamo utilizzato meglio i soldi del contribuente ?

Il dito invece è mezzo usato, cioè il Porta a Porta, strumento (perfettibile) per indicare la nuova direzione dove bisogna arrivare, quella della riduzione del rifiuto alla fonte. Se l'informazione è solo segnalare che il dito è sporco (di monnezza) perché magari si è saltato un ritiro in alcune abitazioni, allora qualcosa nell'informazione non ha funzionato.

Se non sono passati a ritirare bene segnaliamo e risolviamo questo disagio, invece di urlare allo scandalo, perchè altrimenti il fine sembra quello di tagliare il dito, dando spazio in maniera strumentale ai detrattori del Porta Porta, che non aspettano altro che cittadini esacerbati per dimostrare di avere avuto ragione.

La ragione invece ce l'ha chi riesce a stabilire quali effetti sono stati prodotti, magari saranno troppo scarsi per la spesa sostenuta, oppure saranno buoni al di la delle aspettative, ma per avere questi riscontri occorre come minimo lasciare funzionare il sistema un po di mesi, e lavorare costantemente per migliorare le storture del servizio. I giapponesi chiamano questo spirito 'KAIZEN', il miglioramento costante.

A quanto sappiamo dalle tante ricerche che il MIZ ha compiuto, il Porta a Porta rimane il sistema più usato, in tutto il mondo, per ridurre il problema dei rifiuti a basso costo, alta efficienza, basso dispendio di energia, alta soddisfazione della popolazione. Cerchiamo piuttosto di migliorarlo!

lunedì 20 giugno 2011

Prepariamoci, il nuovo libro di Luca Mercalli

Ho scelto finalmente il libro che campeggerà fra pochi giorni sul mio comodino, e forse accompagnerà le mie (brevi) vacanze estive. Si tratta di prepariamoci di Luca Mercalli edito da ChiareLettere. Non serve essere cassandre, se non si è in grado di indicare anche quale è il sentiero corretto da percorrere, per uscire da queste moltitudini di crisi, ambientale, ecologica, sociale, politica, climatica. Siamo tutti proiettati verso una grande corsa a desideri insaziabili, e la torta che si riduce (in un pianeta finito) prefigura uno scenario di guerre e di barbarie, ma se ci prepariamo in tempo potrebbe essere una migrazione morbida verso un nuovo modello di civiltà.

Un breve stralcio del libro:
Da circa quarant’anni conosciamo l’entità dei problemi ambientali e l’impossibilità che la crescita continua – tuttora invocata come un mantra dall’economia e dalla politica -, possa proseguire all’infinito in un pianeta finito. L’ironia è che fu proprio un manager ed economista italiano di grande cultura e carisma, Aurelio Peccei (1908-1984), a promuovere l’elaborazione del primo modello matematico per simulare il sistema Uomo-Terra, il celebre rapporto “I limiti dello sviluppo” (titolo originale: I limiti della crescita), che tuttavia, uscito nel 1972, non ottenne l’effetto sperato di imprimere una svolta all’Umanità, e meno che mai all’Italia, vero paese dei balocchi.

Gli anni sono passati invano e tutto si è ulteriormente complicato, la popolazione è aumentata fino agli attuali 7 miliardi, i cambiamenti climatici sono sulla porta di casa, l’inquinamento di aria, acqua e suolo inizia a erodere il nostro benessere, la produzione alimentare non soddisfa la fame di tutti, lo spreco impazza e l’irragionevolezza pure. La ricerca scientifica internazionale registra puntigliosamente questi cambiamenti, mette in guardia il mondo, e propone anche soluzioni, ma cittadini e politica si dimostrano quasi sempre scettici o indifferenti e continuano la loro folle corsa verso il baratro.


