venerdì 4 novembre 2011

Il colpevole sono io


Questa lettera è stata inviata recentemente al presidente Giorgio Napolitano da parte di un assessore di un piccolo comune del Torinese (Sant'Ambrogio) a seguito delle devastanti alluvioni che si sono verificate in Liguria nelle scorse settimane. Vale qualche riflessione.


Egregio Sig. presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
sono un amministratore comunale di un piccolo paese all’imbocco della Valle di Susa in Piemonte e le scrivo in merito alle sue dichiarazioni che ho avuto modo di leggere in merito alla disastrosa alluvione che ha colpito il levante ligure e la lunigiana. Lei attribuisce i morti ai cambiamenti climatici. Purtroppo non sono d’ accordo con Lei.
Il responsabile di quella tragedia sono io: amministratore, cittadino italiano nonché elettore.
Sono io amministratore quando sono costretto ad ampliare le aree edificabili e quindi a cementificare il territorio che non è più in grado di assorbire l’acqua piovana che così 'scivola' altrove, per poter incassare oneri di urbanizzazione e quindi mantenere sano il bilancio del Comune.
Quando non so urlare abbastanza la mia rabbia per i soldi che mancano per le piccole cose: mantenere puliti i canali, i torrenti di montagna, mettere in sicurezza gli argini, monitorare le frane ma che miracolosamente piovono dal cielo per le grandi, grandissime opere.
Quando imploro l’aiuto dei volontari della protezione civile che sostituiscono le gravi lacune delle Istituzioni pubbliche anziché pretendere con ancora maggior forza (se mai fosse possibile) i fondi necessari.
Quando i fondi me li procuro, ma con gli oneri di urbanizzazione creando così un circolo viziato senza fine.
Sono io cittadino italiano quando per pigrizia, disinformazione, troppa fiducia nei miei rappresentanti evito la partecipazione diretta, la cittadinanza attiva e lascio che presunte “scelte strategiche” quali TAV, ponte sullo stretto, rigassificatori, inceneritori sottraggano denaro alla manutenzione del territorio, delle sponde dei fiumi, alla messa in sicurezza delle scuole, alle energie alternative, tutte cose che  creerebbero moltissimi posti di lavoro immediati e diffusi su tutto il territorio nazionale, ma soprattutto controllabili dagli enti locali e non fagocitati dalle scatole cinesi del General contractor o peggio dalla criminalità organizzata.
Quando non faccio sentire la mia voce, quando resto a casa perché macinare km in un corteo è faticoso, rischioso o peggio sconsigliato a parteciparvi dagli stessi politici (se non sono stati loro a organizzarlo e promuoverlo!) o peggio ancora perché minacciato di essere “radiato” dal mio partito di riferimento se vi partecipo.
Sono io elettore, il responsabile, quando non vigilo sull’operato degli eletti, non li stimolo, controllo, quando dopo aver espresso il mio voto delego ad altri in toto e mi allontano per 5 anni (o quanto dura la legislatura) dalla cosa pubblica, dalla vita associativa, dal volontariato.
Quando mi lascio: abbindolare dai media e fatico a farmi una mia opinione, terrorizzare dal voto utile (per non lasciare il paese in mano alle destre dicono gli uni o alle sinistre dicono gli altri), ingannare dagli apparentamenti di coloro che parenti stretti non potranno mai esserlo.
Quando non mi accorgo che miliardi di euro vengono impegnati e promessi nei programmi elettorali  per l’acquisto di aerei da combattimento (ma l’Italia non ripudia la guerra?) o per un inutile buco in valle di Susa mentre una dopo l’ altra le regioni italiane si sgretolano sotto frane, alluvioni, terremoti (non sempre così intensi rispetto ai danni arrecati anche agli edifici pubblici che dovrebbero essere i più sicuri).
In una democrazia 'imperfetta' quale la nostra, la responsabilità è sempre mia, cioè di tutti i cittadini che liberamente e senza condizionamenti dovrebbero scegliere il meglio. Secondo me  i cambiamenti climatici, purtroppo, non c’entrano o c’entrano poco.
Non so se questa lettera giungerà a destinazione, sicuramente arriverà nelle mani di chi la giudicherà inopportuna, infarcita di demagogia e populismo sostenendo che il Presidente della Repubblica ha sempre ragione. Io posso solo immaginare i motivi profondi della sua dichiarazione in cui cita i cambiamenti climatici come responsabili della disastrosa ultima alluvione. In questo caso è da ringraziare, per la sua prudenza e grande senso di responsabilità.
La saluto cordialmente.
Mauro Galliano, Assessore Comune di Sant’Ambrogio di Torino (valle di Susa), Comune di 8,59 kmq. con 4.843 abitanti

Fonte: Il Cambiamento

sabato 22 ottobre 2011

Il teorema del tacchino

Un tacchino con indole filosofica era giunto ad un'importante conclusione. Il mondo era imprevedibile: può far caldo o freddo, esserci il sole o piovere, le giornate essere lunghe o corte, ma tutti i giorni, al massimo a mezzogiorno, nel pollaio entra un bipede molto alto che riempie la ciotola di mangime. È un fatto verificato innumerevoli volte, e quindi è una solidissima base per una teoria socioeconomica delle granaglie. E sicuramente il fatto che oggi, 24 dicembre, ritardi un po', è un'anomalia trascurabile.

