martedì 31 marzo 2009

Amore e ologrammi


Un futuro high tech unito alla bellezza architettonica delle nostre tradizioni e una storia d'amore. Non saprei spiegare bene il perché, ma questo video mi ha fatto provare un gran senso di tenerezza. Volevo solo farvelo conoscere, ecco tutto.

P.S. Bruce Branit è quel genio che nel lontano anno 2000 riuscì a stupire tutti con il cortometraggio 405 the movie, realizzato in soffitta con 300 dollari, quello del jet che atterra nell'autostrada.

lunedì 30 marzo 2009

Controllo del territorio e stato di polizia

Mi sono stufato di leggere sui quotidiani che la criminalità dilaga e che dobbiamo stringerci attorno a chi ci regala un apparente senso di sicurezza. Ovvio che sto parlando di ronde e stato di polizia, argomento alimentato dalle infinite ansie che i mezzi di comunicazione di massa giornalmente ci regalano.

Luogo comune vuole le nostre città e le nostre piazze invase da orde di barbari, Romeni, stranieri di ogni tipo e origine, costantemente protesi a commettere ogni tipo di nefandezza, dagli stupri alla distruzione urbana del territorio.

Credo invece fermamente nella teoria antropologica della "nicchia" sociale. Questa teoria sostiene in breve che uno spazio sociale libero verrà necessariamente occupato dalle componenti più "volatili" della nostra società, cioè si auto-organizza per soddisfare un bisogno latente di poveracci e poveri cristi, nonché anche di delinquenti.

Prendiamo ad esempio una piazza pubblica, supponiamo che sia piena di vita, di attività culturali, di eventi che coinvolgono la cittadinanza, dal mercato alla festa paesana ai convegni pubblici, agli spettacoli musicali. Un luogo frequentato dalla cittadinanza per motivi sociali e culturali impone una destinazione d'uso responsabile e condivisa.

Ora supponiamo che su questa piazza non si riesca ad organizzare niente di niente e venga abbandonata a se stessa.

In breve tempo si svuota di gente motivata a viverla, poi si svuota di gente occasionale, infine si svuota interamente e completamente. Ciò lascia spazi aperti ad altri "occupanti", esattamente come avviene in natura con le piante. Come meravigliarsi se poi si riempie di balordi, di criminali, di vandali ? Contrastare queste cose con la polizia o con le ronde equivale a scambiare la cura per il sintomo.

Se la polizia deve presidiare costantemente un territorio è sintomo che qualcosa non ha funzionato dal lato culturale e dalla parte del coinvolgimento dei cittadini nella vita pubblica. Non è la cura, è il sintomo. Incrementare le forze di polizia è riconoscere che il sintomo si rispecchia in una malattia che si allarga, disincentivando ancora di più questi luoghi come centri di aggregazione sociale e civile.

Cosa occorrerebbe fare allora in questi luoghi se non le ronde o lo stato di polizia ?

1. Garantire una buona illuminazione pubblica e una accurata pulizia dell'ambiente,

2. Favorire la nascita, con l'aiuto anche delle tante associazioni di volontariato e non, di attività culturali che richiamano le persone a vivere il territorio e non a restarne escluse o peggio barricate in casa.

3. Dare l'esempio con progetti di rivalutazione artistica e funzionale del luogo, anche con insediamenti di tipo commerciale ma finalizzati alla socializzazione e al senso di appartenenza a una comunità. Tenere aperte queste attività a rotazione anche alla sera.

Dove esistono strutture di pregio e di buon gusto, fossero anche un bar con gazebo artistici, oppure un centro per la riparazione delle biciclette, ben illuminati, in un area in cui si svolgono intense attività culturali, non c'è spazio per degrado e abbandono, delinquenza, spaccio, criminalità. In poche parole mantenere vivo il territorio va a vantaggio di tutti. Ecco un esempio di come dovremmo spendere i soldi pubblici, piuttosto che ampliare il tinello!

Io non voglio le ronde, voglio IL SINDACO E I CONSIGLIERI che ogni sera vanno a PASSEGGIARE in quei luoghi e parlano con la gente. Voglio un luogo decoroso dove i bambini possono andare liberamente a giocare.

Io non voglio la polizia, voglio il centro giovanile che proietta video sul Darfur e l'attore che recita gli scritti di Pierpaolo Pasolini (solo per fare un nome a caso), coinvolgendo i cittadini nel dibattito. Io non voglio le telecamere, voglio un parco pubblico con il WiFi dove gli studenti della facoltà di ingegneria possono andare con i loro portatili a studiare connessi alla rete internet.

Se continuiamo a fomentare fantomatiche esigenze di controllo militare del territorio, facciamo la fine di quelli che guardano il dito anziché guardare alla luna. La luna è la mancanza totale di attività sociali e culturali funzionali a riqualificare le parti della città che abbandonate a se stesse fungono da "nicchie" di colonizzazione per il degrado e la dissoluzione del corretto vivere civile.

Questa è una fra le ragioni del perché sono così contrario alla attuale spinta verso la cementificazione del territorio e alla costruzione delle grandi opere edili (nuovi quartieri, nuovi insediamenti industriali e commerciali), risolvono un problema ma creano un ambiente alieno e invivibile dal punto di vista della diversità sociale. Non ci servono!

E' la stessa differenza fra trattare un campo in monocoltura piuttosto che con metodi biologici e con rotazione delle semenze. La biodiversità sociale e la lotta al degrado urbano favoriscono la gestione del territorio, l'immenso parcheggio del nuovo centro commerciale invece no. Altrimenti il cittadino attivo diventa come il panda, razza in via di estinzione.

sabato 28 marzo 2009

Cambia il CAP di Cesena

Le città crescono, i CAP si fanno sempre più stretti. Poste Italiane ha deciso di revisionare il codice di avviamento postale di parecchie città italiane dividendo le città grandi in diverse zone ciascuna con un CAP diversificato. Anche Cesena è rimasta vittima di questa scure (così come anche Forlì) e vedrà il suo CAP sdoppiato passando dal vecchio 47023 alla coppia 47521 e 47522. Il vecchio CAP resterà ancora in vigore in maniera transitoria per sei mesi a partire dal 27 Marzo del 2009, poi sarà obbligatorio utilizzare quello nuovo.


Per ogni ulteriore informazione si può fare riferimento al sito di Poste Italiane oppure a questo articolo del Resto del Carlino.

Io al caro vecchio 47023 mi ci ero un bel po abituato, provo lo stesso fastidio di quando ti si rompe il bancomat e non possono ridarti lo stesso numero che con fatica avevi imparato a memoria.

Qualcuno di Cesena ha anche detto che è come se gli avessero cambiato la data di nascita.

venerdì 27 marzo 2009

Stasera Sonia Alfano a Cesena

Il Meetup Cesena S'ingrilla Amici di Beppe Grillo di Cesena organizza

Venerdì 27 Marzo
alle ore 21.00 al
Palazzo del Ridotto (o Palazzo del Capitano) di Cesena

Incontro con Sonia Alfano
"Impegno civile e cultura della legalità"

Informarsi ed informare la cittadinanza sui problemi locali e nazionali è sempre stato il "leit-motif" che ispira il gruppo dei simpatizzanti di beppe grillo di Cesena. L'importanza particolare che riveste questa serata è di essere stata fortemente voluta dalla rappresentanza femminile del Meetup di Cesena. Per la promozione dell'evento è stato preparato anche un breve video.

L'incontro si prefigura come naturale proseguimento di un progetto sviluppato nell'autunno 2008: "Progetto Rassegna Incontri", che ha visto la partecipazione di ospiti del calibro di Piero Ricca (e i ragazzi di Qui Milano Libera), Salvatore Borsellino, Benny Calasanzio, Pino Masciari, in una serie di serate informative sul problema della Mafia.

