martedì 30 giugno 2009

Ennesima proroga per mantenere i vituperati Cip6

Il brutto regalo che Prodi fece in finanziaria 2007, che ripristinava temporaneamente l'istituto dei Cip6 per consentire il completamento dello sfortunatissimo inceneritore di Acerra, sta producendo come era lecito prevedere effetti dannosi a posteriori, consentendo infatti all'attuale governo un appiglio per reintrodurre gli incentivi, allargandone ulteriormente le maglie di utilizzo.

La bozza allo studio interviene su un articolo della Finanziaria 2007 che stabiliva l'emanazione di un decreto da parte del ministro dello Sviluppo economico (sentite le commissione parlamentari) per definire le modalità e le condizioni per un'eventuale riconoscimento degli incentivi in deroga. Con questo intervento si sposta quindi ulteriormente il termine per il completamento della procedura al 30 giugno 2010.

Nello stesso pacchetto all'esame del consiglio dei ministri sono previste altre incredibili proroghe, come quelle che riguardano il passaggio di molti comuni da tassa (Tarsu) a tariffa (Tia) per la raccolta dei rifiuti urbani, e il posticipo dal 1 gennaio 2010 al 1 gennaio 2011 per la messa al bando nei supermercati dei sacchetti di plastica non biodegradabili. La motivazione ufficiale per questo ultimo indecente provvedimento è quello di "consentire un impatto morbido sul sistema produttivo e di distribuzione commerciale".

Ovvero, in tempi di crisi se c'è da raggranellare qualche risorsa meglio posticipare i vincoli che costringerebbero le aziende ad un minor impatto ambientale, cosa evidentemente vista da questo governo come un puro e semplice costo inutile.

lunedì 29 giugno 2009

Teleriscaldamento o Teleimbonimento ?

Leggete prima per cortesia questo articolo per capire cosa sta bollendo nella pentola di Hera a Forlì. Non è una novità che le multi-utility da tempo propongano e sponsorizzino le virtù taumaturgiche di un sistema che punta ad unire il risparmio energetico con la tutela ambientale, questo sistema si chiama Teleriscaldamento (TLR). Fausto Ferraresi, direttore della divisione Teleriscaldamento di Hera, ha recentemente dichiarato l'esistenza di nuove strategie per ampliare il teleriscaldamento nella città di Forlì, coinvolgendo la zona del Ronco a nord di Forlimpopoli.

E' bene capire come si muovono queste ex-municipalizzate, oggi divenute grandi s.p.a. e quotate alla borsa valori, da queste aziende infatti può dipendere non poco delle nostre esistenze: elettricità, riscaldamento, acqua, gestione rifiuti ed anche telecomunicazioni. L'ultima occasione d'oro per rinverdire i loro portafogli (in tutti i sensi) è rappresentata dal teleriscaldamento, da sempre benedetto presso talune associazioni ambientaliste come la panacea del risparmio energetico e del vantaggio ecologico per eccellenza.

Questo è parzialmente vero ma non è tutta la verità, per lo meno a Forlì, dove il teleriscaldamento rappresenta una vera manna: si bruciano i rifiuti risparmiando sui costi di discarica ed il risultato è un fiume di acqua calda che scorre nelle viscere della città ed infine giunge al calorifero, riscaldando la casa dell'inquilino di periferia, che può così evitare di consumare l'inquinante (?!?) metano di città. Magari essendo inquilino di periferia il cittadino aveva già installato la sua "vecchia" caldaia a condensazione ad alto rendimento. Per i fautori del teleriscaldamento è comunque un progresso enorme: un sistema pratico, ecologico, economico, efficente, sostenibile. Ma per chi ?

Partiamo dal risparmio economico
Il cittadino con il teleriscaldamento non risparmia quasi nulla, perché ci sono delle tariffe base nazionali per le unità calore, che lo parificano di fatto al metano. Per lo Stato sono fondamentali le entrate fiscali sui carburanti, ed il maggiore utile se lo intasca l'azienda a discapito dello stato. Inoltre, con l'allaccio al teleriscaldamento e rimozione della "inutile caldaia" si può dire addio a qualsiasi pratica realmente sostenibile, come l'installazione di pannelli solari per l'acqua calda. In alcuni casi se il cittadino ci prova viene addirittura bastonato con richieste di indennizzi.

Si entra di fatto in un circolo di totale dipendenza, e la multi-utility ne gioisce non poco. Non è un mistero che alcune aziende potrebbero pensare di mandare direttamente al "bruciatore" anche rifiuti considerati "difficili", creando pesanti interrogativi sui prodotti della combustione di questi procedimenti (diossina?), dato che il servizio di teleriscaldamento non può essere interrotto per nessun motivo, specialmente in inverno. E d'estate poi ? dove la domanda di acqua calda è molto minore ma le bocche di fuoco non possono essere sottoalimentate ?

Concludiamo con l'inquinamento ambientale
Anche sul lato dell'inquinamento ambientale ci sono forti dubbi, siamo sicuri che il teleriscaldamento da termo-distruzione dei rifiuti sia meno inquinante di un equivalente bruciatore a metano ? Non solo il dubbio è lecito, ma è stato anche già misurato mettendo a confronto in uno studio del politecnico di Milano tre diversi inceneritori Italiani (Brescia, Milano, Bologna) rispetto a impianti termici equivalenti alimentati a pellet, gasolio e metano. Il risultato è sconcertante, dal punto di vista delle nanoparticelle i termoutilizzatori ne escono con le ossa rotte, dato che le particelle metalliche ultrafini che si formano (e che sono altamente dannose) vengono prodotte ad un ritmo almeno cinque volte superiore rispetto alle controparti a metano, in barba ai costosissimi e complicatissimi sistemi di trattamento fumi necessari per ripulire un combustibile inerentemente sporco e contaminato da metalli pesanti come il rifiuto urbano.

Quindi, se il teleriscaldamento è prodotto da rifiuti rappresenta solamente un pericolo potenziale per i cittadini, poichè gli impianti di generazione non possono essere dislocati fisicamente troppo lontani dall'utilizzatore finale, quindi non sono affatto un passo avanti verso una maggiore sostenibilità. Se prodotto da centrali a gas in cogenerazione hanno un senso esclusivamente per evitare le emissioni delle vetuste caldaie ad olio combustibile, che con una spesa significativamente minore potrebbero essere tutte comunque sostituite con caldaie a condensazione indipendenti, ed in futuro con pannelli solari termici. In ogni caso non rappresentano certamente una via per l'affrancamento dai combustibili fossili, anzi ne incrementano l'utilizzo. Le dispersioni nelle tubazioni infatti disperdono in media il 10% della energia termica trasportata, tanto più quanto le centrali si posizionano lontano dall'utilizzatore. Aggiungiamoci anche che le multi-utility hanno il difettuccio di farci pagare l'acqua calda di scarto come metano equivalente allo stato puro ed il Teleimbonimento è servito.

