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domenica 5 giugno 2011

La minoranza rabbiosa e la costituente ecologista


Le associazioni ambientali, i comitati civici, i movimenti di cittadini, cosa sono in fondo ?

Sono la minoranza frammentata, disorganizzata, rabbiosa, che sa di avere ragione ma che non ha gli strumenti per cambiare le cose e incidere sull'altra minoranza, quella ancora più piccola ma compatta e arrogante, che ci governa confondendo il bene comune con gli interessi economici di parte.(cit. Domenico Finiguerra)

La maggioranza delle persone, quelle assuefatte dalla televisione e dal benessere insostenibile ispirato dalla moderna società dei consumi, preferisce vivere nell'oggi, ignara della direzione in cui sta andando il mondo, confinata nell'incultura dilagante e mantenuta con scarsa preparazione scientifica, cosicchè questi problemi non se li ponga neppure.

Per unire tutti quegli orticelli fatti di persone di buon senso, nasce abbiamo un sogno, parte fondamentale della costituente ecologista, nata per riportare in Italia l'esperienza europea del movimento Verde, da noi ridotto al lumicino e marginalizzato ai bordi della scena politica.

Mi sembra che questa costituente ecologista nasca sotto il migliore auspicio possibile, quello di ridare speranza per il futuro. Tutti gli interventi della convention del 22 Maggio al teatro Ambra Jovinelli di Roma sono stati di alto livello, ma quello di Michele Dotti è stato davvero straordinario, vi invito ad ascoltarlo.

mercoledì 27 aprile 2011

L'evoluzione della specie italica, ci mancano i fondamentali

Complice le distrazioni del periodo pasquale, sta succedendo davvero di tutto in Italia. Si affossano i referendum con l'imbroglio per evitare che vengano vinti, si dichiara guerra a un paese per "perfezionare" la risoluzione onu che stabiliva solo una no-fly-zone

Poi salta fuori Giovanardi a sostenere che Ustica è stata causata da una bomba, non pago di aver denunciato lo spot dell'Ikea che a suo parere offende la costituzione perchè ammicca ai gay, la stessa costituzione che sta per essere bombardata da una raffica di inutili modifiche a casaccio che nessuno ha chiesto e nessuno vuole. Nel frattempo si incita a sparare ai profughi del mediterraneo sull'onda del "fora da i ball". Potrei continuare all'infinito.

Ma cosa diavolo sta succedendo in Italia ? Quà mancano proprio i fondamentali della convivenza civile e un minimo di rispetto per la logica, non dico per i diritti umani.

Personalmente vorrei continuare ad occuparmi di sostenibilità ambientale, di buone pratiche, di ecologia, di comunità solidali, di pace, ma come si fa davanti al continuo dispiegamento di questi modelli culturali devastanti funzionali all'apparente scopo di distrarre l'opinione pubblica ad ogni costo ? Non si può che rimanere inebetiti guardando passare gli eventi. 

Io credo sempre più che ci stanno nascondendo qualcosa, evidentemente la coperta è troppo corta per poterlo ammettere pubblicamente e si fa a gara a chi la spara più grossa, tanto per poterla tirare impunemente verso il proprio angoletto quando la situazione economica si farà davvero pesante.

Abbiamo bisogno di modelli sociali nuovi, di reinventare un modo di fare politica che sia vicino ai bisogni reali della gente, fuori dalle logiche di un sistema nato per produrre a basso costo oggetti di cui la società non sente il bisogno, con consumi energetici forsennati che forse domani non ci potremmo più permettere, non ci stupiamo nemmeno più di come si possano affossare le energie rinnovabili inseguendo la chimera della crescita infinita.

Chiamatela decrescita, sobrietà, buon senso, politica dal basso, ispirazione cristiana, attivismo solidale, partecipazione responsabile, democrazia diretta, chiamatela come volete, ma qualcosa deve pur succedere, volenti o nolenti, perchè di questa strada non se ne può davvero più.

mercoledì 13 aprile 2011

Andiamo tutti a votare i referendum del 12 e 13 Giugno


L'informazione "mainstream" non ne parla, presa com'è dalle grottesche vicende processuali del presidente del consiglio, al punto che secondo un recente sondaggio di Repubblica oltre il 50% dei cittadini non conosce i quesiti referendari, e addirittura un buon 20% non sa nemmeno che ci sarà un referendum!

Tra l'altro, sembra che questi ci costeranno qualcosa come 455 milioni di euro, oltre la metà dei quali sarebbero stati risparmiati se il PD fosse riuscito ad approvare la mozione per accorpare i referendum alle amministrative. Una dozzina di assenze (strategiche?) alle votazioni fra le file dell'opposizione, non tutte ben giustificate, hanno permesso al parlamento di separare i referendum dall'election day, cosa che probabilmente minerà alla radice la loro possibilità di raggiungere il quorum.

Dicevamo, l'informazione non ne parla, allora diciamo qualcosa anche noi, cerchiamo di presentare i quesiti referendari con i commenti dei loro promotori , in particolare quelli su acqua e nucleare:

Primo quesito: Privatizzazione dell'acqua

Finalità : fermare la privatizzazione dell’acqua
Si propone l’abrogazione dell’art. 23 bis (dodici commi) della Legge n. 133/2008 , relativo alla privatizzazione dei servizi pubblici di rilevanza economica.
È l’ultima normativa approvata dal Governo Berlusconi. Stabilisce come modalità ordinarie di gestione del servizio idrico l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o l’affidamento a società a capitale misto pubblico-privato, all’interno delle quali il privato sia stato scelto attraverso gara e detenga almeno il 40%.
Con questa norma, si vogliono mettere definitivamente sul mercato le gestioni dei 64 ATO (su 92) che o non hanno ancora proceduto ad affidamento, o hanno affidato la gestione del servizio idrico a società a totale capitale pubblico. Queste ultime infatti cesseranno improrogabilmente entro il dicembre 2011, o potranno continuare alla sola condizione di trasformarsi in società miste, con capitale privato al 40%. La norma inoltre disciplina le società miste collocate in Borsa, le quali, per poter mantenere l’affidamento del servizio, dovranno diminuire la quota di capitale pubblico al 40% entro giugno 2013 e al 30% entro il dicembre 2015.
Abrogare questa norma significa contrastare l’accelerazione sulle privatizzazioni imposta dal Governo e la definitiva consegna al mercato dei servizi idrici in questo Paese.


Secondo quesito: Tariffe del servizio idrico

Finalità : fuori i profitti dall’acqua
Si propone l’abrogazione dell’’art. 154 del Decreto Legislativo n. 152/2006 (c.d. Codice dell’Ambiente), limitatamente a quella parte del comma 1 che dispone che la tariffa per il servizio idrico è determinata tenendo conto dell’ “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
Poche parole, ma di grande rilevanza simbolica e di immediata concretezza. Perché la parte di normativa che si chiede di abrogare è quella che consente al gestore di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% a remunerazione del capitale investito, senza alcun collegamento a qualsiasi logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio.
Abrogando questa parte dell’articolo sulla norma tariffaria, si elimina il “cavallo di Troia” che ha aperto la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici: si impedisce di fare profitti sull’acqua.