Questo incontro proposto oggi avrà come protagonista principale Sonia Alfano:

Presidente dell'associazione "Famigliari vittime di mafia", funzionario della Regione Sicilia, sindacalista e coordinatrice di soccorsi in emergenze. Si diploma presso il liceo classico Luigi Valli di Barcellona Pozzo di Gotto. Interrompe gli studi universitari alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Palermo dopo la morte del padre Beppe Alfano, ucciso dalla mafia per le sue inchieste scomode l'8 gennaio del 1993. A seguito della morte del padre comincia un'intensa attività antimafia per accertare la verità sulla morte del padre e sui mandanti occulti.

Sonia Alfano si è candidata alla Presidenza della Regione Siciliana nelle Elezioni del 2008 con la lista "Amici di Beppe Grillo con Sonia Alfano Presidente", arrivando terza e ottenendo quasi 70.000 consensi. In questi anni ha incontrato i ragazzi delle scuole di tutta Italia ed ha partecipato a diverse trasmissioni televisive dato il suo forte impegno sociale e civile. Ha inoltre partecipato ad eventi organizzati dai Meetup di tutta Italia.

E' attualmente candidata come indipendente alle elezioni Europee del prossimo giugno 2009 nelle circoscrizioni: Sicilia Sardegna Emilia-Romagna e circoscrizione Nord-Est.

Il Meetup ci chiede di ricordare inoltre che, sempre dell'ambito del "Progetto Rassegna Incontri", è previsto un ulteriore evento organizzato il 29 Aprile alle ore 18 presso il Cinema Aladdin, dove saranno presenti Marco Travaglio e Piero Ricca in un dibattito dal titolo: Travaglio-Ricca, 2 metodi un unico obbiettivo: cittadino attivo.

Per informazioni: http://www.meetup.com/meetupcesena/

giovedì 26 marzo 2009

Inaugurato in pompa magna l'inceneritore di Acerra

Abbiamo tutti ammirato in TV il sorriso rubicondo con cui oggi il presidente operaio Berlusconi ha premuto simbolicamente il bottone che ha avviato l'impianto di incenerimento di Acerra. Era tutto un tripudio di congratulazioni e di dichiarazioni, talune assolutamente farneticanti, come quella che stima l'inquinamento di questo "megaimpianto" da 700.000 tonnellate annue come assimilabile a quello prodotto da tre auto di media cilindrata (con il motore acceso, ha precisato).

Persino la prestigiacomo si è espressa gioiosa, rispondendo a una domanda di un inviato di SkyTg24 e confondendo clamorosamente i gassificatori con i riassificatori. "Non era meglio un impianto di gassificazione (a freddo) piuttosto che un termovalorizzatore ?" - risposta della Prestigiacomo "no, i gassificatori sono un altra cosa, servono per trattare il gas (sic), per i rifiuti occorre un termovalorizzatore, così si risolve il problema, con i moderni strumenti della tecnica". Poi dopo una breve pausa, giusto per ricordare che è ancora ministro dell'ambiente, aggiunge - "oltre alla raccolta differenziata ovviamente, che deve essere incentivata fino al 50% (sic, perchè solo al 50?) come è nei nostri piani di intervento".

Alle domande poste a un tecnico dell'impianto, su cosa pensasse del fatto che l'impianto è nato da un progetto obsoleto che risale agli anni 90, si risponde elusivamente trincerandosi dietro alle "favorevoli valutazioni di impatto ambientale" che seppelliscono sul nascere ogni timore. Nel frattempo il primo carico di "monnezza" nella bocca dell'inceneritore diventa uno show (quella secca di qualità però, visto che è la prima in assoluto che arriva).

L'impianto costruito da Impregilo, poi preso in mano da A2A (quella dell'inceneritore di Brescia) sulla carta é in grado di migliorare gli standard di emissione di legge di oltre il 50% (non si sa se tutti i parametri ma solo alcuni). Rimane comunque il dubbio però che il suo impatto si potesse evitare, in una terra da decenni martoriata da una gestione scellerata del territorio, dalle ecoballe, dai rifiuti tossici.

E' evidente che un impianto simile, per quanto inquinante e impattante, è comunque meglio sia di discariche costruite "ad cazzum" che di ecoballe alte come montagne, che di roghi ai bordi delle strade. Il sospetto però è che a seguito dell'euforia da termovalorizzatore, non si riesca poi a porre rimedio realmente ne alle une ne alle altre. Tanto c'è l'inceneritore che tutto fagocita e fa sparire dalla vista.

Intanto le discariche se ne stanno ancora li, metà delle quali abusive (quindi appetibili dalle ecomafie), le ecoballe impiegherebbero quell'impianto per sette anni prima di essere smaltite completamente (dato che già dovrebbe bruciare a pieno carico un terzo di tutta l'immondizia campana), e i roghi sono comunque causati da gente esasperata di un sistema gestionale che non funziona alla radice.

Riguardo all'impianto di acerra, le dichiarazione di Berlusconi sull'impatto ambientale pari a tre utilitarie, fa semplicemente sorridere, per non dire piangere. Perché chi conosce i principi termodinamici e fisici alla base del processo di combustione sa che le normative non saranno mai del tutto rassicuranti rispetto al reale impatto ambientale di questi impianti.

Nel video sottostante potete ascoltare una intervista fatta a un tecnico dell'inceneritore di Forlì, il quale ammette tranquillamente, in piena onestà intellettuale, che pur esistendo stringenti limitazioni di legge sulle polveri sottili in realtà le polveri ultrafini passano indisturbate (sono le più pericolose per la salute), poiché nessun filtro è in grado di bloccarle... ma tanto la gente non le vede!


Un inceneritore non va ne demonizzato a prescindere come fosse il male impersonificato (come certi ambientalisti professano) ma nemmeno accolto con entusiasmo come fosse un miracolo della tecnica o l'arma risolutiva. La presenza di questi impianti denota semplicemente che qualcosa non ha funzionato nel verso giusto nel ciclo di vita dei materiali di consumo, il cosiddetto "cradle to grave" (dalla culla alla tomba).

C'è sempre un errore di progettazione, alla base della presunta necessità di questi folli impianti, errori che anziché essere pagati dalle aziende produttrici vengono riversati come costi esternalizzati sulla società intera. Sono errori ai quali nessuno vuole porre concretamente rimedio e che la gente paga profumatamente, prima di tutto in soldi (sono impianti molto costosi) poi in salute. Se non ci credete date un occhiata a quanto appena successo a Lecce, dove un impianto è stato chiuso per eccessiva produzione di diossina.

Approvata la nuova legge sugli Agriturismi

L’Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato da pochi giorni la nuova normativa sugli agriturismi “Disciplina dell’agriturismo e della multifunzionalità delle aziende agricole” proposta dalla Giunta, con alcuni emendamenti proposti dal Presidente della Commissione Politiche Economiche, Damiano Zoffoli, in qualità di relatore.

«L’obiettivo è rendere possibile un patto, una alleanza tra turismo e agricoltura, due comparti fondamentali della nostra economia con sfide e opportunità simili, da affrontare e sviluppare insieme. – ha affermato Zoffoli - Innovazione e riqualificazione, rapporto qualità-prezzo, competizione internazionale e ricambio generazionale». «L’approvazione di questa nuova legge costituisce una sfida comune che si può vincere mettendo al centro gli interessi dei clienti – ha concluso il relatore Damiano Zoffoli - degli ospiti e dei turisti, che ci chiedono qualità e innovazione; e tutti i singoli operatori economici, siano essi agricoltori, ristoratori, albergatori o commercianti, oltre a tutelare i legittimi e giusti interessi di categoria, devono essere impegnati a rispondere a questi nuovi bisogni, lavorando insieme per rendere ancora più attraente ed ospitale il nostro territorio regionale».

Cosa prevede in soldoni la Legge ?


