giovedì 7 aprile 2011

In viaggio verso Fukushima


Fukushima sembra un puntino lontano, a malapena identificabile sulla mappa. Il fatto che sia stato teatro di una delle più grandi tragedie dell'industria nucleare civile sembra non aver scalfito più di tanto (a distanza di poche settimane) le nostre coscenze intorpidite.

Su questo l'occultamento sistematico delle informazioni ha svolto un ruolo determinante, sollevandoci da ogni tipo di angoscia. Per troppi politici una pietosa bugia è ancora molto meglio di una scomoda verità.

Eppure in quel luogo abitavano tante persone (170 mila evacuati), c'erano belle case, strade, infrastrutture, posti in cui possiamo immaginare che la vita scorresse piacevole e tranquilla. Impressionante sapere che nel raggio di 20-30km ora è stato tutto abbandonato, non c'è più anima viva, nessuno che possa raccontare cosa il luogo è diventato.

Rimangono le strade lasciate in stato di abbandono post-terremoto, gli animali vaganti per le campagne in disperata ricerca di cibo, cani ritornati allo stato di branco, e soprattutto un livello di radiazioni nell'aria tale da rendere il luogo inabitabile per un tempo indefinito. Guardate il video sopra, é impressionante!

Fegato hanno avuto i giornalisti del filmato, pur costantemente monitorati da una serie di contatori geiger (che non hanno mai smesso di produrre allarmi per tutto il viaggio). Si sono avventurati fino alle porte di fukushima, beccandosi in poche ore tutte le radiazioni tollerabili in un anno. (Una dose di 112 microsievert-ora come mostrato nel filmato é tollerabile per un breve periodo, ma non sono propriamente uno scherzo)

Le immagini sono assolutamente inquietanti, ricordatevele quando il 12 e 13 giugno andrete a votare per i 4 referendum, in particolare quello sul nucleare.

Nota tecnica: Attenzione a non confondere i microsievert con i millisievert come unità di misura, (c'è un fattore mille di mezzo). Il fondo naturale, che è convenzionalmente pari a circa 2,4 milli-Sv-anno, dovrebbe corrispondere a circa 0,3 microSievert-ora (2.4 diviso 8760 ore in un anno, poi per 1000). E' una dose ancora non eccezionalmente alta ma pur sempre circa 300 volte superiore a quella naturale! Se si vivesse in quel luogo tutto l'anno ci si beccherebbe una dose di oltre 1 Sievert-anno, mentre la dose massima ammissibile per legge dovrebbe essere di soli 0.020 (20 mSv-anno).


Fonte: Crisis

lunedì 4 aprile 2011

Finalmente una Casa dell'Acqua a Cesena e Rimini!

Vi abbiamo già parlato della Casa dell'Acqua di Cesena (nella foto una analoga appena installata a Rimini), vorremmo integrare quanto già scritto segnalandovi un articolo realizzato dalla redazione di "ROMAGNA e DINTORNI ... A TUTTO GAS", il periodico territoriale di informazione ecosostenibile e dei Gruppi di Acquisto Solidale.

In molti ci hanno infatti chiesto se l'acqua distribuita in queste "colonnine" sia davvero al 100% di ridracoli, o al limite filtrata in qualche modo. Il sospetto è che si tratti di semplice acqua del rubinetto refrigerata. La redazione di A tutto gas ha compiuto una ricerca specifica per capire se l'acqua è davvero filtrata. Ed ecco cosa hanno scoperto (leggi parte evidenziata):

Nella giornata mondiale dell’acqua, il 22 marzo, anche Cesena e Rimini (il giorno successivo) hanno la loro Casa dell’Acqua. A Cesena si trova in via IV Novembre e a Rimini all’interno del Parco “Cervi”, vicino all’Arco di Augusto. Entrambe distribuiscono acqua pubblica, refrigerata e, volendo, anche gasata. L’erogazione è programmata per rilasciare 1 litro d'acqua. È vietato l'impiego di contenitori di capienza superiore a 2 litri, quali taniche o altro. L'acqua deve essere prelevata con bottiglie preferibilmente in vetro.

E’ possibile prelevare un massimo di 6 bottiglie. L'imbottigliamento, il trasporto e la conservazione dell'acqua sono a totale responsabilità dell'utente. L’impianto sarà attivo con orari diversi a seconda della stagione. Nel periodo dal 1 maggio al 30 settembre sarà aperta dalle 6 alle 24. L'acqua gassata refrigerata è l’unica ad aver un costo, pari a 5 centesimi a litro (fino al 31 marzo gratuita). La qualità dell'acqua erogata è garantita dal gestore (Hera) e, in questo caso, dalla proprietà delle reti (Romagna Acque), in virtu' dei circa 100 controlli giornalieri in Regione.

