Il MIZ incontra il massimo dirigente di Hera, Tomaso Tommasi di Vignano
Questo vuole essere un breve resoconto dell'incontro avuto con Tomaso Tommasi di Vignano, il chairman top-manager presidente di Hera, arrivato ai vertici della Multiutility nel 2002 dopo una carriera da alto dirigente Telecom Italia. L'occasione è stata un evento organizzato dal comune di Cesena, svoltosi il 15 Dicembre al Teatro Verdi, in cui il "gotha" dei dirigenti Hera e gran parte dello staff tecnico hanno incontrato la cittadinanza.
In realtà di cittadini ce n'erano assai pochi, la stragrande maggioranza erano amministratori, sia di Hera che delle varie società partecipate, non mancavano diversi componenti del CdA e numerosi amministratori locali. Nei fatti mi sentivo quasi un infiltrato, ma tant'è mi è stato possibile avere un garbato colloquio personale con colui che tiene saldamente in mano il timone di Hera! Ringrazio pertanto il Comune di Cesena e il sindaco Paolo Lucchi per avere offerto alla cittadinanza questa opportunità.
Tomaso Tommasi (mi raccomando il nome con una sola emme) ha l'aspetto di un banchiere un po serioso, con la voce flebile e modi garbati e gentili. Non si scalda, non si agita, in quell'atteggiamento un po rassegnato e sorridente tipico di colui che sa di dover compiere al meglio un gesto dovuto, una missione diplomatica. Un lavoro raffinato di "pubblic relation".
Tomaso Tommasi (mi raccomando il nome con una sola emme) ha l'aspetto di un banchiere un po serioso, con la voce flebile e modi garbati e gentili. Non si scalda, non si agita, in quell'atteggiamento un po rassegnato e sorridente tipico di colui che sa di dover compiere al meglio un gesto dovuto, una missione diplomatica. Un lavoro raffinato di "pubblic relation".
Il colloquio si è svolto in forma diretta (senza domande dalla platea ma faccia a faccia seduti su un divanetto). Non ho avuto modo di registrare alcunché, pertanto mi scuserete se vado un po a memoria raccontando il succo delle risposte che ha fornito, senza avere nessuna pretesa di essere preciso parola per parola.
Segue una breve trascrizione dell'intervista che mi ha gentilmente concesso:
PM: Con la soppressione totale degli ATO a causa della legge finanziaria, come intendete ristrutturare il servizio d'ambito per il monitoraggio del territorio e i rapporti con le pubbliche amministrazioni ? Quale organo deciderà con voi le politiche sulle tariffe ?
TT: Questa nuova situazione crea in effetti un vuoto legislativo, che la Regione Emilia Romagna dovrà colmare introducendo un qualche nuovo istituto territoriale che sopperisca alla funzione degli ATO, seguendo i contatti con le pubbliche amministrazioni locali. Ho modo di ritenere che le funzioni fino ad oggi svolte dagli ATO saranno completamente assolte dalle provincie.
PM: Per la gara di appalto del 2012, se mai la politica decidesse di separare il bando per la raccolta dal bando per lo smaltimento, come vi comporterete ? Presenterete progetti per entrambi i servizi ? Non trovate che ciò costituisca un GIGANTESCO conflitto di interessi dato dal fatto che in questo modo vorrete ricavare sempre più rifiuto (da smaltire) mandando a ramengo qualsiasi seria iniziativa che incentivi il riciclo e il riuso di materiale ?
TT: In verità tale separazione è già avvenuta, mentre infatti il bando per l'affidamento dello smaltimento avverrà entro il 2012, ed Hera è ottimamente in grado di svolgere il suo servizio con gli impianti dislocati sul territorio, per quanto riguarda il bando per la raccolta e lo spazzamento si prevede un rinvio verso Giugno 2013, anche per dare in modo ai territori di riorganizzarsi in vista delle modifiche legislative in programma, in particolare riguardanti gli ATO. Il nostro interesse non è contrario all'ottenimento di una sempre maggiore quota di raccolta differenziata, già oggi trattiamo raccogliamo e ricicliamo oltre il 90% del materiale conferito (Ndr: Magari!), riducendo l'utilizzo delle discariche. Io non vedo alcun conflitto di interessi nel gestire il servizio di raccolta, anzi stiamo compiendo investimenti importanti per garantire una sempre maggiore efficienza ed efficacia.
