Il caso Giuliani e la previsione dei terremoti
Un piccolo post sul disastro dell'Abruzzo spero me lo concediate, Ovviamente esprimo il mio cordoglio per le tante vittime e un sincero dolore per tutte le oltre 25 mila persone che sono rimaste senza un tetto su cui dormire. Vorrei però affrontare il caso Giampaolo Giuliani, ossia quello strano personaggio che afferma di poter prevedere i terremoti. Parto citando uno dei commenti più intelligenti che ho trovato in rete, dal titolo come potevamo prevedere:
.... Ho letto di quel ricercatore che sostiene di poter prevedere i terremoti e che aveva messo in preallarme le autorità abruzzesi, annunciando un evento sismico importante per questo periodo. .... Giampaolo Giuliani è stato non solo deriso ma addirittura inquisito per procurato allarme. Le Cassandre non hanno mai molta fortuna ....Se non si possono prevedere i terremoti, allora chiunque possa dare suggerimenti dovrebbe essere almeno ascoltato e le sue ricerche degnate di considerazione. Invece si ha l'impressione che vi sia una teoria ufficiale che non accetta deroghe dai propri dogmi. Non si poteva evacuare Sulmona, però si potevano predisporre mezzi di intervento, concentrare forze in Abruzzo, pronte per ogni evenienza. Invece, siccome i terremoti non si possono prevedere, anche se si fanno preannunciare da qualche centinaio di scosse minori, bisogna essere scientificamente fatalisti. Io dico che non puoi prevedere quale tegola del tetto ti colpirà ma intanto puoi cominciare a ripararlo.
Il tema che si solleva è importante, la scienza ridotta a religione e costellata di dogmi, talvolta utilizzati come scudo ad uso e consumo di coloro che, per incapacità o inettitudine, amano il mantenimento dello "status quo" condito di scetticismo scientifico. L'unica fede al limite concessa ad uno scienziato dovrebbe essere quella di credere ed applicare scrupolosamente il metodo scientifico, il che non significa affatto difendere a spada tratta i dogmi consolidati, ma passare al vaglio e verificare ancora ogni ipotesi, anche la più strampalata. Il sig.Giuliani si è beccato invece una denuncia per procurato allarme, ancora prima di verificare se quanto denunciava fosse verosimile o meno.
Torniamo quindi al caso Giuliani, recentemente intervistato a porta a porta così come in tante altre trasmissioni televisive. Sentendolo parlare, qualche dubbio sul personaggio mi viene. Non è certo un fine parlatore, mostra una certa difficoltà a capire le domande che vengono lui rivolte, regala spesso l'impressione di ripetersi in dettagli inutili, frammentando il discorso con troppe pause e usando un italiano un po approssimato. Sembra difficile che un personaggio così acquisisca credito scientifico, ed infatti non ne ha. Le sue osservazioni, quand'anche avessero un fondamento, non sono state considerate se non con fastidio da alcun centro di sismologia, ed al mondo ce ne sono tanti che fanno ricerca sui terremoti, anche sul metodo del gas radon. Il metodo però esiste, ed è stato oggetto di numerosi studi mai risolutivi.
Lungi dal giudicare una persona solo in base allo status sociale e al profilo scientifico accademico, Giuliani non è laureato ne tanto meno scienziato in qualcosa, Giuliani è un tecnico di laboratorio impegnato al Gran Sasso in ricerche sulle particelle cosmiche. In particolare ha lavorato proprio con rivelatori del decadimento radioattivo del gas Radon.
Questo è il suo famoso grafico, in cui si evidenzia una correlazione fra la concentrazione di questo gas e l'approssimarsi di un evento sismico.
In effetti un picco, poche ore prima del sisma, lo si vede. Però ci sono anche tante altre contraddizioni.
Ad esempio Giuliani afferma che non è questo grafico ad avere creato in lui allarme, ma rilevamenti di una settimana prima. Rimane oscuro come possa determinare l'epicentro dell'evento (da lui identificato in Sulmona) dato che non disporrà certamente di una fitta rete di rivelatori di Radon, ma al massimo qualcuno (effettua una triangolazione ? boh).
Inoltre, come si può vedere dal grafico la scala verticale non è logaritmica ma lineare, pertanto il picco che si vede è assolutamente insignificante rispetto all'entità dei decadimenti misurati, qualcosa come un incremento dello 0,1%, (se il grafico partisse da zero il picco non lo si vedrebbe nemmeno). Certamente non sarebbe sufficiente, come invece afferma, per indurlo a fare armi e bagagli e portare la sua famiglia a dormire fuori di casa.