"Chi crede che una crescita esponenziale possa continuare all'infinito in un mondo finito è un pazzo, oppure un economista" (Kenneth Boulding)


Fonte: Il fatto quotidiano

sabato 18 giugno 2011

Prima delibera di De Magistris a Napoli ... sul porta a porta

Il neo eletto sindaco di Napoli Luigi De Magistris lo aveva promesso in campagna elettorale ed ora sembra diventare realtà. La prima delibera approvata pochi giorni fa al comune di Napoli, come riporta il fatto quotidiano, riguarda infatti proprio i rifiuti. In particolare, c'è la rinuncia alla costruzione dell'inceneritore come obiettivo strategico dell'amministrazione e l'allargamento entro 90 giorni su una buona fetta della città (325 mila abitanti) del sistema di raccolta domiciliare porta a porta. Ciò porterà probabilmente a un contenzioso conto la Regione, che ha già acquisito l'area "Napoli Est" dove dovrebbe sorgere l'impianto in questione.

Il vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano ha dichiarato: «Questa delibera stabilirà che a Napoli non sarà costruito alcun termovalorizzatore» - aggiungendo - «L’inceneritore è inutile e col nuovo piano lo dimostreremo»

Ecco un breve stralcio della delibera approvata pochi giorni fa:

DELIBERA

Estendere immediatamente, e comunque entro il termine di 90 giorni, il sistema di raccolta porta a porta – attualmente funzionante ai Colli Aminei, a Bagnoli centro, a parte di Ponticelli, a Chiaiano, al Rione Alto, a San Giovanni a Teduccio, al Centro direzionale e in piccola parte di Scampia, per un totale di 146mila abitanti – agli interi quartieri Vomero, Posillipo, Barra, Ponticelli e Scampia per interessare complessivamente 325mila abitanti. .....

Estendere la raccolta differenziata a tutta la città, dando mandato ai competenti servizi dell’amministrazione d’intesa con Asia Napoli spa di predisporre entro 90 giorni una nuova stesura del Piano per la raccolta differenziata con il preciso scopo di estendere la raccolta porta a porta all’intera città. Detto piano conterrà anche le modalità operative che saranno applicate nelle singole zone ed i tempi di estensione del servizio dai 325mila abitanti all’intera città introducendo il principio della premialità nei confronti dei cittadini e delle attività produttive virtuose.

Potenziare la raccolta differenziata dalle utenze non domestiche ....

Definizione di un Piano operativo per la Prevenzione e Riduzione dei Rifiuti, dando mandato ai competenti servizi dell’amministrazione d’intesa con Asia Napoli spa di predisporre entro 90 giorni il Piano contenente, sulla base delle esperienze italiane ed europee, tutte le azioni che possano essere applicate positivamente in città. Tali azioni dovranno essere pianificate indicando per ciascuna azione: modalità di attuazione, il risultato atteso e la relativa incidenza economica.

Primi interventi per la prevenzione e riduzione dei rifiuti, nell’immediato verranno, comunque concertate con i soggetti portatori di interessi alcune azioni tra cui:

- mense scolastiche: stop all’usa e getta e riciclaggio totale – predisposizione del nuovo bando entro luglio;
- divieto pubblicità postale non indirizzata;
- vendita prodotti ortofrutticoli defoliati;
- incentivazione alla vendita di prodotti sfusi o alla spina;
- coinvolgimento della grande distribuzione organizzata nel recupero di prodotti freschi invenduti prossimi alla data di scadenza (Last minute market);
- nell’ambito di un più ampio incentivo per l’uso e la valorizzazione dell’acqua pubblica anche al fine di ridurre i rifiuti da bottiglie di plastica, dare mandato all’Arin di presentare progetto per almeno 10 beverini-fontane di acqua, refrigerata e addizionata di anidride carbonica (case dell'acqua).

L’assessore all’Ambiente concerterà queste azioni con i soggetti potenzialmente coinvolti e definirà entro 60 giorni una scheda tecnica in merito ad ognuna in modo da poterle attivare nel miglior modo possibile, anche eventualmente attraverso lo strumento delle ordinanze sindacali.

