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sabato 11 giugno 2011

Il professor Vincenzo Balzani ci parla del nucleare

Vincenzo Balzani - Nucleare in Italia dopo Fukushima - parte 1/2

Vincenzo Balzani - Nucleare in Italia dopo Fukushima - parte 2/2

Vincenzo Balzani è un grandissimo divulgatore scientifico, che con semplicità disarmante riesce a spiegarci la complessa questione nucleare con esemplare chiarezza. Vorrei meno talkshow urlati con Chicco Testa e più programmi di approfondimento ragionati con Vincenzo Balzani, giusto per riportare alla luce un po di quel comune buonsenso, specialmente su problemi così delicati come la questione energetica, che la Rai sistematicamente boicotta.

Il 12 e 13 giugno, confido di gridare assieme a voi l'ecumenico... HABEMUS QUORUM. Poi si può anche pensare di andare al mare con tranquillità.

venerdì 10 giugno 2011

Referendum sull'acqua, rifletteteci per favore

Vi risparmio la scrittura di tutto il cucuzzaro del DL135 (Decreto Ronchi), che non è nemmeno l’unico citabile a proposito del processo di privatizzazione dell'acqua. Tra l'altro, dice cose che alla fin fine sono pure condivisibili... In recepimento delle normative europee, "Se vai a gara, deve essere ad evidenza pubblica", non esiste che ti affidi al privato che ti sei scelto da solo (e che magari ti ricompensa con prebende o bei posticini nel CDA, tipo Hera per intenderci).

Nel tempo, a partire dalla visione "comunitaria" del mercato europeo, in cui l'accento era posto sulla trasparenza e rimozione delle barriere alle imprese fra gli stati membri, si sono susseguite numerose e inestricabili modificazioni. Serve relmente un giurista per addentrarsi nei meandri di questa spaghettara legislativa all'italiana, quindi meglio ribadire (per i duri e puri di spirito) un po la storia degli eventi:


Il decreto ronchi è solo una tappa di un percorso già avviato da tempo (Anche Bersani ha precise responsabilità), ma tornando al referendum (visto che qualcosa di "fisico" lo si deve pure abrogare per forza) il quesito referendario si concentra sostanzialmente, al termine del trenino legislativo, su questo articolo:

Vedi Art. 23bis (L 133/2008), quello che si vuole abrogare

Ne riporto qualche stralcio, così da farsi una idea:

2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in VIA ORDINARIA, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, ….

6. E’ consentito l’affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi pubblici locali nei casi in cui POSSA ESSERE DIMOSTRATO che tale scelta sia economicamente vantaggiosa

9. I soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non affidati mediante le procedure competitive ….., NON POSSONO acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi …
Il divieto di cui al periodo precedente non si applica alle SOCIETA’ QUOTATE in mercati regolamentati. … In ogni caso, entro la data del 31 dicembre 2010, per l’affidamento dei servizi si procede mediante PROCEDURA COMPETITIVA ad evidenza pubblica. (N.d.r. termine poi slittato al 2011)

Io sono solo un misero ingegnere elettronico, di giurisprudenza me ne intendo come un esercente di ortofrutta di alimentatori switching… però quando viene ribadito, in più punti, che le attuali gestioni pubbliche SONO L’ECCEZIONE, ed entro il 31 dicembre SI VA A GARA PER FORZA, e se il pubblico vuole vincere DEVE PER FORZA FARE L’OFFERTA MIGLIORE, significa solo una cosa..

SVENDERE SUL MERCATO quello che resta delle gestioni in-house, affinchè il modello delle ex-municipalizzate (alla Hera ad esempio) acquisisca OVUNQUE il controllo esclusivo della gestione (e alla fin fine anche delle risorse).

Io più di così non saprei spiegarlo… da qualche parte c’è anche l’articolo che stabilisce la QUOTA MASSIMA che dovrà mantenere il pubblico dentro le aziende private che vinceranno le gare (Noi con Hera abbiamo già dato in anticipo, ma al 2015 occorrerà ridurre la presenza del pubblico un altro po fino ad arrivare entro il 30%).