Terzo quesito: Nucleare

Finalità : no al ritorno del nucleare in Italia
Il quesito referendario presentato per abrogare la norma per la “realizzazione nel territorio nazionale di impianti di produzione di energia nucleare” è lungo e articolato. Si tratta di una parte del decreto legge recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria” firmato il 25 giugno 2008 e convertito in legge “con modificazioni” il 6 agosto dello stesso anno. Nella prima parte, recita:
«Volete voi che sia abrogato il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, nel testo risultante per effetto di modificazioni ed integrazioni successive, recante “Disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e perequazione tributaria”... seguono articoli e commi che si desidera abrogare.
Il testo completo del quesito può essere consultato sulla pagina di Wikipedia

Quarto quesito: Legittimo impedimento

Finalità : abrogare la norma sul legittimo impedimento
Si propone l'abrogazione della legge 7 aprile 2010, n. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale:
« Volete voi che siano abrogati l’articolo 1, commi 1, 2, 3, 5 e 6, nonché l’articolo 2, della legge 7 aprile 2010, n. 51, recante “Disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza”? »
Questa norma crea una evidente disparità fra i comuni cittadini, il cui legittimo impedimento è certificato da un giudice, e alcuni "privilegiati", i quali si autocertificano l'impossibilità di recarsi davanti a un giudice, cosa che appare in palese contrasto con l'articolo 3 della costituzione.

giovedì 9 luglio 2009

Gli oneri di urbanizzazione, un ricatto perpetuo

Sono gli oneri di urbanizzazione, i soldi facili da spalmare nei bilanci per coprire i buchi, che caratterizzano l'attuale politica fatta di espedienti e svendita del territorio. L'intervista che segue è stata realizzata a Domenico Finiguerra, sindaco di Cassinetta di Lugagnano (MI), a seguito della sua inaudita decisione di vincolare il proprio comune alla crescita urbanistica zero:

Oggi i comuni versano in condizioni economiche precarie. Entrate in diminuzione e uscite in aumento producono bilanci in forte squilibrio. In assenza di una reale autonomia finanziaria, per un sindaco e la sua giunta, è sempre più difficile far quadrare i conti.
 Se poi l’attività amministrativa è ispirata da manie di grandezza (molti amministratori vogliono e promettono oltre misura: palazzetti, piscine, centri civici, bowling, rotonde, eventi e appuntamenti autoreferenziali), diventa ancora più difficile trovare le risorse necessarie.
 Così, grazie al combinato disposto di una legge, che consente di applicare alla parte corrente dei bilanci gli oneri di urbanizzazione e della disponibilità di territorio i comuni praticano la monetizzazione del territorio.
 Un circolo vizioso che, se non interrotto, porterà al collasso intere zone/regioni urbane. Un meccanismo deleterio, che permette di finanziare i servizi ai cittadini con gli oneri di urbanizzazione, con l’edilizia, la quale produce nuovi residenti e nuove attività e quindi nuove domande di servizi, e così via, con effetti devastanti. Un meccanismo che di fatto droga i bilanci comunali, finanziando spese correnti con entrate una tantum, che prima o poi finiranno, perchè ripeto il territorio non è infinito.
 Quindi il primo vantaggio, sta nell’aver interrotto questo circolo vizioso. Risparmiando la terra. Ma questa scelta oltre a recare beneficio alla terra, ha messo in moto, data la scarsità di risorse con le quali ci dobbiamo misurare tutti i giorni, sobrietà e austerità. Virtù amministrative che, dati i tempi, è sempre più urgente reintrodurre nella pratica politica quotidiana.

L'intervista completa continua sul sito dei comuni virtuosi.

sabato 6 giugno 2009

Alla vigilia del voto le urne ci guardano

Siamo alla soglia di trasformazioni importanti, per la prima volta nella storia umana si ha la netta percezione che il mondo convergerà presto verso un unico punto, in cui la crisi economica, energetica, climatica, ambientale ed etica confluiranno come in un tutt'uno, confondendosi e diventando non più separabili.

La crisi ambientale è solo uno dei fili di questa inestricabile matassa di interessi umani, tirando ciascuno di essi si rischia che emergano tutte le altre contraddizioni che la nostra complicata società è in grado di esprimere.

Il Miz non darà indicazioni di voto, sport preferito in questi giorni di campagna elettorale, ma invita a tirare questo "filo" (quello dell'ambiente) in maniera preferenziale, perchè ad esso è legato qualcosa di più importante di una passeggera crisi economica, cioè il futuro e la salute dei nostri discendenti.

L'unico vero auspicio é che vengano premiati tutti coloro (in ogni partito) che sapranno governare questi cambiamenti epocali, agendo in discontinuità rispetto a come si è sempre fatto e garantendo una transizione morbida verso un futuro difficile ma carico di enormi speranze.

Insomma, le urne ci guardano, andate a votare che è sempre esercizio utile.

giovedì 4 giugno 2009

Quando le associazioni fanno politica

Il candidato sindaco Paolo lucchi ha evidentemente deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa rispondendo prontamente (addirittura all'interno dello stesso articolo) alle legittime pressioni delle associazioni, fra cui il MIZ e il comitato Osservanza, riguardo alla questione ambientale. La velata accusa che rivolge ai movimenti è quella di "perdere spontaneità" qualora al loro interno esistano esponenti che appoggiano formazioni politiche (ovviamente che non siano la sua).

La differenza fra un partito politico e un movimento cittadino (o associazione) sta appunto proprio in questo, i primi si (pre)occupano di schierarsi, i secondi si impegnano in attività per veder realizzare i propri (limitati) obiettivi sociali.

L'obiettivo principale di una associazione come il MIZ è quello di portare all'attenzione della cittadinanza temi come il Porta a Porta, non quella di appoggiare questo o quel partito politico, è per questo motivo che comunichiamo con tutti ma siamo particolarmente critici soprattutto verso coloro che non accolgono le nostre istanze in maniera per noi soddisfacente.

Il fatto che taluni esponenti di questi movimenti preferiscano anche impegnarsi politicamente in prima persona non fa delle loro associazioni "soggetti partito", ma ne accresce semmai il ventaglio di relazioni e di esperienze diffondendone le istanze all'interno di tutta la società, senza ergere muri a difesa di piccoli orticelli ideologici. Si chiama onestà intellettuale e apertura mentale.

Ad esempio, sappiamo che in Veneto gran parte delle amministrazioni che hanno abbracciato il porta a porta sono guidate dalla Lega Nord, e in questo caso specifico possiamo dire "Brava Lega Nord che fai queste cose". Questo non significa certo che il MIZ simpatizza con la lega nord, che anzi considera quanto di peggio possa esserci in merito alla sensibilità verso l'ambiente e al rispetto dei diritti umani e delle minoranze, dato che persevera nel consueto mantra della crescita economica a tutti i costi.

Se le stesse cose fossero state proposte dal Pdl o dal PD avremmo avuto lo stesso identico atteggiamento. Il nostro scopo è quello di creare un interesse trasversale verso i temi specifici della sostenibilità e dell'ecologia. Non ci possiamo ne vogliamo interessare anche di legalità, di lavoro, di razzismo, di giustizia, anche se sono tutti temi strettamente correlati. Ci limitiamo ai temi ambientali e su quelli facciamo le nostre valutazioni.

Questi temi vogliamo quindi non siano ne appannaggio dei soli Verdi ne tantomeno patrimonio privato di una riscoperta ambientalista dell'ultima ora da parte del PD. Sono temi che devono diventare patrimonio di tutti, e quando i politici (loro si) lasciano l'impressione di strumentalizzarli é proprio in quel frangente che diventa nostro preciso dovere mostrare loro tutte le relative contraddizioni. Senza sconti per nessuno.

Questo è il comunicato che è stato inviato ieri alla stampa, il cui contenuto è stato appena menzionato nell'articolo in apertura:

Titolo: Quanti PD ci sono in materia ambientale?