Questa è più o meno la filosofia imperante fra gli economisti (non solo in Italia) denominata convenzionalmente BAU (Business As Usual), ovvero fare come si è sempre fatto, dato che fino ad oggi ha sempre funzionato. I segnali di anomalie trascurabili, cioè che questo sistema così come è non può reggere a lungo, si moltiplicano a dismisura (li chiamiamo crisi), ma la soluzione è sempre invariabilmente la stessa: crescita, nuove infrastrutture, sostegno ai consumi, aumento di produttività, sviluppo (sostenibile o meno non importa).

Nessuno può garantire che il 24 dicembre del tacchino sia davvero così vicino, ma una cosa è certa, se gli auspici degli economisti si dovessero realmente realizzare, cioè acquisire una crescita stabile del pil anche solo di pochi punti percentuali all'anno, in tempi brevi questo potrebbe rivelarsi un vero disastro.

Non sarebbe meraviglioso, non so, avere una crescita stabile del pil italiano del 3% ogni anno ?

Assolutamente no! Capirlo però non è facile, occorre innanzitutto considerare che una crescita a percentuale costante è in realtà una crescita esponenziale. Un approccio intuitivo può essere quello di applicare la cosiddetta "regola empirica del 70".

Se dispongo un patrimonio, mettiamo caso, di 1000 euro, che cresce del 3% all'anno, quanto tempo devo aspettare per vederlo raddoppiare ? Basta fare 70 diviso 3, ottenendo circa 23, la risposta è quindi "circa 23 anni". Se aggiungo altri 23 anni saranno diventati 4000, dopo altrettanti saranno 8000, una tipica crescita esponenziale. (In realtà è solo una buona approssimazione per piccole percentuali, vedi qui per una trattazione esatta).

Il problema è che una crescita del 3% non può durare "per sempre". Con quella crescita i consumi raddoppiano ogni 20 anni circa. Il consumo di risorse pure. Significa che nei prossimi 20 anni consumeremmo tante risorse quante ne abbiamo consumate in tutta la storia passata dell'umanità (almeno, da quando il PIL è cominciato a salire del 3% l'anno). Ma abbiamo GIÀ consumato metà di molte delle risorse disponibili, ad esempio del petrolio, non siamo distanti per il neodimio (una terra rara che permette di costruire altoparlanti, motori elettrici e hard disk da 1 terabyte invece che da 10 megabyte del mio primo PC), la produzione d'oro e di piombo sono in calo da anni. Non ne abbiamo per altri 20 anni, punto.

L'unica maniera per rendere possibile una crescita modesta, e intendo proprio l'unica maniera, è quella di riciclare efficacemente la maggioranza dei materiali post consumo con cui realizziamo i nostri prodotti, cosa che purtroppo non si può fare con il petrolio, dato che l'estrazione da esso di energia è un processo irreversibile.

La Terra è ovviamente finita, uno sviluppo esponenziale in un mondo finito è semplicemente impossibile, quindi una crescita modesta e sostenibile è possibile solo attraverso un riciclo spinto di tutti i materiali, cosa che permette anche di risparmiare parecchia energia per produrli.

Niente riciclo = Niente crescita economica.

Si può migliorare l'efficienza? Certo, raddoppiamola, si va avanti altri 20 anni. Si possono cercare altre risorse? Certo, troviamo (se ci riusciamo) un'alternativa al petrolio che valga per ALTRETTANTO petrolio rispetto a quello mai trovato, sono altri 20 anni. Insomma, si arriva a metà secolo e stiamo comunque facendo fantascienza. È il problema delle crescite esponenziali, puoi aumentare a piacere le risorse, ma se cresci ad un tasso costante le finisci in un tempo che è alcune volte il tempo di raddoppio, 20 anni nel nostro caso. 

Ed anche con risorse infinite, esiste il problema dell'inquinamento (soprattutto l'effetto serra, oggi). O dove metti tutti quei beni prodotti. Persino guardando solo ai bisogni energetici, in soli 400 anni arriveremmo a consumare tutta l'energia che la Terra riceve dal Sole. L'unico modo per far durare la civiltà più a lungo di qualche decennio è NON crescere esponenzialmente.