Quindi, ribadisco il concetto che penso risponda a verità… se vince il NO, i comuni non possono sceglere, faranno tutti le gare e basta (e perderanno quasi per forza), se vince il SI, rimane la scelta se fare la gara o meno.

La parte buffa è che, garantire ai comuni e agli enti territoriali locali una reale possibilità di scelta, anche in un ottica di tipo federalista, dovrebbe essere un atteggiamento assai più LIBERALE di un obbligo forzato imposto dall'alto, persino per i fulminati che si ostinano a seguire i dettami di Berlusconi, malgrado il suo evidente disfacimento politico e morale.

Rifletteteci per favore, il 12 e 13 Giugno l'acqua non sta solo al mare, ma anche ai seggi elettorali. Andate a Votare!

mercoledì 8 giugno 2011

Per EIA, il nucleare sarà la forma di energia più costosa al 2020!


Non vi è alcun dubbio su come la discussione sul nucleare in Italia sia stata politicizzata oltre ogni limite, ciò rischia di creare un eccesso di semplificazione veramente pericoloso su scelte che sono strategiche e fondamentali per il futuro energetico del nostro paese. 

Come giustamente scrive Ugo Bardi sul suo blog, oggi nucleare sembra cosa "di destra", mentre le rinnovabili appaiono cosa "di sinistra", salvo poi trovare in entrambi gli schieramenti ideologici notevoli esempi di ripetute conversioni e ripensamenti.

Come si fa allora in questa babele di dichiarazioni e prese di posizione, talvolta dettate dalla emotività, a capire da che parte stare ?
A mio parere occorre affidarsi ad organismi indipendenti che gli sviluppi in tema di energia li conosce a fondo e li studia da tanti anni, come giustamente sostiene Giovanni Valentini nel suo buon articolo apparso su Repubblica. Pochi meglio della EIA, la agenzia indipendente di informazione energetica americana, è in grado di fornire una risposta attendibile.

Eccolo allora il Rapporto Energy Outlook 2011 (DOD-EIA/0383) appena uscito, dal quale è stato estratto il grafico che vedete quì sopra, e che spiega più di mille parole cosa prevedono gli americani al 2020 e al 2035.

I costi in $c/kWh riferiti a quattro diverse tecnologie per la produzione energetica (carbone, nucleare, vento, gas) sono stati messi a confronto attualizzati al 2009, suddividendoli nei loro contributi di costo capitale (finanziari), costi fissi (impianti e manutenzione), costi variabili (carburante) e costi di trasmissione (reti e distribuzione).

Dal grafico appare chiaramente che al 2020 l'energia nucleare risulterà la forma più costosa fra le quattro considerate per la produzione di energia elettrica. Questo soprattutto in virtù del costo capitale, come ben spiega l'articolo di Giovanni Valentini (che si riferisce però a dati del vecchio rapporto EIA 2009).

Peccato che gli americani non prendano nemmeno in considerazione il fotovoltaico, che secondo le stime di Domenico Coiante ha speranze pure esso di raggiungere la famigerata "Grid Parity" entro il 2020. Probabilmente si ritiene (a torto) che non riuscirà ad avere una grande penetrazione sul totale dell'energia consumata. Occorre però considerare che il punto di vista monopolistico (sui costi) non è lo stesso rispetto a chi intende il FV come generazione distribuita e democratica di energia elettrica, che oggi solo il fotovoltaico può rendere tecnicamente realizzabile.

Personalmente continuo a ritenere che il "valore" di una singola centrale nucleare dal costo di un miliardo di euro sia di molto inferiore al valore cumulativo di 10.000 piccoli impianti fotovoltaici dal costo di centomila euro, anche se la singola centrale producesse maggiore energia.

