venerdì 10 giugno 2011

Referendum sull'acqua, rifletteteci per favore

Vi risparmio la scrittura di tutto il cucuzzaro del DL135 (Decreto Ronchi), che non è nemmeno l’unico citabile a proposito del processo di privatizzazione dell'acqua. Tra l'altro, dice cose che alla fin fine sono pure condivisibili... In recepimento delle normative europee, "Se vai a gara, deve essere ad evidenza pubblica", non esiste che ti affidi al privato che ti sei scelto da solo (e che magari ti ricompensa con prebende o bei posticini nel CDA, tipo Hera per intenderci).

Nel tempo, a partire dalla visione "comunitaria" del mercato europeo, in cui l'accento era posto sulla trasparenza e rimozione delle barriere alle imprese fra gli stati membri, si sono susseguite numerose e inestricabili modificazioni. Serve relmente un giurista per addentrarsi nei meandri di questa spaghettara legislativa all'italiana, quindi meglio ribadire (per i duri e puri di spirito) un po la storia degli eventi:


Il decreto ronchi è solo una tappa di un percorso già avviato da tempo (Anche Bersani ha precise responsabilità), ma tornando al referendum (visto che qualcosa di "fisico" lo si deve pure abrogare per forza) il quesito referendario si concentra sostanzialmente, al termine del trenino legislativo, su questo articolo:

Vedi Art. 23bis (L 133/2008), quello che si vuole abrogare

Ne riporto qualche stralcio, così da farsi una idea:

2. Il conferimento della gestione dei servizi pubblici locali avviene, in VIA ORDINARIA, a favore di imprenditori o di società in qualunque forma costituite individuati mediante procedure competitive ad evidenza pubblica, ….

6. E’ consentito l’affidamento simultaneo con gara di una pluralità di servizi pubblici locali nei casi in cui POSSA ESSERE DIMOSTRATO che tale scelta sia economicamente vantaggiosa

9. I soggetti titolari della gestione di servizi pubblici locali non affidati mediante le procedure competitive ….., NON POSSONO acquisire la gestione di servizi ulteriori ovvero in ambiti territoriali diversi …
Il divieto di cui al periodo precedente non si applica alle SOCIETA’ QUOTATE in mercati regolamentati. … In ogni caso, entro la data del 31 dicembre 2010, per l’affidamento dei servizi si procede mediante PROCEDURA COMPETITIVA ad evidenza pubblica. (N.d.r. termine poi slittato al 2011)

Io sono solo un misero ingegnere elettronico, di giurisprudenza me ne intendo come un esercente di ortofrutta di alimentatori switching… però quando viene ribadito, in più punti, che le attuali gestioni pubbliche SONO L’ECCEZIONE, ed entro il 31 dicembre SI VA A GARA PER FORZA, e se il pubblico vuole vincere DEVE PER FORZA FARE L’OFFERTA MIGLIORE, significa solo una cosa..

SVENDERE SUL MERCATO quello che resta delle gestioni in-house, affinchè il modello delle ex-municipalizzate (alla Hera ad esempio) acquisisca OVUNQUE il controllo esclusivo della gestione (e alla fin fine anche delle risorse).

Io più di così non saprei spiegarlo… da qualche parte c’è anche l’articolo che stabilisce la QUOTA MASSIMA che dovrà mantenere il pubblico dentro le aziende private che vinceranno le gare (Noi con Hera abbiamo già dato in anticipo, ma al 2015 occorrerà ridurre la presenza del pubblico un altro po fino ad arrivare entro il 30%).

Quindi, ribadisco il concetto che penso risponda a verità… se vince il NO, i comuni non possono sceglere, faranno tutti le gare e basta (e perderanno quasi per forza), se vince il SI, rimane la scelta se fare la gara o meno.

La parte buffa è che, garantire ai comuni e agli enti territoriali locali una reale possibilità di scelta, anche in un ottica di tipo federalista, dovrebbe essere un atteggiamento assai più LIBERALE di un obbligo forzato imposto dall'alto, persino per i fulminati che si ostinano a seguire i dettami di Berlusconi, malgrado il suo evidente disfacimento politico e morale.

Rifletteteci per favore, il 12 e 13 Giugno l'acqua non sta solo al mare, ma anche ai seggi elettorali. Andate a Votare!

mercoledì 8 giugno 2011

Per EIA, il nucleare sarà la forma di energia più costosa al 2020!


Non vi è alcun dubbio su come la discussione sul nucleare in Italia sia stata politicizzata oltre ogni limite, ciò rischia di creare un eccesso di semplificazione veramente pericoloso su scelte che sono strategiche e fondamentali per il futuro energetico del nostro paese. 

Come giustamente scrive Ugo Bardi sul suo blog, oggi nucleare sembra cosa "di destra", mentre le rinnovabili appaiono cosa "di sinistra", salvo poi trovare in entrambi gli schieramenti ideologici notevoli esempi di ripetute conversioni e ripensamenti.

Come si fa allora in questa babele di dichiarazioni e prese di posizione, talvolta dettate dalla emotività, a capire da che parte stare ?
A mio parere occorre affidarsi ad organismi indipendenti che gli sviluppi in tema di energia li conosce a fondo e li studia da tanti anni, come giustamente sostiene Giovanni Valentini nel suo buon articolo apparso su Repubblica. Pochi meglio della EIA, la agenzia indipendente di informazione energetica americana, è in grado di fornire una risposta attendibile.

Eccolo allora il Rapporto Energy Outlook 2011 (DOD-EIA/0383) appena uscito, dal quale è stato estratto il grafico che vedete quì sopra, e che spiega più di mille parole cosa prevedono gli americani al 2020 e al 2035.