PM: E' vera la notizia che il prossimo bando di affidamento dei servizi pubblici primari, acqua e rifiuti, vincola le amministrazioni per 15 anni ?
TT: Lei pensa che sia stato facile investire così tanti soldi per realizzare le infrastrutture ? Dovremmo forse cederle ad altri casomai vincessero la gara ? Comunque l'affidamento del servizio si prevede abbia una durata minima di 12 anni, tempo che serve per ammortizzare gli investimenti di centinaia di milioni di euro che abbiamo fatto.
PM: Non pensate che realizzare il Porta a Porta, quindi includerlo nel bando, dovrebbe essere un obiettivo obbligatorio per raggiungere le percentuali di raccolta differenziata previste per legge, che arriveranno al 65% nel 2012 ? Pensate davvero che con i cassonetti stradali e gli sgravi in tariffa, questi obiettivi siano raggiungibili ? In che modo ?
TT: Nel 2009 siamo arrivati in diverse realtà molto vicini all'obiettivo del 50% di raccolta differenziata che ci eravamo prefissi, e le prospettive sono di ulteriore miglioramento grazie al potenziamento degli impianti. Investiamo in formazione dei cittadini, confidiamo di raggiungere obiettivi ambiziosi. Prima del 2002, quando Hera non c'era, abbiamo trovato una situazione in cui la raccolta differenziata si faceva poco e male, al di sotto del 25%, mentre oggi è praticamente raddoppiata, continueremo questa strada.
PM: In varie realtà europee (Friburgo, Hannover), le stazioni ecologiche ospitano attività di recupero e riutilizzo dei materiali riciclabili e degli ingombranti, sottraendoli dalla tipologia "rifiuto" e dando loro una nuova possibilità di non finire in discariche o inceneritori. E' vero che ciò non può essere realizzato sul nostro territorio a causa delle leggi in materia ? Non pensa che sia un buon esempio da imitare ?
TT: Noi rispettiamo le leggi vigenti, i terreni dove costruiamo le stazioni ecologiche sono di proprietà pubblica (Ndr: dei comuni), affidate a privati che hanno l'obbligo di recintarle e di gestirle come proprietà privata. Quando il rifiuto entra nelle nostre strutture noi ne diventiamo responsabili, come prescrive la legge. Se i comuni vogliono costruire strutture esterne affiancate alle isole ecologiche possono già farlo, ma se i materiali entrano all'interno delle nostre strutture diventano rifiuto di nostra proprietà. Tuttavia abbiamo avuto già diverse richieste di questo tipo, e stiamo valutando alcune possibilità, in accordo con cooperative sociali, per attrezzarci a tal scopo, ma la legge non lo impone.
PM: Sa come si dice... Fatta la legge, trovato l'inganno, se desiderate affrontare un reale percorso verso l'obiettivo di incrementare i distretti del riciclo, come stabilisce il decreto Ronchi, potreste sfruttare la vostra influenza per un miglioramento delle normative vigenti, non le pare ?
TT: Non siamo noi a stabilire le norme di legge, la ringrazio per il colloquio.
PM: Grazie a lei della sua cortesia.
Azz! Ti sei ricordato tutto a memoria?
RispondiEliminaBel servizio Paolo!
RispondiEliminaNon c'è speranza! Finché la maggior parte delle persone non capiranno che dobbiamo essere noi stessi, attenti e preparati, a decidere cosa fare delle nostre risorse, questi manager dei bottoni rossi ci impoveriranno sempre più.
RispondiEliminaAd ogni modo in quel 90% che lui attribuisce al riciclo in realtà (ignoranza incolpevole?) si tratta di recupero. Come recita la legge italiana, è compreso il recupero energetico. In pratica la metà (o forse più) della plastica la bruciano. Non ce la fanno col vetro, le macerie, l'erba verde e le lattine (tutta roba che pesa molto) perché non hanno ancora scoperto un modo di bruciare le pietre. Secondo me ci soffrono parecchio di questo limite che gli impone la fisica.
Che tristezza...
Grazie Paolo.
Marco Pagani