Il Movimento Impatto Zero fin dal 2007 chiede la partenza a Cesena di un sistema di raccolta differenziata domiciliare in grado di garantire un riciclo ottimale, tutelare l’ambiente, evitare spreco di risorse, ridurre le tariffe ai cittadini tramite la tariffa puntuale.


Il PD di Forlì guidato dal professor Balzani ha introdotto con forza questo punto nel proprio programma, avvalendosi fin da subito di consulenti come Laura Puppato (Sindaco di Montebelluna, alla cui esperienza sul porta a porta Balzani si ispira) e Natale Belosi (tecnico ambientale di Forlimpopoli, esperto di costi del sistema domiciliare). Addirittura Balzani si è esposto pubblicamente, piombando sul palco di Beppe Grillo e chiedendo al comico di tornare come “testimonial” quando il porta a porta verrà inaugurato a Forlì entro il prossimo anno.


Il PD di Cesena sembra avere preso una via radicalmente differente. Da una parte Paolo Lucchi si vanta di possedere un innovativo e radicale programma di tutela ambientale, dove pone l’Ambiente come “timone di tutte le scelte”, dall’altra manca nel programma qualsiasi scadenza entro la quale si impegni a realizzare alcunché. Sappiamo però che, per stessa ammissione di Paolo Lucchi in occasione di un dibattito pubblico (i famosi Venerdì di Lucchi), nel PD Cesenate il coordinamento in materia ambientale è affidato a Roberto Sacchetti, consigliere di amministrazione stipendiato da Hera. Il conflitto di ruoli ancora prima che di interessi è lampante, non si capisce più chi sia il controllore e chi il controllato.


Non dobbiamo quindi stupirci se il trittico PD+Hera+Bulbi che da sempre si è battuto a favore dell’inceneritore oggi diffonda il verbo che il porta a porta costa troppo ai cittadini e quindi “non s’ha da fare”, parafrasando un’espressione di manzoniana memoria. Pensiamo che Paolo Lucchi, che è persona attenta e preparata, dovrebbe rendere conto del perché il PD di Forlì con Balzani, e quello Cesenate con Lucchi, in materia ambientale sembrino così tanto diversi, indicandoci quale delle due visioni sul porta a porta sia quella ufficiale del PD.


La classe dirigente sottostante é immutata, non si rinnova e ripropone in provincia lo stesso Massimo Bulbi che, lo ricordiamo, è colui che ha sponsorizzato la costruzione del nuovissimo inceneritore di Forlì da 120.000 tonnellate, scelta che Lucchi dichiara di non volere assolutamente per Cesena.


Chi detiene sensibilità ambientaliste queste contraddizioni non può non notarle, chiediamo al PD di esprimersi in merito.

Cesena, 3-6-09

Paolo Marani – vicepresidente MIZ Cesena

mercoledì 3 giugno 2009

Critica del MIZ a Calderoli della Lega

L'articolo del Corriere Romagna di stamattina dice già tutto quanto serve sapere. Il nostro ministro della semplificazione legislativa Roberto Calderoli, durante la sua visita a Cesena di Lunedì scorso, è stato dal MIZ interpellato in merito al provvedimento da lui firmato che rimuove il vincolo di allegare la certificazione energetica all'atto della compravendita degli edifici. La notizia non era certo di prima mano, tanto è vero che ne avevamo parlato ampiamente già in questo post datato luglio 2008, che vale la pena rileggere per capire la cronistoria della vicenda.

Ovviamente Calderoli, probabilmente appena tornato da una vacanza a Lampedusa data l'abnorme abbronzatura, nel suo discorso non ha proferito parola rispetto a qualsiasi tema di carattere ambientale. Si è limitato alle consuete sparate xenofobe contro gli immigrati respinti con orgoglio alle frontiere ed ha infervorato la platea annunciando la necessità di una deriva secessionista della Romagna come regione autonoma indipendente. (Ricordo che Calderoli definì tempo fa i Romagnoli come i terroni del Nord).

L'imbarazzo di DiPlacido traspariva evidente, mentre Antonella Celletti gongolava radiosa alle parole del suo beneamino ospite, ma arriva la domanda del MIZ: "Perchè ha rimosso il vincolo di presentare la certificazione energetica all'atto della compravendita degli immobili?".

La risposta ci lascia basiti: "Perché ai costruttori di case costerebbe troppo".

Al termine del botta e risposta con il ministro, una piccola folla ci si è assiepata attorno, compresi anche esponenti politici, giornalisti, agenti delle forze dell'ordine e sostenitori della lega, interessati a sapere la nostra opinione, in un clima di civile e tranquilla discussione, senza incidenti di sorta.

Questo il comunicato stampa che è stato diramato successivamente:

Cesena, 1-6-09

Con decreto n.37 del 25 giugno 2008, il Ministro delle Semplificazioni Calderoli ha abolito il vincolo di allegare il “certificato energetico” all’atto della compravendita di immobili.

Il movimento impatto zero ha approfittato della visita a Cesena di Calderoli per rivolgere al ministro proprio la domanda del perché una norma così intelligente, tra l’altro prevista dalle direttive europee, fosse stata rimossa. La incredibile risposta del ministro è stata: “ma lei ha idea di quanto costa una certificazione energetica ai proprietari e costruttori di case?”

Una norma del genere sarebbe stata importantissima per perseguire le finalità del risparmio energetico, al contempo rivalutando il valore immobiliare delle abitazioni meglio costruite e dando impulso all’economia delle ristrutturazioni edilizie a fini energetici. Si tratta di decine di migliaia di posti di lavoro.

Forse il ministro non sa che per proteggere i guadagni di pochi palazzinari i cittadini dovranno pagare più tasse, dato che l’Europa ha aperto una procedura di infrazione comunitaria proprio per questa norma disattesa.

Ci piacerebbe sapere dal PRI, alleato della Lega a Cesena, se è concorde o meno con tale scelta da noi giudicata irresponsabile e se questa rappresenta una visione comune in materia di politiche ambientali. Chi comprerebbe mai un auto senza sapere quanto consuma? Perché per le abitazioni non dovrebbe valere lo stesso? Quanto petrolio e gas si risparmierebbero se questo obbligo venisse reso esecutivo?

La lega si manifesta a parere del MIZ nemica della più spicciola sensibilità ambientale.

Paolo Marani – MIZ Cesena

giovedì 28 maggio 2009

Doppio appuntamento per Beppe Grillo a Cesena e Forlì


Appuntamento assolutamente da non perdere quello di Giovedì 28 maggio per una occasione di incontro davvero singolare. Il conosciutissimo Beppe Grillo sarà dapprima a Cesena per promuovere la lista civica "Cesena cinque stelle", poi a Forlì per promuovere la lista civica "DestinAzione Forlì", entrambe certificate secondo i dettami del comico genovese.

Non è dato sapere se "l'effetto Grillo" sarà in grado di incrementare le preferenze degli elettori verso le due giovanissime formazioni politiche, sicuro però che sui due palchi se ne sentiranno delle belle, prospettandosi come una doppia serata assolutamente frizzante.

L'evento di Cesena sarà più orientato alla musica e allo spettacolo, con il concerto dei Mamasita. L'evento di Forlì sarà invece più politico e rivolto alla tutela dell'ambiente, con ospiti personaggi del calibro di Maurizio Pallante, Marco Boschini, Patrizia Gentilini, tutte personalità che già noi del MIZ abbiamo avuto il piacere di ospitare varie volte a Cesena per una serie di seminari.

