giovedì 18 marzo 2010

I centri diurni Don Minzoni e Branchise sono risorse importanti, non buttiamoli alle ortiche

Ponetevi, solo per un attimo, nei panni di un ospite psichiatrico del centro diurno Don Minzoni. Immaginate di abitare una casa calda e accogliente, interagire con educatrici professionali empatiche e amichevoli come fossero una famiglia, uscire e trovarvi su una strada viva in pieno centro, con vicini riconosciuti che ti salutano, un parco dove passeggiare, l'edicola per comprare il giornale.

Ora immaginate invece di uscire dalle palazzine del Bufalini, in un ambiente ospedaliero, fra mura asettiche e un via vai di infermieri e personale ignoto, e trovarvi in un triste parcheggio, isolati da qualsiasi contesto legato alla normale vita reale e relazionale. Cosa scegliereste ?

Gli amministratori dell'AUSL di Cesena sembrano non avere dubbi, meglio ridurre gli utenti a pazienti ospedalizzati, chiuderli in moderni nosocomi zeppi di ogni tecnologico comfort e sedarli quando serve, pur di perseguire qualche oscuro risparmio economico (tutto da dimostrare e quantificare).

Eppure tutta la moderna psichiatria è orientata a pensare che ai disagiati psichici cronici serva un ambiente affettivamente ricco, coinvolgente, in cui riscoprire il senso di appartenenza perduto e ricostruire la propria personalità frammentata. Ritrovare la dignità di persona, non si concilia assolutamente con una situazione di isolamento di fatto. Ne vale quindi realmente la pena ?

Gli esperti ci ricordano come la malattia psichiatrica sia un segnale che coinvolge il disagio dell'intera famiglia, e non un banale raffreddore curabile individualmente con interventi intensivi di breve durata, incompatibili con una lunga degenza ospedaliera.

Come si fa a distruggere una esperienza che funziona, come quella dei centri diurni, per i capricci di qualche ottuso burocrate autorizzato a compiere scelte nella totale indifferenza rispetto a quanto pensano i familiari, gli operatori del Don Minzoni e del Branchise, gli esperti psicologi, e soprattutto gli ospiti stessi ?

Tra l'altro la legge della regione Emilia Romagna 313/2009 “Piano Attuativo Salute Mentale 2009-2011” raccomanda esplicitamente che i centri diurni siano allontanati dagli ospedali, poiché questi soggetti necessitano di ambienti rassicuranti e accoglienti, ricchi di esperienze emozionali umane, condizione indispensabile per avere dei benefici, ed in taluni casi documentati perfino una regressione della malattia psichica e una riduzione delle necessità di ricovero.

http://www.regione.emilia-romagna.it/sas/sism/documentazione/report_centri_diurni_2009.pdf

La stessa legge regionale impone inoltre di instaurare un percorso partecipativo e conoscitivo con tutti i soggetti interessati ben prima di intraprendere azioni radicali che possano disturbare l'assetto relazionale degli ospiti, privilegiando una rotazione graduale degli assistenti, una transizione morbida delle abitudini, pena effetti terapeutici negativi causati da situazioni di stress e di ansia.

Mercoledì 17 Marzo oltre 200 persone hanno partecipato all'assemblea pubblica sul Don Minzoni, ovviamente nemmeno un amministratore della AUSL era presente, del sindaco nemmeno l'ombra, solo i consiglieri Antonella Celletti, Tonino Prati e gli ex consiglieri Davide Fabbri e Stefano Angeli, oltre a tantissimi esponenti della società civile e del volontariato.

Non credo ci sia alcuna possibilità di mediazione, questo scempio deve essere fermato, e il nuovo centro psichiatrico attivo 24h dell'ospedale di Cesena, peraltro necessario, deve interagire con i centri diurni così come sono ora e non sostituirsi ad essi. Se è possibile razionalizzare qualche spesa questo va fatto, ma non sulla pelle di persone che hanno realmente bisogno di aiuto.

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia un tuo commento se desideri contattare l'autore del post o discuterne il contenuto. Ricorda che sebbene la censura non piaccia a nessuno e i commenti non siano moderati mi riserberò il diritto di cancellarli qualora il contenuto sia volgare, irrispettoso, diffamante, off-topic, o semplicemente inappropriato.