mercoledì 8 giugno 2011

Per EIA, il nucleare sarà la forma di energia più costosa al 2020!


Non vi è alcun dubbio su come la discussione sul nucleare in Italia sia stata politicizzata oltre ogni limite, ciò rischia di creare un eccesso di semplificazione veramente pericoloso su scelte che sono strategiche e fondamentali per il futuro energetico del nostro paese. 

Come giustamente scrive Ugo Bardi sul suo blog, oggi nucleare sembra cosa "di destra", mentre le rinnovabili appaiono cosa "di sinistra", salvo poi trovare in entrambi gli schieramenti ideologici notevoli esempi di ripetute conversioni e ripensamenti.

Come si fa allora in questa babele di dichiarazioni e prese di posizione, talvolta dettate dalla emotività, a capire da che parte stare ?
A mio parere occorre affidarsi ad organismi indipendenti che gli sviluppi in tema di energia li conosce a fondo e li studia da tanti anni, come giustamente sostiene Giovanni Valentini nel suo buon articolo apparso su Repubblica. Pochi meglio della EIA, la agenzia indipendente di informazione energetica americana, è in grado di fornire una risposta attendibile.

Eccolo allora il Rapporto Energy Outlook 2011 (DOD-EIA/0383) appena uscito, dal quale è stato estratto il grafico che vedete quì sopra, e che spiega più di mille parole cosa prevedono gli americani al 2020 e al 2035.

I costi in $c/kWh riferiti a quattro diverse tecnologie per la produzione energetica (carbone, nucleare, vento, gas) sono stati messi a confronto attualizzati al 2009, suddividendoli nei loro contributi di costo capitale (finanziari), costi fissi (impianti e manutenzione), costi variabili (carburante) e costi di trasmissione (reti e distribuzione).

Dal grafico appare chiaramente che al 2020 l'energia nucleare risulterà la forma più costosa fra le quattro considerate per la produzione di energia elettrica. Questo soprattutto in virtù del costo capitale, come ben spiega l'articolo di Giovanni Valentini (che si riferisce però a dati del vecchio rapporto EIA 2009).

Peccato che gli americani non prendano nemmeno in considerazione il fotovoltaico, che secondo le stime di Domenico Coiante ha speranze pure esso di raggiungere la famigerata "Grid Parity" entro il 2020. Probabilmente si ritiene (a torto) che non riuscirà ad avere una grande penetrazione sul totale dell'energia consumata. Occorre però considerare che il punto di vista monopolistico (sui costi) non è lo stesso rispetto a chi intende il FV come generazione distribuita e democratica di energia elettrica, che oggi solo il fotovoltaico può rendere tecnicamente realizzabile.

Personalmente continuo a ritenere che il "valore" di una singola centrale nucleare dal costo di un miliardo di euro sia di molto inferiore al valore cumulativo di 10.000 piccoli impianti fotovoltaici dal costo di centomila euro, anche se la singola centrale producesse maggiore energia.

Altro aspetto inquietante del rapporto EIA (Pag.3) è il grande affidamento che gli americani prevedono sullo SHALE GAS (gas di scisto) e altra robaccia del genere, con pratiche estrattive che si riveleranno assolutamente disastrose per l'ambiente, come il fracking.

In soldoni,neppure i cinici americani pensano che il nucleare sarà mai competitivo in futuro dal lato dei costi, mentre lo saranno certamente l'eolico  e il gas naturale (ammesso che pensino di poterne estrarre quanto ne vogliono utilizzando giacimenti non convenzionali). Il fotovoltaico potrebbe diventare competitivo, ma ha ancora bisogno di essere sorretto da incentivi per renderlo una forma di produzione realmente distribuita e mirata alla autosufficienza energetica delle piccole comunità locali.

Alternative al nucleare un po meno costose esistono, senza nemmeno tirare in ballo le scorie, l'inquinamento da radiazioni, la pericolosità potenziale di rari ma gravissimi disastri. Sfatiamo però fin da subito l'idea che il nucleare ci dimezzi la bolletta, ciò è semplicemente ridicolo e frutto di disonestà intellettuale (semmai è presumibile il contrario, se non vogliamo finanziarlo pesantemente utilizzando la fiscalità generale).

Saltare sul nucleare oggi, equivale a investire ancora sui cavi telefonici di rame in un mondo che è passato alla banda larga a fibra ottica e al wireless distribuito, una scelta obsoleta per una tecnologia poco competitiva.

In conclusione, queste le mie ragioni del perchè vorrei invitare tutti a schierarsi per il NO AL NUCLEARE alla prossima consultazione referendaria. Possiamo spendere molto meglio i nostri soldi.

4 commenti:

  1. bisogna puntare tutto sul gas naturale

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  2. Tu punteresti, per minimizzare il rischio, tutto quello che possiedi sul "27 rosso" ?

    Forse è meglio diversificare, ma se proprio siamo nella condizione di scelte drastiche, meglio puntare su fonti rinnovabili, le uniche che danno garanzia di continuità indefinita nel tempo, caratteristica che nemmeno il gas possiede (anche se è ad oggi la meno inquinante fra le fonti convenzionali).

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  3. Spiacente ma non sono d'accordo con nessuno. Nucleare contro fotovoltaico? ma vi rendete conto delle fesserie che sparate? Io ho il fotovoltaico dal 2006 e chissa' come mai ogni volta che serve non c'e' mai. Inoltre volgiamo mettere la potenza sviluppata dal nuleare contro le rinnovabili? Ma conoscete la differenza tra 1MWh ed 1GWh?
    E poi mi fanno ridere i tedeschi tanto precisini che si perdono... Vogliono eliminare il nucleare sostituendolo con il carbone. Ma vi rendete conto delle emissioni?
    Inoltre esiste il nucleare alternativo, esiste il torio esiste il progetto rubbiatron. Documentatevi bene prima di sparare a zero come tutti i classici sapientoni di questo paese.
    Saluti

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  4. @michele: Nessuno ha mai affermato che il nucleare non funzioni, ne che possa produrre quantità di energia rilevanti in uno spazio molto piccolo.

    Il concetto è un altro.

    Il costo è spropositato, al punto da non renderlo conveniente ne per il costo dell'energia ne per i rischi che sono difficilmente riducibili in una tecnologia così complessa.

    E poi, se permetti, c'è chi trova molto più utile avere un milione di famiglie, ciascuna delle quali in grado di produrre 1KW da fotovoltaico in maniera autosufficiente e solo quando serve, piuttosto che una singola centrale da 1 GW in mano a un soggetto monopolista e con tante perdite nella rete distributiva.

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