Sviluppare l’impiantistica a servizio della raccolta differenziata:

a) dare ogni impulso affinché siano realizzate le isole ecologiche già previste e non ancora in esercizio con la predisposizione entro 15 giorni di un crono-programma della loro entrata in esercizio;
b) dare mandato ai competenti servizi dell’amministrazione ..... per
- eventuali ulteriori isole ecologiche (centri comunali di conferimento);
- impianti di compostaggio per il trattamento della frazione umida-organica da raccolta differenziata;
- impianto di valorizzazione dei rifiuti ingombranti a partire da mobilia e arredamento tramite un accordo con il consorzio Rilegno per il riciclaggio;
- impianto di pre-selezione e valorizzazione della carta da raccolta differenziata.

Ora, chiamare innovativa questa delibera appare in se eccessivo, elenca ne più ne meno tutte le normali pratiche in uso da anni in tutta europa per il trattamento e la riduzione alla fonte dei rifiuti. Considerato però che stiamo parlando di Napoli, forse il termine più appropriato potrebbe essere delibera rivoluzionaria!

Sappiamo che scrivere delibere è relativamente facile, ora occorre realizzare un piano d'ambito credibile per trasformare questi nobili intenti in realtà. E qui De Magistris si gioca tutto, ma la direzione (almeno secondo me) è quella giusta.

Scarica la delibera completa

P.S. Altro atto assolutamente da segnalare, la nomina di Raphael Rossi come presidente di Asia. Rossi è il consigliere torinese esperto di rifiuti che report ha portato alla ribalta per aver smascherato le truffe nella gestione del servizio. Non si poteva fare una scelta migliore!

lunedì 13 giugno 2011

Seppellito il nucleare, ora occorre trovare la direzione giusta

Geremy Rifkin è l'archetipo del sognatore visionario, che con onestà intellettuale si è "riconvertito" diverse volte.

Inizialmente sognava una "civiltà dell'idrogeno" in cui gettare le basi di un nuovo concetto di mobilità, ora è diventato un promotore ad oltranza delle rinnovabili, relegando l'idrogeno a solo vettore per lo stoccaggio temporaneo di energia, rinunciando quindi alle complicatissime infrastrutture che avrebbero dovuto portare l'idrogeno in ogni distributore di benzina.

Credo (o meglio spero) che il paradigma dominante sarà invece, anche in Italia, quello che adesso appoggia, ovvero energie rinnovabili realmente distribuite, senza centri di oligopolio e senza processi di grande produzione industriale monopolistica. In poche parole la democrazia dell'energia.

Ora che il referendum ci ha fatto fare il necessario passo indietro dalla direzione sbagliata, è ora di fare quei passi avanti che tutti si aspettano, verso un futuro dove decrescita non è una parolaccia, e sobrietà diventa uno stile di vita.

A quel punto, le rinnovabili saranno in grado di sostenere perfettamente il nostro nuovo modello di civiltà, ne sono sicuro.

Fonte: Viaterrea

sabato 11 giugno 2011

Il professor Vincenzo Balzani ci parla del nucleare

Vincenzo Balzani - Nucleare in Italia dopo Fukushima - parte 1/2

Vincenzo Balzani - Nucleare in Italia dopo Fukushima - parte 2/2

Vincenzo Balzani è un grandissimo divulgatore scientifico, che con semplicità disarmante riesce a spiegarci la complessa questione nucleare con esemplare chiarezza. Vorrei meno talkshow urlati con Chicco Testa e più programmi di approfondimento ragionati con Vincenzo Balzani, giusto per riportare alla luce un po di quel comune buonsenso, specialmente su problemi così delicati come la questione energetica, che la Rai sistematicamente boicotta.

