mercoledì 30 settembre 2009

Oggi 8° giornata mondiale contro l'incenerimento rifiuti

Incenerire è una cattiva idea, su questo non c'è il minimo dubbio. Pur senza tenere conto dei problemi di carattere sanitario (che pure esistono) tanti sono i motivi che portano a pensare come questa scelta scellerata sia sbagliata anche dal punto di vista concettuale. Forse l'idea del "fuoco purificatore" ha ancora il suo fascino, ma dal punto di vista termodinamico è semplicemente un nonsenso.

L'energia recuperata è minima, i soldi spesi troppi, le discariche non si evitano comunque, i materiali non si recuperano più, ne abbiamo gia discusso qui. Nella data del 30 settembre (oggi ndr) è stata istituita la giornata mondiale contro l'incenerimento dei rifiuti, arrivata alla ottava edizione, con tanto di conferenza stampa in diretta streaming. Il Movimento Impatto Zero ha diramato un comunicato stampa che alleghiamo integralmente, perchè sia sempre chiaro che non possiamo bruciare il nostro futuro.

Comunicato Stampa

30 settembre 2009 – 8° giornata mondiale contro l'incenerimento dei rifiuti

In occasione della giornata mondiale contro l’incenerimento dei rifiuti indetta per il 30 settembre 2009, le associazioni Movimento Impatto Zero, il Comitato “Lasciateci l’aria per respirare”di Cesena, Clan-Destino di Forlì e la Lista civica “Destinazione Forlì”, vogliono ricordare ancora una volta come la scelta di utilizzare questi ultimi per lo smaltimento dei rifiuti sia una scelta scellerata e contro ogni logica di buon senso sia ambientale che economico. Scelta che a nostro parere inciderà sulla qualità dell’ambiente e quindi sulla salute di chi vi abita, ostacolando al contempo ogni ulteriore iniziativa volta a preservare le risorse e incentivare il riuso e riciclo delle materie prime. I rifiuti debbono essere considerati per quello che sono, cioè "materiali" post-consumo riciclabili e riusabili, una volta inceneriti si perdono preziose materie prime non rinnovabili e difficilmente recuperabili dalle ceneri e dai fumi prodotti. Solo un malinteso senso dello sviluppo economico può far ritenere che la problematica dei rifiuti debba essere risolta tramite l’incenerimento. In molti paesi tale pratica è in progressivo abbandono ed in ogni caso limitata alle sole frazioni non più recuperabili (Germania e Francia, un tempo noti paesi inceneritoristi, ora praticano una raccolta differenziata spinta su gran parte del loro territorio e promuovono politiche di recupero alla fonte).

Un inceneritore dal costo di svariate decine di milioni di euro offre lavoro a una dozzina di persone al massimo, la stessa spesa investita in centri avanzati di selezione e recupero dei materiali produce lavoro per centinaia di persone, come dimostrato da esperienze come il Centro di Vedelago (TV). Ad una frazione del costo di un moderno inceneritore un centro del riciclo evita comunque l’impiego di ulteriori discariche e ci consente di risparmiare tanta energia ed emettere meno gas serra nell’ambiente. Un inceneritore emette infatti enormi quantità di CO2 ed impiega fonti fossili per mantenere la sua temperatura di esercizio. Qualora venissero presi sul serio dai governi gli impegni per ridurre le emissioni di gas serra, semplicemente non potremmo più permetterceli, data l’esistenza di tante valide tecnologie alternative e meno impattanti (come il TMB trattamento meccanico biologico) parimenti idonee a risolvere il problema dei rifiuti producendo al contempo molti meno gas serra.

L’Italia, come al solito in ritardo su tutto (inclusa la nostra provincia) persevera nella promessa salvifica data dall’incenerimento (nuovo inceneritore da 120.000 t costruito a Forlì, piani di Hera per la costruzione di altri due nuovi inceneritori in regione). Abbiamo ben 8 impianti già in funzione in Emilia Romagna di cui 3 solo nella nostra zona (2 a Forlì e 1 a Rimini), lasciando a Cesena (al 5° posto in Italia come sforamento delle polveri sottili) l’appellativo di “posacenere della Romagna”. L’effetto delle correnti e dei venti porta infatti le loro emissioni a stazionare a lungo soprattutto nel catino geologico naturale racchiuso dalla bassa pianura padana. La via maestra è quella di ridurre i rifiuti globalmente e alla fonte, incentivare prodotti alla spina, compostabili, riusabili, poi praticare una raccolta differenziata porta a porta seria e puntuale (non quella del grande cassonetto, diseducativo e deresponsabilizzante) così come le nostre associazioni hanno chiesto sia a Forlì che a Cesena negli anni passati con petizioni firmate da tantissimi cittadini, tutte respinte dalle Amministrazioni Comunali. L’incenerimento invece riceve sussidi, senza i quali sarebbe antieconomico.

Chiediamo responsabilità nella gestione dei rifiuti, alle amministrazioni Comunali di Forlì e Cesena e ai relativi Sindaci nel muoversi speditamente verso la raccolta differenziata porta a porta, al cittadino nel rendersi in grado di ben separare i rifiuti prodotti. Arrivare al 90% della raccolta differenziata dei rifiuti non è utopia ma un obiettivo al quale tendere con coraggio. A Capannori la giunta ha deliberato l’obiettivo “rifiuti zero” entro il 2020 e sta già promuovendo, oltre al porta a porta attivo da anni, anche tante altre politiche virtuose per la riduzione dei rifiuti alla fonte. Al contrario, pensare di avere un inceneritore sul cammino dei rifiuti significa doverlo fare funzionare per oltre 20 anni, solo per ammortizzarne le altissime spese di gestione, creando costi non giustificabili per i cittadini e vanificando implicitamente la raccolta differenziata, dal momento che sono impianti che funzionano bene solo se alimentati da materiale nobile, carta e plastiche. I medici dell'ISDE (Medici per l'Ambiente) hanno già segnalato alle amministrazioni le pesanti responsabilità di questa scelta ha sull'impatto sanitario (la nostra provincia offre anche tristi primati per le statistiche sui tumori) e hanno definito l'incenerimento come una seria minaccia incombente nei confronti della salute dei cittadini. Una vera “spada di Damocle” sul nostro futuro.

I dati sull’incidenza in Italia del cancro nell’infanzia pubblicati dall’Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM: I tumori infantili Rapporto 2008) parlano chiaro. I bambini non fumano, eppure si ammalano di tumori tipici dei fumatori con una crescita di oltre l’1% all’anno! Occorre attivare al più presto una politica di corretta gestione dei rifiuti, investendo in vere filiere del riciclo. A Forlimpopoli c’è già il porta a porta, la gente è soddisfatta, le tariffe non sono aumentate, ma non ci sono ancora centri di recupero e riciclo in grado di avvantaggiarsi della maggiore qualità del materiale raccolto. Vogliamo investimenti in questi settori, non più solo soldi per nuovi inceneritori.

Ass. Movimento Impatto Zero,
Comitato “Lasciateci l’aria per respirare” di Cesena,
Ass. Clan-Destino di Forlì
Lista Civica “Destinazione Forlì”

Cesena, 30 Settembre 2009

martedì 29 settembre 2009

Earth Overshoot Day: la crisi lo ha spostato solo di due giorni

L'Earth Overshoot Day è caduto quest'anno il 25 settembre.

In questa data l'umanità ha esaurito le risorse rinnovabili prodotte nel 2009 e deve attingere al capitale naturale del pianeta.

Nel 1987 l'overshoot day era il 19 dicembre, poi lo sviluppo economico e demografico lo hanno fatto anticipare ogni anno per arrivare lo scorso anno al 23 settembre.

Un anno di crisi economica e di calo della produzione industriale e dei trasporti hanno prodotto un misero "effetto positivo": spostare in avanti l'overshoot day di due giorni.

Due giorni!

Avete presente quale sforzo dovremmo fare per ritornare almeno dalle parti di ottobre o novembre?

