giovedì 28 maggio 2009

Doppio appuntamento per Beppe Grillo a Cesena e Forlì


Appuntamento assolutamente da non perdere quello di Giovedì 28 maggio per una occasione di incontro davvero singolare. Il conosciutissimo Beppe Grillo sarà dapprima a Cesena per promuovere la lista civica "Cesena cinque stelle", poi a Forlì per promuovere la lista civica "DestinAzione Forlì", entrambe certificate secondo i dettami del comico genovese.

Non è dato sapere se "l'effetto Grillo" sarà in grado di incrementare le preferenze degli elettori verso le due giovanissime formazioni politiche, sicuro però che sui due palchi se ne sentiranno delle belle, prospettandosi come una doppia serata assolutamente frizzante.

L'evento di Cesena sarà più orientato alla musica e allo spettacolo, con il concerto dei Mamasita. L'evento di Forlì sarà invece più politico e rivolto alla tutela dell'ambiente, con ospiti personaggi del calibro di Maurizio Pallante, Marco Boschini, Patrizia Gentilini, tutte personalità che già noi del MIZ abbiamo avuto il piacere di ospitare varie volte a Cesena per una serie di seminari.

Tenetemi un posto in prima fila ;o)

5 commenti:

  1. Una domanda, che non vuole essere provocatoria.

    Tra i 4 requisiti c'è:

    # Ogni candidato dovrà risiedere nella circoscrizione del Comune per il quale intende avanzare la propria candidatura. Per le elezioni comunali dei capoluoghi di provincia, i candidati potranno risiedere in uno dei comuni appartenenti a quella provincia.

    La lista Destinazione Forlì ha diversi candidati residenti fuori dal comune e dalla provincia.
    Quindi questo requisito era un consiglio, non un vincolo?

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  2. Voglio rivelarti un po come stanno le cose.

    La carta originale di grillo era scritta con l'accetta, perlava addirittura di candidati SOLO residenti nello stesso comune di elezione. Ovviamente ci sono state sonore proteste per evidenti ragioni da varie liste. Con fatica sono riusciti a convincere Grillo che era opportuno estendere alle città "confinanti" la candidatura. Poi Grillo che fa ? Allarga in extremis la possibilità all'intera provincia, come se fosse cosa assai meno restrittiva, dimenticandosi però che esistono realtà "confinanti" che cadono in province diverse. Tipo Borgo Sisa che sta sotto ravenna anche se è a due passi da Forlì, per esempio. La sua risposta è stata che la "regola" verrà valutata caso per caso.

    Si ritorna alla vecchia storia, una legge di disciplina serve a poco se viene interpretata alla lettera, senza valutare quale ne è l'intento. L'intento era che i candidati avessero a cuore la realtà locale che vogliono amministrare, e non provenissero di comodo da altre città lontane se non altre regioni.

    Se letta con la dovuta elasticità mentale, capirai che l'intento è stato pienamente rispettato, e che la regola di disciplina era semplicemente stata scritta con i piedi.

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  3. Ti ringrazio.

    Due considerazioni.

    La prima, è che il metodo con il quale vengono fatte le scelte poi incide anche sul merito delle proposte. Se Grillo non decidesse da solo queste cose, probabilmente le regole sarebbero più intelligenti.

    La seconda è che tutte le regole date da Grillo come garanzia di qualità in realtà non lo sono.

    1) Il fatto che una persona sia iscritta ad un partito o ad un movimento politico (nel quale potremmo includere anche il MIZ, ad esempio), che magari non si presenta alle amministrative, non è indice per forza di cose di doppi fini. Dipende ovviamente dai casi.

    2) Il fatto che sia impossibile candidare una persona condannata magari per diffamazione, per aver combattuto una battaglia giusta con parole sbagliate, non è indice di qualità

    3) Se uno è stato consigliere di circoscrizione o di quartiere ha assolto un mandato elettorale, per questo dovrebbe essere escluso?

    4) La residenza nel Comune è a mio giudizio abbastanza importante, perché così uno conosce il territorio, ma non deve essere un vincolo sine qua non.


    Se si guarda nel dettaglio, queste 4 regole sono abbastanza ridicole, per come sono poste.
    Potrei aggiungere altre regole: nessun candidato consigliere di aziende che gestiscono servizi pubblici, nessun candidato sotto un certo livello di istruzione, nessun candidato sopra un certo reddito, nessun candidato proprietario di televisioni o quotidiani, nessun candidato che beve coca-cola e così via.

    Per questo non vedo un aumento nella democrazia nel bollino dato da un singolo, a discrezione.

    E' un aspetto importante: può un singolo estraneo dal territorio decidere cosa succederà in tutte le città?

    Non è forse meglio una struttura federale di una associazione nazionale, che a tutti i livelli decide democraticamente le scelte da compiere assumendosene la responsabilità?

    Le regole per me devono essere regole, e devono essere scritte bene per poter essere applicate rigidamente. Non tutto deve rientrare nelle regole, il resto dovrebbe essere deciso democraticamente.

    Ma la storia della regola e della deroga per amicizia sinceramente a me piace poco.

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  4. Non perdi mai occasione per farti un po di campagna elettorale, eh ?

    Sulle regole ti ho già detto che hai ragione, ma non estrapolerei il discorso come hai fatto tu, "allora tanto vale mettere nessun candidato che beve cocacola ...". Ovvio che ci sono reati e reati, e pretendere la fedina penale immacolata mi sembra eccessivo, però se talune di quelle regole venissero davvero applicate anche nei partiti, sarebbe comunque una rivoluzione.

    Mi sembra un po retorico dire "troppe regole quindi nessuna regola". Non per difendere grillo, ma il limite dei due mandati mi sembra sacrosanto, e non credo che valga se uno fa prima il consigliere di quartiere.

    La residenza in un comune non è indice di conoscenza del territorio, posso prendere residenza ovunque mi pare, anche se non ci sono nato e non conosco nessuno.

    Un bollino è un bollino, non è indice di qualità ma è indice di aderenza ad una serie di valori e principi condivisi, anche avere la tessera di un partito è un bollino.

    Io non ho infatti nessuna tessera di partito e non intendo averne.

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  5. Scusami, non lo faccio per campagna elettorale, ho detto le stesse cose appena Grillo ha fatto la scelta di mettere il bollino alle liste civiche.

    Non pensavo di dare fastidio (così come non ne dai tu quando scrivi sul mio blog), la prossima volta ti scriverò le stesse cose in privato.

    Non dico "troppe regole = nessuna regola", dico che le regole devono essere regole.

    Il limite dei due mandati se vale per amministrazione va bene e sono completamente d'accordo (tra l'altro è una regola che ha assunto pure il PD, quindi non c'è niente di strano). Nel decalogo di Grillo c'è scritto che non possono aver assunto cariche elettive, quindi è generico.

    Secondo me è giusto ad esempio che un Parlamentare abbia fatto "gavetta" a livelli politici più semplici, per poter svolgere bene quello che è, per un periodo limitato di tempo, un lavoro a tutti gli effetti (lo stesso Grillo parla di dipendenti, tu metteresti a dirigere una azienda uno che non ci ha mai lavorato?)


    Condivido la penultima frase: il bollino è un indice di aderenza ad una serie di valori esattamente come una tessera di una associazione ed un partito. Non ci vedo differenza.

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