Anche chi è digiuno di statistica sa che, così come una rondine non fa primavera, per validare un metodo di tipo statistico occorrono tantissime misurazioni, se tutte queste mostrano una correlazione se ne può dedurre che questa non può essere casuale, una sola lettura in realtà non dimostra assolutamente niente. Il Giuliani ha infatto riferito di avere previsto il terremoto in Irpinia, quello in Turchia, e tanti altri che ora mi sfuggono. Dove sono i grafici di correlazione ?
Insomma, ci sono tali e tante contraddizioni e inesattezze in quello che dice, un po maldestramente, e quello che mostra come "prova" del suo metodo, che avere ben più di un dubbio è lecito. Questo però non significa che sia opportuno sottoporlo ad una gogna mediatica, oppure peggio di portarlo in tutte le trasmissioni televisive come se fosse un fenomeno da baraccone.
La vicenda mi ricorda tanto le sparate alla fine degli anni ottanta sulla vicenda della fusione fredda, ad opera dei fisici Fleishmann & Pons. Della serie "troppo bello per essere vero, quindi è falso". I fisici hanno fallito non certo per il boicottaggio ma solo al fatto che i metodi usati e i relativi risultati non si sono rivelati ben ripetibili per la comunità scientifica internazionale.
In realtà, chi è depositario di una qualsivoglia scoperta scientifica innovativa, ha il preciso dovere di illustrarla in maniera tale che sia riproducibile e confutabile. Nessuna delle due cose è stata fatta da Giuliani, le informazioni sul suo metodo sono confuse e frammentarie, mentre le certezze assolute che manifesta sfuggono a qualsiasi possibilità di falsificazione.
Come diceva Karl Popper, sta nella "confutabilità" la possibilità di evoluzione della scienza stessa verso una descrizione sempre migliore della realtà oggettiva. Che vuol dire quindi "i terremoti non si possono prevedere"? Vuol dire che non siamo ancora in grado o non lo saremo mai ? Sia Giuliani che i suoi detrattori non applicano quindi correttamente il metodo scientifico.
Lungi dal giudicare una persona solo in base allo status sociale e al profilo scientifico accademico, Giuliani non è laureato ne tanto meno scienziato in qualcosa, Giuliani è un tecnico di laboratorio impegnato al Gran Sasso in ricerche sulle particelle cosmiche. In particolare ha lavorato proprio con rivelatori del decadimento radioattivo del gas Radon.
Questo è il suo famoso grafico, in cui si evidenzia una correlazione fra la concentrazione di questo gas e l'approssimarsi di un evento sismico.
In effetti un picco, poche ore prima del sisma, lo si vede. Però ci sono anche tante altre contraddizioni.
Ad esempio Giuliani afferma che non è questo grafico ad avere creato in lui allarme, ma rilevamenti di una settimana prima. Rimane oscuro come possa determinare l'epicentro dell'evento (da lui identificato in Sulmona) dato che non disporrà certamente di una fitta rete di rivelatori di Radon, ma al massimo qualcuno (effettua una triangolazione ? boh).
Inoltre, come si può vedere dal grafico la scala verticale non è logaritmica ma lineare, pertanto il picco che si vede è assolutamente insignificante rispetto all'entità dei decadimenti misurati, qualcosa come un incremento dello 0,1%, (se il grafico partisse da zero il picco non lo si vedrebbe nemmeno). Certamente non sarebbe sufficiente, come invece afferma, per indurlo a fare armi e bagagli e portare la sua famiglia a dormire fuori di casa.
Anche chi è digiuno di statistica sa che, così come una rondine non fa primavera, per validare un metodo di tipo statistico occorrono tantissime misurazioni, se tutte queste mostrano una correlazione se ne può dedurre che questa non può essere casuale, una sola lettura in realtà non dimostra assolutamente niente. Il Giuliani ha infatto riferito di avere previsto il terremoto in Irpinia, quello in Turchia, e tanti altri che ora mi sfuggono. Dove sono i grafici di correlazione ?
Insomma, ci sono tali e tante contraddizioni e inesattezze in quello che dice, un po maldestramente, e quello che mostra come "prova" del suo metodo, che avere ben più di un dubbio è lecito. Questo però non significa che sia opportuno sottoporlo ad una gogna mediatica, oppure peggio di portarlo in tutte le trasmissioni televisive come se fosse un fenomeno da baraccone.
