Il solito scaricabarile, chi paga per kyoto ?
A causa del mancato rispetto del protocollo di Kyoto, nel 2012 le famiglie rischieranno di pagare 40 euro a testa in più per le loro bollette. Il calcolo é delle associazioni dei consumatori, che accusano aziende e Governo. Sembra infatti in dirittura di arrivo la maxi multa di ben 555 milioni di euro che l'Europa ci ha appioppato per il mancato raggiungimento degli obiettivi minimi previsti dal protocollo di Kyoto. Tale multa, salirà a 840 milioni se non si raggiungerà il prossimo "checkpoint", previsto per il 2012. E ci va pure bene, perché secondo i calcoli del Kyoto Club il costo del ritardo dovrebbe già abbondantemente superare il miliardo di euro.
"Le responsabilità vanno ricercate in primis tra le imprese - dice Paolo Landi, segretario generale Adiconsum - e in secondo luogo nel non controllo da parte del governo. Il costo non può essere caricato sui consumatori: si tratta di circa 40 euro a famiglia, tra costi diretti e indiretti". Dello stesso avviso Adusbef e Federconsumatori. "Non si capisce perché - affermano Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori) - debbano essere ancora una volta le famiglie in gravissima crisi, già oberate di bollette elettriche gonfiate da gravami fiscali superiori al 22,2 % a dover pagare i ritardi del protocollo di Kyoto, con un aggravio sulla bolletta da 30 a 40 euro per ogni nucleo familiare."
Quindi, la colpa non è solo del governo ma delle imprese, che non possono però certo ricaricare sui consumatori già super oberati queste spese ulteriori... Quindi ? Chi li paga questi soldi ?
Rispondiamo prima alla domanda: Gli accordi di kyoto da chi sono stati stipulati, dal governo o direttamente dalle imprese ? Lo stato dovrà pur assumersene le responsabilità ? O si limiterà a scaricare le colpe al governo precedente ? Intanto le multe sono già state comminate e all’Italia non resta che pagarle, o meglio saremo noi a pagarle, indipendentemente da chi se le accollerà sulla carta.
Le associazioni dei consumatori hanno già fatti i conti: a ogni italiano spetterà una quota pari a circa 40 euro. Ma per il Ministro Prestigiacomo la nostra politica energetica è e resta molto efficiente, in realtà siamo un paese immobile. Questa infatti è la sintesi di Legambiente:
Scarica il PDF del Protocollo di Kyoto originale ratificato nel 1996 (attenzione, alto tasso di gergo legalese)
Fonte: AffariItaliani
"Le responsabilità vanno ricercate in primis tra le imprese - dice Paolo Landi, segretario generale Adiconsum - e in secondo luogo nel non controllo da parte del governo. Il costo non può essere caricato sui consumatori: si tratta di circa 40 euro a famiglia, tra costi diretti e indiretti". Dello stesso avviso Adusbef e Federconsumatori. "Non si capisce perché - affermano Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori) - debbano essere ancora una volta le famiglie in gravissima crisi, già oberate di bollette elettriche gonfiate da gravami fiscali superiori al 22,2 % a dover pagare i ritardi del protocollo di Kyoto, con un aggravio sulla bolletta da 30 a 40 euro per ogni nucleo familiare."
Quindi, la colpa non è solo del governo ma delle imprese, che non possono però certo ricaricare sui consumatori già super oberati queste spese ulteriori... Quindi ? Chi li paga questi soldi ?
Rispondiamo prima alla domanda: Gli accordi di kyoto da chi sono stati stipulati, dal governo o direttamente dalle imprese ? Lo stato dovrà pur assumersene le responsabilità ? O si limiterà a scaricare le colpe al governo precedente ? Intanto le multe sono già state comminate e all’Italia non resta che pagarle, o meglio saremo noi a pagarle, indipendentemente da chi se le accollerà sulla carta.
Le associazioni dei consumatori hanno già fatti i conti: a ogni italiano spetterà una quota pari a circa 40 euro. Ma per il Ministro Prestigiacomo la nostra politica energetica è e resta molto efficiente, in realtà siamo un paese immobile. Questa infatti è la sintesi di Legambiente:
L’Italia, che deve recuperare il proprio sforamento rispetto agli obiettivi fissati dal Protocollo di Kyoto (-6,5% rispetto al 1990, mentre siamo a +9%), continua a rappresentare una anomalia Europea. E’ l’unico grande Paese che non ha una politica per ridurre le emissioni di CO2, e neanche con la ratifica del Pacchetto europeo, il cosiddetto 20-20-20 avvenuta lo scorso Dicembre, ha ancora messo in campo alcun provvedimento. Del resto il Governo Berlusconi - denuncia Legambiente - aveva scommesso sul fallimento di Kyoto contando sulla promessa di Putin che non lo avrebbe mai ratificato. Ma anche dopo la firma di Putin, e la conseguente entrata in vigore del Protocollo, e perfino dopo l’introduzione da parte dell’Unione Europea di precisi obiettivi di riduzione per i settori energetico e industriale, ancora nessun provvedimento è stato preso per ridurre le emissioni.
Scarica il PDF del Protocollo di Kyoto originale ratificato nel 1996 (attenzione, alto tasso di gergo legalese)
Fonte: AffariItaliani
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