Tenetemi un posto in prima fila ;o)

giovedì 21 maggio 2009

Videointervista al futuro, pronti al via

Sabato 23 maggio 2009 ore 16.00
al Cinema Eliseo di Cesena
MIZ e Viaterrea di Cesena presentano
Videointervista al Futuro
(Una poltrona per otto, Una città per tutti)

Il 6 e il 7 giugno sono date importanti per Cesena e per l'Europa, ogni cittadino è chiamato a votare il proprio sindaco per i prossimi cinque anni di amministrazione della città. Una scelta importante da fare che merita conoscenza e consapevolezza. La domanda nasce quindi spontanea: i cesenati conoscono davvero i candidati a sindaco di Cesena e il loro programma elettorale? Noi cittadini condividiamo realmente le scelte che ci apprestiamo a compiere e che condizioneranno il nostro vivere nei prossimi anni? E soprattutto, questi candidati a sindaco ci rappresentano completamente nelle nostre istanze e bisogni?

Questo evento è l'occasione per valutare come risponderanno alle domande fatte direttamente dai cittadini e non solo dalle grandi associazioni di categoria, troppo sovente impegnate a difendere gli interessi economici dei soli loro iscritti e assai raramente anche il bene comune patrimonio di tutti.

Ricominciamo quindi ad essere protagonisti insieme per la nostra città, partecipando all'incontro si ha la possibilità di conoscere, capire, fare domande, esporre dubbi, in quello che vuole diventare un Laboratotio di Democrazia Partecipata, per imparare a mantenere un rapporto diretto con l'amministrazione di Cesena ed a interagire con essa come soggetti attivi e liberi. Perché la vera democrazia non è solo aver la possibilità di eleggere i propri candidai, ma anche quella di monitorare il loro operato ed essere coinvolti nelle scelte strategiche. La videointervista vuole così documentare un evento importante della città, che coinvolge davvero tutti noi nessuno escluso.

Verranno proiettati alcuni spezzoni video del lavoro compiuto dalla nostra associazione verso i cittadini, con interviste sul campo riguardanti i problemi della città. Coordina la serata il giornalista Gianpaolo Castagnoli del Corriere di Romagna. Al termine dell'evento la Centrale del Latte di Cesena offrirà un gradito omaggio a tutti i presenti con la distribuzione gratuita di gelato. La serata è completamente autofinanziata dalle associazioni, con patrocinio non oneroso da parte dell'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna e dal comune di Cesena, l'ingresso sarà comunque gratuito e ad offerta libera.

Per informazioni: cell. 349.3207788 oppure scrivere a: mizcesena@fastwebnet.it

sabato 16 maggio 2009

Una poltrona per otto, Una città per tutti

Sono state ufficializzate le liste che parteciperanno alle prossime elezioni amministrative del 6 e 7 Giugno per il Comune di Cesena. Sono in tutto ben 14 liste, con 8 candidati sindaci. Il link sui nomi dei candidati sindaco rimandano alle videointerviste che il MIZ ha ripreso nelle scorse settimane.

PD, Sinistra Democratica, IdV, Pse, Rifondazione Comunista
Elenco dei candidati presentati in lista
Sito Web del candidato sindaco
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Partito della Libertà
Elenco dei candidati presentati in lista
Sito Web del candidato sindaco
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Pri, Lega, Cesena Domani
Elenco dei candidati presentati in lista.
Sito Web del candidato sindaco
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Verdi
Elenco dei candidati presentati in lista
Sito Web del candidato sindaco
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Udc
Elenco dei candidati presentati in lista.
Sito Web del candidato sindaco
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Libertà e Futuro
Elenco dei candidati presentati in lista
Sito Web del candidato sindaco
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Cesena Cinque Stelle
Elenco dei candidati presentati in lista
Sito Web del candidato sindaco
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Partito Comunista dei Lavoratori
Elenco dei candidati presentati in lista
Sito Web del candidato sindaco


P.S. L'ordine di apparizione è quello di questo articolo del resto del carlino.

sabato 2 maggio 2009

Contaminare la politica, é possibile ?


Quella che segue è una verità difficile da contestare:

Il politico è condannato per definizione a poter soltanto reagire, mai prevenire. Dopo il terremoto, il politico guadagna punti mediatici quando esplora le rovine o promulga provvedimenti per la ricostruzione. Ma il lavoro di assicurarsi che le norme antisismiche siano rispettate negli edifici, quello non gli da nessuna visibilità, anzi è una scocciatura. (fonte Aspo)

Sarà forse anche vero che la politica (almeno quella nostrana) non cambia se stessa e quindi non cambia il mondo. Purtroppo (o per fortuna) con la politica abbiamo sempre a che fare, lei si occupa di noi, e noi ci occupiamo (anche se malvolentieri) di lei. Candidarsi non è l'unico modo di agire, per essere buoni amministratori non basta avere buone idee ma occorre anche esperienza, capacità e professionalità, cose che non si improvvisano. Questo non significa che sia inutile essere vigili e attenti come cittadini, promuovendo buone idee e buone pratiche. Cittadini attivi e informati stimolano e pungolano i politici a compiere il loro dovere e sconfiggere la loro naturale inerzia e pigrizia, spesso alimentata dalla eccessiva permanenza in posizioni di potere.

Vivendo nel mondo delle associazioni di volontariato, vi assicuro che è assolutamente difficile, pure da quel fronte privilegiato, contaminare i politici con discorsi sulla "sostenibilità", la battaglia contro l'inquinamento, la cementificazione selvaggia, la decrescita, la lotta agli sprechi, sia di denaro che di risorse energetiche.

L'atteggiamento tipico è il "bravi, bravi, ma ora abbiamo da fare, andate a giocare la che c'è un tombino aperto..."

Noi però non ci scoraggiamo, le proviamo tutte per contaminare gli amministratori recettivi (pochi ma ci sono) e cercare di cambiare la politica con i mezzi che la politica offre, la partecipazione pubblica, il buon-senso e il con-senso.

Purtroppo, nel nostro ambiente spesso ce la cantiamo e suoniamo fra di noi, ci organizziamo convegni ai quali invitiamo sempre gli stessi amici, si passa il tempo a promuovere serate informative, consapevoli di attirare sempre e comunque gran parte della gente che già é informata.

Avevamo pensato al MIZ come ad un "think tank" capace di influenzare i decisori politici; qualcosa che parlasse, per così dire, "all'orecchio del principe". Questa idea si è rivelata fino ad ora un fallimento totale. L'orecchio del principe è intasato di cerume pluriennale.

Ma qualcosa si sta muovendo!

Ad Ottobre partirà, se tutto va bene, la sperimentazione del Porta a Porta al Ronco, S.Leonardo, con l'obiettivo di allargarla in tempi brevi a Meldola, Bertinoro, e al quartiere Oltresavio di Cesena, cosa da noi chiesta a gran voce da quasi tre anni, mostrando in tutte le sedi come non solo si fa un favore all'ambiente ma anche all'economia e alle tasche del cittadino, qualora allargando il bacino di utenza si riesca a raggiungere le necessarie economie di scala. E' solo una piccola cosa, ma che sia la volta buona ?

mercoledì 25 marzo 2009

La ragazza che ha strapazzato Franceschini



Questo è un post decisamente politico, lo so, ma quando ho visto impazzare in rete questo filmato (uno dei più visti su YouDem) il mio cuore si è ricaricato di fiducia nel ruolo dei giovani e nel futuro della politica.