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domenica 27 settembre 2009

Documentario inquietante sull'influenza A/H1N1


Non mi sono mai considerato realmente un complottista, però di fronte a questa illuminante video-inchiesta sulla ex Influenza Suina (ora chiamata influenza A per non spaventare i telespettatori) qualche piccolo dubbio mi è venuto. Questo suggestivo documentario Argentino "Operacion Pandemia" di "Julián Alterini" (in spagnolo molto comprensibile, sottotitolato in italiano da "Clara Ferri") mostra alcuni inquietanti retroscena e qualche scomoda verità sulla corrente pandemia influenzale denominata A/H1N1.

Dapprima era l'Aviaria, per la quale si prevedevano milioni di morti, poi arriva il TamiFlu e i miliardi di dollari spesi dagli USA per accaparrarsi riserve di decine di milioni di dosi. I soldi sono stati spesi, l'influenza però é sparita nel nulla. Ora ci risiamo con una influenza "suina" le cui dinamiche sociali sono fin troppo simili a quella precedente, con tanto di governi che fanno a gara nel far fare affari d'oro alle industrie farmaceutiche, a colpi di vaccini per milioni di dosi e ancora una volta guarda caso il famigerato Tamiflu.

L'accusa che il video propone è che dietro al Tamiflu prodotto da Roche ci sia una società (Gilead Science Inc, detentrice del brevetto) ai cui vertici si sia succeduto Donald Rumsfield, segretario di stato alla difesa sotto il governo Bush. Sa effettivamente molto di complottismo, cioè l'insinuazione che il governo americano abbia deliberatamente esagerato i rischi sanitari delle pandemie per favorire le case farmaceutiche, difficilmente una cosa simile sarà mai dimostrabile. Però ... qualche evidenza è sospetta, non tutto ciò che viene riportato nel video è accurato ma parecchie cose si. In particolare che le vendite di Tamiflu aumentano indirettamente le stock option plurimilionarie detenute da Rumsfield, e che l'organizzazione mondiale della sanità non ha avuto un modo di operare troppo trasparente.

Cautelarsi e tenere vigile la guardia va benissimo, ma personalmente diffido verso politiche di vaccinazione di massa, che potrebbero rivelarsi ben più dannose del danno che la loro assenza potrebbe provocare, tanto più che sembra (questo nuovo virus) mietere in realtà molte meno vittime di una banalissima influenza stagionale. D'altronde, sembra che il monitoraggio sulla diffusione della malattia sia largamente inaffidabile e con poche casistiche ben verificabili. C'è infine chi consiglia di non vaccinare in massa i bambini, e secondo me c'ha ragione.

giovedì 24 settembre 2009

Decrescifest Slideshow


Alcune delle tantissime foto scattate al fantastico Decrescifest di Villa Silvia il 19 e 20 Settembre scorso.

mercoledì 23 settembre 2009

Interviste al decrescifest di eTV Romagna


Una troupe di eTV Romagna si aggirava Domenica scorsa fra gli stand del Decrescifest, ed infatti un piccolo servizio di 5 minuti è apparso al telegiornale della emittente locale. Contiene le brevi interviste filmate a Maurizio Pallante del movimento per la decrescita felice, Barbara Martini del MIZ ed Eddi Bisulli di ViaTerrea.

martedì 22 settembre 2009

Conclusioni sul decrescifest

Decrescere per superare la recessione e la crisi ambientale. E’ il messaggio conclusivo del Decrescifest, la festa della decrescita: il primo ecohappening a Villa Silvia conclusosi ieri, che ha promosso e mostrato in pratica alcuni stili di vita sostenibili. L’evento è stato organizzato dal Miz (Movimento Impatto Zero) in collaborazione con Viaterrea e patrocinato dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna e dal Comune di Cesena.

Ospite di chiusura della rassegna è stato Maurizio Pallante, il più importante pioniere e interprete italiano della decrescita felice, che ha presentato – per la prima volta in Romagna - il suo ultimo volume “La felicità sostenibile”. «La decrescita è l’unico modo di uscire dalla crisi — ha detto il fondatore del Movimento della Decrescita felice — La recessione ha infatti una causa strutturale economica, aggravata da problemi finanziari: già da tempo stiamo producendo più del necessario. Si tratta di una concezione del mondo che ha a che fare con l’uso più intelligente e razionale delle risorse. Una consapevolezza che si sta facendo strada: il 53 per cento delle persone, infatti, non rifiuta più a priori il termine ‘decrescita’, parola tabù fino a poco tempo fa ed esorcizzata dalle forze politiche e industriali del Paese».

Sempre Domenica Scorsa è stata presentata, durante l’incontro con lo scrittore Michele Dotti, l’iniziativa dei Comuni Virtuosi (27 in Italia, l’unico in zona è Portico di Romagna), che ha invitato tutti gli 8.102 Comuni italiani (fra cui anche a quello di Cesena) a “copiare” le esperienze positive rispettose dell’ambiente fino ad ora messe in pratica. A tale scopo è in fase di spedizione ai sindaci di ogni comune italiano un DVD contenente tante utili informazioni sulle buone pratiche dei Comuni Virtuosi.

La due giorni ecosostenibile ha richiamato in totale oltre un migliaio di persone (tante anche le presenze da fuori città) che hanno voluto provare l’esperienza concreta di tanti piccoli comportamenti di consumo responsabile e gestione della casa, in modo da ridurre la propria impronta ambientale, mettendo così in pratica la decrescita felice. Numerosa l’affluenza anche nella giornata di Domenica, nonostante un acquazzone improvviso che si è abbattuto all’apertura della manifestazione e che non ha fortunatamente demoralizzato i visitatori dal prendere d’assalto il parco di Villa Silvia. All’evento dedicherà un servizio anche il Tg3 regionale della Rai che con una troupe è venuto all’evento per le riprese ed alcune interviste esclusive.

Un primo esperimento dunque, che ha centrato il segno, e che gli organizzatori promettono di ripetere. «Le persone hanno reagito positivamente oltre le nostre più rosee aspettative — commenta Barbara Martini, presidente del Miz e coordinatrice dell’evento — Intendiamo ripetere l’appuntamento anche nei prossimi anni, gli obiettivi che ci eravamo prefissati per l’evento, l’attenzione al cibo, all’acqua, all’aria che respiriamo e al riciclo e riuso sono stati raggiunti, in molti infatti hanno aderito al Gruppo di Acquisto Solidale, hanno potuto imparare buone pratiche sostenibili e hanno avuto la sporta in cotone dell’iniziativa "PORTA LA SPORTA" per l’abolizione dei sacchetti di plastica. Ci riteniamo estremamente soddisfatti».

L’iniziativa ha voluto promuovere il coinvolgimento diretto dei cittadini nei circoli territoriali della Decrescita Felice presenti a Cesena e Forlì per un “decrescifest quotidiano” e non solo periodico. Letteralmente inondati di visitatori gli oltre 30 stand, come confermano i numeri: il bio farmer market ha esaurito i prodotti, il distributore automatico di latte ha distribuito oltre 300 litri di latte crudo in bottiglie di vetro riusabili, numerose le famiglie che hanno preso contatto con i Gas-Gruppo di acquisti solidali, che seguono la filosofia dell’acquisto etico e tanti i “baratti” allo spazio “Rivestiti e riarredati”, che offriva la possibilità di scambiare un abito o un oggetto usato. Molto seguite e apprezzate anche le visite guidate alla dimora storica e al parco di Villa Silvia (a cura dell’associazione AMMI e Viaterrea) e l’osservazione astronomica della volta stellata a cura del Gruppo Astrofili di Cesena.

Da segnalare anche la ciclo-officina, i cui ragazzi hanno creato quasi dal nulla, con qualche pezzo di recupero saldato assieme, alcune biciclette perfettamente funzionanti collaudate dai tanti ragazzini che ne hanno ammirato la realizzazione dal vivo. Difficile essere completi e nominare tutte le tante iniziative presentate, dalla realizzazione in casa dei saponi, alle essenze naturali autoprodotte, alla costruzione di borse utilizzando parti riciclate di teli da camion e copertoni di bicicletta, ammiratissime dal pubblico. Infine la bio-cena, sicuramente sottodimensionata rispetto ai visitatori presenti, servita interamente con prodotti compostabili in materbi offerti da EcoZema, in accompagnamento ad acqua di ridracoli alla spina in taniche con rubinetti. Tante piccole cose, nella direzione di chi crede che anche con poche risorse si possa fare tanto, e soprattutto si può essere più felici, pur riducendo il PIL.