I costi in $c/kWh riferiti a quattro diverse tecnologie per la produzione energetica (carbone, nucleare, vento, gas) sono stati messi a confronto attualizzati al 2009, suddividendoli nei loro contributi di costo capitale (finanziari), costi fissi (impianti e manutenzione), costi variabili (carburante) e costi di trasmissione (reti e distribuzione).

Dal grafico appare chiaramente che al 2020 l'energia nucleare risulterà la forma più costosa fra le quattro considerate per la produzione di energia elettrica. Questo soprattutto in virtù del costo capitale, come ben spiega l'articolo di Giovanni Valentini (che si riferisce però a dati del vecchio rapporto EIA 2009).

Peccato che gli americani non prendano nemmeno in considerazione il fotovoltaico, che secondo le stime di Domenico Coiante ha speranze pure esso di raggiungere la famigerata "Grid Parity" entro il 2020. Probabilmente si ritiene (a torto) che non riuscirà ad avere una grande penetrazione sul totale dell'energia consumata. Occorre però considerare che il punto di vista monopolistico (sui costi) non è lo stesso rispetto a chi intende il FV come generazione distribuita e democratica di energia elettrica, che oggi solo il fotovoltaico può rendere tecnicamente realizzabile.

Personalmente continuo a ritenere che il "valore" di una singola centrale nucleare dal costo di un miliardo di euro sia di molto inferiore al valore cumulativo di 10.000 piccoli impianti fotovoltaici dal costo di centomila euro, anche se la singola centrale producesse maggiore energia.

Altro aspetto inquietante del rapporto EIA (Pag.3) è il grande affidamento che gli americani prevedono sullo SHALE GAS (gas di scisto) e altra robaccia del genere, con pratiche estrattive che si riveleranno assolutamente disastrose per l'ambiente, come il fracking.

In soldoni,neppure i cinici americani pensano che il nucleare sarà mai competitivo in futuro dal lato dei costi, mentre lo saranno certamente l'eolico  e il gas naturale (ammesso che pensino di poterne estrarre quanto ne vogliono utilizzando giacimenti non convenzionali). Il fotovoltaico potrebbe diventare competitivo, ma ha ancora bisogno di essere sorretto da incentivi per renderlo una forma di produzione realmente distribuita e mirata alla autosufficienza energetica delle piccole comunità locali.

Alternative al nucleare un po meno costose esistono, senza nemmeno tirare in ballo le scorie, l'inquinamento da radiazioni, la pericolosità potenziale di rari ma gravissimi disastri. Sfatiamo però fin da subito l'idea che il nucleare ci dimezzi la bolletta, ciò è semplicemente ridicolo e frutto di disonestà intellettuale (semmai è presumibile il contrario, se non vogliamo finanziarlo pesantemente utilizzando la fiscalità generale).

Saltare sul nucleare oggi, equivale a investire ancora sui cavi telefonici di rame in un mondo che è passato alla banda larga a fibra ottica e al wireless distribuito, una scelta obsoleta per una tecnologia poco competitiva.

In conclusione, queste le mie ragioni del perchè vorrei invitare tutti a schierarsi per il NO AL NUCLEARE alla prossima consultazione referendaria. Possiamo spendere molto meglio i nostri soldi.

lunedì 6 giugno 2011

Andrea Segrè a Cesena con il suo progetto Last Minute Market


Ripensare la produzione e il consumo, secondo un uso coerente di ogni risorsa, per rispettare l’ambiente. Andrea Segrè, preside dell’Università di Agraria di Bologna, presenterà martedì 7 giugno alla sala cinema San Biagio (via Aldini 24) alle 20.30 il suo lavoro più recente “Lezioni di ecostile. Consumare, crescere, vivere”. E' l'ultimo ospite del ciclo di incontri “Non siamo nati per …rifiutare”, promosso dal Miz-Movimento Impatto Zero in collaborazione con il Comune di Cesena, Compostuter, Comitato per l'acqua di Cesena e Comitato Lasciateci l'aria per respirare, a supporto dell’avvio del progetto integrato di raccolta differenziato nel quartiere Oltresavio.

Manuale per uno stile di vita all’insegna delle scelte “green”, “Lezioni di ecostile” propone tre lezioni, con esempi concreti, dedicate al consumo critico, alla riduzione degli sprechi, contro l’imperativo della crescita ad ogni costo che pervade la nostra economia.

Segrè racconterà inoltre l'esperienza del Last Minute Market, progetto da lui ideato per trasformare lo spreco in risorse. Se uno yogurt sta per scadere, invece che lasciarlo sugli scaffali dei supermercati è meglio portarlo a chi ne ha bisogno. Un’idea così semplice da sembrare banale. 

Il Last Minute Market nasce proprio da questa riflessione nel 1998 alla Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna e diventa presto una realtà molto diffusa: a oggi si contano oltre 40 città raggiunte dal servizio. Fra queste, e con ottimi risultati, anche Forlì-Cesena.

Nel corso della serata, moderata dal presidente del Miz Barbara Martini, interverrà anche l'attore cesenate Roberto Mercadini che si esibirà in pillole di teatro civile.

L’iniziativa vedrà inoltre la partecipazione espositiva del progetto Compostuter per il riciclo creativo e della sezione cesenate del forum italiano dei movimenti per l’acqua, che promuoverà i referendum del 12 e 13 giugno.


Ciclo di incontri
NON SIAMO NATI PER …. RIFIUTARE
7 giugno, ore 20.30 – Sala cinema San Biagio
 “Lezioni di ecostile per scelte Green”

Per informazioni: cell. 338.7280586 – www.movimentoimpattozero.it

P.S: Vi consiglio di visionare la bellissima intervista di Serena Dandini ad Andrea Segrè nella sua trasmissione "Parla con Me"