mercoledì 15 settembre 2010

Intervento di Ugo Bardi al Decrescifest 2010


Nella serata di Domenica 12 settembre si è svolto il dibattito "oltre il picco" con ospite il professor Ugo Bardi di Aspo Italia.  Il suo contributo iniziale, coadiuvato da qualche slide, è stato registrato in maniera amatoriale da uno spettatore presente in sala ed è già apparso su youtube, pertanto ho il piacere di riproporvelo. Probabilmente usciranno a breve anche gli interventi degli altri relatori, fra cui l'interessantissimo contributo del dottor Pier Paolo dal Monte

Era la mia primissima esperienza come moderatore di conferenze, e la cosa è risultata di immediata evidenza dai vari problemi di esecuzione scenica. Ne ho approfittato con il senno di poi per elaborare la classica lista di comportamenti da non tenere mai durante una conferenza (un vademecum di saggezza per i futuri moderatori di dibattiti).

Cose da non fare per un moderatore di conferenze:
  • Iniziare molto più tardi di quanto programmato
  • Aprire l'introduzione senza prima aver fatto accomodare gli ospiti
  • Fare domande lunghe e con opinione o risposta incorporata
  • Sistemare microfoni e sgabelli che "impallano" la proiezione
  • Invitare troppi ospiti rispetto al tempo a disposizione
  • Lasciarsi prendere dal panico se qualche spettatore si allontana
Se siete alle prime armi come me, appuntatevele da qualche parte, poi mi ringrazierete :o)

Al termine della proiezione del film documentario "vivere senza petrolio", iniziato venti minuti più avanti del dovuto, l'ora tirava infatti già sul tardi e parecchi spettatori si sono immediatamente dileguati appena terminata la proiezione. Hanno in realtà fatto male, perché il dibattito è stato molto interessante e pieno di spunti di riflessione.

La citazione iniziale (che Ugo ha dichiarato di non capire nel video), riferendosi alla "macchina a molla", è un semplice aneddoto raccontato da Richard Feynman, il quale amava talvolta arricchire le lezioni ponendo un semplice quesito di Fisica ai suoi studenti, del tipo: "Cos'è che fa muovere una macchina a molla ?"  La risposta banale (per chi non è digiuno di Fisica elementare) è "Il Sole", che grazie alla fotosintesi permette all'energia di fluire nel cibo, poi nell'uomo, che infine trasmette energia muscolare nella molla (cit.lib. "Sta Scherzando Mr Feynman"). 

Il fatto che tutto (ma realmente proprio tutto) ciò che si muove si possa ricondurre all'energia solare e suoi derivati, è indice di come il problema energetico non sia un problema di scarsità di energia disponibile, ma solo di un suo inadeguato stoccaggio e trasformazione inefficiente rispetto agli usi che intendiamo farne. Il petrolio è il miglior mezzo che oggi conosciamo per conservare e sfruttare energia solare in maniera molto concentrata e a bassissimo costo (perché già pagato da processi naturali in milioni di anni). Purtroppo è una fonte non rinnovabile, quindi occorre pensare a scenari di utilizzo futuro che ne facciano gradualmente a meno.

Rispondendo alla perplessità del professor Bardi, il fatto che con un auto a molla non sia in grado di andare da Firenze a Cesena, non è un problema della molla in se, ma della sua scarsa densità energetica, il che la renderebbe poco pratica dove sono richieste elevate potenze (è invece perfettamente adeguata per gli orologi). Il problema potrebbe forse essere risolto impiegando tecniche alternative tipo l'accumulazione cinematica anzichè statica, come avviene nella batteria a volano, ma evidenti problemi di costo non ne consentono per ora una elevata diffusione (viene utilizzata in alcuni sistemi KERS per formula uno). 

Persino l'aria compressa può essere impiegata allo stesso scopo, il suo principio di funzionamento non si discosta poi troppo da quello di una molla. Si parla spesso anche di idrogeno come sistema di accumulo, ma è scomodo e decisamente problematico a causa delle elevate pressioni in gioco e della mancanza totale di infrastrutture. Allo stato attuale quindi la migliore tecnologia di stoccaggio di energia solare in piccoli volumi rimane quella in forma chimico/elettrica, tramite le consuete vecchie batterie.

Insomma, il problema energetico in realtà è un problema soprattutto tecnologico, e sono convinto che l'approssimarsi dei limiti alla produzione di combustibili fossili (il cosiddetto picco) porterà la ricerca scientifica a indirizzarsi necessariamente verso questi obiettivi, trovare sistemi di accumulo efficienti e compatti, che assieme al risparmio energetico e alla inevitabile decrescita dei consumi causa crisi economica porteranno a soluzioni alternative all'uso del petrolio, auspicabilmente adatte per un mercato di massa.

Oggi questi limiti non sono ancora ben percepiti, se non sotto forma di forti oscillazioni dei prezzi, quindi è naturale che ci sia scarsa attenzione ai consumi, agli sprechi, alle inefficienze, significa solo che ancora per un po ce li possiamo permettere (inutile risparmiare su ciò che costa poco). Ma non per molto, i tempi del petrolio facile sono pressoché finiti.

1 commento:

  1. Ciao Paolo, grazie per il filmino. Riguardandomi, ho un po' il dubbio di essere stato troppo catastrofista; vabbè: tanto nessuno mi da retta :-)

    Scusa per la battuta sulla macchina a molla, mi era parsa carina da fare. Ciao!

    RispondiElimina

Lascia un tuo commento se desideri contattare l'autore del post o discuterne il contenuto. Ricorda che sebbene la censura non piaccia a nessuno e i commenti non siano moderati mi riserberò il diritto di cancellarli qualora il contenuto sia volgare, irrispettoso, diffamante, off-topic, o semplicemente inappropriato.