Buon Teleriscaldamento a tutti.

sabato 27 giugno 2009

Cura dimagrante in vista della crisi, intanto consumate gente

Che ci piaccia oppure no, la tecnologia è solo un motore, che per funzionare ha bisogno di carburante, e questo è dato dalle risorse naturali (in gran parte purtroppo non rinnovabili).

Il concetto é spiegato molto bene a grandi linee anche qui (un link a caso fra mille).

Quindi, preservare le risorse è un imperativo categorico per farle durare più a lungo, e magari sperare che il progresso riesca nel suo vero scopo ultimo, che è quello di sostituire una risorsa non rinnovabile con un altra equivalente che permetta di mantenerci nello stesso livello di comodità, servizi, salute.

Purtroppo, non si vede attualmente niente all’orizzonte che possa sostituire anche solo lontanamente il petrolio, se volessimo farlo ora utilizzando esclusivamente le energie rinnovabili sarebbe una grossa delusione, poiché non saremmo in grado di soddisfare i consumi attuali con quel "nuovo" carburante, cioè sarebbe impossibile fare andare il prodigioso motore del “progresso” con la velocità assurda con cui è avanzato recentemente.

Eppure, dobbiamo in qualche modo farlo, perchè il picco del petrolio sta arrivando inesorabile e lascia all'umanità sempre meno tempo per cercare degni sostituti. Se state pensando al nucleare, vi arriverà un altra grande delusione.. Il nucleare è cosa non rinnovabile, pertanto al di la dei seppur gravi problemi di costo e di inquinamento può allungare l’agonia della civiltà solamente per due o tre decenni, che è un niente nella scala dei fatti umani, è quindi purtroppo una strada senza uscita.

Possiamo però contrastare la concezione dominante di progresso "energivoro", rallentandolo volutamente e consciamente, indirizzandolo verso il risparmio energetico e la sistematica chiusura di tutti gli sprechi, e per farlo serve MOLTA PIU’ TECNOLOGIA che per accelerarlo ancora di più. Questo ci farebbe guadagnare tempo prezioso, ma occorre andare controcorrente rispetto a quanto tutti vogliono fare oggi, mentre invocano il mito della crescita infinita, cioè consumare e buttare. L'idea che il progresso significhi consumare è quella che potrebbe portare a bruciarci tutta l'energia disponibile in meno di una mezza generazione.

La soluzione si chiama decrescita, o cura dimagrante, o sobrietà autoindotta come dir si voglia, e dovresti volerla come amica, perché oggi ti crogioli con il SUV e ti rimbambisci davanti alla tv sognando i viaggi spaziali, domani avrai una vanga in mano per dissodare le patate, se ci va di lusso. E lo dice uno che non è affatto pessimista.

W il Berlusca che annuncia tronfio che la crisi è finita e che possiamo ritornare a consumare e spendere soldi, e che i catastrofisti vanno zittiti! Che memorabile visionario.

Update: Come è d'uso fare, Berlusconi ha appena smentito di voler cucire la bocca ai catastrofisti.

giovedì 25 giugno 2009

Come coniugare coesione sociale e riciclaggio

Parte lunedì prossimo nel carcere bolognese della “Dozza” il primo di tre laboratori in cui i detenuti saranno impiegati nel trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, per favorirne il recupero e il riciclaggio. Si tratta del progetto “Rifiuti elettrici ed elettronici in carcere” che coinvolgerà a breve anche gli Istituti penitenziari di Forlì e di Ferrara e che è stato presentato qualche giorno fa a Bologna.

I laboratori saranno opportunamente allestiti e attrezzati per lo smontaggio dei Raee ovvero quei rifiuti come lavastoviglie, lavatrici e computer che, se non opportunamente trattati, possono essere molto pericolosi per l’ambiente a causa delle sostanze che contengono, su tutte mercurio e piombo.

Tale attività all’inizio impegnerà complessivamente 10 detenuti per 30 ore alla settimana, con un’adeguata retribuzione e il concorso della contrattazione sindacale. Secondo l’assessore all’ambiente della Regione Emilia-Romagna, Lino Zanichelli:

Il progetto mette al centro persone in condizione di difficoltà, ma anche il corretto uso delle risorse naturali. Entrambi due grandi temi di civiltà e un esempio concreto di cosa significa fare sviluppo sostenibile, ovvero tenere insieme ambiente, economia e coesione sociale.

Frutto dell’iniziativa comunitaria Equal “Pegaso”, finanziata dalla regione con il Fondo Sociale Europeo, il cui obiettivo è l’inclusione socio-lavorativa delle fasce deboli, il progetto ha avuto una prima fase sperimentale tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008.

Fonte: ecoblog.it

mercoledì 24 giugno 2009

Le amministrazioni del porta a porta vincono

Il ballottaggio del 22 Giugno 2009, ha riconfermato a Capannori il sindaco uscente di centrosinistra, Giorgio Del Ghingaro, con una netta maggioranza del 54% dei voti espressi. Questo risultato è importante perché le elezioni di Capannori potevano essere viste come un test della politica di gestione dei rifiuti basata sulla raccolta porta a porta, inaugurata, appunto, dalla giunta di Del Ghingaro con gli assessori Baronti e Ciacci.

Da notare, comunque, che anche il candidato contrapposto a Del Ghingaro, Lorenzo Matteucci, aveva messo nel programma che non solo avrebbe mantenuto la raccolta porta a porta, ma l'avrebbe addirittura potenziata. Questa è un'ulteriore evidenza della popolarità del porta a porta, indicata anche dai sondaggi di opinione a Capannori.

A Forlì vince Balzani con il 55% dei voti, ed era stata data una chiarissima indicazione di volere il porta a porta su tutta la città entro i primi anni del mandato. A Forlimpopoli quasi un plebiscito con oltre il 65% per Paolo Zoffoli, che del porta a porta ha fatto la sua bandiera personale.

Si conferma quindi la validità di un approccio verso la gestione dei rifiuti basato sulle buone pratiche e sulla collaborazione dei cittadini, piuttosto che su soluzioni drastiche dettate dall'emergenza o gestioni industriali in totale continuità con il passato, come desiderato da Hera.

Uno degli ultimi tabù quindi sembra caduto, quello che vuole la scelta del porta a porta pericolosa dal punto di vista elettorale da parte delle coalizioni di maggioanza, come le recenti elezioni amministrative hanno ampiamente dimostrato. Dove si fa il porta a porta, la giunta si avvicina ai cittadini e vince!

Capito signor Paolo Lucchi neo eletto sindaco di Cesena ?

lunedì 22 giugno 2009

Il compostaggio, una pratica indispensabile


Ai più il compostaggio rappresenta ancora una pratica misteriosa, per tanti addirittura una magia. Prendi il rifiuto della tua cucina, lo metti in un contenitore e questo incredibilmente dopo qualche settimana sparisce trasformandosi in terriccio!

In tanti forum si possono trovare consigli e suggerimenti per rendere il processo il più efficace possibile per gli amanti del "fai da te", anche senza spendere grosse cifre. In molte parti d'Italia dove questa pratica si è diffusa, come ad esempio in alcuni quartieri di Roma, il gestore del servizio rifiuti contribuisce con uno sconto percentuale della quota variabile in tariffa. In altre zone d'Italia viene applicato invece uno sconto forfettario fisso (di una decina di euro all'anno) previa dimostrazione di utilizzo regolare di una compostiera fornita gratuitamente dal comune.