Il titolare di agriturismo dovrà essere agricoltore, dedicare il numero maggiore di giornate lavorative all'attività agricola, e dovrà aver frequentato un corso per operatore agrituristico.

L’ospitalità è ammessa nel numero massimo di 12 camere ammobiliate nei fabbricati adibiti all’attività agrituristica e fino ad un massimo di 8 piazzole in spazi aperti.

Sarà possibile servire un massimo di 50 pasti al giorno, spostando la base di calcolo dall’annualità alla mensilità. Le nuove norme prevedono che l’80% dei prodotti messi in tavola sia frutto di produzioni regionali, preferibilmente locali, e di prodotti tipici a marchio, di cui il 35% prodotto nell’azienda stessa.

Viene introdotto anche un altro tipo di ospitalità, quella rurale familiare: come previsto dai limiti della normativa statale, essa può rivolgersi ad un massimo di 9 persone al giorno, che alloggiano nella casa dell’agricoltore stesso, i cui servizi (igienici e cucina) sono dunque sufficienti per offrire tale ospitalità, ed è consentita solo nelle zone montane o racchiuse nei confini di Parchi naturali della Regione.

Sul piano urbanistico l’Emilia-Romagna prevede che si possa esercitare l’attività agrituristica solo in edifici già esistenti all’entrata in vigore della Legge. Se il Comune lo consente, si potranno ampliare eventualmente i locali esistenti.

Con l’entrata in vigore della riforma i controlli diventeranno obbligatori, a contrappeso della semplificazione dei processi di autorizzazione e della sburocratizzazione del settore. Una commissione, aperta a tutte le associazioni di categoria, da istituire su base provinciale, raccoglierà a tal fine dati, segnalazioni e proposte per monitorare l’applicazione della Legge e l’intero settore agrituristico.

Dopo un lungo periodo in cui caterve di ristoratori cittadini si improvvisavano detentori di agriturismi, credo che una qualche regolamentazione del settore non fosse davvero più rinviabile. La mia speranza è che avvenga anche un giusto riallineamento dei prezzi verso il basso, dato che agriturismo significa soprattutto sobrietà, prodotti locali, rispetto e contatto con la natura, così come accesso alla tipicità del territorio verso tutte le fasce sociali.

Scarica il PDF della legge sugli agriturismi

mercoledì 25 marzo 2009

La ragazza che ha strapazzato Franceschini



Questo è un post decisamente politico, lo so, ma quando ho visto impazzare in rete questo filmato (uno dei più visti su YouDem) il mio cuore si è ricaricato di fiducia nel ruolo dei giovani e nel futuro della politica.

All'assemblea nazionale del PD ci voleva una sconosciuta fenomenale giovane ragazza di Udine per parlare chiaro e suonare in faccia al segretario, con una chiarezza tagliente e inaudita, di come l'opposizione si fosse squagliata completamente al sole e avesse perso di vista lo scopo ultimo della politica: Scegliere con decisione e con unità per il bene comune. Basta con i "ma anche"! E la gente giù a spellarsi le mani.

Non fraintendetemi, io non sono un simpatizzante politico di parte, prendo questo video come archetipo del desiderio che in tutti i partiti, nessuno escluso, ci sia la forza di candidare giovani simili e affidare a loro il rinnovamento della gerontocrazia che fino a oggi ha sempre governato in Italia.

Scelte chiare, tutela dell'ambiente, onesta intellettuale. Se diamo spazio ai giovani c'è una qualche speranza per farcela. Perchè qualsiasi siano le scelte che occorre compiere sul territorio, volenti o nolenti dalle istituzioni e quindi dalla politica occorre passare. Non è un discorso di destra e sinistra, semplicemente vorrei averceli in tutti i consigli comunali dei giovani così.

martedì 24 marzo 2009

Statistiche europee sui rifiuti aggiornate al 2007

Arrivano i bilanci europei e nazionali sulla gestione dei Materiali Post Consumo, aggiornati a tutto il 2007. Nell'Europa dei 27, la produzione media pro capite è a 522 chili; un italiano medio ne ha prodotto poco più, 550 chili.

Le stime del centro di ricerca di ISPRA, relative allo stesso anno, ci attribuisce qualche chilo in meno (546 kg) ma questo stesso Ente certifica che, nel 2006, i kg procapite prodotti da un italiano medio erano 550. Quindi il 2007 è il primo anno in cui in Italia la continua crescita della produzione procapite di rifiuti non solo si è fermata ma ha dato segni di decrescita. Era ora!

Questo dato va di pari passo con la produzione complessiva di MPC di origine urbana ed assimilata che, in Italia, nel 2007 è stata di 32,5 milioni di tonnellate, solo l'0,1 % in più rispetto all'anno precedente; al momento la crescita più bassa. Vedremo come è andata nel 2008 e ancor più come andrà nel 2009.

E' il caso di ricordare che nel 2007 abbiamo continuato a consumare e produrre rifiuti come se niente fosse e quasi nessuno prevedeva l'arrivo della crisi globale e la conseguente riduzione dei consumi. con un presumile riflesso sulla produzione di rifiuti.

Tornando all'Europa, vediamo che fine fanno i MPC degli Stati più virtuosi.

La Germania (con 564 chili a testa) ne ricicla il 46% ( è la migliore della classe ) e invia al compostaggio un altro buon 18%.

Il Belgio (produzione 492 kg a testa) ricicla il 39% e composta il 23%.

L'Austria (produzione procapite 597 chili) ricicla il 21% e composta il 38% (il risultato migliore tra i paesi europei, per quanto riguarda il compostaggio).

Tutte queste tre nazioni, insieme all'Olanda, riciclano e compostano più rifiuti di quanti non ne mandino ai rispettivi inceneritori.

Belgio, Germania e Austria, nel 2007, hanno incenerito rispettivamente il 34, il 35 e il 28 % dei loro MPC.

La discarica, utilizzata in Italia per il 46% dei MPC nazionali, non è sparita da nessuna parte.

Belgio, Germania, Austria hanno fatto ricorso alle discariche per il 4, 1, 13 % rispettivamente.

In questa classifica europea, l'Italia spicca per la quota compostata, pari al 33%, che la pone al secondo posto, subito dopo l'Austria, mentre il riciclaggio si ferma al l' 11%, la stessa percentuale dei nostri rifiiuti inceneriti.

Insomma se riuscissimo a riciclare come la Germania (46%: obiettivo ancora lontano, ma ampiamente raggiunto in diverse regioni) e a compostare come l'Austria (38%; ci siamo quasi) ci saremmo tolti di mezzo l'84% dei nostri MPC. Pertanto , con gli attuali inceneritori (11 % di incenerimento) e solo un 5% di discarica potremmo chiudere a basso impatto ambientale il ciclo di tutti i rifiuti prodotti in Italia.

Ovviamente tutto diventa più facile se nel frattempo, come pare stiamo cominciando a fare, impariamo a produrre meno rifiuti.

Come sapete chi è al governo e all'opposizione non la pensa proprio così e, grazie ai facili guadagni dei certificati verdi e dei CIP 6 dati agli incenritori, aspira a farci diventare la prima nazione inceneritorista in Europa.

Da un articolo originale di Federico Valerio

N.B. Il grafico si riferisce in realtà all'anno 2003, ma le ripartizioni ad oggi non sono molto diverse.

lunedì 23 marzo 2009

Con il nucleare il costi non tornano


Ce lo spiega in maniera chiarissima e difficilmente contestabile Giuseppe Onufrio, direttore di GreenPeace Italia. Intervistato da Carlo Messora di Byoblu, smonta totalmente le tesi di coloro che propongono un ritorno italiano al nucleare, adducendo benefici di natura economica e ambientale. Dice sostanzialmente le stesse cose che scrissi alcuni giorni fa in questo articolo.