All'assemblea nazionale del PD ci voleva una sconosciuta fenomenale giovane ragazza di Udine per parlare chiaro e suonare in faccia al segretario, con una chiarezza tagliente e inaudita, di come l'opposizione si fosse squagliata completamente al sole e avesse perso di vista lo scopo ultimo della politica: Scegliere con decisione e con unità per il bene comune. Basta con i "ma anche"! E la gente giù a spellarsi le mani.

Non fraintendetemi, io non sono un simpatizzante politico di parte, prendo questo video come archetipo del desiderio che in tutti i partiti, nessuno escluso, ci sia la forza di candidare giovani simili e affidare a loro il rinnovamento della gerontocrazia che fino a oggi ha sempre governato in Italia.

Scelte chiare, tutela dell'ambiente, onesta intellettuale. Se diamo spazio ai giovani c'è una qualche speranza per farcela. Perchè qualsiasi siano le scelte che occorre compiere sul territorio, volenti o nolenti dalle istituzioni e quindi dalla politica occorre passare. Non è un discorso di destra e sinistra, semplicemente vorrei averceli in tutti i consigli comunali dei giovani così.

sabato 21 marzo 2009

Presentazione stasera della lista civica Destin-Azione Forli

Stasera al teatro Il Piccolo di Forlì verrà finalmente sciolto il riserbo per la presentazione alla città della lista civica DestinAzione Forli, con la contemporanea inaugurazione del sito internet della nuova formazione politica.

Il motto della serata sarà Cambiamo Musica, slogan di nome e di fatto data la presenza straordinaria di un ospite prestigioso di tutto riguardo, il forlivese Danilo Rossi, prima viola della filarmonica della scala di Milano:


Danilo Rossi, vincitore di prestigiosi concorsi nazionali ed internazionali (fra i quali quelli di Stresa e Mosca) si è esibito nei più importanti festival (Ravenna, St.Moriz, Vicenza) con maestri del calibro di Tortelier, Chung, Muti. Tra le sue numerose interpretazioni solistiche si ricordano il concerto di Bartòk con la "filarmonica" diretta da Riccardo Muti e i concerti con i "Solisti di Mosca", al teatro La Fenice.

La particolarità dell'evento sta nel fatto che Danilo si era promesso, a seguito di aperti contrasti avuti qualche anno fa con l'amministrazione di Forlì, di non ritornare più ad esibirsi in questa città fino a che non fossero cambiate radicalmente le condizioni in cui si trovava il mondo della cultura.

Evidentemente questo clima è destinato a cambiare, grazie all'ingresso in politica di questa nuova lista civica, al punto che Danilo ha accettato di esibirsi a Forlì proprio per la presentazione al pubblico di quest'ultima.

Per i pochi che leggeranno queste note prima di stasera, il segreto di pulcinella di chi guiderà la lista civica è presto svelato, essendo una versione preliminare del sito di DestinAzione Forlì già stata da giorni indicizzata su google. Poco male, domani mattina sarà svelato l'arcano con una partenza della campagna elettorale in grande stile anche sul sito ufficiale.

Il MIZ appoggia apertamente la lista DestinAzione Forlì sia come gruppo per la coincidenza delle finalità politiche, soprattutto in materia di tutela dell'ambiente e del territorio, che con il contributo attivo di alcuni suoi membri, iscritti alla lista come candidati consiglieri comunali.

VI aspettiamo quindi numerosi stasera per il concerto di Danilo Rossi, i brani letti dall'attore Sauro Rossi, e i contributi di tutti coloro che credono in una nuova stagione politica che proviene dal basso, dove la democrazia e la cultura si sviluppano con la partecipazione attiva ed informata dei cittadini.



Update: La serata è stata un successo clamoroso, il giornale online romagna oggi è già uscito in anteprima con un corposo articolo che descrive la cronostoria dell'evento con dovizia di particolari e molte fotografie. 

domenica 1 marzo 2009

Dalla politica, nessun rispetto per l'ambiente

Sul sito web di Repubblica si può leggere un interessante articolo a firma Valerio Gualerzi, (un po datato ma ancora attuale) all’interno del quale viene messa in luce l’anomalia costituita dal fatto che in un momento in cui la sensibilità nei confronti dei temi ambientali sta crescendo in tutto il mondo, le due maggiori formazioni politiche italiane (PD e PDL) che praticamente monopolizzano il Parlamento, manifestino al contrario scarsissima attenzione per l’ambiente.

Partendo dal presupposto che la sensibilità nei confronti delle tematiche ambientali non rappresenta un patrimonio riconducibile in alcun modo alla destra o alla sinistra, come affermato dal caro amico De Maio con il quale condivido la partecipazione al Movimento per la decrescita felice, ritengo che l’articolo di Gualerzi costituisca un ottimo spunto intorno al quale riflettere. Il Parlamento uscito dalle urne del 14 aprile è costituito nella sua totalità da formazioni politiche che si pongono unicamente obiettivi di crescita economica e sviluppo infrastrutturale, senza tenere nella minima considerazione le tematiche ambientali.

Dopo la scomparsa dei verdi, che pure interpretavano la questione ambiente in maniera poco consona al loro nome, tutti i partiti che hanno rappresentanza parlamentare manifestano scarsa o nulla sensibilità ecologista e vantano programmi elettorali fotocopia imperniati sulla costruzione di grandi opere altamente impattanti (TAV, autostrade, inceneritori, rigassificatori, centrali a carbone e turbogas ecc.) e votati a creare una crescita dei consumi energetici assolutamente incompatibile con le problematiche che stanno prospettandosi per i decenni futuri.

Nonostante tutto ciò la sensibilità dei cittadini italiani nei confronti dell’ambiente in cui vivono e la volontà di preservare la propria salute dagli effetti disastrosi dell’inquinamento, stanno aumentando sempre più di pari passo con il loro desiderio d’informarsi ed accumulare conoscenza. Chi oggi gioisce pensando di avere lasciato gli ambientalisti fuori dal parlamento, si tratti del governo “illuminato” di Berlusconi o di quello ombra di Veltroni, farebbe bene ad operare più di una riflessione.

Ultimo atto di questa sistematica marginalizzazione delle forze che portano avanti i temi ambientali, lo sbarramento al 4% delle europee, votato da tutte le forze che, ovviamente, già confidano di raggiungerlo.

L'articolo completo di Marco Cedolin continua su "Il Corrosivo".

mercoledì 18 febbraio 2009

Una Parola

è parola che ho usato sempre con cautela, ma bisogna pur cominciare a farlo. parola che spiega la disuguaglianza, la prevaricazione del forte sul debole. parola che descrive il senso delle ronde autorizzate a pretendere l’esibizione dei documenti da chi abbia la pelle scura. parola che risolve l’interrogativo su quale forma di governo viga oggi in Italia.

è parola che è nemica dell'ambiente, perché antepone al benessere della collettività e agli ideali di una civiltà sostenibile l'interesse privato e corporativo di pochi. parola di chi vede nelle risorse naturali una ghiotta occasione per incrementare il proprio potere economico e devastare il territorio con la forza prevaricatrice dello stato. parola di facili entusiasmi ma carenza e arbitrarietà di diritti.