Per tutti i sostenitori della decrescita, il prossimo appuntamento è per Domenica 11 ottobre a Casa Artusi a Forlimpopoli (Fc), dove l’economista e sociologo francese Serge Latouche, teorico della decrescita serena, ritirerà il Premio Artusi 2009. Sarà possibile a breve visionare foto, video e altro materiale dell’evento al sito apposito www.decrescifest.it, e per chi è interessato a prendere contatti con la sede locale del Movimento della Decrescita Felice può informarsi chiamando Barbara al cell.349.3207788.

Per concludere, una esperienza ricca ed emozionante, che riproporremo senza dubbio l'anno prossimo invitandovi fin da ora alla seconda edizione del Decrescifest 2010.

domenica 20 settembre 2009

Decrescifest Live



Siamo purtroppo dispiaciuti di informare che a Villa Silvia la connessione internet non è buona e pertanto non ci è possibile offrire la diretta web dell'evento. Vi invitiamo comunque a venire nella giornata di Domenica. Sabato è stato bel tempo, quasi un migliaio di persone sono venute a visitarci, ben oltre le nostre più rosee aspettative. Anche Domenica si prevede bel tempo e si preannuncia come un evento da non perdere, con la partecipazione serale di Maurizio Pallante. Nelle immagini, alcune foto inviate dagli amici dello scarpa-bus, ci risentiremo presto a fine evento con un racconto dettagliato delle esperienze più belle vissute al decrescifest, con tanto di filmati video.

venerdì 18 settembre 2009

Venite al decrescifest in ciclobus o scarpabus

Il decrescifest non sarà un evento sfarzoso e megalomane tipo Expò di Milano. Intende invece lanciare alcuni piccoli segnali ma con grande entusiasmo. Uno di questi è la necessità di considerare e utilizzare sempre più spesso forme di mobilità sostenibile. All'insegna della sobrietà significa potersi divertire in compagnia anche senza luci sfavillanti ed effetti speciali, risparmiando risorse e cercando di avere cura per l'ambiente.

Coloro che prenderanno sul serio questo messaggio, sono invitati a venire al decrescifest utilizzando uno dei due percorsi sostenibili organizzati che saranno attivi sia nella giornata di Sabato che di Domenica, lo scarpabus e il ciclobus.

Vieni al decrescifest in Scarpa-bus

La passeggiata sostenibile parte dalla stazione FS di Cesena fino ad arrivare a Villa Silvia. E' attiva per i giorni SABATO 19 e DOMENICA 20 SETTEMBRE, la partecipazione è gratuita.

RICHIESTO AI PARTECIPANTI:
  • Iscrizione obbligatoria entro e non oltre venerdì 18 tramite e-mail all'indirizzo texasisthereason@libero.it oppure con telefonata o SMS al numero 3282279648 (Andrea Bianchi) indicando: nome, fermata di partenza, eventuali avvertenze/richieste/problemi fisici, eventuale preferenza per il viaggio di rientro [ (*) vedi asterisco in fondo ]
  • Buon allenamento e buone condizioni di salute
  • Indossare pedule oppure scarponcini [in caso di ritorno a piedi in notturna obbligo di torcia o lampada frontale e giubbotto catarifrangente]
  • Pranzo al sacco, tenendo conto che al nostro arrivo ci verrà gentilmente offerto un rinfresco a base di dolci e paste
  • In caso di maltempo portare impermeabile ed indossare abiti adeguati
  • Se volete, portate anche guanti e sacchetto della spazzatura: una parte del sentiero all'interno del parco fluviale è piuttosto inquinato. Sarà molto bello effettuare una piccola pulizia al nostro passaggio, alla villa saranno disponibili bidoni per la differenziata ;-)
ITINERARIO:

STAZIONE FERROVIARIA DI CESENA (fermata autobus) ore 10:30
BARRIERA (fermata autobus davanti al cinema) ore 10:50
DUOMO (fermata autobus davanti alla cattedrale) ore 10:55
PIAZZA DEL POPOLO (angolo piazza con via Zeffirino Re) ore 11:00
PONTE VECCHIO (fermata autobus fra il ponte e via Savio) ore 11:20
BORGO PAGLIA (fermata autobus fra ingresso/uscita E45 e sottopasso direzione San Vittore) ore 12:15
TIPANO (fermata autobus davanti al bar della chiesa) ore 12:35
CELLETTA (piazzale angolo fra via Settecrociari e via Lizzano) ore 12:50
VILLA SILVIA DI LIZZANO ore 13:00

dislivello> 70 mt. circa
tempo> 2:30 h circa
lunghezza> 10 Km. circa

RITORNO (*):
al momento, in base ai partecipanti, si potrebbe decidere una "soluzione comunitaria" fra queste:
  • Rientro in SCARPABUS [partenza dopo cena e rientro entro la mezzanotte] su percorso diverso da quello di andata portando torcia o lampada frontale e giubbotto catarifrangente;
  • Precedente accordo con altri amici/parenti/conoscenti presenti alla Decrescifest per tornare in car pooling;
  • Rientro autogestito da ciascun partecipante;
  • Eventuale pernottamento in tenda al sabato e rientro in SCARPABUS la domenica;
  • Pulmino di max 7 persone per ritorno a cesena, chiedere allo staff decrescifest;
Vieni al decrescifest in Ciclo-Bus

Il percorso è organizzato dal gruppo amici della bici "critical mass" di Cesena, che saranno presenti anche come stand al Decrescifest. Non è necessaria alcuna prenotazione e la partecipazione è ovviamente gratuita, basta trovarsi al ritrovo e partire in gruppo, il viaggio durerebbe appena 30 minuti ma sarà presumibilmente compiuto in 1 ora ad andatura di riposo per non perdere per strada nessuno ;o)

RICHIESTO AI PARTECIPANTI:
  • Bicicletta o mountanbike adatta a fare anche un pelo di salita (cambio rapporti)
  • Ovviamente freni e luci in buono stato!
  • Buona condizione fisica, non serve essere troppo allenati
  • Impermeabile o mantellina in caso di maltempo
dislivello> 70 mt. circa
tempo> 1:00 h circa
lunghezza> 8 Km. circa

ITINERARIO:

DUOMO DI CESENA (davanti alla cattedrale) ore 14:00
PIAZZA DEL POPOLO (angolo piazza con via Zeffirino Re) ore 14:10
PONTE VECCHIO (fermata autobus fra il ponte e via Savio) ore 14:20
TIPANO (incrocio della chiesa) ore 14:40
CELLETTA (via Settecrociari e via Lizzano) ore 14:50
VILLA SILVIA DI LIZZANO ore 15:00

Per informazioni chiamare Maurizio Montalti allo 3405263186 oppure per email all'indirizzo amicidellabici@iol.it, il percorso può farlo chiunque anche senza il gruppo. Al ciclobus pare parteciperà anche l'assessore all'ambiente Lia Montalti, che avrà modo di aprire il Decrescifest salutandoci con un breve discorso introduttivo. Il percorso è piano salvo una significativa salita finale, dato che Villa Silvia sta sulla prima collina cesenate. All'arrivo, una indicazione dentro la villa a metà strada del viale di ingresso indica dove posizionare le biciclette (Bike-Park).

Ricordo che per tutti coloro che arriveranno a piedi o in bici ci sarà un piccolo buffet di rinfresco, con dolci offerti dalla Pasticceria del Ponte di Cesena, ed un bicchiere di latte. Chi invece viene in auto potrà usufruire del rinfresco SOLO ED ESCLUSIVAMENTE se dimostra di avere fatto car-sharing e riempito tutti i posti a disposizione ;o)

Davvero è tutto! Vi aspettiamo numerosi al decrescifest.

giovedì 17 settembre 2009

La decrescita come strategia per vincere la crisi

Bello l'articolo che il Corriere Romagna ha dedicato alla nostra iniziativa decrescifest programmata per questo fine settimana.