Il 12 e 13 giugno, confido di gridare assieme a voi l'ecumenico... HABEMUS QUORUM. Poi si può anche pensare di andare al mare con tranquillità.

venerdì 10 giugno 2011

Referendum sull'acqua, rifletteteci per favore

Vi risparmio la scrittura di tutto il cucuzzaro del DL135 (Decreto Ronchi), che non è nemmeno l’unico citabile a proposito del processo di privatizzazione dell'acqua. Tra l'altro, dice cose che alla fin fine sono pure condivisibili... In recepimento delle normative europee, "Se vai a gara, deve essere ad evidenza pubblica", non esiste che ti affidi al privato che ti sei scelto da solo (e che magari ti ricompensa con prebende o bei posticini nel CDA, tipo Hera per intenderci).

Nel tempo, a partire dalla visione "comunitaria" del mercato europeo, in cui l'accento era posto sulla trasparenza e rimozione delle barriere alle imprese fra gli stati membri, si sono susseguite numerose e inestricabili modificazioni. Serve relmente un giurista per addentrarsi nei meandri di questa spaghettara legislativa all'italiana, quindi meglio ribadire (per i duri e puri di spirito) un po la storia degli eventi:


Il decreto ronchi è solo una tappa di un percorso già avviato da tempo (Anche Bersani ha precise responsabilità), ma tornando al referendum (visto che qualcosa di "fisico" lo si deve pure abrogare per forza) il quesito referendario si concentra sostanzialmente, al termine del trenino legislativo, su questo articolo:

Vedi Art. 23bis (L 133/2008), quello che si vuole abrogare

Ne riporto qualche stralcio, così da farsi una idea:

2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in VIA ORDINARIA, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, ….

6. E’ consentito l’affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi pubblici locali nei casi in cui POSSA ESSERE DIMOSTRATO che tale scelta sia economicamente vantaggiosa

9. I soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non affidati mediante le procedure competitive ….., NON POSSONO acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi …
Il divieto di cui al periodo precedente non si applica alle SOCIETA’ QUOTATE in mercati regolamentati. … In ogni caso, entro la data del 31 dicembre 2010, per l’affidamento dei servizi si procede mediante PROCEDURA COMPETITIVA ad evidenza pubblica. (N.d.r. termine poi slittato al 2011)

Io sono solo un misero ingegnere elettronico, di giurisprudenza me ne intendo come un esercente di ortofrutta di alimentatori switching… però quando viene ribadito, in più punti, che le attuali gestioni pubbliche SONO L’ECCEZIONE, ed entro il 31 dicembre SI VA A GARA PER FORZA, e se il pubblico vuole vincere DEVE PER FORZA FARE L’OFFERTA MIGLIORE, significa solo una cosa..

SVENDERE SUL MERCATO quello che resta delle gestioni in-house, affinchè il modello delle ex-municipalizzate (alla Hera ad esempio) acquisisca OVUNQUE il controllo esclusivo della gestione (e alla fin fine anche delle risorse).

Io più di così non saprei spiegarlo… da qualche parte c’è anche l’articolo che stabilisce la QUOTA MASSIMA che dovrà mantenere il pubblico dentro le aziende private che vinceranno le gare (Noi con Hera abbiamo già dato in anticipo, ma al 2015 occorrerà ridurre la presenza del pubblico un altro po fino ad arrivare entro il 30%).

Quindi, ribadisco il concetto che penso risponda a verità… se vince il NO, i comuni non possono sceglere, faranno tutti le gare e basta (e perderanno quasi per forza), se vince il SI, rimane la scelta se fare la gara o meno.

La parte buffa è che, garantire ai comuni e agli enti territoriali locali una reale possibilità di scelta, anche in un ottica di tipo federalista, dovrebbe essere un atteggiamento assai più LIBERALE di un obbligo forzato imposto dall'alto, persino per i fulminati che si ostinano a seguire i dettami di Berlusconi, malgrado il suo evidente disfacimento politico e morale.

Rifletteteci per favore, il 12 e 13 Giugno l'acqua non sta solo al mare, ma anche ai seggi elettorali. Andate a Votare!

mercoledì 8 giugno 2011

Per EIA, il nucleare sarà la forma di energia più costosa al 2020!