è parola che illustra la supinità di massa, obliata dalla droga mediatica. parola vecchia e nuova, di vecchio serpente di nuova pelle. parola che traduce la lentezza, la pigrizia, la miopia e la vecchiezza della classe dirigente dell’opposizione. parola che interpreta e dà forma ai rivolgimenti intestinali dei meschini. parola che ha un passato e parola che mette radici nel futuro.

la parola è questa

nemmeno a sinistra, d'altronde, c'è un barlume di speranza

Fonte e foto: MenteCritica (su licenza Creative Commons)

giovedì 5 febbraio 2009

La vedo (N)era

Sparare su Hera oramai è come sparare sulla croce rossa. Nelle infinite ramificazioni dei suoi "business" tentacolari si occupa oramai quasi di tutto, avendo a che fare direttamente o indirettamente con la tutela ambientale, Acqua, Gas, Rifiuti, Elettricità. Risulta naturale quindi che Hera attiri su di se una montagna di critiche e di malcontento, specialmente in occasione di ogni aumento tariffario pianificato da Ato.

Proprio per l'estrema importanza del ruolo cruciale che occupa, è importante che la vigilanza dei cittadini nei confronti del suo operato sia sempre attento e puntuale. Proprio in quanto fornitrice di servizi ambientali essenziali ai cittadini, è indispensabile verificare non solo il rispetto scrupoloso della legge (questo lo si da per scontato) quanto pretendere un comportamento orientato alla massima trasparenza e al di sopra di ogni sospetto.

Pur essendo sulla carta in mano pubblica (oltre il 57% delle azioni è in mano ai Comuni), come società per azioni tenderà inevitabilmente ad agire assecondando una logica privatistica nella gestione, come è naturale che sia. E' normale quindi che Hera stessa sia condizionata pesantemente nelle proprie scelte in funzione delle necessità di remunerazione degli azionisti, però non deve dimenticare che il fine ultimo non è arricchirsi ma fornire servizi ai cittadini al costo minore possibile compatibilmente con la qualità attesa e la giusta remunerazione del capitale.

Riporto al proposito un comunicato di Stefano Angeli, in larga parte condivisibile pur con qualche distinguo:

Che Hera non abbia soddisfatto le aspettative che ci erano state presentate alla sua creazione è cosa ormai arcinota, non c’è stato alcun miglioramento dei servizi, anzi a volte il contrario, e le tariffe sono aumentate dal 2002 mediamente del 40%. Molte volte in questi anni abbiamo sottolineato come i servizi di erogazione dell’acqua fornissero spesso poca qualità a costi elevati, o come le tariffe dei rifiuti fossero lievitate negli ultimi anni, senza che il servizio prendesse la strada decisa di una raccolta differenziata efficace.

Inoltre abbiamo tutti osservato come le agenzie Ato, che avrebbero dovuto controllare l’operato di Hera, valutarne i piani d’investimento e le proposte tariffarie, siano state del tutto inutili ed impotenti a fronte della volontà della società. Ora pare che da alcune settimane i sindaci, in gran segreto, abbiano siglato una nuova struttura degli Ato stessi, ma di questa delicata faccenda i consigli comunali, inspiegabilmente, non sono stati assolutamente né coinvolti, né informati delle decisioni prese.

Eppure quello delle agenzie d’ambito è uno dei nodi cruciali da risolvere nei rapporti tra enti soci ed holding. La privatizzazione della società si è infatti fermata in mezzo al guado creando di fatto interessi conflittuali tra chi deve controllare e chi dovrebbe essere controllato. Gli Ato avrebbero dovuto, ad esempio, controllare la regolarità di realizzazione delle opere e degli investimenti di Hera, ma non ne avevano alcuna possibilità essendo costituiti da pochissimo personale addirittura “prestato” dalla stessa Hera.

Al cittadino intanto arrivano nei bollettoni le conseguenze di questo monopolio pubblico-privato a cui tutto sembra essere concesso anche se entra in palese contrasto con gli interessi di società totalmente pubbliche, come Romagna Acque, o con l’interesse stesso del cittadino. Uno degli imperativi della prossima legislatura dev’essere una totale e radicale revisione del ruolo degli Ato che risolva la situazione di conflitto d’interesse attuale dei sindaci e che avvii una fase di vera apertura al mercato dei servizi.

Una liberalizzazione, anche in questo campo, che porti al cittadino reali benefici e dia possibilità di vero controllo disinteressato agli enti locali.

Stefano Angeli
Libertà e Futuro

Io personalmente mi dissocio dall'affermazione piuttosto perentoria che la qualità dei servizi erogati non sia stata soddisfacente, gran parte della rete idrica ereditata era un vero colabrodo, specialmente a Bagno di Romagna, dove sono stati fatti molti interventi di ammodernamento della rete, oppure a Ferrara la cui rete idrica era una delle più inefficienti della Romagna, Gli investimenti quindi sono stati fatti, anche se taluni ne contestano la reale efficacia.

Probabilmente, se fosse rimasta una gestione interamente pubblica e frammentata, non si sarebbero potute reperire tutte le enormi risorse finanziarie per sistemare le falle e ammodernare la rete, ma soprattutto non si sarebbero realizzati così tanti impianti di depurazione delle acque reflue, indispensabili per ridurre l'impatto ambientale delle attività agricole e industriali..

Il problema principale, dove credo che il comunicato abbia colto nel segno, è invece il conflitto di interessi, o meglio l'intruglio di opportunismi che lega a doppio filo le scelte del gestore e le scelte della politica. E' fin troppo facile alimentare il sospetto che talune scelte siano state dettate più da reciproci vantaggi fra politica e azienda, piuttosto che da reali intenti di tutelare gli interessi dei cittadini.

Se la stessa volontà ed efficienza (nel finanziare ad esempio costosi progetti di incenerimento) fosse stata applicata alla realizzazione di un efficace servizio "porta a porta", sono convinto che avrebbero ottenuto comunque un risultato industriale importante, economico per i cittadini ed efficiente. Evidentemente i guadagni auspicati non erano all'altezza, e grazie alla scusa di Ato si é ribaltato sempre e comunque la responsabilità delle scelte fatte sulle amministrazioni, che per inciso non fanno molto più che assecondare ciò che Hera desidera.

Perchè le amministrazioni sono così supine ? Principalmente penso sia per il pesante impatto sulle casse comunali causato dai dividendi che l'amministrazione incassa, pari a circa due milioni di euro all'anno solo per Cesena. Oltre ovviamente alla solita logica di spartizione, in piena ottemperanza del famoso manuale Cencelli, che vede all'interno del consiglio di Hera vari politici di professione, scelti fra la maggioranza con criteri poco trasparenti, non sempre competenti nell'esercitare un reale ruolo di controllo.

Come se ne esce da questa situazione di grave stallo ? Vorrei proprio chiederlo ai nostri candidati sindaci.

mercoledì 10 dicembre 2008

C'è (r)accolta e (R)accolta

Quando si parla di raccolta differenziata bisogna chiarire un concetto: una cosa è la raccolta differenziata altra cosa è la quantità di rifiuti che ritorna nel circuito produttivo come materia prima seconda.

Non tutto quello che viene raccolto è quindi recuperato come risorsa: ci sono frazioni assolutamente non recuperabili che subiscono inevitabilmente scarti durante il processo di recupero (sovvalli). Se carta, plastica, vetro sono sporchi ci sarà molto scarto. Se sono fusi assieme ci sarà molto scarto, se sono schiacciati e sbriciolati ci sarà molto scarto.

La raccolta differenziata multimateriale può avere un senso qualora esista un principio fisico semplice ed economico per effettuare la separazione meccanica, come ad esempio plastiche e lattine di banda stagnata, separabili tramite una elettrocalamita, in linea generale è però sconsigliabile se l'obiettivo è un elevato recupero, dato che nel multimateriale ci può finire di tutto, e pochi cittadini prestano davvero attenzione all'elenco dei materiali permessi.