La vicenda mi ricorda tanto le sparate alla fine degli anni ottanta sulla vicenda della fusione fredda, ad opera dei fisici Fleishmann & Pons. Della serie "troppo bello per essere vero, quindi è falso". I fisici hanno fallito non certo per il boicottaggio ma solo al fatto che i metodi usati e i relativi risultati non si sono rivelati ben ripetibili per la comunità scientifica internazionale.
In realtà, chi è depositario di una qualsivoglia scoperta scientifica innovativa, ha il preciso dovere di illustrarla in maniera tale che sia riproducibile e confutabile. Nessuna delle due cose è stata fatta da Giuliani, le informazioni sul suo metodo sono confuse e frammentarie, mentre le certezze assolute che manifesta sfuggono a qualsiasi possibilità di falsificazione.
Come diceva Karl Popper, sta nella "confutabilità" la possibilità di evoluzione della scienza stessa verso una descrizione sempre migliore della realtà oggettiva. Che vuol dire quindi "i terremoti non si possono prevedere"? Vuol dire che non siamo ancora in grado o non lo saremo mai ? Sia Giuliani che i suoi detrattori non applicano quindi correttamente il metodo scientifico.
Allo stato attuale i terremoti non siamo in grado di prevederli, ci possiamo solo augurare che i dati del sig.Giuliani siano presto passati al vaglio della comunità scientifica per verificare se possono avere un qualche fondamento e dare così il via ad un progetto di ricerca e monitoraggio, nel frattempo meglio non citarli per evitare facili indignazioni e false speranze.
Tornando al fatto politico, mi auguro che da questa tragedia, che in California e in Giappone riescono a gestire e da noi no, si prenda spunto per orientare finalmente gli investimenti previsti per la crisi verso qualcosa di realmente utile.
Basta con i ponti e le infrastrutture viarie da new deal di Roosveltiana memoria, completamente inutili viste le previsioni risibili di crescita dell'economia e del commercio. Avanti con investimenti che davvero portino benefici a tutti, in particolare nell'ordine io sosterrei questo:
- Ricerca scientifica verso fonti energetiche alternative.
- Riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati.
- Ristrutturazione antisismica degli edifici pubblici e privati.
- Riparazione e messa in sicurezza delle strade gia esistenti.
E' singolare come quasi tutte le nomie di azioni positive inevitabilmente debbano iniziare con una lettera (R), come Riuso, Riciclo, Recupero, etc.etc. Al momento però gran parte dei nostri amministratori sono fermi alla (R) di Rimbambimento, continuando a sperare che qualche soldo sparso a pioggia per opere inutili sia in grado di rilanciare una economia che già non esiste più.
Io inizierei accorpando il referendum con le elezioni amministrative ed europee, si ricaverebbero oltre 400 milioni di euro, che se destinati all'Abruzzo non faranno certo male. Temo che non succederà.
Io inizierei accorpando il referendum con le elezioni amministrative ed europee, si ricaverebbero oltre 400 milioni di euro, che se destinati all'Abruzzo non faranno certo male. Temo che non succederà.
Rilancio la conclusione a cui giunge l'articolo che ho citato all'inizio di questo post:
Non suona come una grottesca ironia l'aver parlato fino a due giorni fa di piano casa, di aumento della cubatura di villette più o meno a schiera, e trovarsi di fronte una città distrutta da un terremoto e da ricostruire?
Per evitare i costi del referendum (che non sono 400 milioni ma 160, quasi tutti in personale) si può semplicemente abrogare il porcellum in Parlamento.
RispondiEliminaTutto il resto è pura demagogia, volta a trasformare l'Italia in un paese bipartitico, cosa che costerebbe alla collettività più di 400 milioni.
Ti ringrazio invece per l'analisi che precede le considerazioni politiche.
Su quelle sei molto più preciso :)
Credo che in realtà nessuno sappia davvero quanto costi questo referendum disaccorpato...
RispondiEliminaIn giro vedo stime spannometriche che vanno da 200 a 600 milioni! La tua da 160 è la stima inferiore che ho letto, vorrei sapere da che fonte l'hai presa.
Non credo sia demagogia, perché se è vero che il risparmio c'è, ciò non dipende dalla bontà o meno del referendum in se (o se causerà di rimbalzo altri costi in caso di vittoria del si o del no), ma semplicemente dal fatto di essere spostato di data. Trovo ignobile invece il fatto di farlo a distanza di poche settimane solo con il malcelato intento di farlo fallire, quello si costerebbe alla collettività, soprattutto in termini di democrazia.