Forse Chicco Testa dovrebbe fare una seria analisi di coscenza e rivedere le sue posizioni. La sua tesi è che il nucleare dovrebbe entrare in funzione come sostituzione delle inquinanti centrali a carbone e a gas, soprattutto per diminuire le emissioni di CO2 che causano i cambiamenti climatici. Chi mai potrebbe garantirci che all'apertura delle nuove centrali le vecchie a carbone o a gas verrebbero smantellate ? Io credo che difficilmente succederà.

Chi promuove il nucleare sostenendo un risparmio economico è evidentemente in malafede, perchè il suo costo per Kwh è superiore a quello delle energie fossili e paragonabile a quello dell'eolico (vedi filmato). Chi strumentalizza la necessità della riduzione della CO2 come motivo principale per ritornare al nucleare è parimenti ipocrita, perchè intervenire sui consumi e sul risparmio energetico avrebbe lo stesso effetto a costi assai inferiori, c'è un margine di miglioramento ancora enorme.

Allora perchè mai tutti i poteri forti lo vogliono anche se per motivi diversi e contraddittori ? Io sono convinto, così come avviene per altre tecnologie non necessarie ed estremamente costose come l'incenerimento, che il motivo sia semplicemente accedere ai finanziamenti pubblici per fare lavorare le aziende amiche.

Un giro di soldi enorme, cantieri, società di ingegneria, industria siderurgica oramai al collasso, infrastrutture a pioggia, tutto lascia pensare a una economia drogata che ha come scopo evitare la chiusura di aziende che non riescono a restare sul mercato, altro che bene dell'Italia! L'unico nucleare che ha senso è quello di sostituzione per prolungare la vita di impianti obsoleti. Ogni nuovo impianto verrà semplicemente cancellato dalle leggi di mercato.

Fonte: ByoBlu

sabato 21 marzo 2009

Presentazione stasera della lista civica Destin-Azione Forli

Stasera al teatro Il Piccolo di Forlì verrà finalmente sciolto il riserbo per la presentazione alla città della lista civica DestinAzione Forli, con la contemporanea inaugurazione del sito internet della nuova formazione politica.

Il motto della serata sarà Cambiamo Musica, slogan di nome e di fatto data la presenza straordinaria di un ospite prestigioso di tutto riguardo, il forlivese Danilo Rossi, prima viola della filarmonica della scala di Milano:


Danilo Rossi, vincitore di prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali (fra i quali quelli di Stresa e Mosca) si è esibito nei più importanti festival (Ravenna, St.Moriz, Vicenza) con maestri del calibro di Tortelier, Chung, Muti. Tra le sue numerose interpretazioni solistiche si ricordano il concerto di Bartòk con la "filarmonica" diretta da Riccardo Muti e i concerti con i "Solisti di Mosca", al teatro La Fenice.

La particolarità dell'evento sta nel fatto che Danilo si era promesso, a seguito di aperti contrasti avuti qualche anno fa con l'amministrazione di Forlì, di non ritornare più ad esibirsi in questa città fino a che non fossero cambiate radicalmente le condizioni in cui si trovava il mondo della cultura.

Evidentemente questo clima è destinato a cambiare, grazie all'ingresso in politica di questa nuova lista civica, al punto che Danilo ha accettato di esibirsi a Forlì proprio per la presentazione al pubblico di quest'ultima.

Per i pochi che leggeranno queste note prima di stasera, il segreto di pulcinella di chi guiderà la lista civica è presto svelato, essendo una versione preliminare del sito di DestinAzione Forlì già stata da giorni indicizzata su google. Poco male, domani mattina sarà svelato l'arcano con una partenza della campagna elettorale in grande stile anche sul sito ufficiale.

Il MIZ appoggia apertamente la lista DestinAzione Forlì sia come gruppo per la coincidenza delle finalità politiche, soprattutto in materia di tutela dell'ambiente e del territorio, che con il contributo attivo di alcuni suoi membri, iscritti alla lista come candidati consiglieri comunali.

VI aspettiamo quindi numerosi stasera per il concerto di Danilo Rossi, i brani letti dall'attore Sauro Rossi, e i contributi di tutti coloro che credono in una nuova stagione politica che proviene dal basso, dove la democrazia e la cultura si sviluppano con la partecipazione attiva ed informata dei cittadini.



Update: La serata è stata un successo clamoroso, il giornale online romagna oggi è già uscito in anteprima con un corposo articolo che descrive la cronostoria dell'evento con dovizia di particolari e molte fotografie. 

Obama parla all'iran e punta all'auto elettrica

Mezzo mondo stamattina guarda il video di Obama, che si rivolge al popolo e ai leaders iraniani sottotitolato in farsi. A me è piaciuto molto, è così che si fa se si vuole far pace con un antico nemico: gli si riconoscono virtù e conquiste civili, dimostrando conclusa la fase in cui lo si considera solo un selvaggio assetato di sangue. Purtroppo, ricorda Limes, la risposta iraniana non potrà che essere incerta: sappiamo benissimo come funziona sotto elezioni.

Ma nei giorni scorsi Obama non ha soltanto registrato video in persiano o riso da Jay Leno. Non viene particolarmente sottolineato qui in Italia, ma The President è andato in visita in un'azienda, e precisamente la Edison Electric Vehicle Technical Center in California. Un'azienda che fa ricerca sui veicoli elettrici, che stanno molto a cuore ad Obama. Questi alcuni stralci del suo discorso:

Nei prossimi tre anni, raddoppieremo la produzione di energia rinnovabile. Abbiamo fatto anche il più grande investimento della storia americana in fondi per la ricerca, un investimento che non solo porterà a nuove scoperte in campo energetico, ma anche in scienza e tecnologia. Investiremo 15 miliardi l'anno per sviluppare tecnologie come energia eolica, fotovoltaica, biocarburanti, carbone pulito, e automobili e camion efficienti costruiti qui negli Stati Uniti. Metterò un milione di auto ibride plug-in sulle strade americane entro il 2015.

Centrali nucleari: non pervenute. Il resto... beh, avercene. Da noi si promettono investimenti sull'ampliamento del tinello.

Fonte: Lo stupendo Blog Petrolio, articolo spudoratamente copiato, spero non me ne vogliano troppo a male avendo citato la fonte.


venerdì 20 marzo 2009

Romagna acque società delle fonti

Dal 1 Gennaio 2009 una rivoluzione silenziosa è avvenuta nella gestione dell'acqua nel nostro territorio Emiliano Romagnolo. In precedenza la gestione dell'acqua era affidata ad Hera per quanto riguarda la rete distributiva e l'emungimento dei pozzi acquiferi, mentre alla società pubblica Romagna Acque era demandato lo sfruttamento della sola risorsa idrica del bacino di Ridracoli.

Con la nascita della società unica "Romagna Acque società delle fonti", fortemente voluta dai sindaci, la parte degli asset di Hera riferiti alla gestione e produzione della risorsa idrica sono stati scorporati e ceduti interamente a tale società, decisione già presa fin dal lontano 2005. In sostanza, Romagna Acque diventa proprietaria sia dell'acqua di ridracoli che dell'acqua dei pozzi, agendo quindi da ora come fornitore unico verso Hera, che si occuperà solo della distribuzione e della rete idrica, nonchè della tariffazione verso i cittadini.

E' una buona cosa ?

Sulla carta direi di si, si parla tanto di acqua come bene pubblico imprescindibile e Romagna Acque interamente pubblica in effetti lo è davvero. Affidando la produzione della risorsa ad una società interamente pubblica i comuni acquistano collettivamente un maggiore controllo, vendendo ad Hera la risorsa si assicurano inoltre che la multiutility abbia tutto l'interesse ad ammodernare e mantenere efficiente la rete da lei gestita (pagherebbe l'acqua anche in caso di perdite nella propria rete), i cittadini avrebbero un servizio più efficiente, e magari auspicabilmente bollette inferiori e un accesso più equo alla risorsa.