Da noi a Cesena ? Niente di niente! Se chiedete ad Hera una compostiera vi risponderanno "picche", dato che a detta loro la città è già piena di cassonetti dell'umido, e ce ne saranno sempre di più a fronte dell'apertura della nuova stazione di compostaggio della Busca di San.Carlo. Questo megaimpianto di Hera, che consentirà anche di produrre una quantità irrisoria di energia, promette sulla carta di risolvere buona parte del problema dei rifiuti umidi eliminando gran parte della frazione organica, che in genere arriva ad occupare attorno al 40% di tutto il rifiuto prodotto ed inquina le discariche (oltre a bruciare assai male negli inceneritori). Il compostaggio inoltre rappresenta il modo migliore di trattare gli sfalci dei giardini, che in certi periodi dell'anno rappresentano una grossa quantità di materiale da smaltire.

Tutto bene quindi ? Nemmeno per sogno! Anzi. Il problema semmai è proprio questo, l'apertura del nuovo impianto potrebbe rappresentare una pietra tombale a qualsiasi velleità di portare a Cesena il sistema di raccolta differenziata Porta a Porta, inducendo a ritenere che il sistema attuale di raccolta a cassonetto, potenziato con la raccolta dell'umido, sia già sufficientemente sostenibile.

In realtà non c'è nulla di più sbagliato, potenziare la raccolta dell'umido stradale e allo stesso tempo disincentivare i cittadini dall'effettuare il compostaggio domestico (non riconoscendo lo sconto in bolletta) è un atteggiamento stupido ed antiecologico.

Il materiale umido infatti dovrà essere periodicamente differenziato nonchè raccolto e trasportato con automezzi inquinanti. Essendo esso composto prevalentemente da acqua rappresenta un peso inutile che si traduce in un incremento dei consumi di combustibili fossili, quindi di costi complessivi per i cittadini.

Sia la raccolta porta a porta che soprattutto il compostaggio domestico invece, lasciano evaporare l'acqua fin dall'origine, riducendo il peso del materiale da smaltire fin dentro le mura domestiche di oltre il 60% per i bidoncini areati, e dell'80% ed oltre per le compostiere da giardino.

Non appare assolutamente stupido per Hera raccogliere acqua, trasportarla con dei camion in strutture industriali, spendere energia per farla evaporare, per poi realizzare del compost che dovrà essere nuovamente trasportato per essere impiegato (se non troppo contaminato) nei campi e nei giardini ?

Meglio sarebbe cercare di creare il compost direttamente a casa, al massimo farsi venire a raccogliere il compost come prodotto finito, qualora il suo quantitativo sia superiore al fabbisogno personale, facendosi addirittura pagare per vederselo ritirare!

E' l'idea che un sistema industriale centralizzato sia la soluzione più efficace sempre e comunque che fa cilecca da tutte le parti, (tranne per chi lucra sulle tasche dei cittadini). La soluzione ideale sarebbe infatti utilizzare un conferimento porta a porta privilegiando i ristoratori e le mense, i quali producono elevate quantità di materiale. Utilizzando poi lo stesso servizio anche per i cittadini si attuerebbero economie di scala notevoli, non essendo più necessari gli scomodi e maleodoranti bidoni marroni dell'umido nelle strade (maleodoranti perchè ermeticci, il che non consente all'acqua di evaporare efficacemente).

Infine, occorrerebbe dotare i cittadini che ne fanno richiesta di compostiere da giardino o da balcone, ne esistono di molto economiche, ed il gestore recupererebbe l'investimento riducendo la frequenza dei viaggi di prelevamento del materiale umido presso le famiglie.

Nel frattempo che tutto questo diventi realtà (e che Lia Montalti neo assessore all'ambiente prenda in seria considerazione queste semplicissime proposte e se ne faccia portavoce), vi invito a leggere questo illuminante corso di compostaggio domestico, realizzato da Federico Valerio per Italia Nostra:

venerdì 19 giugno 2009

Cesena, la nuova giunta

Età media 45 anni (ci sono anche due under 40), con perfetta parità numerica fra uomini e donne, molti volti nuovi e due riconferme: ecco alcune delle caratteristiche salienti della nuova giunta di Cesena, presentata ufficialmente nella mattinata di Giovedì 18 giugno scorso. Mentre altre città sono alle prese con il ballottaggio, a otto giorni dall'insediamento ufficiale Paolo Lucchi ha già pronta la squadra che lo affiancherà nel governo della città.

Gli otto assessori scelti si prospettano come un riuscito minestrone fra continuità e innovazione, caratterizzati da una forte assunzione di responsabilità politica da un lato, unita ad una altrettanto spiccata volontà (a parole) di aprire alle nuove istanze della città, prime fra tutte il variegato mondo delle associazioni.

Ecco quindi tutti i curricula degli assessori tratti da un articolo de "Il Resto Del Carlino".

Riconfermato al timone della Cultura Daniele Gualdi, che ha già ricoperto questo ruolo dal 2002 al 2004 e dal 2004 al 2009, concorrendo fra l'altro al potenziamento delle attività del San Biagio e al decollo della Fondazione Serra. Decisamente una scelta di manifesta continuità con il passato.

Cambio di assessorato, invece, per Maura Miserocchi, che passa dall'Urbanistica (di cui si è occupata dal 2004) ai Lavori Pubblici, con competenze anche sulla viabilità e i quartieri. Prezioso, in quest'ultimo settore il bagaglio accumulato in quindici anni di esperienza prima come consigliere e poi come presidente del Quartiere Dismano.

Al debutto nell'amministrazione di un ente locale, ma forte di esperienze importanti al Ministero dell'Economia e delle Finanze e, prima ancora, alla guida di associazioni di categoria territoriali, Carlo Battistini, che rivestirà il ruolo di vicesindaco oltre a occuparsi delle deleghe legate alle risorse e alle politiche del personale.

Ha alle spalle un impegno quasi ventennale in campo educativo Elena Baredi, che torna a Palazzo Albornoz come assessore alla Formazione e all'Istruzione a dieci anni di distanza dalla sua precedente esperienza di consigliere comunale, durata due legislature.

E' cresciuta nel mondo della cooperazione, occupandosi a lungo di welfare, e dal maggio scorso fa parte del consiglio di amministrazione dell'Azienda Pubblica di Servizi alla Persona (Asp) del Distretto Cesena - Valle Savio, Simona Benedetti oggi chiamata a occuparsi delle politiche sociali.

Ha una specifica competenza nell'ambito delle relazioni con l'Unione Europea, e la sua militanza nel campo associazionistico le da in qualche modo anche la patente di persona attenta al mondo dei movimenti cittadini, Lia Montalti, designata ad occuparsi della Sostenibilità ambientale e Progetti Europei (un assessorato ritagliato su misura).