La visita di Maurizio Pallante è prevista per la serata finale di Domenica, non ci limiteremo alla presentazione del suo ultimo libro "La Felicità Sostenibile" ma cercheremo di allargare il campo per esplorare quel concetto, ancora da molti considerato "eretico", che prende il nome di decrescita (felice).

Siamo abituati ad associare il benessere con la crescita economica, cioè con l'aumento dei beni prodotti, o meglio delle merci, misurate dal Pil (Prodotto interno lordo). Il movimento della decrescita felice sostiene invece da anni che la crescita non può andare avanti all'infinito, che il pil misura le cose sbagliate, che ci sono limiti imposti dalle risorse disponibili e dalla necessità di salvaguardare l'ambiente, che si può essere più felici anche e soprattutto rispettando principi di sobrietà e di risparmio energetico, e che è indispensabile scegliere un modello alternativo. Di questo si parlerà nella serata di Domenica.

Maurizio Pallante è nato a Roma ma vive in Piemonte, in una cascina tra i boschi nel Monferrato vicino ad Asti, laureato in lettere, studioso di questioni ambientali, è stato consulente del ministero dell'ambiente, oggi è presidente del movimento per la decrescita felice, con decine di circoli sparsi in tutta Italia.

mercoledì 16 settembre 2009

Il Decrescifest ai nastri di partenza


Il “movimento impatto zero”, con il patrocinio del comune di Cesena e della Assemblea Legislativa dell’Emilia Romagna, vi invita alla prima edizione del “DECRESCIFEST”, ecohappening dedicato al tema della sostenibilità ambientale e degli stili di vita ecocompatibili, per una due giorni di incontri ed eventi nella stupenda cornice del parco di Villa Silvia a Lizzano di Cesena. Tutte le informazioni su www.decrescifest.it

30 stand dove potrai trovare prodotti biologici a km 0, imparare come si prepara un olio essenziale, come si ricicla un personal computer, come si ripara una bicicletta, come ci si prende cura del proprio corpo con prodotti e tecniche naturali per il benessere della persona...

E poi spettacoli teatrali, dibattiti culturali, libri, bici elettriche, musica dal vivo e divertimento.

I temi trattati saranno:
 Decrescita Felice, energie rinnovabili, corretta gestione dei riufiuti, solidarietà sociale, economia locale e solidale, consumo del territorio, signoraggio, comportamenti virtuosi, Turismo responsabile, Banche del Tempo, G.A.S., riuso, riciclo e riduzione degli oggetti, strategia rifiuti zero, materiali compostabili, compostaggio domestico.

Parteciperà Maurizio Pallante fondatore del movimento per la decrescita felice!
 Ci saranno inoltre Michele Dotti, Andrea Bizzocchi, Davide Fabbri e Roberto Mercadini.

Sempre a Villa Silvia, Rivestiti e Riarredati ti aspettano, porta i tuoi indumenti e piccoli oggetti quotidiani che non usi più, potrai barattarli con altri e regalargli così una seconda vita, senza farli passare per la discarica.

L’inziativa del DECRESCIFEST aderisce al progetto nazionale di “PORTA LA SPORTA”, per l’abolazione dei sacchetti di plastica e l’adozione di borse riutilizzabili (sarà possibile acquistare durante l’evento le borse riutilizzabili col logo dell’iniziativa).

Tempo permettendo, invito tutti coloro che vogliono partecipare a venire in bicicletta (ciclo-bus) oppure a piedi (scarpa-bus), per informazioni consulta i dettagli sul sito web dell'evento.

martedì 15 settembre 2009

Musica dal vivo al Decrescifest

Al decrescifest non si disdegnerà di offrire performance musicali di assoluto rilievo. Sabato sera spettacolo rigorosamente "unplugghed" con la partecipazione straordinaria della Orchestra del Cuculo (Spartiti per Scutari) che eseguirà musica popolare tradizionale e balcanica con strumenti musicali acustici (violini, fiati, fisarmoniche, percussioni, chitarre).

Domenica sera, per accontentare anche il pubblico più giovanile, si esibiranno i Radio Hit, band Pop-Rock emergente di Cesena, eseguiranno cover e musica italiana, dai grandi successi del passato alle originali sonorità contemporanee.

Mancano 4 giorni al DECRESCIFEST ....

lunedì 14 settembre 2009

Spot del Decrescifest su Radio Bruno


Il decrescifest sta avendo una risonanza mediatica al di la delle nostre seppur rosee previsioni. Se premete il bottone "play" potete ascoltare lo spot che sta andando in onda in questi giorni su Radio Bruno. Anche VideoRegione sta dando copertura mediatica all'evento con qualche passaggio giornaliero in TV.

Il tamtam in rete rischia poi di moltiplicandosi a dismisura, grazie al sito di MacroLibrarsi, eventi su Facebook, il sito di assiprov, il sito dei GAS, il sito del Passatore, quello di Marco Boschini, quello di Michele Dotti, alcuni inaspettati come Casa Artusi, Romagna Noi (che ci appella come festa anticonsumistica), fino ad un banner sul sito del comune di cesena. E chissà quanti altri.

Sarà sicuramente tempo permettendo una giornata memorabile, però occhi alla sostenibilità! Venite in auto solamente se riuscite a fare car-sharing, altrimenti abbiamo organizzato un ciclo-bus e un piedi-bus (vedi sito), che vi invito fin da ora ad usufruire (rinfresco per chi arriva con questi mezzi). Ricordo inoltre che alla base della collina dove sorge Villa Silvia c'è un parcheggio abbastanza vasto che, nel caso quello interno risulti pieno, permette di salire a piedi con 15 minuti al massimo di cammino.

domenica 13 settembre 2009

Al Decrescifest il Risto Bio

In entrambe le due giornate del decrescifest abbiamo deciso di organizzare una cena risto bio, dove si potranno degustare piatti preparati in loco dal cuoco di Villa Silvia. La cena a buffet, al costo fisso di 10€ tutto incluso, offre prodotti rigorosamente di stagione (di carne o vegetariana) a basso impatto ambientale, biologici e a Km zero.

Il termine Km0 è ovviamente un artificio (se vogliamo un po retorico) utile per indicare la filosofia e lo spirito che guida questa iniziativa, cioè quella di promuovere il cibo locale, quello che non è stato soggetto a lunghi viaggi di trasporto, non ha incontrato decine di imballaggi, ha mantenuto inalterato il suo sapore originario. Tutto il cibo preparato e servito a cena proviene infatti da aziende agricole locali, in molti casi le stesse che faranno esposizione al piccolo Farmer Market allestito all'interno dell'evento.

Non capita spesso di incontrare in prima persona sia chi ha cucinato il piatto sia chi ha lavorato l'orto! Questa è l'esperienza che vorremmo farvi provare. Certo non aspettatevi buffet faraonici, ma sono convinto che se deciderete di fermarvi a cena ne rimarrete piacevolmente soddisfatti.

I piatti e i bicchieri che utilizzeremo sono tutti rigorosamente in Mater-B, gentilmente forniti da EcoZema, quindi compostabili (vanno nella raccolta dell'Organico). L'acqua è rigorosamente acqua di Ridracoli direttamente nel tuo bicchiere senza nessun imballaggio interposto (stop alle bottiglie di plastica!). La birra è solo alla spina sempre senza imballaggio quindi!