La raccolta monomateriale, paradossalmente, può rivelarsi anche essa piuttosto problematica a causa della elevata variabilità delle composizioni dei materiali, i quali pur omogenei come tipologia non possono talvolta essere riutilizzati se non sono della stessa specie chimica. Occorrerebbe tenere separati PET, PVC, Nylon, Teflon, Plexiglass, polipropilene (PP), poliammide (PA). Per un recupero di qualità occorrerebbe inoltre tenere separati i vari colori, specialmente nel vetro, ed impedire contaminazioni da parte di materiali ceramici, dannosi per il recupero anche se in quantità piccolissime.

Il grande cassonetto stradale, di volumetria elevata, non può essere efficiente senza l'ausilio un sistema compattatore installato a bordo del veicolo adibito alla raccolta. Dato che schiacciando e mescolando i rifiuti si riduce la possibilità di recuperarli efficacemente, risulterà molto più difficile avere un recupero di qualità anche utilizzando i più moderni sistemi di separazione meccanica. Al contrario, la raccolta domiciliare, specialmente quella in cui i cittadini sono istruiti a separare i tappi, i contenitori di tipo diverso, i materiali omologhi, schiacciati ma non pressati al punto di renderli irriconoscibili, permettono una efficace separazione tramite l'utilizzo di un sistema combinato meccanico e manuale.

Questo é il motivo principale per cui affidarsi interamente alla separazione meccanica, ignorando qualsiasi intervento a monte, produrrà inevitabilmente un alto tasso di scarti, le soluzioni miracolose infatti non esistono, ogni incremento di resa desiderato necessita di un incremento di costo ben più che proporzionale, quando il materiale non sia stato trattato fin dall'origine in funzione da facilitarne il recupero.

Un sistema che permette di avere a monte un rifiuto molto pulito è quello porta a porta, il quale ha anche l’enorme vantaggio di incentivare comportamenti virtuosi in tutto il sistema di filiera, dalla riduzione dei rifiuti alla fonte, alla sensibilizzazione dei cittadini.

Esistono in verità altri sistemi possibili che presentano taluni dei vantaggi auspicati, ad esempio si potrebbe dotare ogni cittadino di una "card" con la quale aprire il cassonetto stradale e contabilizzare in qualche modo il rifiuto prodotto. Tali sistemi sono comunque classificabili di tipo "non domiciliare", pur permettendo una tariffa puntuale. Il requisito di utilizzare grossi compattatori per svuotare i contenitori stradali rimane inalterato, il controllo incrociato dei cittadini sulla qualità di raccolta è comunque scarso o inesistente, pertanto gli scarti saranno comunque molto elevati.

La realtà industriale della Romagna, con una forte presenza impiantistica, una elevata efficienza del lavoro (pochi addetti al servizio) e una gestione a scopo di lucro del servizio di gestione dei rifiuti (Hera è una SPA) si sta avviando verso una crisi di tipo strutturale. Le normative si stanno rendendo sempre più stringenti (e quindi costose se affrontate con il sistema attuale), ciò induce il gestore a creare fortissime resistenze politiche verso l’introduzione di un qualsiasi sistema tecnicamente più efficiente per la raccolta dei rifiuti, con il timore che ciò intacci il proprio margine di profitto.

Non nascondiamoci dietro a un dito, il sodalizio di affari fra il gestore dei rifiuti e la politica locale, dove non si capisce più chi sia il controllore e il controllato, induce la politica stessa a comportamenti che sembrano più tutelare il bisogno di profitto delle sue controllate piuttosto che garantire un servizio migliore alla cittadinanza. Il costo inferiore in fondo non importa al gestore, ciò che conta è la redditività garantita a chi guadagna in proporzione del volume dei rifiuti trattati. Una migliore raccolta riduce i volumi trattati, perché educa i cittadini a buttare di meno, ciò è inaccettabile per Hera, che infatti le prova tutte, dal cassonetto di prossimità alle campagne informative nelle scuole, pur di non affrontare il tema alla radice.

Queste resistenze sono comprensibili,, già si è investito pesantemente nel sistema attuale, cambiare rotta ora significherebbe letteralmente buttare guadagni di impresa, anche se l'obiettivo sarebbe avere una migliore performance ambientale ed un risparmio per i cittadini.

In questi giorni sarà deciso se e come sperimentare la raccolta dei rifiuti porta a porta a Cesena e Forlì. L'attuale normativa prevede infatti il raggiungimento del 65% di RD entro il 2012, e se tale obiettivo non venisse raggiunto dovremmo pagare una salatissima penale da rigirare direttamente in tariffa. Nessun sistema a cassonetti in Italia, in assenza di trucchi come il ricorso a grosse iniezioni di "rifiuto assimilato", è in grado di raggiungere queste percentuali senza fare esplodere i costi.

Al cittadino ora la scelta, pagare a breve molto di più come tariffa di igiene ambientale (già oggi salatissima) a causa delle penali, oppure pagare poco di più oggi, ed in una prospettiva a medio termine addirittura meno, per finanziare un sistema diverso capace di raggiungere l'obiettivo e recuperare il materiale per la massima quantità possibile, come prevede la legge. Inoltre, un sistema basato prevalentemente su tecnologie leggere e sul lavoro manuale, garantirebbe uno sviluppo in termini di occupazione notevole, e con i tempi che corrono questo non è poco.

Solo il porta porta garantisce percentuali maggiori del 60% a costi accettabili, da un punto di vista normativo questo é il momento giusto per in cambiamento, in modo che entro il 2012 si entri a regime in tutta la Città e non solo in un quartiere pilota.

Però bisogna fare presto, prima che questo governo insensibile alle tematiche ambientali cambi le carte in tavola e dichiari inutile la raccolta differenziata, ricorrendo all'incenerimento come unica via per smaltire il rifiuto. (sarà possibile solo il riciclaggio di denaro sporco e di politici corrotti).

Il porta a porta non è un costo ma un investimento, significa in sostanza più risorse, più posti di lavoro, tariffe nel medio termine più leggere e commisurate al rifiuto indifferenziato effettivamente prodotto, più tecnologia orientata al recupero anziché allo smaltimento.

Prendiamo ad esempio ciò che già accade nei consorzi Priula, Chierese, Novara, Salerno.. e tutte le altre realtà compresa la famigerata Forlimpopoli che è già al 70% di RD da più di un anno e ha ridotto i suoi rifiuti alla fonte di quasi 100Kg/anno pro capite, con un indice di soddisfazione della popolazione di oltre il 90%.

Non ci sono più scuse, la raccolta domiciliare si può fare.

lunedì 20 ottobre 2008

Il matrimonio di HERA non s'ha da fare

Poco se ne parla, ma i vertici di Hera hanno da poco ricevuto una delle loro più grandi sdentate, vedendosi naufragare i loro pomposi piani di fusione societaria che avrebbero visto l'influenza di Hera allargarsi ben al di la della regione Emilia Romagna. Il grande matrimonio fra la multiutility nostrana e IRIDE (piemontese) + ENIA (emiliana) non si farà. Anzi, oltre alla beffa il danno, dato che i due partner "strategici" pare abbiano stipulato un accordo fra di loro, lasciando Hera mazziata ed abbandonata.