Altro aspetto inquietante del rapporto EIA (Pag.3) è il grande affidamento che gli americani prevedono sullo SHALE GAS (gas di scisto) e altra robaccia del genere, con pratiche estrattive che si riveleranno assolutamente disastrose per l'ambiente, come il fracking.

In soldoni,neppure i cinici americani pensano che il nucleare sarà mai competitivo in futuro dal lato dei costi, mentre lo saranno certamente l'eolico  e il gas naturale (ammesso che pensino di poterne estrarre quanto ne vogliono utilizzando giacimenti non convenzionali). Il fotovoltaico potrebbe diventare competitivo, ma ha ancora bisogno di essere sorretto da incentivi per renderlo una forma di produzione realmente distribuita e mirata alla autosufficienza energetica delle piccole comunità locali.

Alternative al nucleare un po meno costose esistono, senza nemmeno tirare in ballo le scorie, l'inquinamento da radiazioni, la pericolosità potenziale di rari ma gravissimi disastri. Sfatiamo però fin da subito l'idea che il nucleare ci dimezzi la bolletta, ciò è semplicemente ridicolo e frutto di disonestà intellettuale (semmai è presumibile il contrario, se non vogliamo finanziarlo pesantemente utilizzando la fiscalità generale).

Saltare sul nucleare oggi, equivale a investire ancora sui cavi telefonici di rame in un mondo che è passato alla banda larga a fibra ottica e al wireless distribuito, una scelta obsoleta per una tecnologia poco competitiva.

In conclusione, queste le mie ragioni del perchè vorrei invitare tutti a schierarsi per il NO AL NUCLEARE alla prossima consultazione referendaria. Possiamo spendere molto meglio i nostri soldi.

domenica 5 giugno 2011

Giornata mondiale dell'ambiente


Oggi è la giornata mondiale dell'ambiente, il tema di quest'anno sono le Foreste. In effetti, noi paese "ricco" subiamo questa indecente contraddizione, da una parte i nostri crinali si stanno riforestando, complice l'abbandono dei piccoli paesi di montagna, dall'altra importiamo sempre più legname, specialmente dal Congo (L'Italia ne è il secondo importatore mondiale), disboscando quindi le foreste altrui.

Il video che vi propongo non riguarda però le foreste, ma l'acqua. Fra una settimana appena si terrà infatti il referendum, fra cui quello importantissimo sull'acqua pubblica. Le immagini del video mi sembrano poetiche e bellissime, fanno capire che preservare l'ambiente, oltre al diritto alla salute, consente di tutelare l'enorme bellezza che ci offre, e che non ci stanca mai.

P.S. Il 7 Giugno al San Biago di Cesena, in occasione della visita di Andrea Segrè, si terrà contestualmente anche una piccola mostra sull'acqua a cura del comitato referendario acqua pubblica, oltre ad alcune pillole di teatro civile, specifiche sull'acqua, dell'attore Roberto Mercadini.

martedì 17 maggio 2011

Ed ora, pensiamo anche ai referendum

Tutti presi dalla campagna elettorale, ci siamo già dimenticati che fra poche settimane, precisamente il 12 e 13 Giugno,  si terranno quattro importantissimi referendum.

La splendida notizia, che forse non vi daranno nei TG, è però che al referendum consultivo svoltosi in Sardegna e che chiedeva: "Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?", il 98,14% dei votanti ha risposto SI.

Un plebiscito e un'ottimo auspicio per il voto del 12-13 Giugno. C'è persino chi ha detto scherzosamente... meglio sardi che mai.

P.S. Anche le forze di centro-sinistra, appena premiate alle amministrative, se vogliono distinguersi dalla massa informe dei "moderati", devono convenire che affrontare i referendum con coraggio è oggi una scelta di civiltà. Quindi promuovete attivamente il referendum e portateci a votare in massa, invece di dar solo la colpa alla rai!