Aggiornamento: Il cuoco di Villa Silvia, per motivi organizzativi, annuncia che il risto-bio si svolgerà non a buffet come indicato bensì a menù, con la possibilità di ordinare qualsiasi combinazione, e prezzi che saranno comunque mantenuti a 10-12€ per un pasto completo di primo, secondo, contorno, dolce.

sabato 12 settembre 2009

Oggi è la giornata mondiale senza sacchetti di plastica

Perché ci ostiniamo ad usare per pochi minuti un oggetto che può durare anche fino a cento anni ? La domanda retorica si riferisce ovviamente alle buste di plastica, solo in Italia se ne producono circa 300 mila tonnellate all'anno, che considerando quanto sono leggere equivalgono in termini numerici a qualcosa come 2 miliardi di pezzi (da 10 grammi ciascuna) prodotti, non ogni anno... ma ogni mese!. Sono l'equivalente di 320 mila tonnellate di petrolio, oppure 200 mila tonnellate di CO2 a vostra scelta. Praticamente 400 sacchetti all'anno procapite. Numeri impressionanti! (fonte)

Ovviamente ben poche di esse sopravvivono dopo il primo utilizzo, spesso sono riutilizzate per veicolare immondizia oppure (peggio) gettate a brandelli da qualche parte. Se non intercettate dal servizio di raccolta pubblica prima o poi arrivano semplicemente nei fiumi e quindi in mare, sminuzzandosi in coriandoli trascinati dalle correnti. fino al pacifico. Anche quando vengono raccolte, hanno una probabilità di oltre il 40% di venire semplicemente bruciate in un inceneritore, oppure pressate in discarica, dove i batteri le degraderanno impiegando decine e decine di anni.

E' per questo spreco assurdo e irrazionale che il MIZ già da tempo ha deciso di aderire all'iniziativa Porta la Sporta a cura dell'associazione dei comuni virtuosi. Abbiamo realizzato a cura della nostra associazione due diverse tipologie di shoppers riusabili. La prima è di Juta, materiale nobile e molto resistente (ma poco pieghevole), tagliate e cucite a cura dell'ENAIP impiegando ragazzi disabili. La seconda è di un tessuto simile al lino, quasi altrettanto resistente ma più leggero e comodo per fare la spesa, che stiamo stampando in serigrafia in questi giorni in tempo per essere esposte al decrescifest. Le utilizzeremo come forma di autofinanziamento per la nostra associazione, regalandola agli anziani e agli studenti che si vogliono tesserare con noi.

Ritornando ai famigerati sacchetti, nel 2010 sarebbero dovute scomparire per bontà di illuminate leggi europee, invece sembra proprio che in Italia non se ne farà nulla come al solito. Non credo molto alle giornate dedicate a questo o a quello, perchè secondo me dovremmo dedicarci a cose ben fatte tutti i giorni dell'anno, però almeno oggi pensaci: Non usare sacchetti di plastica per la tua spesa, e se proprio devi farlo riutilizzali il più possibile.

Oppure fai come noi.. porta la sporta!

N.B.1 Nella foto, una borsa di Juta con il nostro logo del miz, tanto resistente da contenere comodamente la nostra cagnetta Camilla, che gentilmente si è prestata per la foto di rito ;o)

N.B.2 Il comune di Cesena pare aderisca ufficialmente a porta alla sporta, ma noi non ce ne siamo neanche accorti, aspettiamo qualche atto concreto.

venerdì 11 settembre 2009

A Colorno sanno come ridurre i rifiuti


Marco Boschini, coordinatore dell'associazione comuni virtuosi, nonchè assessore all'ambiente di Colorno, decisamente lo sa fare.

P.S. Vi aspettiamo Sabato 12 alla Festa del Riciclo e Domenica 13 allo Sc'arti Party.

giovedì 10 settembre 2009

Vino biologico e Farmer Market al Decrescifest

Un'intera ala del decrescifest sarà dedicata ai produttori locali per realizzare quello che è comunemente denominato un Farmer Market. Molti di questi produttori sono anche fornitori dei GAS (Gruppi di Acquisto Solidale) e propongono quindi i loro prodotti frutto del lavoro delle proprie aziende agricole. Ovviamente sarà possibile acquistare i prodotti direttamente agli stand e conoscere i titolari, perchè sapere chi ci mette la faccia nelle cose che mangiamo è molto importante.

I produttori di vino biologico che abbiamo scelto, più a Km0 di così non si può, dato che si tratta delle aziende agricole Valmorri e Lotti. La prima risiede a Settecrociari, a meno di 300 metri dal confine di Villa Silvia, la seconda a Bertinoro, nella collina soprastante! Potevamo quasi arrivare con un tubo di gomma fino alla villa, anzichè aprire una esposizione... ma sarebbe stato assai meno piacevole :-)

Al Farmer Market del decrescifest potrai quindi acquistare frutta, verdura, vino, miele, formaggi, carne, latte, uova, marmellate, conserve, succhi di frutta, prodotta con metodi naturali e biologici a Km 0 direttamente dai fornitori dei G.A.S. Potrai fare una spesa sana sostenendo l'economia locale e riducendo il rifiuto da imballaggio!

Il Decrescifest promuove con convinzione la filiera corta dei prodotti e l'economia locale, contro l'inquinamento da trasporto merci che ne compromette la freschezza e la genuinità.

N.B. Il decrescifest da pochi giorni si è dotato anche di un sito internet: www.decrescifest.it

Mancano 9 giorni al DECRESCIFEST
....

mercoledì 9 settembre 2009

Campagna canadese per incentivare il cibo a km zero


Il sistema di approvigionamento di cibo canadese è da qualche tempo in grossi guai, totalmente sbilanciato sul fronte delle importazioni. Per questo in Canada è stata lanciata l'iniziativa Eat Real Eat Local che punta alla promozione del cibo locale. La cosa buffa è che lo sponsor di questa iniziativa è la Unilever canadese, multinazionale globalizzata dell'alimentazione con tantissimi marchi molto noti anche in italia..

Cos'è quindi, una gigantesca operazione di green washing ? Possibile che proprio coloro che sono paladini della globalizzazione alimentare siano i principali finanziatori di campagne per riscoprire il biologico e i prodotti a "km zero" ?

Non saprei dirlo, il video (anche se in inglese) comunque è assai ben fatto e comprensibile, rende l'idea di come potrebbe essere fatta una buona campagna informativa per promuovere i prodotti locali. Penso però che il primo passo dovrebbe essere il ridimensionamento di queste gigantesche multinazionali dell'alimentazione globalizzata, e soprattutto non affidare proprio a loro contenuti propagandistici di carattere etico.

Sarebbe come se la impregilo si mettesse a fare in Italia campagne pubblicitarie contro la cementificazione selvaggia del territorio...

Fonte: ecoblog

martedì 8 settembre 2009

Il paradigma della crescita ha le ore contate ?


Il «peak oil», momento di massima produzione di petrolio oltre il quale inizia una inesorabile discesa, è un fantasma di cui si discetta da decenni. Già negli anni Cinquanta il geofisico americano Marion King Hubbert allarmò i petrolieri paventando il raggiungimento del picco, sul continente statunitense, negli anni Settanta. Hubbert indovinò e divenne un punto di riferimento. Vent'anni dopo le grandi crisi petrolifere, Colin Campbell riprese in mano i suoi studi diventando uno dei massimi esperti internazionali. Nel 2001, mettendo insieme diversi scienziati e contributi, fondò Aspo, acronimo di Association for the study of peak oil.

A oltre cinquant'anni dalle prime previsioni di Hubbert il mondo si interroga davvero su come andare oltre quel barile di oro nero che ne accompagna lo sviluppo da 150 anni. Luca Pardi, vicepresidente di Aspo Italia e primo ricercatore dell'Istituto per i processi chimico-fisici del Cnr, prende spunto dall'intervista rilasciata al Sole24ore.com dal direttore del Dipartimento Energia e Trasporti del Cnr, in cui veniva previsto il collasso energetico per il 2065 e il picco del petrolio per il 2030. Pardi contesta sia le previsioni temporali che l'analisi delle soluzioni (il Cnr indicava nella fusione nucleare la maggiore promessa, ndr). «Il metabolismo socio-economico del pianeta dipende dal petrolio - spiega Pardi -. E' la fonte energetica più conveniente, non esiste nulla di paragonabile: è per questo che il momento di picco è un evento critico di dimensioni inaudite. Vediamo una certa semplificazione del problema che rischia di indurre un eccessivo ottimismo nel settore e nei cittadini».