Arriva da 14 anni di impegno nella Giunta Provinciale (prima come assessore alle Attività Economiche e al Turismo, poi alla Programmazione e alle Politiche Urbanistiche) Orazio Moretti che a Palazzo Albornoz si occuperà delle politiche della qualificazione urbana: a questo assessorato il compito di promuovere un cambio di passo nel rapporto fra imprese e urbanistica, puntando specialmente sulla sburocratizzazione dei procedimenti.

Ha la qualifica di Ispettore Superiore ed responsabile dell'Ufficio Protocolli operativi esterni - settore Immigrazione e Frontiera al Caps di Cesena Ivan Piraccini, nominato assessore alla Promozione delle sicurezze (sicuramente una carica atipica).

La prima riunione ufficiale della nuova giunta è stata fissata per martedì 23 Giugno.

Questa quindi, riassumendo, la composizione della nuova giunta:

Paolo Lucchi - Sindaco
Deleghe: Programmazione e controllo strategico - Macro-Organizzazione degli uffici e dei servizi - Innovazione, semplificazione e trasparenza - Partecipazione - Comunicazione - Turismo

Carlo Battistini - Vicesindaco - Assessore alle Risorse e Politiche del Personale
Deleghe: Bilancio, Politica complessiva delle entrate, controllo di gestione - Società partecipate - Risorse tributarie e patrimoniali - Sistemi informativi - Politiche del Personale

Elena Baredi - Assessore alla Formazione e Istruzione
Deleghe: Pubblica Istruzione - Servizi educativi e per l'infanzia - Formazione professionale e continua - Lotta alle diseguaglianze - Politiche giovanili - Iniziative di pace e solidarietà

Simona Benedetti - Assessore alle Politiche per il benessere dei cittadini
Deleghe: Welfare di comunità e Famiglia - Sanità - Politiche dell'integrazione - Volontariato

Daniele Gualdi - Assessore alla Cultura
Deleghe: Cultura - Istituzioni culturali (Istituzione Biblioteca Malatestiana, Fondazione "R. Serra") - Teatro - Sport - Università e ricerca

Maura Miserocchi - Assessore ai Lavori Pubblici
Deleghe: Lavori pubblici, manutenzione continua e diffusa della città - Sicurezza edifici ed impianti - Viabilità e mobilità - Quartieri

Lia Montalti - Assessore alla Sostenibilità Ambientale e Progetti Europei
Deleghe: Qualità ambientale, sviluppo di nuove fonti energetiche, Progetti europei

Orazio Moretti - Assessore alle Politiche di qualificazione urbana
Deleghe: Programmazione e attuazione piani urbanistici - Sviluppo produttivo e residenziale del territorio - Economia del territorio, industria e artigianato, commercio e sistema agro-alimentare

Ivan Piraccini - Assessore alla Promozione delle sicurezze
Deleghe: Politiche per le sicurezze e Polizia Municipale - Protezione civile - Servizi demografici

mercoledì 17 giugno 2009

Recupero di energia dal traffico, buona idea o vampirismo ?

Non passa giorno senza che qualche inventore strampalato ipotizzi un sistema innovativo per recuperare energia dalle normali "energivore" attività quotidiane. I casi sono innumerevoli, partendo dal supermercato che usa il peso delle auto di passaggio, al generatore alimentato dai ballerini in discoteca, all'energia elettrica ottenuta dal transito degli autocarri per le strade cittadine, fino ai pattini a rotelle che ricaricano gli mp3. La maggioranza di queste idee traggono generalmente spunto dall'ipotesi di ottenere energia dal traffico o da altre attività ripetitive di origine antropica. A prima vista sembrerebbe un'ottima idea, l'uso che facciamo dell'energia nelle nostre statali congestionate suggerisce l'immagine di uno spreco immane, recuperare parte di questi sprechi assurdi sarebbe cosa buona e giusta.

Dividiamo innanzitutto i vari sistemi di generazione (elettrica) in tre grandi categorie, quelli che sfruttano energia muscolare (umana o animale), quelli che sfruttano eventi atmosferici fisici o metereologici (vento, sole, maree) e quelli che sfruttano derivati secondari dei combustibili fossili (traffico automobilistico).

Nel caso di energia da fonte muscolare, l'articolo che meglio analizza le reali potenzialità ottenibili da questo tipo di sfruttamento è sicuramente L'asino e il ciclista, che invito a leggere perché estremamente interessante. La domanda principale che l'articolo si pone è, supponiamo che ogni essere umano e ogni animale sulla terra si metta a pedalare, tirare, trascinare, muovendo delle dinamo, quanta energia ne potremmo ricavare ? La risposta è purtroppo assai poca, molto meno di quanto possiamo immaginare.

Nel caso di energia da eventi atmosferici e fisici parliamo ovviamente di energie alternative, come l'eolico, fotovoltaico, geotermico. L'articolo che vorrei segnalare è Fonti a Confronto, che mostra una carrellata comparata di tutte le varie possibilità. Le potenzialità quì sono molto elevate, forse saranno le sole a poter sostenere indefinitamente nel tempo una società basata sul consumo energetico, ma allo stato attuale solo una minima parte dell'energia deriva realmente da queste fonti.

Nel caso di energia da traffico parliamo di sistemi di tipo "predatorio", che sfruttano energia cinetica (già generata bruciando combustibili fossili) per estrarla dal loro contesto (muovere un veicolo) e immagazzinarla in un altro (batterie) in modo da essere riutilizzata per usi diversi. Ad esempio, il passaggio di auto su un ponte potrebbe mettere in moto generatori che illuminano il ponte stesso. Non è genericamente considerata una forma di energia primaria, ma un recupero energetico. E' comunque davvero così ?

Dispositivi del genere, a mio parere non sono recupero energetico. Per capire questo fatto occorre stabilire cosa è davvero un recupero energetico e cosa no, darò pertanto una mia personale definizione:

Recupero energetico è solamente quando si trasforma una quantità di energia che diventerebbe inevitabilmente calore, in una forma diversa che ne permetta l’immagazzinamento per il successivo riutilizzo.

Sappiamo che per il secondo principio della termodinamica, una volta che l’energia se ne va in calore, non è più recuperabile con il 100% di efficienza, il calore è pertanto una forma “degradata” di energia. Nella formulazione di Plank, risulta infatti impossibile trasformare il calore proveniente da una fonte omogenea interamente in lavoro, lo spreco è quindi fisicamente inevitabile, pertanto se si può evitare che qualcosa vada a finire in calore è meglio farlo fin dal progetto.

Le piastre alimentate dal passaggio di autoveicoli infatti rubano energia cinetica e non calore, pertanto non è propriamente una forma di recupero, ma solo una trasformazione. Cioè, se rubassi energia dal traffico che passa, dato che non sto sottraendo calore al sistema, sto semplicemente rubando un po di benzina dai loro serbatoi impedendogli di trasformarsi in energia cinetica. Tanto valeva usare un generatore a benzina, sicuramente più efficiente.