Ma è davvero così ?

Non del tutto, per una serie di ragioni che provvederò ad elencare, alcune delle quali emerse durante un recente ordine del giorno al consiglio comunale di Cesena promosso da Stefano Angeli (LF).

Il contratto fra Romagna Acque Società delle Fonti ed Hera, prevede la cessione da parte di Hera non solo della proprietà e dei diritti di sfruttamento dei pozzi, ma anche di tutte le infrastrutture tecniche di corredo, come canali, potabilizzatori, chiuse, miscelatori, attrezzature tecniche, tutte cose iscritte nei bilanci di Hera come valore residuo di investimenti fatti in passato.

Ebbene, a seguito della cessione la società Romagna Acque dovra sborsare la bellezza di 3.600.000 euro come corrispettivo del valore residuo ceduto alla società, cioè qualcosa di già completamente ammortizzato dalle varie comunità locali, molte di queste opere nemmeno realizzate da Hera stessa ma ereditate in dote dai vari comuni. Questi beni servivano ovviamene in parte per mantenere alto il valore patrimoniale posseduto da Hera, ora si è trasformato per contratto in denaro sonante cash, come corrispettivo della perdita presunta. Chi li paga questi soldi ? Ovviamente i cittadini in tariffa!

Uno dei vincoli del contratto era che il passaggio da Hera a Romagna Acque avvenisse ad invarianza tariffaria per i cittadini, non possiamo però dimenticarci come meno di un anno fa Hera avesse raggelato tutti in ambito ATO chiedendo proprio un aumento clamoroso delle tariffe, di oltre il 6% !!! Aumento che è stato in parte frenato perchè diluito in vari anni da parte di ATO, nei fatti però è stato sostanzialmente concesso ad Hera, senza reali motivazioni.

Mettiamoci nei panni di Hera. Che convenienza ha avuto ?
  1. Ha monetizzato un patrimonio di valore residuale difficilmente monetizzabile trasformandolo in liquidità per oltre tre milioni e mezzo di euro, per la gioia degli azionisti.
  2. Si è sbarazzata delle recenti polemiche sulla qualità dell'acqua, non disponendo più la gestione diretta dei pozzi, e quindi delle relative responsabilità per le politiche di miscelazione tanto contestate fra acqua di ridracoli e acqua da emungimento, che avevano fatto crollare la qualità dell'acqua nella nostra città.
  3. Ha ridotto notevolmente le spese di gestione dato che non deve più occuparsi dei pozzi, mantenendo al contempo gli occupati che ci lavorano, passati in parte a Romagna Acque.
  4. Conserva de-facto la gestione degli stessi comunque dato che per contratto è previsto un periodo di tre anni di affiancamento del personale Hera per la gestione della risorsa ceduta a Romagna Acqua.
  5. Ha mantenuto invariato il suo monopolio dato che ha un unico fornitore e un unico cliente.
Insomma, Hera ci ha guadagnato alla stragrande, per non cambiare in realtà praticamente nulla al suo interno, dato che continuerà a gestire i pozzi per conto di Romagna Acque almeno per altri tre anni, erogando l'acqua esattamente con le stesse modalità di prima, scelte di miscelazione comprese, che sulla carta appartengono ora a Romagna Acque.

Cosa ci ha guadagnato Romagna Acque ?

Ben poco, dato che ha dovuto pagare una cifra consistente per occuparsi anche dei pozzi e dovra sostenere spese gestionali aggiuntive, ha però accentrato in un unico soggetto il controllo di tutta la risorsa. Controllata ora da un singolo soggetto pubblico, la gestione dell'acqua fornisce a Romagna Acque un enorme potere strategico. Chi governa Romagna Acque controlla l'acqua! E' quindi una finta pubblicizzazione, molto più simile ad una privatizzazione spinta, dato che sembra agire rispetto a regole puramente economiche verso le quali i singoli sindaci difficilmente saranno in grado di incidere.

Cosa ci ha guadagnato il cittadino ?

Ben poco, in quanto ora l'acqua dovra essere venduta da Romagna Acque ad Hera, e da Hera al cittadino. Già succedeva prima, ora la divisione è finalmente stata resa trasparente e completa, ma già le aziende si sono cautelate cercando di alzare enormemente le tariffe.

Cosa ci hanno guadagnato i comuni ?

Essendo proprietari sia di Romagna Acque (interamente pubblica) che di Hera (a maggioranza pubblica) ci guadagnano due volte, introitando i dividendi di Hera e le quote di competenza di Romagna Acque, aumenteranno quindi i flussi di cassa verso i comuni (già drammaticamente ridotti dal dimezzamento del valore delle azioni di Hera).

Molti comuni, fra i quali Ravenna, si lamentano di come l'accentramento di tutta la produzione in una singola società pubblica abbia ridotto l'autonomia gestionale nel loro territorio. Inoltre aumenta lo spazio per il solito malcostume di infilare in società pubbliche o controllate i soliti politici trombati, ex sindaci, consiglieri politici, insomma lo scontato e prevedibile giro di poltrone.

Concludendo

Cambia tutto per non cambiare niente, la politica si crogiola del suo nuovo giocattolo che regala agli amministratori sempre più potere decisionale. Ed i cittadini pagano queste scelte come al solito.

Nota positiva su Romagna Aque è se non altro il fatto di essere stata una delle poche aziende ad essere riuscita autonomamente a ridurre i compensi ai suoi top manager.

Il presidente di Romagna Acque è Ariana Bocchini, ex sindaco di Bertinoro, personaggio molto in vista del PD forlivese.

mercoledì 18 marzo 2009

I consumatori in marcia per il clima

Alla vigilia della discussione europea sugli obiettivi per il clima, il Comitato "In Marcia per il Clima", nato in occasione della manifestazione del 7 giugno a Milano, torna oggi a proporre al governo e ai cittadini una serie di soluzioni che individuano, settore per settore, strumenti e politiche utili a tagliare i gas serra e raggiungere uno sviluppo moderno, pulito e redditizio per il Paese. Le organizzazioni del comitato promotore, tra cui il Movimento Difesa del Cittadino, hanno pertanto presentato questo documento condiviso al Governo per combattere i cambiamenti climatici.

Per Lorenzo Miozzi, presidente del Movimento Consumatori:
Iniziative come questa servono a orientare l’attenzione dell’opinione pubblica verso un problema, quello del clima, che ogni giorno si fa sempre più drammatico e difficile da risolvere. Con l’impegno di ognuno però possiamo farcela, questo l’intento cui crede il Movimento Consumatori. Ma la volontà di fare deve essere di tutti: dai governi al semplice cittadino. Il nostro impegno sta quindi nell’aderire e nell’appoggiare pienamente una campagna che siamo sicuri ha e avrà la forza di farsi sentire. Insieme per una società responsabile.

55 associazioni diverse - ambientaliste, sindacali, di categoria o a carattere sociale - sono risultate concordi nel voler costruire nel Paese una spinta e una consapevolezza sempre più diffusa, affinché l’Italia abbracci con forza e coraggio una politica attiva contro i cambiamenti climatici, per mitigarne, nel più breve tempo possibile, gli effetti.

Occorre che tutti gli Stati con economia avanzata sottoscrivano impegni vincolanti di forte riduzione delle emissioni. Anche i paesi in via di rapido sviluppo, come Cina e India, devono contribuire a contenere le emissioni, mentre vanno da subito adottate politiche di adattamento e mitigazione condivise e sostenute economicamente. L’Europa ha dato un segnale forte in questi anni, dichiarando di volersi impegnare in un accordo globale a ridurre del 30% delle emissioni. Intanto la decisione vincolante del 20-20-20 (riduzione del 20% di emissioni di CO2, incremento del 20% di fonti rinnovabili e di efficienza energetica) assunta in maniera unilaterale, va concretamente sostenuta e perseguita senza cedimenti.