Non vi è alcun dubbio su come la discussione sul nucleare in Italia sia stata politicizzata oltre ogni limite, ciò rischia di creare un eccesso di semplificazione veramente pericoloso su scelte che sono strategiche e fondamentali per il futuro energetico del nostro paese. 

Come giustamente scrive Ugo Bardi sul suo blog, oggi nucleare sembra cosa "di destra", mentre le rinnovabili appaiono cosa "di sinistra", salvo poi trovare in entrambi gli schieramenti ideologici notevoli esempi di ripetute conversioni e ripensamenti.

Come si fa allora in questa babele di dichiarazioni e prese di posizione, talvolta dettate dalla emotività, a capire da che parte stare ?
A mio parere occorre affidarsi ad organismi indipendenti che gli sviluppi in tema di energia li conosce a fondo e li studia da tanti anni, come giustamente sostiene Giovanni Valentini nel suo buon articolo apparso su Repubblica. Pochi meglio della EIA, la agenzia indipendente di informazione energetica americana, è in grado di fornire una risposta attendibile.

Eccolo allora il Rapporto Energy Outlook 2011 (DOD-EIA/0383) appena uscito, dal quale è stato estratto il grafico che vedete quì sopra, e che spiega più di mille parole cosa prevedono gli americani al 2020 e al 2035.

I costi in $c/kWh riferiti a quattro diverse tecnologie per la produzione energetica (carbone, nucleare, vento, gas) sono stati messi a confronto attualizzati al 2009, suddividendoli nei loro contributi di costo capitale (finanziari), costi fissi (impianti e manutenzione), costi variabili (carburante) e costi di trasmissione (reti e distribuzione).

Dal grafico appare chiaramente che al 2020 l'energia nucleare risulterà la forma più costosa fra le quattro considerate per la produzione di energia elettrica. Questo soprattutto in virtù del costo capitale, come ben spiega l'articolo di Giovanni Valentini (che si riferisce però a dati del vecchio rapporto EIA 2009).

Peccato che gli americani non prendano nemmeno in considerazione il fotovoltaico, che secondo le stime di Domenico Coiante ha speranze pure esso di raggiungere la famigerata "Grid Parity" entro il 2020. Probabilmente si ritiene (a torto) che non riuscirà ad avere una grande penetrazione sul totale dell'energia consumata. Occorre però considerare che il punto di vista monopolistico (sui costi) non è lo stesso rispetto a chi intende il FV come generazione distribuita e democratica di energia elettrica, che oggi solo il fotovoltaico può rendere tecnicamente realizzabile.

Personalmente continuo a ritenere che il "valore" di una singola centrale nucleare dal costo di un miliardo di euro sia di molto inferiore al valore cumulativo di 10.000 piccoli impianti fotovoltaici dal costo di centomila euro, anche se la singola centrale producesse maggiore energia.

Altro aspetto inquietante del rapporto EIA (Pag.3) è il grande affidamento che gli americani prevedono sullo SHALE GAS (gas di scisto) e altra robaccia del genere, con pratiche estrattive che si riveleranno assolutamente disastrose per l'ambiente, come il fracking.

In soldoni,neppure i cinici americani pensano che il nucleare sarà mai competitivo in futuro dal lato dei costi, mentre lo saranno certamente l'eolico  e il gas naturale (ammesso che pensino di poterne estrarre quanto ne vogliono utilizzando giacimenti non convenzionali). Il fotovoltaico potrebbe diventare competitivo, ma ha ancora bisogno di essere sorretto da incentivi per renderlo una forma di produzione realmente distribuita e mirata alla autosufficienza energetica delle piccole comunità locali.

Alternative al nucleare un po meno costose esistono, senza nemmeno tirare in ballo le scorie, l'inquinamento da radiazioni, la pericolosità potenziale di rari ma gravissimi disastri. Sfatiamo però fin da subito l'idea che il nucleare ci dimezzi la bolletta, ciò è semplicemente ridicolo e frutto di disonestà intellettuale (semmai è presumibile il contrario, se non vogliamo finanziarlo pesantemente utilizzando la fiscalità generale).