Un dispositivo che invece utilizza l’energia della frenata (o dell’inevitabile rallentamento) è invece davvero considerabile un recupero, poiché l’energia dissipata sui freni sarebbe diventata inevitabilmente calore e non potrebbe più essere recuperata. Esistono già dispositivi che recuperano questa energia sprecata, uno di questi è il KERS impiegato in Formula1, altri sono quelli utilizzati nei sistemi di recupero frenata delle auto ibride ed elettriche, come la Toyota Prius e la Honda Insight, che utilizzano il motore elettrico stesso come generatore.

In conclusione, se vogliamo contribuire davvero al risparmio energetico dobbiamo soprattutto evitare il calore (per inciso è il motivo per cui le lampade ad incandescenza consumano di più), e passare a sistemi di recupero cinetico, possibile solo con le auto ibride o puramente elettriche. Ed in ogni caso, se proprio il calore l'abbiamo prodotto, cerchiamo almeno di conservarlo il più possibile.

martedì 16 giugno 2009

Sacchetti in MaterBi, sono davvero così biodegradabili ?

Secondo questo post di Ugo Bardi di Aspo Italia, le aspettative riposte sui famigerati sacchetti di MaterBi prodotti dalla Novamont sarebbero eccessive.

C'è una differenza notevole fra i termini "biodegradabile" e "compostabile", all'atto pratico i polimeri in oggetto non sarebbero affatto completamente biodegradabili ma solamente compostabili, secondo una normativa specifica (EN 13432) che lascerebbe risultare compostabile anche tante cose che normalmente non lo sono, per il solo fatto di avere la capacità di ridursi in pezzetti molto molto piccoli. Quindi il MaterBi è si compostabile ma nemmeno tanto efficacemente, solo quanto basta per superare la normativa.

Forse molte innovazioni sono benefiche e sostenibili solo se ci crediamo, o solo se ce lo fanno credere. Ed in molti casi siamo proprio noi a volerci credere a tutti i costi, anche se alla prova sperimentale non tutto è assolutamente bello come sembra.

Il fatto secondo me però è un altro, la raccolta tradizionale dell'umido si è sempre fatta con i tradizionali sacchetti di plastica in polietilene, in quanto all'ingresso degli impianti di compostaggio industriale, inserito il materiale nelle tramogge, ci sono delle lame che "rompono" i sacchetti di plastica e li separano dal contenuto umido.

Con il MaterBi questo non sarebbe più necessario, così si avrebbe un risparmio di costo. Però risulta veramente difficile convincere TUTTI ad utilizzare sacchetti particolari senza operazioni globali del tipo raccolta "porta a porta".

Però, se si fa il porta a porta, i sacchetti non sono necessari poiché i bidoncini dell'umido sono normalmente foderati internamente con uno strato di cartone riciclato pressato, in quanto devono garantire la traspirabilità e l'evaporazione (così non si producono cattivi odori).

Insomma, i sacchetti richiederebbero il porta a porta, ma il porta a porta non richiederebbe i sacchetti. Non ne vedo uscita per quanto riguarda la "raccolta", al massimo saranno utili per quanto riguarda la "spesa al supermercato", ma a quel punto sono infinite volte meglio i sacchetti RIUSABILI, quelli si ad impatto zero.

Leggi l'articolo originale: Ma i sacchetti biodegradabili, lo sono veramente ?

Update: Ad onor di cronaca, un rappresentante della Novamont ha risposto ai rilievi di Ugo Bardi sui sacchetti in MaterBi, aggiungendo considerazioni molto interessanti.

lunedì 15 giugno 2009

Home, un film per salvare la terra

Un vero spettacolo per gli occhi, è il film Home, diretto dal famoso fotografo Yan Arthus-Bertrand fondatore dell'associazione ecologista goodplanet.org e curato da Luc Besson. Il pianeta terra è il protagonista assoluto e unico di questo documentario epico, il cui racconto è affidato esclusivamente ad una suadente voce fuori-campo. Chi si aspettava solo un tributo alla bellezza della natura rimarrà deluso, perchè in realtà il film è un grido di dolore, una richiesta disperata di aiuto, per salvare un pianeta che sta lentamente morendo.

Ci possiamo trovare di tutto li dentro, dalle teorie del peak oil, alla decrescita, alla storia del mondo civilizzato occidentale che sfrutta ciecamente le risorse a ritmo sempre crescente, fino ad arrivare ai cambiamenti climatici e al dramma della sovrapopolazione. Ma anche e soprattutto grandi segnali di speranza e una fede incrollabile sulle capacità dell'uomo di capire e riflettere su quanto velocemente e pericolosamente stiamo perturbando le condizioni che permettono la nostra stessa vita sulla terra. Oltre una cinquantina di paesi visitati e 120 località dipinte con colori spettacolari. Una serie di immagini emozionanti.

Il Film attualmente in proiezione in mezza europa è stato, per volere degli autori, inserito gratuitamente su internet visionabile utilizzando il nuovo sistema ad alta definizione di YouTube HD. Le voci fuori campo sono in inglese, ma sono a disposizione i sottotitoli in varie lingue. Purtroppo, non è disponibile in italiano, ma se accedete al menù CC (closed caption) della finestra di YouTube (bottone triangolare a destra del volume) potete utilizzare la funzionalità "Translate" ed avere sottotitoli nella lingua preferita, pur con una traduzione automatica un po zoppicante. Vi consiglio di metterlo a pieno schermo, con la funzione HD abilitata, ed i sottotitoli tradotti in Italiano. L'autore non ne permette l'incorporamento nei siti blog, pertanto troverete in basso un link verso il canale streaming di YouTube Homeproject.

Comunque godibilissimo, saranno le immagini a parlare, per un viaggio di oltre 1 ora e mezza fra i segreti di quella piccola isola chiamata Terra, la nostra casa, Home appunto.

Guarda il Film HOME

Sito ufficiale www.home-2009.com

Canale su YouTube HD Homeproject

venerdì 12 giugno 2009

Italia rinvia il divieto di vendita delle lampade a incandescenza

Il Governo italiano continua nella sua politica di opposizione a tutte le politiche ambientali che vanno per la maggiore in Europa e in tutto l’occidente. Dopo aver negato l’esistenza dei cambiamenti climatici, l’ineffabile maggioranza di centrodestra ha deciso di creare in Italia l’unica eccezione europea al divieto di vendere lampadine a incandescenza di potenza pari o superiore ai 100 watt.

Dal primo settembre di quest’anno la vendita di queste lampadine sarà vietata in tutta Europa, ma non in Italia. Le lampade inquinanti sono salvate dal disegno di legge 1195, dopo che la finanziaria 2008 le aveva proibite a partire da gennaio 2010. Le associazioni ambientaliste, e in primo luogo il Wwf, protestano, visto che cambiando cinque lampadine da 100W a incandescenza con altrettante a basso consumo, in un anno si risparmiano 175kg di Co2.

Il discorso riguarda anche i frigoriferi, visto che uno di classe AA+, per cui tra l’altro esistono sgravi fiscali, fa spendere meno di 34 euro di elettricità all’anno, mentre quello di classe C fa impennare la bolletta fino a 92 euro. Insomma, una vera e propria inversione di rotta, quella del Governo, che consentirà di continuare a vendere in Italia lampadine e frigoriferi a bassa efficienza energetica.