Segue una intervista a Luca Pardi pubblicata recentemente su "Il sole 24 ore":

Il Cnr prevede il peak oil per il 2030. Voi?
C'è molta confusione. Nel novembre scorso l'Agenzia internazionale per l'energia (Aie), agenzia intergovernativa dei paesi Ocse, ha presentato, nel suo World energy outlook 2008 (Weo2008) un quadro della situazione e le proiezioni fino al 2030. Ebbene, il picco del petrolio estratto dai giacimenti in attività è già stato raggiunto. Il picco globale potrebbe, secondo l'Aie, essere rimandato a dopo il 2030 solo se si comincerà a produrre petrolio da risorse il cui sviluppo richiederebbe ingenti investimenti: la stima è di ventiseimila miliardi di dollari. Investimenti che, al momento, appaiono fuori dalla portata di qualsiasi compagnia petrolifera pubblica o privata. La produzione globale oggi arriva a 83-85 milioni di barili al giorno. Il livello è lo stesso dal 2004. I modelli secondo noi più attendibili indicano un possibile momento di picco per il 2010.

Quindi l'anno prossimo. Eppure vengono scoperti nuovi giacimenti, come quello di Bp nel Golfo del Messico, definito dalla compagnia «gigantesco»...
Vero, ma il giacimento di Tiber, stando a quanto dice Bp, contiene 3 miliardi di barili che dopo le prime trivellazioni potrebbero arrivare a 6 miliardi. Non è poco, ma nel mondo ne vengono consumati 30 miliardi l'anno. Siamo a un decimo. I giacimenti scoperti negli anni Sessanta, come quello di Ghawar, contenevano 170 miliardi di barili. Dall'inizio degli anni Ottanta consumiamo più di quanto troviamo.

Le nuove tecnologie non possono allontanare la data in cui il petrolio inizierà a diminuire andando a scovarlo in posti un tempo impensabili?
Può incidere ma molto poco. Credo che la nostra previsione sul momento di picco abbia un margine di errore di cinque anni, non venti o trenta.

Passiamo al carbone. Diverse analisi concordano sul fatto che durerà di più.
Sì, ma meno di quanto si pensi: molte delle riserve disponibili non potranno essere sfruttate al 100%. Oltre un certo limite l'estrazione non è più conveniente. Uno studio del 2007 dell'Energy watch group prevede un picco globale del carbone entro la metà del secolo.

Cosa c'è oltre?
Crediamo molto nelle rinnovabili. La critica che viene mossa storicamente a questo tipo di energia è che il suo contributo rimane marginale nella torta complessiva e intermittente (il fotovoltaico non funziona di notte, l'eolico quando non c'è vento, ndr). La crescita degli ultimi anni è stata rilevante in assoluto, meno in relazione al fabbisogno energetico. Guardando avanti bisogna puntare sulle grandi centrali, non solo alla microgenerazione. Arrivare alla produzione di centinaia di Megawatt. Per uscire dalla nicchia. Io stesso sono tra i piccoli investitori del progetto Kitegen per l'eolico d'alta quota che può fornire notevole potenza e risolvere il problema dell'intermittenza, visto che in quota i venti sono più abbondanti.

E il nucleare?
Le tecnologie da fissione nucleare sono affidabili e mature. Il punto è che le circa 450 centrali attualmente in esercizio dipendono per circa il 40% dall'Uranio di riserve strategiche accumulate in passato e certamente finite. Anche qui ci sarà un picco, previsto per metà secolo.

In cinquant'anni potrebbero però vedere la luce le centrali di quarta generazione e quelle a fusione nucleare.
Ha detto bene, "potrebbero". Sono tecnologie estremamente complicate, diffido di appuntamenti così lontani nel tempo.

Anche le vostre previsioni sul picco del carbone e dell'uranio arrivano a metà secolo.
Fare previsioni non è mai semplici. I modelli servono per ragionare con un set di variabili sulle direzioni future, non per indovinare l'anno preciso. Il problema è che le politiche vengono scelte su modelli mentali, mentre quelli di cui parlo sono fisico-matematici. Spesso si fanno paralleli con il passato, pensando che all'era del petrolio ne seguirà un'altra, fucina di ulteriore sviluppo.

Non è così?
Chi l'ha detto? Io credo che ci sarà un cambio di paradigma. La crescita economica continua ed infinita finirà. Non si tornerà alla stessa abbondanza. Gli ecosistemi terrestri non possono reggere questi ritmi, lo sviluppo ha dei limiti. Dovremo abituarci.

L'articolo completo si trova - qui -

lunedì 7 settembre 2009

Destinazione Sc'arti Party a Forlì

Continuano ad infittirsi gli appuntamenti di Settembre sul tema della sostenibilità e tutela dell'ambiente. Il 12 e 13 settembre, purtroppo in parziale sovrapposizione con la festa del riciclo di Cesena, si svolge a Forlì nel parco di via Dragoni lo Sc'arti Party, organizzato dalla lista civica DestinAzione forlì.

Domenica 13 però ci saremo anche noi, grazie all'invito della lista civica, e parteciperemo nel nostro piccolo come MIZ alla tavola rotonda sull'ambiente, comprendente personaggi di spicco come Roberto Balzani (sindaco di Forlì) e Carla Poli, imprenditrice titolare del centro riciclo di Vedelago, e tanti altri come potete leggere nel volantino.

La due giorni, organizzata dai volontari di DestinAzione Forlì, prende spunto dalla data 30 settembre nominata “Giornata Mondiale Contro L’incenerimento”. L’intento è di attuare, in tutta Italia, una mobilitazione trasversale della società sollecitando i cittadini a diventare “Parte Attiva” di un contesto locale ecologista, tutelando la qualità della vita e garantendo acqua ed aria pulite.

domenica 6 settembre 2009

Rivestiti e Riarredati al Decrescifest


Questo è lo slogan dell'iniziativa che stiamo promuovendo e che sarà attivata al decrescifest, si chiama Rivestiti e Riarredati:

Porta al Decrescifest gli abiti e gli oggetti che non usi più, potrai scambiarli con altri senza spendere denaro, perchè quello che non usi potrebbe servire a qualcun altro ed essere sottratto alle grinfie della discarica!

Come funziona? Tu porti i tuoi abiti e altri piccoli oggetti, (anche i più terrificanti purchè in buono stato) e per ogni abito e oggetto che consegni avrai un buono scambio. Poi scegli per te (tra quelli esposti) abiti e oggetti per il numero di buoni che hai a disposizione, quindi più porti più scambi! E' semplicissimo. E assicuro anche che è divertentissimo. Niente scarpe però, sono difficili da gestire.

Gli abiti e gli oggetti non scambiati verranno tutti devoluti in beneficenza al Campo Emmaus ONLUS di Cesena al termine della manifestazione. Ricorda, partecipando doni nuova vita ad abiti ed oggetti inutilizzati salvandoli dalla discarica o dall'inceneritore, tutelando l'ambiente, e pure il tuo portafoglio.

Ovviamente invitiamo tutti a venire al decrescifest possibilmente non in auto ma utilizzando il servizio di CICLO-BUS e PIEDI-BUS che abbiamo organizzato (tutti i dettagli qui), nel qual caso potrete partecipare comunque al rivestiti consegnandoci pochi giorni prima il materiale. Per farlo è sufficiente che ci scrivete a mizcesena@fastwebnet.it oppure telefonando a Barbara 349-3207788, fissando così un appuntamento per il ritiro a Cesena. Ovviamente ciò che scambiate ve lo terremo da parte così potrete ritornare a casa a piedi o in bicicletta, ritirando i vostri indumenti con comodo nei giorni successivi.

Mancano 13 giorni al DECRESCIFEST ....

sabato 5 settembre 2009

Parte il Kitegen, il futuro dell'eolico ad alta quota

Un lungo stelo alto 25 metri sopra una strana cupola trasparente spunterà dalla campagna questo settembre a Berzano S. Pietro, in provincia di Asti. Lo stelo, o stem, sorreggerà un grande aquilone a forma allungata, analogo a un parapendio, ma di alcune decine di metri quadrati. Due potenti ventilatori lo innalzeranno in cielo, fino a 200 metri. «Ma ne basteranno 80 perché l'aquilone cominci a galleggiare nel vento per poi salire fino a 800 metri. E intanto lo stelo ne governerà le funi, facendogli compiere un volo calibrato. Con una portanza, in salita, che farà girare alternatori anche da tre megawatt. Poi, raggiunti gli 800 metri, basterà tirare una sola fune per mettere l'aquilone in scivolata d'ala (come se fosse una bandiera), quindi ritirare velocemente le funi quasi senza dispendio di energia, tornare a 400 metri, rimetterlo in portanza e ripetere la risalita oscillante, con connessa produzione di energia elettrica dai venti di alta quota. Il tutto per 5mila ore medie annue stimate, ben di più di una torre eolica normale». Una sorta di yo-yo energetico, un saliscendi continuo, ma altamente controllato.