Saltare sul nucleare oggi, equivale a investire ancora sui cavi telefonici di rame in un mondo che è passato alla banda larga a fibra ottica e al wireless distribuito, una scelta obsoleta per una tecnologia poco competitiva.

In conclusione, queste le mie ragioni del perchè vorrei invitare tutti a schierarsi per il NO AL NUCLEARE alla prossima consultazione referendaria. Possiamo spendere molto meglio i nostri soldi.

lunedì 6 giugno 2011

Andrea Segrè a Cesena con il suo progetto Last Minute Market


Ripensare la produzione e il consumo, secondo un uso coerente di ogni risorsa, per rispettare l’ambiente. Andrea Segrè, preside dell’Università di Agraria di Bologna, presenterà martedì 7 giugno alla sala cinema San Biagio (via Aldini 24) alle 20.30 il suo lavoro più recente “Lezioni di ecostile. Consumare, crescere, vivere”. E' l'ultimo ospite del ciclo di incontri “Non siamo nati per …rifiutare”, promosso dal Miz-Movimento Impatto Zero in collaborazione con il Comune di Cesena, Compostuter, Comitato per l'acqua di Cesena e Comitato Lasciateci l'aria per respirare, a supporto dell’avvio del progetto integrato di raccolta differenziato nel quartiere Oltresavio.

Manuale per uno stile di vita all’insegna delle scelte “green”, “Lezioni di ecostile” propone tre lezioni, con esempi concreti, dedicate al consumo critico, alla riduzione degli sprechi, contro l’imperativo della crescita ad ogni costo che pervade la nostra economia.

Segrè racconterà inoltre l'esperienza del Last Minute Market, progetto da lui ideato per trasformare lo spreco in risorse. Se uno yogurt sta per scadere, invece che lasciarlo sugli scaffali dei supermercati è meglio portarlo a chi ne ha bisogno. Un’idea così semplice da sembrare banale. 

Il Last Minute Market nasce proprio da questa riflessione nel 1998 alla Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna e diventa presto una realtà molto diffusa: a oggi si contano oltre 40 città raggiunte dal servizio. Fra queste, e con ottimi risultati, anche Forlì-Cesena.

Nel corso della serata, moderata dal presidente del Miz Barbara Martini, interverrà anche l'attore cesenate Roberto Mercadini che si esibirà in pillole di teatro civile.

L’iniziativa vedrà inoltre la partecipazione espositiva del progetto Compostuter per il riciclo creativo e della sezione cesenate del forum italiano dei movimenti per l’acqua, che promuoverà i referendum del 12 e 13 giugno.


Ciclo di incontri
NON SIAMO NATI PER …. RIFIUTARE
7 giugno, ore 20.30 – Sala cinema San Biagio
 “Lezioni di ecostile per scelte Green”

Per informazioni: cell. 338.7280586 – www.movimentoimpattozero.it

P.S: Vi consiglio di visionare la bellissima intervista di Serena Dandini ad Andrea Segrè nella sua trasmissione "Parla con Me"

domenica 5 giugno 2011

Giornata mondiale dell'ambiente


Oggi è la giornata mondiale dell'ambiente, il tema di quest'anno sono le Foreste. In effetti, noi paese "ricco" subiamo questa indecente contraddizione, da una parte i nostri crinali si stanno riforestando, complice l'abbandono dei piccoli paesi di montagna, dall'altra importiamo sempre più legname, specialmente dal Congo (L'Italia ne è il secondo importatore mondiale), disboscando quindi le foreste altrui.

Il video che vi propongo non riguarda però le foreste, ma l'acqua. Fra una settimana appena si terrà infatti il referendum, fra cui quello importantissimo sull'acqua pubblica. Le immagini del video mi sembrano poetiche e bellissime, fanno capire che preservare l'ambiente, oltre al diritto alla salute, consente di tutelare l'enorme bellezza che ci offre, e che non ci stanca mai.