Se il quorum non verrà raggiunto, almeno nessuno potrà rinfacciarvi la colpa di non averci seriamente provato.

mercoledì 13 aprile 2011

Andiamo tutti a votare i referendum del 12 e 13 Giugno


L'informazione "mainstream" non ne parla, presa com'è dalle grottesche vicende processuali del presidente del consiglio, al punto che secondo un recente sondaggio di Repubblica oltre il 50% dei cittadini non conosce i quesiti referendari, e addirittura un buon 20% non sa nemmeno che ci sarà un referendum!

Tra l'altro, sembra che questi ci costeranno qualcosa come 455 milioni di euro, oltre la metà dei quali sarebbero stati risparmiati se il PD fosse riuscito ad approvare la mozione per accorpare i referendum alle amministrative. Una dozzina di assenze (strategiche?) alle votazioni fra le file dell'opposizione, non tutte ben giustificate, hanno permesso al parlamento di separare i referendum dall'election day, cosa che probabilmente minerà alla radice la loro possibilità di raggiungere il quorum.

Dicevamo, l'informazione non ne parla, allora diciamo qualcosa anche noi, cerchiamo di presentare i quesiti referendari con i commenti dei loro promotori , in particolare quelli su acqua e nucleare:

Primo quesito: Privatizzazione dell'acqua

Finalità : fermare la privatizzazione dell’acqua
Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
È l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.
Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.


Secondo quesito: Tariffe del servizio idrico

Finalità : fuori i profitti dall’acqua
Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull’acqua.

Terzo quesito: Nucleare

Finalità : no al ritorno del nucleare in Italia
Il quesito referendario presentato per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare” è lungo e articolato. Si tratta di una parte del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno. Nella prima parte, recita:
«Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria”... seguono articoli e commi che si desidera abrogare.
Il testo completo del quesito può essere consultato sulla pagina di Wikipedia

Quarto quesito: Legittimo impedimento

Finalità : abrogare la norma sul legittimo impedimento
Si propone l'abrogazione della legge 7 aprile 2010, n. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale:
« Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”? »
Questa norma crea una evidente disparità fra i comuni cittadini, il cui legittimo impedimento è certificato da un giudice, e alcuni "privilegiati", i quali si autocertificano l'impossibilità di recarsi davanti a un giudice, cosa che appare in palese contrasto con l'articolo 3 della costituzione.

giovedì 7 aprile 2011

In viaggio verso Fukushima


Fukushima sembra un puntino lontano, a malapena identificabile sulla mappa. Il fatto che sia stato teatro di una delle più grandi tragedie dell'industria nucleare civile sembra non aver scalfito più di tanto (a distanza di poche settimane) le nostre coscenze intorpidite.

Su questo l'occultamento sistematico delle informazioni ha svolto un ruolo determinante, sollevandoci da ogni tipo di angoscia. Per troppi politici una pietosa bugia è ancora molto meglio di una scomoda verità.

Eppure in quel luogo abitavano tante persone (170 mila evacuati), c'erano belle case, strade, infrastrutture, posti in cui possiamo immaginare che la vita scorresse piacevole e tranquilla. Impressionante sapere che nel raggio di 20-30km ora è stato tutto abbandonato, non c'è più anima viva, nessuno che possa raccontare cosa il luogo è diventato.

Rimangono le strade lasciate in stato di abbandono post-terremoto, gli animali vaganti per le campagne in disperata ricerca di cibo, cani ritornati allo stato di branco, e soprattutto un livello di radiazioni nell'aria tale da rendere il luogo inabitabile per un tempo indefinito. Guardate il video sopra, é impressionante!

Fegato hanno avuto i giornalisti del filmato, pur costantemente monitorati da una serie di contatori geiger (che non hanno mai smesso di produrre allarmi per tutto il viaggio). Si sono avventurati fino alle porte di fukushima, beccandosi in poche ore tutte le radiazioni tollerabili in un anno. (Una dose di 112 microsievert-ora come mostrato nel filmato é tollerabile per un breve periodo, ma non sono propriamente uno scherzo)

Le immagini sono assolutamente inquietanti, ricordatevele quando il 12 e 13 giugno andrete a votare per i 4 referendum, in particolare quello sul nucleare.

