mercoledì 25 maggio 2011

La battaglia dei sacchetti di carta


Nella immagine un raffronto fra il kit di raccolta dell'umido distribuito a Cesena (sinistra) e quello distribuito a Forlimpopoli (destra)

Sempre più città romagnole hanno in cantiere o stanno già utilizzando sistemi di raccolta domiciliare porta a porta, dove spetta al cittadino l’onere di separare all’interno della propria abitazione i materiali da avviare a riciclo. In particolare, tanta attenzione è stata rivolta allo smaltimento corretto degli scarti organici, che da soli rappresentano oltre il 40% in peso di quanto prodotto dalle famiglie e che verranno avviati al compostaggio.


Forlimpopoli, Forlì, Cesena, Bertinoro, sono tutte partite con progetti di raccolta domiciliare spinta che includono la frazione organica, ma ogni territorio fa storia a se, manca infatti un progetto che uniformi il servizio nei vari comuni coinvolti e permetta reali economie di scala sui kit di materiali distribuiti gratuitamente ai cittadini (bidoncini, sacchetti, materiale informativo). 

Caso emblematico è quello della dotazione dei “sacchetti di carta per la raccolta dell’umido”. Forlimpopoli utilizza un tipo più costoso, con certificazione verde FSC e doppiofondo rinforzato antisfondamento, distribuito gratuitamente alle famiglie. Cesena utilizza invece un sacchetto piuttosto economico, senza certificazioni particolari, senza doppiofondo, di dimensioni incongruenti rispetto al bidoncino da sottolavello in dotazione, decidendo tra l’altro che saranno i cittadini a pagarlo (all’interno del kit gratuito distribuito in questi giorni al quartiere oltresavio sono inclusi in dotazione solo 50 sacchetti, sufficienti per sei mesi di raccolta). Forlì e Bertinoro stanno in mezzo, con soluzioni alternative di qualità intermedia.

C’è da chiedersi il perché di tutte queste differenze, proprio sull’umido che è tipicamente la componente che maggiori problemi può portare alle famiglie. Durante la conferenza stampa di presentazione del progetto porta a porta a Cesena del 25 Maggio, i dirigenti di Hera (fra cui il consigliere “Sacchetti”, nome omen) invitano i cittadini ad utilizzare prevalentemente i sacchetti per il pane e le proprie sportine in bioplastica, quelle distribuite nei negozi. 

A parte considerazioni sulla fragilità di sacchetti o sportine non adatte a contenere umido, utilizzare un sacchetto traspirante appositamente studiato è premessa indispensabile per fare evaporare correttamente l’acqua contenuta nel rifiuto organico e limitare così alla radice la formazione di cattivi odori. I sacchetti di plastica, seppure in “mater-bi” ecologico, non consentono infatti la traspirazione, quindi non sono adatti per conservare l’umido a lungo. Inoltre, gli impianti industriali di compostaggio non riescono a degradare le bioplastiche per produrre il compost. Dopo la vagliatura nella stazione di compostaggio, questi sacchetti finiranno purtroppo per essere comunque avviati verso l’inceneritore.

Altro punto oscuro nella battaglia dei sacchetti di carta è il loro costo “reale” per il cittadino. Praticamente nessun assessore all’ambiente ha nozione di quanto possano costare all’ingrosso, dato che la fornitura è gestita direttamente da Hera (vincitrice della gara ad evidenza pubblica), nei bilanci di Hera infatti non c’è alcuna traccia di tale voce. Buona prassi vorrebbe che i comuni monitorassero attentamente le spese, poi riversate in tariffa, ma in mancanza di alcun dato è lecito il sospetto che Hera questi sacchetti li paghi pochissimo (senza pretendere la qualità dovuta), siano venduti ai cittadini a prezzo maggiorato,  per poi essere ulteriormente caricati come “altri costi non specificati” all’interno dei bilanci di igiene ambientale dei comuni, a prezzo completamente gonfiato.

Non c’è motivo per credere che il servizio fornito da Hera non si riveli efficace, ma occorre trasparenza e vigilanza sui bilanci dei servizi di raccolta, per impedire “furberie” e indebiti costi ricaricati sulle bollette dei cittadini. I comuni devono pretendere di poter ispezionare i bilanci forniti da Hera anche su piccole voci come i sacchetti di carta, senza contratti “a scatola chiusa” e dati aggregati, altrimenti il ruolo di garanzia verso il cittadino potrebbe venire meno, cosa di cui gli utenti si accorgeranno solo al momento di pagare la bolletta.

 Sacchetto di Forlimpopoli, rinforzato e con doppiofondo

Sacchetto di Cesena, più leggero e senza rinforzo

N.BIl MIZ si sta dotando dei vari kit per la raccolta dell'umido distribuiti nelle varie città romagnole per effettuare in proprio delle prove comparate sul materiale e sulla qualità del servizio, fra qualche settimana un completo report fotografico.

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