P.S. Il 7 Giugno al San Biago di Cesena, in occasione della visita di Andrea Segrè, si terrà contestualmente anche una piccola mostra sull'acqua a cura del comitato referendario acqua pubblica, oltre ad alcune pillole di teatro civile, specifiche sull'acqua, dell'attore Roberto Mercadini.

La minoranza rabbiosa e la costituente ecologista


Le associazioni ambientali, i comitati civici, i movimenti di cittadini, cosa sono in fondo ?

Sono la minoranza frammentata, disorganizzata, rabbiosa, che sa di avere ragione ma che non ha gli strumenti per cambiare le cose e incidere sull'altra minoranza, quella ancora più piccola ma compatta e arrogante, che ci governa confondendo il bene comune con gli interessi economici di parte.(cit. Domenico Finiguerra)

La maggioranza delle persone, quelle assuefatte dalla televisione e dal benessere insostenibile ispirato dalla moderna società dei consumi, preferisce vivere nell'oggi, ignara della direzione in cui sta andando il mondo, confinata nell'incultura dilagante e mantenuta con scarsa preparazione scientifica, cosicchè questi problemi non se li ponga neppure.

Per unire tutti quegli orticelli fatti di persone di buon senso, nasce abbiamo un sogno, parte fondamentale della costituente ecologista, nata per riportare in Italia l'esperienza europea del movimento Verde, da noi ridotto al lumicino e marginalizzato ai bordi della scena politica.

Mi sembra che questa costituente ecologista nasca sotto il migliore auspicio possibile, quello di ridare speranza per il futuro. Tutti gli interventi della convention del 22 Maggio al teatro Ambra Jovinelli di Roma sono stati di alto livello, ma quello di Michele Dotti è stato davvero straordinario, vi invito ad ascoltarlo.

venerdì 3 giugno 2011

Andrea Segrè a Cesena Martedì 7 Giugno

In Italia sprechiamo cibo. Non c’è crisi economica che ci salvi: nel bidone della spazzatura ci finiscono ogni anno 20 milioni di tonnellate di cibo buono per un valore pari al 3% del PIL italiano e che sfamerebbe oltre 44 milioni di persone. 

E’ sconcertante e ne scrive senza aforismi, ipocrisie e buonismi Andrea Segrè preside della Facoltà di Agraria all’Università di Bologna e economista che ha redatto il dossier Il libro nero dello spreco in Italia: il cibo, scritto con il ricercatore Luca Falasconi. Segré conosce bene lo scialo del cibo buono essendo anche presidente di Last Minute Market, l’associazione che sfama i bisognosi proprio con il cibo recuperato.

Ebbene, Segré analizza la filiera del cibo e non assolve nessuno: tutti, dai produttori ai trasformatori, distributori, consumatori sono coinvolti e responsabili; tutti sprecano cibo che arrivi da filiera corta o da filiera lunga

Dunque nell’attesa che la società si riorganizzi cogliendo l’occasione di una crisi mondiale dei consumi come trampolino di lancio verso stili di vita meno spreconi ma più sobri e sostenibili, ognuno di noi tra le mura domestiche può adottare la propria personale sostenibilità: non sprecare.

Come? Imparando a scegliere cosa acquistare tenendo presente che è meglio comprare prodotti con pochi imballaggi; acquistare solo quello che ci serve; imparare a consumare meno. 

Andrea Segrè sarà a Cesena Martedì 7 Giugno al cinema San Biagio, a partire dalle 20:30, per l'ultimo appuntamento promosso dal MIZ del ciclo di incontri "Non siamo nati ... per rifiutare".

Parleremo dell'esperienza dei Last Minute Market, ma anche di referendum. E' prevista infatti la partecipazione del forum per l'acqua pubblica, oltre al progetto compostuter e una mostra fotografica sullo spreco degli imballaggi. Infine, a sorpresa, alcune pillole di teatro civile dell'attore Roberto Mercadini.

Fonte: Ecoblog