Non è da oggi che da più parti del territorio cesenate e romagnolo si levano critiche e perplessità sul rapporto tra Hera e i Comuni che ne costituiscono la compagine sociale, ingabbiati nel doppio ruolo di controllori e controllati e incapaci pertanto di incidere concretamente sulle politiche aziendali. In questo clima di incertezza, Hera ha pensato bene di lanciarsi sull'alta finanza e cercare operatori in grado di sorreggere il proprio piano industriale, sempre più minacciato da amministrazioni riottose che "disturbano" con richieste fastidiose tipo il "porta a porta", o politiche idriche/energetiche più eque.

Il sindaco uscente Giordano Conti (ora lautamente pagato da Hera con un posto d'oro guadagnato a seguito dell'ottimo lavoro di tutela svolto), sarà sicuramente arrabbiato per l'accaduto, in varie occasioni lo si è sentito accalorarsi in contrasto con il sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio, considerato a torto o a ragione come il principale responsabile della mancata fusione.

Riguardo ad Hera, forse non ci si rende conto che proprio questa sua "debacle" potrebbe rappresentare nella lunga distanza la sua fortuna. In periodi di crisi economica come quelli attuali la storia contemporanea ha dimostrato ampiamente che i primi a rimetterci sono e saranno proprio i giganti dai piedi di argilla, dalle dimensioni sproporzionate rispetto alle reali necessità della collettività e del territorio su cui operano.

Una Hera non artificialmente ingigantita dalla finanza, pur già oggi comunque ipertrofica, riuscirà a mantenere auspicabilmente la flessibilità necessaria per modificare alcune sue scelte strategiche rivelatasi sbagliate ed assecondare meglio le necessità dei cittadini. Tanto per parlare chiaro, la fusione di Hera ed il consolidamento del suo piano industriale avrebbe chiuso la porta completamente ed irrimediabilmente sia verso il ruolo di controllo delle "piccole" amministrazioni locali che riguardo qualsiasi possibilità di introdurre sviluppi politici virtuosi come la raccolta domiciliare dei rifiuti. Evidentemente Hera è convinta che l'aumento di capitale necessario per le fusioni sarà garantito senza grossi problemi dai continui rincari delle tariffe ai danni dei cittadini.

La recente crisi economica ha quasi dimezzato infatti il valore delle partecipazioni pubbliche in Hera; se a ciò aggiungiamo che, prima o poi, la liberalizzazione dei servizi giungerà con tutta la sua forza destabilizzatrice (nel 2011), mettendo in seria difficoltà chi si troverà a dover valutare le ipotesi di aumenti di capitale per rimanere sul mercato senza averne i mezzi, lo scenario è veramente preoccupante.

Di tutto questo nella stampa non si parla, a parte le continue lagnanze di coloro che hanno partecipato a questo gioco delle fusioni per scoprire di esserne rimasti esclusi sul più bello.

Fonte: Corriere Bologna

venerdì 22 agosto 2008

Ecco perchè Hera punta i piedi!

I rifiuti urbani conferiti all’inceneritore di Cassana (Ferrara) diminuiscono, non bastano più. Così Hera chiede al TAR di bruciare rifiuti speciali oltre le generose autorizzazioni concesse dalla Provincia (30 mila ton/anno), in spregio degli accordi firmati in fase di VIA con la Circoscrizione. Medicina Democratica e WWF, appoggiati da gran parte del movimento ambientalista ferrarese, il 28 agosto si opporranno a tale vergognosa pretesa innanzi ai giudici di Bologna, confidando nella giustizia. Ma anche in una autentica resistenza da parte di Comune e Provincia, sottoposti da mesi a stucchevoli pressioni dalla propria “creatura”, con conseguente vulnus della loro credibilità istituzionale e politica.

Per Hera la posta in gioco è altissima, nell’incenerimento dei rifiuti non può perdere un colpo: insieme a quello dell’acqua è il business più remunerativo tra tutte le sue aree di affari.

Nel 2007 i Rifiuti hanno dato ricavi per 540 milioni di euro, con margine operativo lordo di 156, pari al 28,4%. L’Acqua ha generato ricavi per 398 milioni, con margine di 118, pari al 29,8%. Gas (ricavi 915 milioni, margine 11,4%), Energia (ricavi 986, margine 4,3%) e altri servizi (ricavi 159, margine 19,6%), hanno portato più volume, ma meno margine.

Dunque Rifiuti ed Acqua (939 milioni) rappresentano il 32% dei ricavi ed il 60% del margine (275 su 453 totali). Gli altri business hanno portato il 68% dei ricavi (1966 milioni su 2905), ma solo il 40% del margine. Per Hera, insomma, Acqua e Rifiuti sono galline dalle uova d’oro!

E’ facile comprenderne i motivi: mercati protetti, privi di concorrenza, alimentati dalle bollette imposte ai cittadini dall’ATO (assemblea dei sindaci) e tariffe stabilite in base ai costi “dichiarati a piè di lista” dai gestori. Perciò ricavi “politici”, garantiti da politici migranti dalle istituzioni alle aziende controllate, e viceversa.

Gas ed Energia invece costituiscono aree di business competitive, dove prezzi e margini sono regolati anche dalla concorrenza: per questo oltre due terzi dei ricavi di Hera (Gas, Energia e Servizi vari) danno margini inferiori a quelli di Rifiuti ed Acqua (7,8% contro 29,2%).

Stando così le cose, Hera non può che perseguire la “mission” rifiuti, rifiuti, rifiuti… da incenerire!

Poco importa se siano urbani o speciali. Peccato che nel 2007, nella totale disinformazione dei cittadini, siano stati smaltiti nelle discariche di Ferrara 112 mila tonnellate di rifiuti speciali, di cui il 41% di provenienza extra provinciale! Dunque Hera vorrebbe riempire l’inceneritore con rifiuti speciali in gran parte importati. Ambiente e salute cederebbero il passo al profitto. Parola dell’onorevole Bratti, indicato dal PD e non scelto dagli elettori, ex assessore ambiente ed ex direttore generale Arpa, che dopo aver regalato alla sua città un mega inceneritore e la Turbogas, ha precisato che bruciare 15 mila tonnellate di rifiuti speciali in più, non fa differenza dal punto di vista sanitario e che la Provincia si sarebbe dimostrata poco intelligente non accontentando Hera! (!?!?!)

Ultima riflessione. Nel 2008 Hera ha distribuito 81,3 milioni di utili ai propri azionisti, con una crescita del 18% in cinque anni. Tenuto conto che la quota di capitale sociale in mano pubblica (180 enti) è pari al 58%, molti investitori privati (banche, assicurazioni, movimento cooperativo, industriali), possessori del restante 42%, hanno incassato da Hera circa 34 milioni di euro. Profitti cui hanno contribuito Rifiuti e Acqua pagati dai cittadini, e che finiscono nelle tasche di investitori privati, di certo ostili alla fine anticipata della festa!

La forte domanda privata di dividendi, in presenza di norme che nei prossimi anni imporranno di smaltire meno rifiuti urbani (65% di raccolta differenziata entro il 2012), spinge Hera a tentarle tutte, compreso far causa ai propri soci, pur di bruciare rifiuti speciali, purtroppo abbondanti ed importabili! Perché la Provincia non alza la testa e continua a tacere sul traffico di rifiuti!

E’ tempo che il PD, la maggioranza ed i loro candidati indichino ai ferraresi (non solo a loro n.d.r) dove sia l’interesse collettivo in ciò che sta accadendo. Si tratta di inadeguatezza dei decisori o di scambio di ruoli tra chi governa (maggioranza) e chi deve invece sottostare (Hera)?

Fonte: Articolo su estense.com