Nota tecnica: Attenzione a non confondere i microsievert con i millisievert come unità di misura, (c'è un fattore mille di mezzo). Il fondo naturale, che è convenzionalmente pari a circa 2,4 milli-Sv-anno, dovrebbe corrispondere a circa 0,3 microSievert-ora (2.4 diviso 8760 ore in un anno, poi per 1000). E' una dose ancora non eccezionalmente alta ma pur sempre circa 300 volte superiore a quella naturale! Se si vivesse in quel luogo tutto l'anno ci si beccherebbe una dose di oltre 1 Sievert-anno, mentre la dose massima ammissibile per legge dovrebbe essere di soli 0.020 (20 mSv-anno).


Fonte: Crisis

martedì 22 marzo 2011

Casa dell'acqua anche a Cesena

Oggi Martedi 22 Marzo è la giornata mondiale dell'acqua, una ricorrenza istituita dalle nazioni unite fin dal 1992. In Italia ha una valenza davvero particolare, poiché cade a pochi mesi dal referendum popolare per difendere l'acqua pubblica. Il nostro "buon" governo ha ovviamente ben pensato di boicottarlo (con l'aiuto provvidenziale di alcuni franchi tiratori dell'opposizione), spostandolo al 12 Giugno 2011, quando il clima di ferie rischierà di far saltare per l'ennesima volta il quorum. Spero che la concomitanza con altri due impostanti quesiti referendari, su nucleare e legittimo impedimento, possa convincere i cittadini ad utilizzare questo importantissimo strumento di democrazia diretta.

Ritornando a Cesena, proprio qualche giorno fa è stata inaugurata la prima casa dell'acqua in romagna, battendo Rimini di appena un giorno, promotrice di una analoga iniziativa. Ma che cos'è una Casa dell'Acqua ? 

Prima di tutto è un sistema per ridurre alla fonte i rifiuti, si tratta di un distributore pubblico di acqua filtrata, in forma liscia, refrigerata o gassata, dove il cittadino può riempire self-service le proprie bottiglie. Ciò evita di sprecare inutilmente la tanta plastica usa e getta risultato dell'acquisto delle bottiglie di acqua minerale. Inoltre, rappresenta un sistema educativo per sensibilizzare alla riduzione degli sprechi, valorizzando una risorsa pubblica, l'acqua potabile, così preziosa per la collettività.

La nuova casa dell'acqua di Cesena è situata in via IV Novembre, davanti al parcheggio multipiano CAPS, nell'area costeggiante il fiume savio e destinata al Farmer Market. Mentre l'acqua liscia refrigerata rimarrà gratuita, la distribuzione dell'acqua gassata (per coprire i costi della addizione di CO2) è a pagamento, precisamente 5 centesimi al litro. A scopo promozionale anche l'acqua gassata sarà gratuita fino al 31 Marzo 2011.

Per l'amministrazione comunale è un altro tassello per avvicinare Cesena allo status di comune virtuoso, ovvero comune che mette in pratica le migliori soluzioni disponibili per favorire la sostenibilità ambientale e il buon vivere dei cittadini.

Tuttavia mi raccomando, bevete l'acqua del rubinetto (che costa all'incirca cinquecento volte meno dell'acqua imbottigliata), usate la casa dell'acqua, bevetela liscia, gassata, ma soprattutto bevetela libera. perché mai come in questo periodo si scrive acqua ma si legge democrazia. Ve l'ho già detto cosa vi succede se non andate a votare in massa per i referendum ?

Fonte: Il Resto del Carlino

P.S.Vi segnalo questo sito che elenca la ricorrenza delle principali giornate internazionali per tutte le principali tematiche, non dico che ci sia qualcosa da festeggiare tutti i giorni, ma quasi.

sabato 24 aprile 2010

Arriva il giorno della terra, ma non ancora quello dell'acqua

Sembra sia appena trascorso il giorno della terra, ogni giorno ha il suo scopo, ma ultimamente non si fa altro che parlare dell'acqua! A cesena se ne occupano i bravissimi ragazzi di officinaH2o, polo romagnolo degli aderenti al forum nazionale dei movimenti per l'acqua pubblica.

