giovedì 29 luglio 2010

Interpellanza in consiglio comunale sugli alberi di via Rasi e Spinelli

Oggi pomeriggio a Cesena si è tenuta una sessione del consiglio comunale in cui si è parlato della vicenda abbattimento degli alberi in via Rasi e Spinelli, era stata presentata al proposito la seguente interpellanza in cui si chiedeva lumi al comune sul perché di questi abbattimenti, e se continueranno in futuro nella stessa zona.

L'assessore all'urbanistica, ha risposto in modo raggelante:

Noi non ci divertiamo a tagliare gli alberi, abbiamo sistemi scientifici per verificare se sono malati dal di dentro, anche se esternamente sembrano sani (raggi X?? ndr.). Cesena ha circa 55.000 alberi in tutto il comprensorio, quindi sono tanti, normalmente ogni anno un 10% circa risultano ammalati o staticamente precari, pertanto occorre rimuoverli per evitare pericoli alle auto e ai pedoni, che se si fanno male poi è colpa nostra e paghiamo i danni.

Ogni anno quindi ne dobbiamo rimuovere circa una quindicina, e quest'anno li abbiamo rimossi li in quella via.

Il quartiere aveva comunque dato parere favorevole all'abbattimento (ma le presunte verifiche sulla salute degli alberi sono state fatte dopo... strano) raccogliendo 35 firme per allargare i marciapiedi che non ci si passava.

Gli alberi avevano 25 anni, e la vita media di quel tipo di alberi è di circa 30, quindi siamo in linea con la loro aspettativa di vita.

Ovviamente sono affermazioni che cozzano con i principi più basilari della logica. Ammesso e non concesso che mediamente il 10% degli alberi in città siano malati o instabili (sarebbero 5.500 alberi, una enormità), si presuppone per lo meno che questi sfortunati siano distribuiti uniformemente, quindi mi aspetterei di vedere di tanto in tanto un albero tagliato fra tanti altri alberi sani, non certo una intera via rasa al suolo.

Inoltre, fornire ben due scuse per lo stesso intervento puzza sempre assai, da una parte si afferma che erano ammalati, dall'altra che dovevano essere rimossi perché intralciavano i marciapiedi. O l'una o l'altra, in ogni caso il quartiere ha chiesto di allargare i marciapiedi, non certo di tagliare gli alberi.

L'ultima affermazione poi è davvero paradossale, sarebbe come avvallare l'ipotesi che gli ospedali potessero sopprimere impunemente tutti gli anziani settantenni, poiché l'aspettativa di vita media è paragonabile, quindi non si combinerebbe poi un gran danno. Ma anche senza questa esagerazione, (so benissimo che un albero non è una vita umana), credo che nessuno sano di mente affermerebbe mai che occorre buttare giù la propria casa solo perché la sua vita media ha superato gli 80 anni, quindi la si deve radere al suolo.

Difficile togliermi dalla testa un pensiero molto semplice, a rifare il marciapiede senza gli alberi di mezzo si fa prima e si spende di meno, e già che ci siamo ci si risparmia anche un po di oneri assicurativi, che tanto di alberi a Cesena ce ne sono già anche troppi.

Alla fine, la domanda più importante è rimasta senza risposta, l'amministrazione continuerà il taglio degli alberi lungo il resto della via ? Non c'è stata alcuna risposta, che in linguaggio burocratico significa "lo faremo se lo riterremo opportuno". Che poi i residenti della via non la pensino proprio uguale, è un problema secondario.

3 commenti:

  1. caro Paolo non condivido la tua analisi. Combatti una battaglia come fosse questione di vita o di morte, erano pochi alberi e sembra un terremoto. Ma vale la pena fare una interpellanza in Consiglio Comunale per una sciocchezza del genere, con tutte le cose che non vanno credo che ci sia di meglio. Si rischia di passare per integralisti, per quelli che dicono sempre di no, poi non ti ascolta più nessuno e si rimane da soli con il cerino in mano. Credo che si possa essere più lungimiranti. Ciao Paolino!!!

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  2. Liberissimo di pensarla come credi, ma non cogli il fatto che questa è una battaglia di principio che esula dal fatto specifico in se, cercando di cogliere un aspetto assai più generale. E' evidente che quegli alberi sarebbero stati prima o poi tagliati, non è questo il punto.

    Il fatto è che ci stiamo lentamente abituando a un modo (a mio parere perverso) di concepire la gestione della cosa pubblica con scelte calate dall'alto, senza alcun coinvolgimento reale di coloro che le scelte dovrebbero subirle, senza cioè un reale percorso di partecipazione democratica.

    E' la burocrazia che prende il sopravvento sul senso del bene comune, oggi sono due alberi sparuti, ieri erano gli inceneritori, domani saranno le centrali nucleari, e qualsiasi altra scelta che a prima vista potrebbe apparire sensata al politico di turno, ma che ignora completamente le reali esigenze dei cittadini.

    Se non si capisce questo nodo essenziale, tanto vale vivere nel mito della crescita infinita e dello sviluppo a tutti i costi, che ci ha regalato tanto benessere, ma ha anche imposto una seria ipoteca sul futuro delle prossime generazioni.

    Al solito, ti ostini a guardare il dito ma ti dimentichi completamente della luna, caro Vittorio.

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