Il Comitato esorta dunque il Governo italiano, il Parlamento e gli Enti locali ad assumere obiettivi coerenti con le potenzialità dell’Italia, stabilendo precise responsabilità e meccanismi sanzionatori, chiudendo con la politica del rinvio e con la richiesta di sconti ulteriori che stanno portando il nostro Paese fuori dall’Europa e finiranno per accelerarne il declino economico industriale e sociale. Per farlo, occorre dare pieno slancio alle misure di efficienza energetica, dire sì al modello distribuito e quindi alla democrazia energetica, sì alle rinnovabili nel rispetto del territorio e della biodiversità, mentre la scelta del nucleare - fermo restando la necessità di sviluppare ulteriormente la ricerca in tale settore -non deve pregiudicare le risorse finanziarie a danno delle politiche di efficienza e delle rinnovabili. Non è infatti più rinviabile un massiccio investimento nella ricerca a favore delle politiche di efficienza e di sviluppo delle rinnovabili nonché per rinvenire soluzioni pienamente sostitutive dei combustibili fossili, che non aggravino i rischi per la sicurezza internazionale.

[Movimento Consumatori]

Update: Ma in europa cosa fanno realmente per il global warming ? Fra una pastoia burocratica e l'altra prendono il bovino per le corna!

martedì 17 marzo 2009

La Finlandia nei guai con il nucleare EPR

Comunicato stampa del 5 marzo 09 di Greenpeace:

Liti a suon di miliardi in Europa, per chi ha deciso di investire nella costruzione di nuovi impianti Epr che si rivelano ogni giorno più costosi e, tentando di risparmiare, meno sicuri. Si tratta dello stesso tipo di reattore nucleare che si vorrebbe costruire in Italia in quattro centrali.

Areva e TVO, i due contraenti nella costruzione del nuovo impianto nucleare di Olkiluoto in Finlandia, sono ai ferri corti. Come ha infatti pubblicato il principale giornale economico finlandese Kauppalehti, la società costruttrice francese Areva ha dichiarato di voler procedere per vie legali contro la committente TVO.

Le due società si stanno infatti incolpando l’un l’altra degli enormi ritardi: l’impianto Epr (Olkiluoto 3), che doveva essere consegnato nel 2009, non sarà consegnato nemmeno nel 2011, avendo accumulato 3 anni di ritardo nei primi 3 anni di cantiere.

Secondo la CEO di Areva Anne Lauvergon, TVO non ha eseguito le procedure di accelerazione che erano state concordate nel giugno 2008, mentre ha impiegato un anno per l’approvazione dei documenti di costruzione rispetto ai due mesi precedentemente concordati. Per cui Areva ha deciso di chiedere a TVO per via giudiziale 2 miliardi e mezzo di euro. Inoltre, secondo Areva, TVO pretenderebbe a sua volta dall’azienda francese 2,4 miliardi di euro per il ritardo.

Areva stima che OL3 costerà 1,7 miliardi di euro in più rispetto ai 3,2 miliardi di euro stabiliti da contratto. L’anno scorso ha accantonato riserve per 749 milioni di euro per Olkiluoto 3, che hanno duramente impattato sull’utile di esercizio della società, riducendo il risultato di fine anno del 21%.

Una cosa è certa: comunque andrà a finire, gli ulteriori ritardi e costi peseranno non poco sulla bolletta dei cittadini finlandesi. Secondo la testata finlandese Kauppalehti gli utenti finali finlandesi si accolleranno almeno 3,5 miliardi di euro in più rispetto al passato.

“Su questi aspetti l’informazione in Italia è stata molto carente.- Denuncia Giuseppe Onufrio, Direttore Esecutivo di Greenpeace Italia- Se si aggiungono le 2100 ‘non conformità’ rilevate dall’Autorità di Sicurezza Nucleare finlandese, il quadro è chiaro: gli EPR costano troppo e per tentare di ridurre i costi anche la sicurezza viene messa in dubbio”.

--
Giuseppe Onufrio
Direttore Esecutivo
Greenpeace Italia


Faccio un riassunto tagliato con l'accetta: Le aziende che collaborano al progetto di costruzione della centrale nucleare si denunciano a vicenda per inadempimento contrattuale, dato che tempi e costi si stanno dilatando a dismisura. E questo nella efficientissima Finlandia!

Ma ve li immaginate ENEL e EDF che si citano in tribunale per miliardi di euro, quando si capirà che la prima centrale Italiana non verrà consegnata prima del 2019!, mentre al contempo continuerà a dilapidare miliardi con infinite varianti di progetto per garantirne la sicurezza ? L'unico accordo che potrebbero trovare è quello di spalmare i costi sulle future bollette, come sta succedendo infatti in Finlandia...

Il Nucleare è morto, chi sostiene che lo si vuole per garantire un risparmio nella bolletta energetica dei cittadini o non sa quello che dice, o è animato da desideri irrazionali, oppure semplicemente agisce in malafede per aiutare le asfittiche industrie compiacenti desiderose di commesse in tempo di crisi.

domenica 15 marzo 2009

Parte finalmente il Porta a Porta a Forli


LA GIUNTA COMUNALE HA DECISO PER L’INTRODUZIONE DEL P.a.P. NEL TERRITORIO DEL COMUNE DI FORLI'

Il 3 marzo La Giunta Comunale dando esecuzione agli indirizzi dettati dal Consiglio Comunale di Forlì ha deciso di avviare la raccolta dei rifiuti col sistema “porta a porta” nel territorio del Comune di Forlì, nel quartiere Ronco e nella frazione S.Leonardo. La decisione è stata trasmessa ad ATO per l'esecuzione operativa.

La decisione è giunta al momento opportuno in quanto la Regione Emilia Romagna in questi giorni ha destinato un contributo di 1.591.000 euro per il territorio della Provincia di Forlì, contributo finalizzato alla riduzione nella produzione rifiuti ed al miglioramento della raccolta differenziata che è appunto ciò che si consegue con questo sistema di raccolta rifiuti.

Al di là delle motivazioni di ordine tecnico-amministrativo. La scelta verso il “porta a porta” si impone per raggiungere la percentuale di R.D. del 65% nel 2012 e non incorrere nelle sanzioni previste. In questi ultimi 5 anni la raccolta differenziata nel nostro territorio è raddoppiata, si tratta di un buon risultato. Ora siamo pressoché al massimo di quanto è possibile raggiungere col sistema di raccolta a cassonetti, andare oltre con questo sistema è assai arduo, come dimostrano anche le recenti sperimentazioni eseguite in un quartiere di Forlì e di Cesena.

Il passaggio ad un sistema di raccolta puntuale ed ad alta efficienza è ineludibile se vogliamo portare la nostra Città verso gli standard delle moderne città europee. Sono fiducioso che questa trasformazione sarà compiuta, nonostante le forti resistenze conservatrici e particolaristiche, che non sono mancate e non mancheranno in futuro.

Le amministrazioni che saranno elette fra pochi mesi continueranno ad avere il tema della gestione dei rifiuti all’ordine del giorno, e l’avranno finché non si saranno compiute le necessarie trasformazioni.

La strada aperta dal Comune di Forlimpopoli ora si allarga.


Fonte: Palmiro Capacci, assessore all'ambiente del comune di Forlì

sabato 14 marzo 2009

Stefano Montanari la dice tutta sugli inceneritori


Stefano Montanari non ha certo bisogno di molte presentazioni verso coloro che si occupano da anni di temi ambientali. Assai noto per le sue tante conferenze in giro per l'Italia, a capo della lista politica nazionale "per il bene comune", è un ricercatore di Modena che si occupa di nanopatologie e polveri sottili.