Da oggi 24 aprile, inizia in tutta italia la raccolta firme per i referendum sull'acqua pubblica bene comune, per dire no alle bollette gonfiate e ai profitti delle multinazionali.

Dove stà l'inghippo ? Sta nel fatto che come al solito in Italia non ci si mette mai daccordo nemmeno sulle buone iniziative, e ognuno vuole declinarle a modo suo come al solito, per trarne un vantaggio politico di immagine. 

Pensavate, nevvero, di trovarvi a valutare pochi e semplici quesiti referendari, dove tutti gli italiani si potranno confrontare serenamente e senza pregiudizio ?

Macchè, ci saranno i tre questi promossi del forum dell'acqua, i tre quesiti promossi dell'IDV, e la proposta di legge promossa dal PD per evitare i referendum. Ovviamente tutti rigorosamente diversi fra loro, accomunati solo da badilate di retorica a buon mercato.

Lasciatemelo dire, siete tutti ridicoli per non dire patetici! Se si vuole far di tutto per farli fallire, pensando ognuno di avere la nobile e spocchiosa esclusività sul tema dell'acqua, per lo meno risparmiateci la facile retorica. Con queste premesse, pur con tutte le buone intenzioni, il quorum diventerà un miraggio. Per battere le privatizzazioni forsennate occorre unirsi, non dividersi.

Ognimodo, visto che il forum per l'acqua pubblica ha lavorato molto bene sui suoi tre quesiti ben prima degli altri, e la sua trasversalità ai partiti rappresenta di per se una garanzia di correttezza, dovrebbero ovviamente essere i soli ad esser presi in seria considerazione in tema di acqua. Allora eccoli questi quesiti, andate a firmarli: 

QUESITO n.1 - Fermare la privatizzazione dell'acqua

QUESITO n.2 - Riaprire la strada alla ripubblicizzazione

QUESITO n.3 - Eliminare i profitti dai beni comuni




giovedì 29 gennaio 2009

Macori chiede un referendum sul porta a porta

Sembrerebbe che Italo Macori, dopo avere annunciato la sua intenzione di sponsorizzare la costruzione di un inceneritore a Cesena, abbia intenzione di proporre un referendum consultivo per sondare la propensione dei cittadini di Cesena verso il Porta a Porta. Che io sappia non mi sovviene di alcun comune che abbia istituito un referendum "prima" di avviare il servizio domiciliare, mentre alcuni ne sono stati istituiti al termine della sperimentazione iniziale generalmente quando il sistema non ha funzionato, come é successo ad Argelato.

Per inciso, ad Argelato la tariffa era stata ridotta dopo l'introduzione del servizio, ma la campagna informativa è stata pessima e sono stati commessi incredibili errori, come il non dotare tutti i condomini di opportuni contenitori interni di capacità maggiorata. La colpa più grave è stata comunque il non coinvolgere direttamente i cittadini nel processo di miglioramento del servizio. E' normale che dove si sono verificati problemi conclamati la gente si ribelli e ribalti una decisione a suon di referendum, lasciando vincere logiche opportuniste ed egoiste.

Dobbiamo pertanto supporre che ove non è stato chiesto un referendum la popolazione sia contenta oppure scontenta ? Io credo che generalmente sia contenta. Caso mai il problema è al contrario, ove cittadini invocano il referendum ma questi vengono negati dalle pubbliche amministrazioni per paura di perderlo, come è avvenuto a Reggio Emilia. Quando referendum confermativi vengono richiesti, specialmente quando riguardano gli inceneritori, questi perdono sempre, perchè allora ne abbiamo tanti dislocati sul territorio ? Si va contro il volere dei cittadini anche li ?

