lunedì 9 agosto 2010

Autobus elettrici per Forlì e Cesena

Due impianti fotovoltaici installati sui tetti dei depositi degli autobus di Forlì e Cesena produrranno energia alettrica per alimentare i bus elettrici. L’operazione è messa in atto da Rinnova Romagna Innovazione con il progetto Green2 Trasportation nato in Atr Forlì Cesena, l’azienda municipalizzata dei trasporti.

Gli impianti saranno pronti a settembre e produrranno energia immediatamente utile con la previsione di far risparmiare a Forlì e Cesena 121 tonnellate di Co2 annue.


Spiega RomagnaOggi:
Il progetto firmato da Rinnova è corredato inoltre da numeri decisamente interessanti relativi alla produzione di energia: a Forlì gli autobus elettrici consumano 100.000 kWh/y (kilowattora per anno); l’energia potenzialmente producibile dal fotovoltaico nel deposito di via Pandolfa è oltre 120.000 kWh/y, pari al 120% del fabbisogno degli autobus elettrici. Cesena il consumo dei bus è superiore (250.000 kWh/y), e l’energia potenzialmente producibile dal deposito Spinelli è oltre 115.000 kWh/y (46% del fabbisogno). Nel complesso, il consumo di energia elettrica degli autobus di Forlì e Cesena è di 350.000 kWh/y; quindi di questi ben 235.000 kWh/y potranno essere prodotti grazie ai due impianti fotovoltaici installati da ATR, a copertura del 67% del fabbisogno complessivo.

Fonte: Ecoblog

giovedì 5 agosto 2010

Patrizia Gentilini scrive sul "Porta a Porta"

Voglio pubblicare oggi la lettera aperta che Patrizia Gentilini, nota onco-ematologa sempre in prima linea per la difesa della salute pubblica, ha inviato recentemente alle redazioni dei quotidiani locali. Il riferimento è rivolto ovviamente alle recenti disposizioni comunali che porteranno Forlì ad adottare presto il sistema di raccolta domiciliare dei rifiuti porta a porta, in maniera integrale.