In questa intervista per la web-tv "diciamola tutta" parla di come, non solo nel nostro paese, si sta facendo uso e abuso indiscriminato di quelli che vengono chiamati "termovalorizzatori" meglio noti con il nome di "inceneritori".

La parte finale dell'intervista, assolutamente strepitosa, parla in maniera approfondita di raccolta differenziata e di come la maggior parte dei problemi originano tipicamente dalla incapacità delle amministrazioni di svolgere seriamente il loro lavoro, piuttosto che dal metodo di trattamento e smaltimento in se.

Ringraziamo ArcoirisTV per avere pubblicato sul loro sito questa interessantissima intervista.

mercoledì 11 marzo 2009

Forlimpopoli come Vedelago

Da diverso tempo seguiamo con attenzione il centro riciclo di Vedelago situato in provincia di Treviso, diretto da una persona squisita che abbiamo avuto il piacere di conoscere personalmente di nome Carla Poli. L'idea è semplice ed elementare, trasformare il rifiuto proveniente dalla raccolta differenziata in risorsa economica e materia prima seconda.

Ma come direte voi, già non si fa ? Sulla carta si, in quanto tutto il materiale della raccolta differenziata è raccolto dal gestione e inviato tramite i vari consorzi obbligatori del riciclo in modo da trovare una corretta destinazione d'uso. Questo in teoria, poiché purtroppo buona parte dei materiali smaltiti in maniera differenziata finiscono o all'inceneritore o alla discarica come sovvalli, non essendo di qualità adeguata a rendere economico il lavoro di separazione. Fare una stima di quanto materiale venga effettivamente reimpiegato e quanto invece incenerito o smaltito è difficilissimo, poiché dipende molto sia dalla tipologia e qualità merceologica di ciò che si recupera che dalla distribuzione fisica dei centri di lavorazione e riciclo del materiale sul territorio. Se un centro di riciclo dista 200Km e l'inceneritore o la discarica più vicina 20Km non c'è santo che tenga!

Se è vero che oltre l'80% del vetro delle campane viene effettivamente recuperato, quando passiamo alla plastica o alla carta il discorso si fa più complesso. Separare le plastiche è molto difficile se ottenute da cassonetto stradale, mentre la carta può risultare facilmente contaminata da residui che ne rendono difficile il lavoro di separazione da parte delle cartiere. Una cosa che pochi sanno è che la dimensione del materiale svolge un ruolo cruciale nella sua possibilità di essere recuperato.

Specialmente per quanto riguarda la plastica, questa viene vagliata a macchina utilizzando setacci con maglie larghe qualche centimetro, ogni oggetto di pezzatura al di sotto del setaccio verrà scartato e non potrà più essere separato, andrà perciò tutto perso anche se composto da materiale perfettamente riciclabile. Questo è uno dei motivi per cui è nato anche nella nostra regione il progetto del tapponetto, un cassonetto dedicato alla raccolta differenziata dei soli tappi di plastica, ma si tratta pur sempre di iniziative sporadiche organizzate da associazioni volontarie.

Il centro riciclo di Vedelago è invece uno dei pochi siti industriali in Italia ad accettare tutta la raccolta differenziata porta a porta e recuperare il materiale pressoche interamente, con percentuali molto vicine al 100%. Ciò che non viene recuperato direttamente per selezione spinta viene trasformato, utilizzando un processo brevettato collaudato ed efficace, in sabbie e plastiche sintetiche, che possono essere termoestruse per realizzare sedie, panchine, pellets, oppure impastate all'interno di mattoni speciali che acquistano così un elevato potere di isolamento termico.

Finalmente anche a Roma giunge voce che abbiano intenzione di utilizzare questo sistema, Carla Poli è stata contattata per verificare la possibilità tecnica di costruire un centro riciclo analogo in Lazio, per un investimento stimato di 28 milioni di euro.

E' una occasione da non perdere anche per il nostro territorio, ed infatti anche Paolo Zoffoli sindaco di Forlimpopoli ha avuto un incontro con Carla Poli per definire la possibilità di costruire un centro analogo anche nella nostra provincia. Se andasse in porto un progetto del genere, non ci sarebbero davvero più scuse per evitare di estendere la raccolta domiciliare in tutta la provincia di Forlì Cesena.

Un unica azienda di questo tipo dislocata sul nostro territorio sarebbe in grado di offrire una valida alternativa sia alla discarica che all'incenerimento per tutto il nuovo materiale che sarebbe prodotto se venisse avviata una estesa politica integrale di raccolta domiciliare.

Il meglio del meglio lo mandiamo in Europa

Vi ricordate di un tale parlamentare di nome Nino Strano ? No ? Quello di alleanza nazionale che mangiava la mortadella in Senato in segno di disprezzo! Ebbene, sembra che sia stato folgorato dalla consapevolezza che esiste Internet, ed abbia ingaggiato un duello a dir poco esilarante con coloro che su YouTube lo hanno sbeffeggiato per i suoi comportamenti bambineschi e provocatori.

Quello che è grave, non è tanto la scarsa o nulla conoscenza di come funziona la rete internet, cosa purtroppo molto comune e foriera di gaffes clamorose. La gravità sta nel fatto che personaggi insulsi come costoro rappresentano le punte di diamante di coloro che pretendiamo di mandare in Europa a rappresentarci. Secondo quanto scrive nel suo sito web personale infatti, il primo dei non eletti per il polo delle libertà in Sicilia, ha ricevuto l'onorificenza di essere candidato per le prossime elezioni europee.

Non sarebbe stato meglio regalargli una salumeria ed evitare che l'ennesimo imbelle ci rappresenti ?

martedì 10 marzo 2009

La carta di Firenze

Il MIZ c'era! Sto parlando del primo convegno nazionale politico organizzato da Beppe Grillo al teatro Sashall di Firenze. Il tema era ovviamente la costituzione sul territorio nazionale delle liste civiche capeggiate e ispirate dal comico genovese tramite i suoi meetup.

Tanti personaggi illustri si sono alternati sul palco, in rappresentanza delle varie aree tematiche che sono state illustrate durante l'evento e che sono confluite in quella che rimarrà ufficialmente denominata come la "Carta di Firenze". Sono in tutto 13 punti cardine su cui costruire un programma elettorale per la buona gestione e amministrazione delle nostre città.

Vediamo i punti:

  • che l'acqua resti pubblica e non privatizzata
  • impianti di depurazione obbligatori per ogni abitazione non collegabile a un impianto fognario
  • contributi/finanziamenti comunali per impianti di depurazione privati
  • espansione del verde urbano
  • concessioni di licenze edilizie solo per demolizioni e ricostruzioni di edifici civili o per cambi di destinazioni d’uso di aree industriali dismesse
  • piano di trasporti pubblici non inquinanti e rete di piste ciclabili cittadine
  • piano di mobilità per i disabili
  • connettività gratuita per i residenti nel Comune
  • creazione di punti pubblici di telelavoro
  • Strategia rifiuti zero
  • sviluppo delle fonti rinnovabili come il fotovoltaico e l’eolico con contributi/finanziamenti comunali
  • efficienza energetica
  • favorire le produzioni locali

La mia impressione è che qualcosa di nuovo e concreto stia davvero nascendo. Le proposte maturate da Grillo erano state in passato piuttosto estemporanee e poco razionali, focalizzate solo su certi particolari temi cari al comico genovese, come gli scandali affaristico economici. Ora finalmente, grazie al contributo dei tanti esperti che hanno portato la loro preziosa esperienza, si è riusciti ad avere un quadro finalmente organico e coerente di questa fantomatica democrazia dal basso.

