Cesena: finalmente come obiettivi laparoscopia e parto indolore
Un pò di attenzione alle donne finalmente; ma è ancora vero il monito della chiesa, biblico, "tu donna partorirai con dolore"? Sembra di sì e sembra considerato pure un fatto naturale, poichè nonostante in TUTTA l'europa e in tutto il mondo nei paesi sviluppati la prassi del parto indolore, effettuato grazie all'analgesia epidurale è prassi consolidata e gratuita, in Italia ciò accade solo in rari e pochi casi e spesso a pagamento. Perchè soffrire inutilmente? E’ di qualche giorno fa la notizia dell’approvazione parziale del nuovo disegno di legge del ministro Turco sulla tutela dei diritti delle partorienti. Fra le molte novità, l’inserimento dell’analgesia epidurale tra i livelli essenziali di assistenza in campo sanitario è sicuramente quella più importante. Quella che Il neo-ministro Turco sta conducendo è una battaglia per garantire a tutte le donne un parto naturale e senza dolore, per contrastare così il crescente numero di parti cesarei, decisamente lievitato negli ultimi anni in Italia. Sull’epidurale, però, pesano ancora molto i pregiudizi, colpevole spesso l’assenza di un’adeguata informazione in materia.
L'Azienda Usl di Cesena informa che sviluppo della chirurgia laparoscopica e, compatibilmente con i vincoli di bilancio, la programmazione del parto indolore attraverso una più capillare introduzione dell’analgesia epidurale in travaglio, sono i principali progetti che, in accordo con la direzione sanitaria dell’Ausl cesenate, si prefigge di sviluppare nel corso del 2008 il dottor Daniele Pungetti, 56 anni, bolognese, che dal mese di giugno è alla guida dell’unità operativa di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale Bufalini. Un reparto che nel corso del 2006 ha visto nascere 2.326 bambini.
Punto di riferimento per l’intera provincia per le gravidanze patologiche e a rischio, il reparto di ginecologia e ostetricia del Bufalini conta su 4 sale travaglio-parto, 31 posti letto, ed uno staff di professionisti composto da 12 medici, 27 ostetriche e 38 infermieri.
Stabile negli ultimi anni risulta anche il numero delle donne residenti fuori dall’Ausl cesenate che scelgono di partorire al Bufalini (440), contro circa un centinaio di gestanti residenti nel territorio dell’Azienda che preferiscono ricoverarsi in altra sede. Una cifra più che giustificata quest’ultima, se si tiene conto della vicinanza ai confini del territorio dell’Ausl cesenate di altre strutture ospedaliere, molte delle quali praticano anche il parto in analgesia a pagamento.
I diversi approcci alla metodologia dipendono dal fatto che il Ministero della Salute e la Regione Emilia Romagna non hanno ancora fornito indicazioni per far rientrare il parto in analgesia nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). “Fino ad oggi l’Azienda Usl – spiega Pungetti - non ha previsto, stante i vincoli di bilancio, risorse aggiuntive in proposito per poterlo praticare in maniera generalizzata, seppure non manchino motivazione e competenze dei professionisti.
Punto di riferimento per l’intera provincia per le gravidanze patologiche e a rischio, il reparto di ginecologia e ostetricia del Bufalini conta su 4 sale travaglio-parto, 31 posti letto, ed uno staff di professionisti composto da 12 medici, 27 ostetriche e 38 infermieri.
Stabile negli ultimi anni risulta anche il numero delle donne residenti fuori dall’Ausl cesenate che scelgono di partorire al Bufalini (440), contro circa un centinaio di gestanti residenti nel territorio dell’Azienda che preferiscono ricoverarsi in altra sede. Una cifra più che giustificata quest’ultima, se si tiene conto della vicinanza ai confini del territorio dell’Ausl cesenate di altre strutture ospedaliere, molte delle quali praticano anche il parto in analgesia a pagamento.
“Dal punto di vista ginecologico – dice il nuovo direttore - il mio indirizzo è orientato verso la laparoscopista, tecnica operatoria a cui sono legato da quasi trent’anni”.
“Rispetto alla chirurgia tradizionale – spiega il dottor Pungetti - le operazioni in laparoscopia sono interventi specialistici molto meno invasivi, caratterizzati da una piccola incisione sull´addome attraverso cui è introdotto un particolare strumento chiamato laparoscopio utilizzato sia afini diagnostici che chirurgici”.
“In particolare per quanto concerne il fine chirurgico – dettaglia il primario - le operazioni in laparoscopia trovano principale applicazione in patologie come le gravidanze extrauterine, le cisti ovariche o i fibromi uterini, oltre che in una parte delle patologie oncologiche”.
“Il parto indolore – spiega il dottor Pungetti - la cui applicazione, attraverso l’analgesia epidurale durante il travaglio è sempre più richiesta dalle partorienti, è attualmente praticato soltanto in casi molto particolari”. “Ci sono Aziende sanitari – chiarisce Pungetti - che praticano il parto indolore facendo compartecipare ai costi i cittadini; altre, anche romagnole, che già lo praticano in maniera diffusa e gratuitamente”.
I diversi approcci alla metodologia dipendono dal fatto che il Ministero della Salute e la Regione Emilia Romagna non hanno ancora fornito indicazioni per far rientrare il parto in analgesia nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA). “Fino ad oggi l’Azienda Usl – spiega Pungetti - non ha previsto, stante i vincoli di bilancio, risorse aggiuntive in proposito per poterlo praticare in maniera generalizzata, seppure non manchino motivazione e competenze dei professionisti.
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