Questa è la descrizione che Massimo Ippolito, fondatore della Sequoia Automation di Chieri, fa della sua prima creatura, il Kitegen-stem. È il primo prototipo al mondo di centrale elettrica da energia eolica di alta quota, oggi in fase di produzione e che dovrebbe cominciare a operare in autunno nel «laboratorio a cielo aperto», di Berzano, con l'aiuto del comune astigiano, «fino a farne un centro dimostrativo, di ricerca e di formazione su questa grande risorsa naturale che è il vento di alta quota».

Leggi l'intervista integrale a Massimo Ippolito sul sito de "IlSole24ore".

Più leggo di questo innovativo eolico ad alta quota più mi convinco che un futuro di energia disponibile e a buon mercato potrà esistere anche dopo la fine dell'era del petrolio, più vicina e imminente di quanto si creda. Credo molto in questo progetto e penso che andrò presto a visitare l'impianto sperimentale in prima persona. Se possibile, magari prenderò parte al progetto come piccolo finanziatore, qualora si decidesse di finanziarlo in maniera simile a quanto già fatto con esperienze tipo il solare collettivo.

venerdì 4 settembre 2009

Festa del riciclo al magazzino parallelo

Gli amici del Magazzino Parallelo di Cesena organizzano per Sabato 12 Settembre la seconda edizione della Festa del Riciclo.

(scarica il volantino)

A partire dalle ore 15 si svolge un laboratorio di arte e redesign a cura di Fethi Atakol, esperienza molto interessante in cui si potrà ammirare dal vivo la creatività al lavoro di persone che realizzeranno oggetti di eco-design a partire dai rifiuti, vecchie ringhiere, sedie, finestre, oggetti di ferro, un vero laboratorio creativo.

A seguire l'arte del formaggio, dimostrazione pratica di autoproduzione. Poi vari stand dove si potrà interagire con esperti di energia fotovoltaica, case ecologiche, pratiche di riciclo.

Il nostro gruppo MIZ è invitato per fare parte in prima serata alla rassegna di conferenze a tema del riciclo. Parleremo della filiera dei rifiuti differenziati, con particolare riferimento alle materie plastiche e quali prospettive abbiamo di fronte per riciclarle nella maniera più completa possibile. A seguire il Dr. Pier Antonio Marongiu, responsabile dell'associazione romagnola ricerca tumori, illustra i rischi connessi con la pratica di incenerimento dei rifiuti.

Infine, il concerto dei Marcabrù per concludere in musica la serata.

Insomma, un evento da non perdere, preludio del nostro decrescifest del quale parlerò nei prossimi giorni, per ogni ulteriore informazione consultate il volantino, ma soprattutto venite a visitare la Festa del Riciclo. Se volete sapere come raggiungere il Magazzino Parallelo, potete consultare google maps.

giovedì 3 settembre 2009

Sale la protesta per l'iva non dovuta ad Hera

Secondo quanto riporta il giornale "la voce", sono già circa 300 i Cesenati che si sono informati presso le associazioni per richiedere il rimborso dell'IVA ingiustamente versata ad Hera per la tariffa di igiene urbana. Pare che questa violazione sia sussistita per almeno 10 anni, pertanto il rimborso dell'iva non dovuta per tutto questo periodo porterebbe ad una entrata extra non indifferente per i cittadini. Adoc a Cesena (associazione per la difesa dei consumatori) ha già raccolto le oltre 300 istanze di rimborso dei cittadini, fornendo moduli prestampati per la richiesta. La somma media da restituire pare ammonti a qualche centinaio di euro.

La sentenza numero 238/2009 della Corte Costituzionale è chiara: si può chiedere il rimborso dell'IVA che non risulta dovuta!

Spero non vada a finire come per la questione della tassa sui depuratori. La Corte costituzionale aveva deliberato ad ottobre 2008 che la tassa sulla depurazione non era dovuta se non esisteva l'impianto di depurazione, sono partite un sacco di richieste di rimborso da parte dei cittadini. Senonché qualche mese dopo è uscita una legge su tutt'altra materia in cui è stato inserito un articolo che consentiva ai gestori di non rimborsare nulla ai richiedenti in quanto bastava che fosse depositato il progetto di costruzione dell'impianto di depurazione perchè fosse esigibile la tassa. Una cosa da folli.

Il movimento consumatori FC ci informa che anche a San Piero in Bagno il circolo Salvador Allende aveva raccolto 250 richieste di rimborso spedite ad Hera e si son trovati beffati.

E' dura fare valere i diritti dei consumatori, se anche in presenza di sentenze esecutive si riesce comunque a trovare l'inghippo, passare la festa e "gabbare lo santo".

mercoledì 2 settembre 2009

Francesco Gesualdi, verso un altra via

Vorrei proporvi questa interessante intervista fatta a Francesco Gesualdi, allievo della scuola di Barbiana di Don Milani e uno dei principali promotori della rete Lilliput. Francesco ha recentemente scritto un libro: "L'altra via", in cui affronta una profonda riflessione sul nostro sistema economico globale criticando la sua inadeguatezza nel far fronte ai limiti strutturali che impone il nostro pianeta dalle risorse finite. Una sorta di "limiti dello sviluppo" moderno ma interpretato in chiave di giustizia sociale e modelli economici alternativi, capaci di ridare dignità e giustizia a tutti coloro che riusciranno a cambiare radicalmente i propri stili di vita, premessa indispensabile per conseguire una nuova economia capace di vincere la crisi.

Mi rivolgerei subito al "cuore" di "L'altra via", ovvero la necessità imprescindibile di orientare il corso economico non più verso la crescita, bensì verso l'elaborazione di un sistema che garantisca dignità per tutti attraverso un apparato produttivo "leggero".

Si tratta di un'esigenza la cui soddisfazione non può attendere oltre. Troppi i sintomi che lo confermano: l'esaurimento delle risorse, la degenerazione ambientale, l'impossibilità oggettiva di smaltire la quantità di rifiuti prodotta. Gli obiettivi di un sistema economico che contempla la crescita come sua unica ragion d'essere non sono più perseguibili. Il problema, però, è ancora più radicato. Viviamo in un mondo nel quale i diritti sociali sono legati esclusivamente alla crescita. Senza di questa, essi scompaiono. Ecco perché la necessità di riformulare il nostro sistema economico non è più rimandabile.

L'ecologismo ha comunque compiuto passi determinanti negli ultimi vent'anni.

Non sono sufficienti, forse perché non è solo un problema di ecologia, ma di "sistema". I comportamenti virtuosi, comunque fondamentali, non bastano da soli a contenere o addirittura risolvere il problema. La "scoperta" delle buone pratiche da parte della nostra società è stata senz'altro importante, anche perché è figlia di quella visione che vuole la società come il prodotto diretto del comportamento dei singoli. Langer diceva: "Il passaggio a una società ecologica deve essere socialmente desiderabile". Aveva ragione. Le buone pratiche non devono rappresentare un ostacolo alla vita, piuttosto che un oggettivo vantaggio.

Che cos'è il "limite"? Esiste una formula sintetica per questo concetto?

Non c'è, a mio avviso, una risposta univoca a questa domanda. La realtà stessa delle cose suggerisce una difinizione di "limite". Rispettare il limite significa mantenere il nostro stile di vita al passo con la capacità di rigenerazione espressa dalla natura. Per far sì che questo sia concretamente realizzabile bisogna formulare un altro paradigma economico. Un paradigma che per sostentare uno stato di diritto non debba necessariamente cedere alle deforestazioni o al consumo indiscriminato dei minerali o del petrolio presenti sul pianeta. Il limite è ricoscere la necessità di conservare e preservare anche per le generazioni che verranno. Cosa mai ci autorizza a "spolpare" una risorsa limitata come il petrolio che si è creata nell'arco di milioni di anni? Ecco, il limite non è solo una questione di quantità, ma soprattutto di atteggiamento. Detto in una formula semplice e concreta: la giusta misura delle cose.