Si parla adesso in maniera competente e autorevole di energia, ambiente, mobilità, edilizia pubblica, acqua, fino ad arrivare alla rivalutazione del ruolo e dell'importanza della costituzione. In particolare modo mi è piaciuto come è stato affrontato il tema dell'Energia, riassumibile nello slogan di Grillo:

Non abbiamo bisogno di una centrale nucleare che produce un milione di watt, abbiamo bisogno di un milione di cittadini che producono un watt a testa!

E' quella che si chiama "filiera corta dell'energia", un sistema distribuito in cui le singole comunità si attrezzano per aumentare la loro indipendenza energetica, attraverso il doppio binario del risparmio energetico e della autoproduzione di energie alternative, come solare, eolico. Sono convinto che rappresenti davvero un futuro inevitabile in un mondo dalle trasformazioni così rapide e non tutte piacevoli.

La quasi totalità degli interventi di Domenica scorsa sono stati riversati su YouTube grazie ai tanti ragazzi armati di videocamere di fortuna, quando uscirà il filmato completo con una qualità decente lo pubblicheremo. Per ora godetevi le primizie:

Gli interventi video

Introduzione - Beppe Grillo (Parte2, Parte3)
Politica - Marco Travaglio (Parte2, Parte3)
Ambiente - Maurizio Pallante, Iacopo Fo
Salute - P. Gentilini, G. Miserotti, M. Bolognini
Energia - Marco Boschini
Riciclo - Matteo Incerti (Parte2)
Connettività - Maurizio Gotta (Parte2)
Diritti dei cittadini - Sonia Alfano
Acqua - Riccardo Petrella


lunedì 9 marzo 2009

Il fenomeno Spinoza, un blog serissimo

Dietro ogni satira spinosa, c'è un fondo di verità, dietro alla satira del blog Spinoza invece c'è gran parte della verità, nuda, cruda, quella che fa riflettere e che mai passerà dagli organi di informazione ufficiali.

Riporto una recensione di Francesco Chignola uscita sul magazine online di Sky.it, affinchè possiate conoscere anche voi la storia di questo fenomeno mediatico che sta impazzando in rete ed emergendo nettamente come irresistibile celebrità del web.

Il sottotitolo di Spinoza è un blog serissimo. Ma nonostante il blog faccia morire dal ridere, la proposizione non è del tutto falsa: in fondo, la satira è una cosa seria. E quella di Spinoza, uno dei migliori blog italiani, lo è senz'altro: una satira caustica, irriverente, impietosa e irresistibile, che non risparmia nessuno e non fa prigionieri. Spinoza nasce per volontà di Alessandro Bonino, noto nella rete italiana per i blog Eiochemipensavoe Phonkmeister, ed è gestito da Stefano Andreoli detto Stark.

I due sono già responsabili della raccolta umoristica collettiva Sempre cara mi fu quest'ernia al colon, pubblicata da Mondadori, dove gli incipit di celebri poesie e canzoni venivano stravolti, da cui il termine fincipit, dagli utenti della rete, con il gusto del gioco di parole e del calembour. Spinoza è invece un blog satirico di decisa impronta politica, ma non solo, che si rifà allo stile del leggendario notiziario Tabloid di Daniele Luttazzi, a sua volta ispirato a illustri comici americani come George Carlin e Lenny Bruce.

Nato quasi per caso del 2006, il blog ha conosciuto la notorietà nella rete a partire dalla primavera del 2008, e dopo qualche tempo di gestione solitaria da parte di Stefano Andreoli ha cominciato a ospitare battute scritte da alcuni amici. Da un certo punto in poi, moltissimi lettori hanno cominciato a inviare a Stark le proprie battute.

La nascita di una vera e propria "satira 2.0" è dietro l'angolo: al momento il blog si avvale infatti quotidianamente della collaborazione dei lettori stessi: "Questa abbondanza di contributi ha via via trasformato Spinoza in un fenomeno di satira collettiva -racconta Andreoli- in cui ogni visitatore può proporre nei commenti le proprie battute, sottoponendole nel contempo al giudizio degli altri lettori". Quanti sono i collaboratori? "Ad oggi, circa una settantina di utenti si sono visti pubblicare almeno una battuta". E la formula viene premiata da circa cinquemila visitatori al giorno. (... continua su Sky.It)

Vai all'HomePage di Spinoza.It

sabato 7 marzo 2009

Rapporto comuni rinnovabili 2009 di Legambiente

E' uscito in questi giorni a cura di Legambiente un documento che racchiude tutti i dati sui comuni italiani che hanno adottato sul proprio territorio strategie e impianti ad energia rinnovabile:


I dati riportati sono molto interessanti, sembra che su oltre 8000 comuni ben 5991 abbiano installato sul proprio territorio almeno un impianto per energia pulita. 2801 comuni in più rispetto all'anno precedente. Ciò di per se non è indice assoluto di una svolta rinnovabile, dato che in larga misura questi impianti sono di piccola o piccolissima taglia, delinea però una tendenza che nei prossimi anni a venire potrebbe diventare preponderante.

Si cambia infatti il modo di guardare al proprio territorio, puntando maggiormente su un modello di generazione distribuita, in grado di privilegiare fonti a basso impatto ambientale, incrementare l'autosufficienza energetica locale, investendo in innovazione e contemporaneamente facendo risparmiare molti soldi alle famiglie. L'italia è certamente molto indietro rispetto all'obiettivo di rendere rinnovabile una quota importante della propria produzione, per quanto riguarda il fotovoltaico siamo a quote tuttora irrisorie, nonostante il conto energia, ma i segnali di investimento ci sono.

Auspicabilmente si potrebbe arrivare nel giro di pochissimi anni al livello della Germania, che attualmente dispone di 30 volte più fotovoltaico e 8 volte più eolico installato di noi. La vera novità del rapporto di legambiente però è un altra, e precisamente riguarda la modificata valutazione strategica che Legambiente sta adottando nei confronti della produzione energetica da biomasse e rifiuti. La posizione di Legambiente sugli inceneritori è sempre stata piuttosto ambigua, vanno bene le infinite (R) messe prima (Riduzione, Riutilizzo, Riciclo, ...), però in parecchie realtà locali come a Brescia è scesa in campo apertamente a sostegno dell'incenerimento, considerando il recupero energetico parte integrante di una strategia globale di sostenibilità.

Nell'ultimo rapporto comuni rinnovabili di Legambiente si fa ora una netta distinzione fra energia rinnovabile prodotta con biomasse (che devono essere di produzione locale) ed energia di recupero da rifiuti, equiparata finalmente alle altre fonti fossili come carbone, petrolio, metano, al contrario di quanto sostiene ad esempio Hera.

Interessante anche il capitolo riguardante il "teleriscaldamento", considerato importante per aumentare l'efficienza degli impianti, più che un bene in se, a tal proposito viene mostrata una mappa che comprende le aree sul territorio italiano servite da impianti di teleriscaldamento.

Come si può notare, gli impianti sono distinti fra biomasse (in verde) e altre fonti fossili inclusi i rifiuti (in nero). Non è difficile capire dalla mappa come l'Emilia Romagna abbia deciso di alimentare le proprie centrali di teleriscaldamento, tutte in corrispondenza di impianti di incenerimento. Nel sud italia... il vuoto totale, dove però predomina la generazione da fonte eolica.

Ritornando al rapporto dei comuni rinnovabili, si distinguono alcuni comuni che riescono a produrre oltre il 100% del loro fabbisiogno tramite tecnologie pulite, questi sono Dobbiaco, Prato allo Stelvio, Vipiteno, Brunico. Guarda caso tutti in provincia di Bolzano. Da segnalare per quanto riguarda le città dell'Emilia Romagna la presenza di Forlì, che raggiunge ben il terzo posto come diffusione del solare termico per l'edilizia comunale.

Per maggiori informazioni, Legambiente mantiene da qualche anno il sito www.comunirinnovabili.it, dove possono essere scaricati anche i rapporti degli anni precedenti.