Fonte: Ecoblog


mercoledì 10 giugno 2009

La bufala degli assimilati da Longiano a Rocca S.Casciano

Da anni ripetiamo questo concetto basilare: Le percentuali di raccolta differenziata con un sistema tradizionale non rappresentano in se alcun indice di gestione virtuosa dei rifiuti nel territorio.

Differenziare significa solo separare i rifiuti in maniera che il gestore contabilizzi i materiali sommando flussi separati. Ciò non è di per se indice che questi materiali siano effettivamente riciclati oppure no. Ovvio che una corretta differenziazione è una "condicio sine qua non", senza la quale l'unica alternativa è una energeticamente costosa (se non impossibile) separazione meccanica, però non è sufficiente. Avere dati affidabili sulla raccolta differenziata è relativamente facile, avere dati affidabili sull'effettivo riciclo è quasi impossibile, dati i mille rivoli in cui i materiali si perdono, palleggiati fra consorzi, cartiere, aziende...

Un caso emblematico per comprendere come una elevata crescita dell RD non si accompagni ad un effettivo aumento del riciclo (e quindi anche una riduzione dello smaltimento in discarica) è dato dal caso delle due piccole cittadine Romagnole di Longiano e Rocca S.Casciano. Nel 2005 la raccolta differenziata a Longiano era valutata ad appena il 6,24%, come si può evincere dallo stralcio dei dati aggregati dei MUD di ATO8:

Pochi anni dopo, con l'avvento delle ristrutturazioni compiute da Hera, si è balzati ad un incredibile 60% già fin dai dati consultivi del 2007. Un salto simile è avvenuto anche a Rocca S.Casciano come si evince dal grafico sottostante:

Cosa è successo ? Davvero Hera è stata così brava nel suo piano industriale da decuplicare la raccolta differenziata presso i cittadini in pochissimi anni ?

Certamente no, nel grafico sopra vengono mostrati in blu i risultati comunicati dal gestore, mentre in rosso vengono mostrati i dati di raccolta differenziata depurati dalla componente di assimilati e di sgravi in tariffa.

Gli assimilati sono rifiuti prodotti dalle aziende (che prima erano considerati speciali) per i quali è ammesso il conferimento diretto nel circuito della raccolta cittadina. Gli sgravi in tariffa sono autodichiarazioni di smaltimento dei rifiuti delle aziende stesse che, pur non passando più il materiale al gestore dei rifiuti, vengono contabilizzati come se fossero raccolta differenziata, previo riconoscimento di uno sconto nella tariffa che le aziende avrebbero dovuto pagare al gestore se avessero usufruito del servizio (questa mancata tariffa è in realtà pagata dai cittadini al posto delle aziende sgravate).

I motivi degli incrementi abnormi nella raccolta differenziata sia di Longiano che di Rocca S.Casciano sono da attribuirsi alla relativa alta incidenza di alcune grosse aziende che sono entrate da poco nel “circolo” degli assimilati (prima non considerati dal gestore Hera). Ad esempio: Ginestri arredamenti di Rocca S.Casciano e COCIF di Longiano, tanto per fare due nomi. Producono molto materiale da smaltire, e con i loro volumi ofuscano completamente le statistiche di raccolta reale dei cittadini.

Si tratta quindi di un abuso legalizzato, cioè fare credere ai cittadini che la situazione ambientale stia migliorando grazie a qualche isola ecologica ben distribuita, così da rientrare agevolmente nei limiti imposti dalle normative di legge che comporterebbero sanzioni pari al 20% della tariffa TARSU in caso di sforamento.

Per legge il gestore è obbligato a raggiungere RD=50% nel 2009, 55% nel 2010, 60% nel 2011. Tramite questi furbi accorgimenti probabilmente ci riuscirà, sempre che non esca una legge più restrittiva per il computo degli assimilati, ma nessun vantaggio ambientale sarà realmente ottenuto. Al contempo, si chiedono ai cittadini continui incrementi della tariffa per il mantenimento di un sistema industriale molto redditizio (per chi lo fa) e i cui risultati sono più “contabili” che reali.

Forlimpopoli ha anch’esso quote importanti di assimilati (basti pensare all’ipermercato Bennet), ma le sue performance “reali” sono molto più vicine al 70% dichiarato. Se non ci fosse il Bennet, la raccolta differenziata sarebbe sicuramente un po inferiore, ma comunque reale e non frutto di sgravi in tariffa.

Gli assimilati in questo caso fanno solo risultare un dato elevato di produzione di rifiuti procapite per il cittadino, compensato in parte dalla naturale propensione a produrre meno rifiuti quando si opera sotto il regime di una raccolta domiciliare. Forlimpopoli infatti adotta il sistema porta a porta, il cui gradimento è stato confermato da una recente consultazione cittadina, con una percentuale di apprezzamento di quasi il 90%.

Confrontiamo quindi i risultati reali di Longiano, Forlimpopoli e Rocca S.Casciano:

Si arriva al paradosso che Hera ricicla a Longiano più tonnellate di quante ne gestisce, il che ovviamente è impossibile, ma basa le sue tariffe industriali anche su questo. Al contrario Forlimpopoli evidenzia che il grosso della produzione dei rifiuti è proprio l’organico e la carta, che opportunamente raccolti consentono di mantenere elevate le performance ambientali (il materiale in discarica risulta più secco e meno putrescibile) così come anche il valore massimo di raccolta differenziata, che sale fino a sfiorare il 70% reale.

La voce "RD SGRAVI" nella tabella immagine è il punto importante di tutto il discorso. Questa voce é presente sia a Rocca S.Casciano che a Longiano e mostra senza possibilità di smantita che i dati RD in queste cittadine sono "gonfiati", mentre Forlimpopoli non ha bisogno di questa "spinta", dato che il porta a porta garantisce già di suo una elevata quota di raccolta differenziata.

Su 30 comuni della ATO8 (Forlì-Cesena), solo 11 mostrano un aumento del rifiuto indifferenziato, e la maglia nera è proprio del comune di Longiano con un incremento di ben il 13,9% di materiale destinato alle discariche e agli inceneritori. Quindi a longiano si passa dal 6% al 60% di RD, ma nel compenso si produce molto più rifiuto indifferenziato di prima, come volevasi dimostrare.

Se almeno questo portasse un vantaggio di costo in tariffa per il cittadino forse potrebbe valere la candela, ma i dati mostrano che così non è, in quanto i costi a Longiano sono allineati e non molto più bassi di quelli delle altre città, che non hanno subito il gonfiamento della RD:


In conclusione.