L'unica maniera di uscire dalla crisi è iniziare a ragionare in termini di decrescita.

Per un discorso più approfondito, vai a questo link, dove larga parte di questo post è stato liberamente tratto.

giovedì 6 ottobre 2011

Festa del consumo critico all'ipercoop di Cesena


Chi l'ha detto che i centri commerciali debbano essere luoghi completamente alieni a concetti come il consumo critico e la sostenibilità ambientale ?

L'abitudine di frequentare i grandi ipermercati invita sovente all'acquisto compulsivo e alla spesa superflua, spesso sono luoghi accusati di danneggiare la piccola economia locale, poichè permettono economie di scala irraggiungibili dal piccolo negozio di periferia, ma esistono altri fattori di cui non si tiene quasi mai debitamente conto. Il principale è che sono dannatamente comodi, trovi il parcheggio facilmente, accedi ad una gamma infinita di prodotti concentrati in un unico luogo, in poche parole sembrano essere assai apprezzati e desiderati dai consumatori.

Oggi sempre più ambientalisti amano invece pensare in termini di GAS (gruppi di acquisto solidale), prodotti locali a chilometri zero, filiera corta, biologico ed equosolidale, ma non esistono solo persone attente a questi aspetti, una larga fascia di comuni mortali utilizzeranno sempre (ahimè) le strutture commerciali con l'unico intento di soddisfare le proprie necessità di consumo, senza minimamente pensare all'impatto che i loro stili di acquisto hanno sugli ecosistemi.

Il problema è prevalentemente culturale, infatti da diverso tempo molti ipermercati (talvolta appropriandosi dei vocaboli cari agli ambientalisti) stanno già inseguendo questa nuova tendenza del marketing di offrire sempre maggiore attenzione al problema della sostenibilità. Un esempio fra tutti, l'invasione dei prodotti della filiera del biologico negli scaffali dei supermercati, per i quali il consumatore è disposto a pagare un sovrapprezzo per la maggiore qualità percepita. Gli ipermercati, crisi permettendo, saranno destinati volenti o nolenti ad accompagnarci a lungo, quindi vanno incentivati nella transizione verso corretti modelli di consumo.

Con questo spirito, quello di educare al concetto di sostenibilità anche in luoghi dove per troppo tempo è stato un tema trascurato, abbiamo accettato di collaborare alla realizzazione di una grande eco-festa al centro commerciale LungoSavio, in occasione dell'anniversario del centro. Una intera giornata di incontri in cui esprimere progetti culturali, fare festa ma al contempo anche educare al "consumo critico".

L'evento che il MIZ ha deciso di organizzare prende il nome "Sosteniamo la Sostenibilità, giornata del consumo critico" e si svolgerà Sabato 8 ottobre dalle ore 9 alle 19, al centro commerciale LungoSavio di Cesena, con la collaborazione di tantissime associazioni.


L'intera giornata sarà dedicata alla presentazione di tante eco iniziative per grandi e piccini, con attività ludiche culturali e creative, fra le quali vorrei segnalare in particolare:
  • Laboratori educativi per bambini (Ass.Cartabianca, giochi con materiale riciclato)
  • Ogni ora esatta, proiezione di filmati e documentari in saletta riservata:
    - La storia delle cose (Annie Leonard)
    - Vivere senza petrolio (DVD)
    - Il Suolo Minacciato (DVD)
    - Home (Bellissimo documentario naturalistico)
    - Documentari e brevi filmati su riciclo e autoproduzione
  • Il tavolo della SPESA SOSTENIBILE (confronto di prodotti e consumo critico)
  • Mostra fotografica di Rosanna Maiolino (cibo e imballaggi)
  • Utilizzo dei pannolini lavabili (Associazione NonSoloCiriPà)
  • Progetto volontariato "Spesa a domicilio" (COOP/AUSER)
  • Animazioni e giocoleria per bambini (Mago Catorcio)
  • Street Band CORRIDORE CON MEGAFONI (Ass.Aidoru, Musica itinerante)
  • Rassegna AD ALTA VOCE, presentazione di libri e dialogo con gli autori
  • Speaker corner con le mitiche poesie di PELO
  • Torta "sostenibilità di gusto" e buffet per festeggiare l'anniversario del centro
Se passate quindi dalle parti del centro commerciale Lungosavio, sabato 8 ottobre, portate i vostri bambini perché si divertiranno un mondo, mentre gli adulti saranno intrattenuti con le tante iniziative culturali in programma! Vi aspettiamo tutti per sostenere assieme la sostenibilità e trascorrere un piacevole sabato di festa, ma non esagerate con lo shopping! Per info: Paolo Marani 338.7280586

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