Allo scritto del Sig. Macori, persona che in ogni caso considero seria e ragionevole, rispondo pubblicamente con la seguente:

Egregio Sig. Macori,

Mi sento in dovere di rispondere alla sua cortese replica apparsa sul Corriere in merito alla proposta di istituire un referendum propositivo a Cesena in materia di raccolta differenziata. A mio parere si tratta di un grave errore metodologico. Sono personalmente contrario affinchè certi temi delicati siano trattati alla stregua di decisioni prese a furor di opinione pubblica, ci sono infatti aspetti che non dovrebbero essere affrontati in maniera ideologica, come lei giustamente sostiene.

Perchè non è stato ad esempio indetto un referendum quando si è deciso nel 2002 di istituire Hera e dare in consegna ad essa la gestione privatistica di tutti i servizi e le forniture pubbliche essenziali ? Come avrebbe potuto esprimere, un eventuale testo di referendum propositivo, l'idea poi avveratasi che il privato avrebbe favorito si l'efficienza del servizio e le casse dei comuni, ma non altrettanto gli esborsi in tariffa dei cittadini ? Certe scelte politiche devono essere trasparenti, ma alla fine compito di una amministrazione accorta è a mio avviso sempre quello di perseguire con fiducia e tenacia certe strategie e fare delle scelte, purchè indirizzate al benessere della collettività.

Dobbiamo forse indire un referendum ogni qual volta si tratta di decidere l'apertura di un nuovo parcheggio ? Se lo si facesse sarebbe come affermare che è l'amministrazione stessa a non volere una tale scelta, anzi a boicottarla. Ovunque sul territorio si è verificata una rilevante rivoluzione di tipo gestionale, come ad esempio la sperimentazione del Porta a Porta a Forlimpopoli nata nel 2007, l'impulso non è mai partito da un referendum popolare, ma da un seria presa di consapevolezza della pubblica amministrazione.

Rilancio pertanto la sua sfida, invitandola a parteggiare politicamente per l'estensione in prova del servizio domiciliare su un quartiere di Cesena come l'Oltresavio, così come accadrà a breve ad esempio per Bertinoro, ed indire poi a distanza di un anno esatto un referendum confermativo di gradimento. Così è successo a Forlimpopoli, ove recentemente la popolazione, previa consultazione popolare, ha apprezzato il nuovo sistema con percentuali bulgare vicine al 90%, inimmaginabili solo pochi mesi prima.

Un recente studio commissionato da ATO a consulenti esterni come il prof. Alfonso Andretta, ha stimato nell'introduzione di un percorso domiciliare a Cesena un possibile aggravio dei costi inferiore al 10%, comprese le indispensabili spese di avviamento e informazione dei cittadini, il che si tradurrebbe a regime in un incremento delle tariffe paragonabile se non inferiore a quelle che Hera, comunque, già applica maggiorate ogni anno ai suoi utenti. In cambio, la prospettiva di un servizio più comodo, maggiore tutela ambientale e possibilità tecnica di commisurare la tariffa futura a quanto realmente si produce come rifiuto (tariffa puntuale).

In merito al fatto che i materiali recuperati hanno scarso mercato, questo è vero ora in quanto stiamo attraversando una fase di crisi economica, tuttavia il valore di recupero dei materiali è comunque irrisorio rispetto ad altre voci che compaiono nel costo complessivo, la cui parte preponderante (oltre il 50%) è dovuta alle spese di smaltimento, le quali più che dimezzano utilizzando un sistema domiciliare spinto. L'incremento modesto di costo é in buona parte a vantaggio dell'aumento di occupazione che il regime domiciliare comporta.

Tengo a precisare che l'associazione MIZ non intende partecipare alla prossima consultazione elettorale, che non è in alcun modo affiliata a Beppe Grillo come lei ha erroneamente indicato, e che rivendica il diritto di fare Politica con l'auspicio di avviare una seria discussione, sia con voi che con altre forze politiche incluso il PD, che su questi temi importanti preferisce al momento tacere.

Cordiali Saluti,
Paolo Marani
MIZ - Cesena