Con il passaggio al porta a porta non solo si ricicla realmente meglio quanto contabilizzato, ma lo si fa incrementando l’occupazione, diminuendo i costi, diminuendo la produzione dei rifiuti totali in peso (a Forlimpopoli ridotti di ben il 20%) e riconoscendo potenzialmente una tariffa più equa ai cittadini per il servizio svolto, dato che con la raccolta domiciliare si può pagare in funzione di quanto rifiuto ogni famiglia realmente produce. E’ quindi una scelta auspicabile per tutti i territori, anche e soprattutto per Longiano, a dispetto del suo 60% di raccolta differenziata fittizia.

domenica 7 giugno 2009

Risultati amministrative di Cesena in tempo reale

Giusto una comunicazione di servizio per i malati degli exit poll e i drogati dello scrutinio sezione per sezione. Il sito del comune di Cesena offre un servizio di consultazione dei risultati elettorali in tempo reale. Sarà una lunga notte elettorale, ricordo però che stasera avverranno gli scrutini delle sole schede per il parlamento europeo.

Domani mattina c'è il riposo, poi inizieranno gli scrutini per le provinciali e le comunali nel primo pomeriggio di Lunedì, fino a notte fonda. Entro due giorni sarà quindi tutto finito e tireremo finalmente un sospiro di sollievo, non se ne poteva più di stare in campagna elettorale permanente. Ecco i link principali, comunque reperibili dalla homepage cercando sulla colonna di destra.


Rapporti elaborati in differita di 30 minuti

Se invece volete affidarvi ai portali dalle testate giornalistiche nazionali, oppure conoscere i risultati di altre città, posso consigliarvi alcuni link del sito "La Repubblica":


sabato 6 giugno 2009

Alla vigilia del voto le urne ci guardano

Siamo alla soglia di trasformazioni importanti, per la prima volta nella storia umana si ha la netta percezione che il mondo convergerà presto verso un unico punto, in cui la crisi economica, energetica, climatica, ambientale ed etica confluiranno come in un tutt'uno, confondendosi e diventando non più separabili.

La crisi ambientale è solo uno dei fili di questa inestricabile matassa di interessi umani, tirando ciascuno di essi si rischia che emergano tutte le altre contraddizioni che la nostra complicata società è in grado di esprimere.

Il Miz non darà indicazioni di voto, sport preferito in questi giorni di campagna elettorale, ma invita a tirare questo "filo" (quello dell'ambiente) in maniera preferenziale, perchè ad esso è legato qualcosa di più importante di una passeggera crisi economica, cioè il futuro e la salute dei nostri discendenti.

L'unico vero auspicio é che vengano premiati tutti coloro (in ogni partito) che sapranno governare questi cambiamenti epocali, agendo in discontinuità rispetto a come si è sempre fatto e garantendo una transizione morbida verso un futuro difficile ma carico di enormi speranze.

Insomma, le urne ci guardano, andate a votare che è sempre esercizio utile.

venerdì 5 giugno 2009

Appuntamento MIZ a Budrio sul Porta a Porta

venerdì 5 giugno ore 20.30 circa
il MIZ è invitato come relatore a parlare di

RACCOLTA DIFFERENZIATA
PORTA A PORTA:
una scelta non più rinviabile.

BUDRIO di Longiano, al Rio parco
(ex parco Garden)


L'invito ci è stato rivolto dalla lista civica longianese AMO LONGIANO
che ha inserito nel suo programma il Porta a Porta e ci chiede di illustrare
concretamente come funziona il PaP e quali sono i vantaggi per la collettività.

L'evento di Longiano del 1 Giugno era stato infatti rimandato per maltempo.

La cittadinanza tutta è invitata
(ingresso libero)
Vi aspettiamo!

giovedì 4 giugno 2009

Quando le associazioni fanno politica

Il candidato sindaco Paolo lucchi ha evidentemente deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa rispondendo prontamente (addirittura all'interno dello stesso articolo) alle legittime pressioni delle associazioni, fra cui il MIZ e il comitato Osservanza, riguardo alla questione ambientale. La velata accusa che rivolge ai movimenti è quella di "perdere spontaneità" qualora al loro interno esistano esponenti che appoggiano formazioni politiche (ovviamente che non siano la sua).

La differenza fra un partito politico e un movimento cittadino (o associazione) sta appunto proprio in questo, i primi si (pre)occupano di schierarsi, i secondi si impegnano in attività per veder realizzare i propri (limitati) obiettivi sociali.

L'obiettivo principale di una associazione come il MIZ è quello di portare all'attenzione della cittadinanza temi come il Porta a Porta, non quella di appoggiare questo o quel partito politico, è per questo motivo che comunichiamo con tutti ma siamo particolarmente critici soprattutto verso coloro che non accolgono le nostre istanze in maniera per noi soddisfacente.

Il fatto che taluni esponenti di questi movimenti preferiscano anche impegnarsi politicamente in prima persona non fa delle loro associazioni "soggetti partito", ma ne accresce semmai il ventaglio di relazioni e di esperienze diffondendone le istanze all'interno di tutta la società, senza ergere muri a difesa di piccoli orticelli ideologici. Si chiama onestà intellettuale e apertura mentale.

Ad esempio, sappiamo che in Veneto gran parte delle amministrazioni che hanno abbracciato il porta a porta sono guidate dalla Lega Nord, e in questo caso specifico possiamo dire "Brava Lega Nord che fai queste cose". Questo non significa certo che il MIZ simpatizza con la lega nord, che anzi considera quanto di peggio possa esserci in merito alla sensibilità verso l'ambiente e al rispetto dei diritti umani e delle minoranze, dato che persevera nel consueto mantra della crescita economica a tutti i costi.

Se le stesse cose fossero state proposte dal Pdl o dal PD avremmo avuto lo stesso identico atteggiamento. Il nostro scopo è quello di creare un interesse trasversale verso i temi specifici della sostenibilità e dell'ecologia. Non ci possiamo ne vogliamo interessare anche di legalità, di lavoro, di razzismo, di giustizia, anche se sono tutti temi strettamente correlati. Ci limitiamo ai temi ambientali e su quelli facciamo le nostre valutazioni.

Questi temi vogliamo quindi non siano ne appannaggio dei soli Verdi ne tantomeno patrimonio privato di una riscoperta ambientalista dell'ultima ora da parte del PD. Sono temi che devono diventare patrimonio di tutti, e quando i politici (loro si) lasciano l'impressione di strumentalizzarli é proprio in quel frangente che diventa nostro preciso dovere mostrare loro tutte le relative contraddizioni. Senza sconti per nessuno.

Questo è il comunicato che è stato inviato ieri alla stampa, il cui contenuto è stato appena menzionato nell'articolo in apertura:

Titolo: Quanti PD ci sono in materia ambientale?


Il Movimento Impatto Zero fin dal 2007 chiede la partenza a Cesena di un sistema di raccolta differenziata domiciliare in grado di garantire un riciclo ottimale, tutelare l’ambiente, evitare spreco di risorse, ridurre le tariffe ai cittadini tramite la tariffa puntuale.


Il PD di Forlì guidato dal professor Balzani ha introdotto con forza questo punto nel proprio programma, avvalendosi fin da subito di consulenti come Laura Puppato (Sindaco di Montebelluna, alla cui esperienza sul porta a porta Balzani si ispira) e Natale Belosi (tecnico ambientale di Forlimpopoli, esperto di costi del sistema domiciliare). Addirittura Balzani si è esposto pubblicamente, piombando sul palco di Beppe Grillo e chiedendo al comico di tornare come “testimonial” quando il porta a porta verrà inaugurato a Forlì entro il prossimo anno.