L'uomo per sopravvivere deve obbligatoriamente corrispondere alcuni bisogni fondamentali. La gestione di questa condizione connaturata è, sembrerebbe, il perno di molti dei problemi connessi al consumo e alla creazione di richezza. Prima ancora che si operi una revisione di questo meccanismo, quali sono i bisogni che comunque è necessario privilegiare?

Si può operare una distinzione molto semplice dei bisogni. Essi si dividono in fondamentali e opzionali. Questi ultimi sono spesso legati al gusto della persona e non sono determinanti per il mantenimento della sua dignità. Ed è proprio questa la misura che discrimina la scelta: la dignità. La dignità di cibarsi quanto è necessario, di provvedere alla propria igiene personale e a quella collettiva. Ma anche la dignità di poter ricorrere a quella quantità di energia necessaria alla propria sopravvivenza, alla possibilità di poter contare su un alloggio. Bisogna dislocare questi diritti fondamentali in un luogo "altro" rispetto all'ossessione della crescita, essi non possono essere legati a doppio filo alle sorti di un sistema economico. Quest'ultimo dovrebbe sostenerle, non esserne la causa. La premessa della nostra vita non può essere il mercato. I diritti fondamentali devono sempre avere la priorità sul resto.

In questa prospettiva qual è lo spazio destinato al mercato?

Una cosa è certa: i bisogni non posso appartenere al mercato, semplicemente perché le regole di quest'ultimo non sono assimilabili alle nostre necessità primarie. Il mercato è preclusivo: non ammette chi non ha denaro. I diritti devono essere garantiti alla collettività, perché essi appartengono all' "economia pubblica". Se il mercato attuale è il solo pilastro dello stato di diritto, questo è un problema serio. Il sistema non funziona più e, davvero, in questo caso non può morire Sansone con tutti i Filistei.

E lo spazio, invece, destinato al denaro?

Il denaro è uno strumento antico, sorto contemporaneamente al processo di scambio. Di per sè è un mero mezzo operativo per la funzione di uno specifico sistema di rapporti; è il fatto che diventi un idolo, un feticcio, a renderlo opprimente. La dittatura del denaro si supera con un ritorno al lavoro, con una partecipazione diretta ai servizi, la stessa che potrebbe svincolarci dall'ossessione della crescita economica. Dovremmo ricondurre il denaro in una prospettiva economica nella quale le relazioni tra le persone abbiano una maggiore importanza rispetto al denaro stesso e ne riducano il ruolo. Sarebbe interessante e utile, in tal senso, tornare a forme di scambio più dirette.

Qual è stata la genesi di "L'altra via"?

Quest'ultimo lavoro non è foriero di particolari novità rispetto a quanto scritto da me altrove. Mi sono reso conto, nel tempo, che i lettori si soffermano molto sulle componenti relative alle buone pratiche quotidiane, trascurando così il quadro d'insieme. Queto mio ultimo tentativo, pur nella sua estrema agevolezza, si concentra proprio su questa componente "teorica". Cerco di dimostrare come l'economia sia fondamentalmente un'esperienza "vissuta" da tutti, non un soggetto estraneo. Un fenomeno in fondo semplice, composto di tante piccole relazioni che riguardano anche e soprattutto il nostro approccio alle cose di tutti i giorni.

Il tuo auspicio dopo la conclusione dei lavori?

Mi auguro di cuore che si apra finalmente un dibattito, soprattuto a sinistra, ovvero in quel luogo della politica dove problemi come quelli esposti nel mio libro dovrebbero trovare una loro naturale collocazione. Mi chiedo spesso: fino a quando la sinistra vorrà procedere al traino dell'agenda dell'attuale potere economico? I partiti devono assimilare - è ormai prerogativa assoluta - una lungimiranza rispetto ai problemi della crescita e del limite. Direi che, date queste premesse, il libro misurerà la sua riuscita in base al dibattito che riuscirà a sollevare.


Io credo che quanto scritto da Francesco Gesualdi offra spunti di riflessione pressoché infiniti, specialmente alla luce della disastrata situazione italiana dove vige ancora imperante un modello di comportamento economico e politico orientato ad un concetto di crescita che praticamente non esiste più. La sinistra di questo dovrebbe finalmente prenderne atto e farsi carico di sviluppare questo profondo e radicale mutamento sociale, lungimirante ma inevitabile.

Leggi l'intervista completa sul sito dei comuni virtuosi.

martedì 1 settembre 2009

Addio alle lampadine ad incandescenza, finisce un era

Ci siamo, comincia infatti da oggi in tutta Europa la morte delle lampadine a incandescenza, avviata per mano del Parlamento Europeo, che le ha dichiarate fuorilegge e le mette al bando per sostituirle gradualmente con quelle ad alta efficienza energetica. Le prime a sparire dal commercio saranno quelle ad alta potenza, 100W e oltre, contando di rimuoverle gradualmente dagli scaffali entro 5 anni. Il piano di dismissione partirà in Italia dal 2010.

Di acqua ne è passata sotto i ponti da quando Thomas Edison è riuscito nell'impresa di ottenere luce nel 1875 impiegando fili di cotone carbonizzato percorso da corrente elettrica. Lo sviluppo della lampadina ad incandescenza ha attraversato velocemente la storia fino ai nostri giorni, migliorandosi costantemente, grazie soprattutto all'introduzione del vuoto spinto e alla realizzazione dei fili con tungsteno, al punto che non esistono oggi praticamente più spazi di miglioramento per questa vecchia tecnologia.

Il vero grosso problema delle lampade a incandescenza è appunto il fatto che sono ... incandescenti! Cioè raggiungono temperature di centinaia di gradi, motivo per cui emettono luce anche nello spettro visibile. In realtà emettono assai più energia nello spettro infrarosso, cioè dissipano l'energia elettrica molto più sotto forma di calore che di luce. E' per questo motivo che sono così inefficienti dal punto di vista energetico, convertendo in luce solo circa il 15% di quanto consumano in termini di energia elettrica.

Oggi nuove tecnologie di produzione luminosa si stanno affacciando prepotentemente, come le fluorescenti compatte e le luci a led. In passato costose, delicate e generatrici di uno spettro di luce molto freddo, sono costantemente migliorate fino a raggiungere performance comparabili con le lampade convenzionali, occupando poco spazio e consentendo al contempo un notevole risparmio energetico. Unica nota a sfavore, sono più costose (anche se durano in proporzione di più) e creano qualche problema aggiuntivo per il loro riciclo, dato che nella loro composizione sono presenti pericolosi e inquinanti vapori di mercurio.

Ultimamente, le lampade fluorescenti sono diventate molto più risparmiose da quando sono stati introdotti i reattori elettronici al posto dei tradizionali reattori elettromeccanici a starter, cosa che oltre a risparmiare qualche watt consente di eliminare il fastidioso sfarfallio tipico dei neon. Per rendervi conto dello sfarfallio, provate a inquadrare una lampada al neon tradizionale con una macchina fotografica digitale, vi accorgerete che la luce non è affatto stabile ma "lampeggia" alla frequenza di rete (50Hz). Taluni provano un senso di fastidio alla vista se non addirittura mal di testa se sottoposti ad esposizioni prolungate. Le nuove lampadine superano anche questo problema, offrendo al contempo una tonalità decisamente più "calda".

La sostituzione delle lampadine per uso domestico a livello mondiale con lampadine a Led o a risparmio energetico porterà un risparmio di 46 miliardi di euro in elettricità e 239 milioni di tonnellate di CO2. A livello europeo si risparmieranno circa 10 miliardi in elettricità e le emissioni diminuiranno di 38 milioni di tonnellate, secondo i dati di una ricerca riportati da e-gazzette.

Il prossimo passo è migliorare il costo e il rendimento della tecnologia a LED per intervenire anche nella pubblica illuminazione, in alcuni comuni pionieri come Torraca lo stanno già facendo.

Fonte: Ecoblog