di Patrizia Gentilini

Gentile Direttore (la lettere è stata pubblicata sul quotidiano Il Resto del Carlino, nda),
vedo che sono frequentemente pubblicate lettere che  esprimono riserve e timori circa la raccolta porta a porta dei rifiuti, specie per quanto attiene un eventale aumento delle tariffe. Per una volta, come medico talvolta definito “allarmista”, mi sia consentito di intervenire per portare viceversa buone notizie, rassicurare tutti e far dormire sonni tranquilli ai nostri concittadini. Con tutta l’esperienza che ho maturato in questi anni posso davvero affermare, senza timore di smentite, che se c’è una cosa di cui non ci si deve preoccupare è proprio la raccolta domiciliare.
Anzi, vorrei avere una “finestrina cardiaca” attraverso cui tutti potessero sbirciare  e vedere quanta gioia ci sia nel mio cuore da quando ho saputo che anche nella nostra città si adotterà la raccolta “porta a porta”.
Eh sì, cari concittadini, se vogliamo guarire dalla “malattia rifiuti”, il primo passo è proprio questo: iniziare con una buona differenziazione dei rifiuti alla fonte! Se posso fare un paragone sarebbe come essere a letto con la febbre e tenere la finestra spalancata: per quanti antibiotici prendiamo il freddo che entra non ci permette di guarire e così, perifrasando, fare la raccolta domiciliare è come chiudere la finestra, il primo passo verso la guarigione dalla “malattia rifiuti”!
Perche sono tanta fiduciosa? Semplice, perchè la raccolta domiciliare non è una “balzana” idea del nostro Sindaco, ma quanto praticato già da anni da  milioni di cittadini nel nostro Paese e che ha dimostrato di comportare i maggiori vantaggi sia in termine di riduzione di rifiuti (mediamente -20%), aumento della raccolta differenziata (fino al 70-80%) e, soprattutto, a regime, diminuzione delle tariffe (-15%). Ricordo che già nel 2006 una ricerca su oltre 13  milioni di cittadini fatta dall’Ecoistituto di Faenza dimostrava quanto vi sto dicendo.
Già oggi un cittadino che vive in un appartamento di 80 metri quadri in Provincia di Treviso, ove si fa il porta a porta, paga per la Tarsu 90 euro l’anno rispetto ai 120 euro circa che si pagano da noi, vi pare poco? Questo non succede solo in Veneto, ma anche in provincie del Lazio, Lombardia, Sardegna, Sicilia, Piemonte, Campania…. Ad Ancona, proprio in questi giorni, è in atto in Consiglio Comunale un ripensamento dell’intero ciclo dei rifiuti e si stima una diminuzione del 30% delle tariffe adottando la raccolta domiciliare spinta finalizzata al riciclo totale della materia.
La raccolta domiciliare certamente comporta un cambiamento di abitudini ed un maggior numero di addetti, richiede quindi una adeguata informazione, la collaborazione di tutti ed un aumento degli occupati. Maggiori occupati (cosa non disprezzabile coi tempi che corrono) significa maggiori costi, ma sia chiaro: questi maggiori costi sono ampiamente compensati dai minori costi di smaltimento del residuo, dai minori investimenti e dal maggior guadagno che proviene dalla vendita dei materiali ben differenziati alla fonte ed è qui che vogliamo si vada a parare: la raccolta porta a porta deve essere finalizzata al riciclo e non all’incenerimento!
E non si dica che non esiste mercato per il riciclo in  periodo di esaurimento di risorse come l’attuale: il 10 Novembre 2009 Assopannelli ha denunciato la carenza di legno di riciclo per la costruzione di pannelli truciolari, legno che insieme a tante altre nobili materie quali carta e plastiche viene totalmente sprecato nelle voraci fauci degli inceneritori!
Infine, e mi stupisce  davvero che mai questo venga messo sul “piatto della bilancia”, perchè nessuno affronta il problema dei “costi esternalizzati”, ossia i costi in termini di danni alla salute ed all’ambiente che provengono dalle attività industriali/energetiche/produttive, ecc? Questi costi, riconosciuti e valutati (oltretutto parzialmente) dall’UE, variano, per l’incenerimento di una tonnellata di rifiuti da 4.5 a 21 Euro, a seconda dell’efficenza energetica raggiunta dall’impianto.
Allora, se mettiamo sul piatto della bilancia la riduzione del 20% della TARSU che si ottiene col porta a porta, l’assenza di costi esternalizzati, i nuovi posti di lavoro che si creano, da che parte pende la bilancia?
A me pare che penda tutta da una sola parte e che i motivi per dire sì al porta a porta - “senza se e senza ma” - siano indiscutibili.
O forse a qualcuno non interessa farci guarire dalla “malattia rifiuti”?
Patrizia Gentilini
ISDE Italia

mercoledì 4 agosto 2010

Aperitivo MIZ al Magazzino Parallelo

Come già successo il 23 Giugno scorso, oggi al Magazzino Parallelo è ancora il turno del MIZ, che proporrà agli ospiti il suo aperitivo solidale (nei fatti una vera e propria cena). L'iniziativa è volta al finanziamento del prossimo evento Decrescifest 2010, che come l'edizione passata si svolgerà ancora a Villa Silvia nelle date 11 e 12 Settembre 2010. 

Attualmente tutte le nostre poche energie sono rivolte alla programmazione di questo importante evento, che ha visto l'anno scorso alternarsi a Settembre tanti ospiti, richiamando oltre un migliaio di visitatori. Quest'anno le risorse sono pochine, ma ce la metteremo tutta per offrire un evento se possibile ancora più interessante e coinvolgente. Venite quindi al nostro aperitivo solidale di oggi pomeriggio alle 18:30, contribuirete a rendere il prossimo decrescifest una esperienza degna di essere vissuta.

mercoledì 4 aAgosto
al MAGAZZINO PARALLELO dalle ore 18.30 in poi
un'altra intensa giornata con il
Piccolissimo Mercato del
Biologico Autoprodotto e Solidale
La musica del Magazzino Parallelo, frutta e verdura di Elena Perugini, salumi, formaggi, pane e farina di Terre Solidali, il moijito di Giaime!