Il PD di Cesena sembra avere preso una via radicalmente differente. Da una parte Paolo Lucchi si vanta di possedere un innovativo e radicale programma di tutela ambientale, dove pone l’Ambiente come “timone di tutte le scelte”, dall’altra manca nel programma qualsiasi scadenza entro la quale si impegni a realizzare alcunché. Sappiamo però che, per stessa ammissione di Paolo Lucchi in occasione di un dibattito pubblico (i famosi Venerdì di Lucchi), nel PD Cesenate il coordinamento in materia ambientale è affidato a Roberto Sacchetti, consigliere di amministrazione stipendiato da Hera. Il conflitto di ruoli ancora prima che di interessi è lampante, non si capisce più chi sia il controllore e chi il controllato.


Non dobbiamo quindi stupirci se il trittico PD+Hera+Bulbi che da sempre si è battuto a favore dell’inceneritore oggi diffonda il verbo che il porta a porta costa troppo ai cittadini e quindi “non s’ha da fare”, parafrasando un’espressione di manzoniana memoria. Pensiamo che Paolo Lucchi, che è persona attenta e preparata, dovrebbe rendere conto del perché il PD di Forlì con Balzani, e quello Cesenate con Lucchi, in materia ambientale sembrino così tanto diversi, indicandoci quale delle due visioni sul porta a porta sia quella ufficiale del PD.


La classe dirigente sottostante é immutata, non si rinnova e ripropone in provincia lo stesso Massimo Bulbi che, lo ricordiamo, è colui che ha sponsorizzato la costruzione del nuovissimo inceneritore di Forlì da 120.000 tonnellate, scelta che Lucchi dichiara di non volere assolutamente per Cesena.


Chi detiene sensibilità ambientaliste queste contraddizioni non può non notarle, chiediamo al PD di esprimersi in merito.

Cesena, 3-6-09

Paolo Marani – vicepresidente MIZ Cesena

mercoledì 3 giugno 2009

Critica del MIZ a Calderoli della Lega

L'articolo del Corriere Romagna di stamattina dice già tutto quanto serve sapere. Il nostro ministro della semplificazione legislativa Roberto Calderoli, durante la sua visita a Cesena di Lunedì scorso, è stato dal MIZ interpellato in merito al provvedimento da lui firmato che rimuove il vincolo di allegare la certificazione energetica all'atto della compravendita degli edifici. La notizia non era certo di prima mano, tanto è vero che ne avevamo parlato ampiamente già in questo post datato luglio 2008, che vale la pena rileggere per capire la cronistoria della vicenda.

Ovviamente Calderoli, probabilmente appena tornato da una vacanza a Lampedusa data l'abnorme abbronzatura, nel suo discorso non ha proferito parola rispetto a qualsiasi tema di carattere ambientale. Si è limitato alle consuete sparate xenofobe contro gli immigrati respinti con orgoglio alle frontiere ed ha infervorato la platea annunciando la necessità di una deriva secessionista della Romagna come regione autonoma indipendente. (Ricordo che Calderoli definì tempo fa i Romagnoli come i terroni del Nord).

L'imbarazzo di DiPlacido traspariva evidente, mentre Antonella Celletti gongolava radiosa alle parole del suo beneamino ospite, ma arriva la domanda del MIZ: "Perchè ha rimosso il vincolo di presentare la certificazione energetica all'atto della compravendita degli immobili?".

La risposta ci lascia basiti: "Perché ai costruttori di case costerebbe troppo".

Al termine del botta e risposta con il ministro, una piccola folla ci si è assiepata attorno, compresi anche esponenti politici, giornalisti, agenti delle forze dell'ordine e sostenitori della lega, interessati a sapere la nostra opinione, in un clima di civile e tranquilla discussione, senza incidenti di sorta.

Questo il comunicato stampa che è stato diramato successivamente:

Cesena, 1-6-09

Con decreto n.37 del 25 giugno 2008, il Ministro delle Semplificazioni Calderoli ha abolito il vincolo di allegare il “certificato energetico” all’atto della compravendita di immobili.

Il movimento impatto zero ha approfittato della visita a Cesena di Calderoli per rivolgere al ministro proprio la domanda del perché una norma così intelligente, tra l’altro prevista dalle direttive europee, fosse stata rimossa. La incredibile risposta del ministro è stata: “ma lei ha idea di quanto costa una certificazione energetica ai proprietari e costruttori di case?”

Una norma del genere sarebbe stata importantissima per perseguire le finalità del risparmio energetico, al contempo rivalutando il valore immobiliare delle abitazioni meglio costruite e dando impulso all’economia delle ristrutturazioni edilizie a fini energetici. Si tratta di decine di migliaia di posti di lavoro.

Forse il ministro non sa che per proteggere i guadagni di pochi palazzinari i cittadini dovranno pagare più tasse, dato che l’Europa ha aperto una procedura di infrazione comunitaria proprio per questa norma disattesa.

Ci piacerebbe sapere dal PRI, alleato della Lega a Cesena, se è concorde o meno con tale scelta da noi giudicata irresponsabile e se questa rappresenta una visione comune in materia di politiche ambientali. Chi comprerebbe mai un auto senza sapere quanto consuma? Perché per le abitazioni non dovrebbe valere lo stesso? Quanto petrolio e gas si risparmierebbero se questo obbligo venisse reso esecutivo?

La lega si manifesta a parere del MIZ nemica della più spicciola sensibilità ambientale.

Paolo Marani – MIZ Cesena

lunedì 1 giugno 2009

Sindaco, c'è posta per te


Non importa chi si imporrà alle prossime elezioni amministrative, l'associazione Comuni Virtuosi coordinata da Marco Boschini ha deciso di inviare a tutti i sindaci degli 8100 comuni italiani il DVD da loro realizzato dal nome "L'Anticasta, l'italia che funziona". Quì sopra ne potete apprezzare un brevissimo trailer. Il documentario è una sorta di viaggio nei comuni a cinque stelle (da non confondere con quelli di Grillo), comuni nei quali non si sono fatti solo proclami da campagna elettorale ma si sono realizzate realmente cose.

L'associazione Comuni Virtuosi è andata alla scoperta di persone e progetti che se non fossero veri sembrerebbero incredibili. Uno schiaffo all'immobilismo della politica e agli sprechi della CASTA, l'esempio concreto che un altro modo di fare politica non solo è possibile, ma si sta già facendo. Realtà straordinarie dal punto di vista del risparmio energetico e economico, della mobilità sostenibile, della produzione di energia da fonti rinnovabili, della gestione dei rifiuti, dell'acqua e del territorio... queste informazioni devono diffondersi a macchia d'olio fra chi avrà l'onere/onore di governarci. Perchè cittadini consapevoli non sono sufficienti, servono anche amministratori capaci.

L'iniziativa si chiama sindaco c'è posta per te.