L’impatto ambientale dell’iniziativa è notevole. Si prevede l’erogazione di circa 2.500 litri di acqua al giorno, mediamente 600.000 bottigliette d’acqua in plastica in meno ogni anno. Con il progetto si ridurrà annualmente l’utilizzo di circa 150 tonnellate di plastica e 100.000 litri di petrolio per la produzione di bottiglie, oltre a 27 tonnellate di emissioni di CO2 nell’ambiente per la loro produzione e circa 40 tir in meno per il relativo trasporto.Il progetto si colloca, nel più ampio progetto di collaborazione tra Pubbliche Amministrazioni, Gruppo Hera e Romagna Acque Spa, per la promozione delle buone pratiche per la salvaguardia dell’ambiente e per la promozione dell’acqua del rubinetto, buona e sicura, sottoposta ad oltre 100 controlli al giorno. L’intervento offre un beneficio sociale, prospettando un risparmio per le famiglie che utilizzeranno la Casa dell’Acqua, pari a circa 250 euro all’anno rispetto all’acquisto delle normali acque minerali in bottiglia.

Il progetto, che fa parte dell’iniziativa “L’acqua dei Sindaci”, è promosso da Adriatica Acque e coinvolge già dieci città (oltre Rimini e Cesena), tra cui Forlì, Ravenna e Bologna. Ha l’obiettivo di creare un network per garantire la qualità dell’acqua erogata e a breve dovrebbe essere esteso anche a Santarcangelo, Riccione ed altre città della costa romagnola.

Noi della redazione ci siamo chiesti se questa acqua è filtrata da un qualche sistema brevettato. Abbiamo chiamato il numero verde, visto che nel sito non compaiono informazioni in merito e una gentile operatrice ci ha informato che l’unico filtro presente è quello antiparticolato. Trattasi unicamente di un filtro meccanico con tela in polipropilene 50 micron (conforme ex dm 443 del 1990), che trattiene micro particelle in sospensione (ferro, sabbia, limo, ecc...) e che può essere installato anche nel rubinetto della propria abitazione, quindi in pratica non esiste un sistema di filtraggio vero e proprio del termine.

In sintesi ben vengano le case dell’acqua che promuovono “l’acqua del sindaco” contro quella in bottiglia meno controllata e altamente inquinante per via dell’utilizzo della plastica, pensiamo sia comunque un atto di trasparenza doveroso verso il cittadino, pubblicare nella casa dell’acqua le analisi di riferimento, come fanno tanti altri Comuni (come quello di Capannori ad esempio www.comune.capannori.lu.it/node/3066 ) e di fornire col tempo un sistema di filtraggio vero e proprio, migliore di quello attuale.

Contatti utili: numero verde 800 323800 www.adriaticacque.it
Romagna e dintorni a tutto GAS
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venerdì 1 aprile 2011

Ingegnosa idea per decontaminare il mare di Fukushima


E' risaputo come ai vertici delle catene alimentari le sostanze inquinanti si concentrino, così avviene ad esempio nei pesci, dove il tasso di mercurio può raggiungere valori molto elevati pur in presenza di basse concentrazioni nell'acqua di mare. Questo devono avere pensato i dirigenti dell'istituto radiobiologico giapponese quando hanno avuto la brillante idea di decontaminare il mare dal plutonio utilizzando i pesci.

Una particolare varietà ittica denominata "Carassius auratus", appositamente selezionata per resistere alle intense radiazioni, è stata coltivata in milioni di esemplari utilizzando enormi vasche, per essere poi liberata in mare nei pressi dell'impianto nucleare di Fukushima (vedi foto). I frequenti tentativi di raffreddare il reattore con l'acqua di mare ha contaminato infatti l'intera area marina di trizio, cesio, iodio, e plutonio radioattivo, con intensità almeno centomila volte superiore rispetto al tasso di  radioattività naturale. Si sperava che i pesci catturassero i radionuclidi nelle loro carni e ripulissero il mare.

Il sistema ha funzionato! Il plutonio si è accumulato nelle carni dei pesci fino a raggiungere l'incredibile concentrazione di 10 milligrammi di plutonio per ogni kg di carne. Tuttavia gli scienziati non avevano previsto un grave inconveniente, ripescando attraverso enormi reti il pesce con elevate concentrazioni di plutonio, questo si è concentrato a tal punto da raggiungere la massa critica, la temperatura del mare è aumentata bruscamente di decine di gradi centigradi sprigionando una enorme quantità di prodotti fissili. Così tanto pesce in poco spazio ha scatenato apparentemente una reazione nucleare secondaria!

L'intenso calore sprigionato ha purtroppo bollito gran parte degli esemplari, i quali sono stati portati sulla terraferma e stoccati all'interno di contenitori cilindrici per rifiuti nucleari radioattivi, in attesa di trovare un sito idoneo dove smaltirli definitivamente. I conti però non tornano, il governo ha ordinato controlli a campione all'interno dei fusti, e potete solo immaginare la sorpresa degli ispettori quando hanno constatato che molti di questi sono risultati assolutamente vuoti. Nel frattempo, nei migliori sushi bar di Tokio sembra dilagare la moda di servire un nuovo tipo di sushi molto apprezzato dalla clientela, il "Green Fukumaki", di cui abbiamo reperito una foto in assoluta anteprima.