mercoledì 10 giugno 2009

La bufala degli assimilati da Longiano a Rocca S.Casciano

Da anni ripetiamo questo concetto basilare: Le percentuali di raccolta differenziata con un sistema tradizionale non rappresentano in se alcun indice di gestione virtuosa dei rifiuti nel territorio.

Differenziare significa solo separare i rifiuti in maniera che il gestore contabilizzi i materiali sommando flussi separati. Ciò non è di per se indice che questi materiali siano effettivamente riciclati oppure no. Ovvio che una corretta differenziazione è una "condicio sine qua non", senza la quale l'unica alternativa è una energeticamente costosa (se non impossibile) separazione meccanica, però non è sufficiente. Avere dati affidabili sulla raccolta differenziata è relativamente facile, avere dati affidabili sull'effettivo riciclo è quasi impossibile, dati i mille rivoli in cui i materiali si perdono, palleggiati fra consorzi, cartiere, aziende...

Un caso emblematico per comprendere come una elevata crescita dell RD non si accompagni ad un effettivo aumento del riciclo (e quindi anche una riduzione dello smaltimento in discarica) è dato dal caso delle due piccole cittadine Romagnole di Longiano e Rocca S.Casciano. Nel 2005 la raccolta differenziata a Longiano era valutata ad appena il 6,24%, come si può evincere dallo stralcio dei dati aggregati dei MUD di ATO8:

Pochi anni dopo, con l'avvento delle ristrutturazioni compiute da Hera, si è balzati ad un incredibile 60% già fin dai dati consultivi del 2007. Un salto simile è avvenuto anche a Rocca S.Casciano come si evince dal grafico sottostante:

Cosa è successo ? Davvero Hera è stata così brava nel suo piano industriale da decuplicare la raccolta differenziata presso i cittadini in pochissimi anni ?

Certamente no, nel grafico sopra vengono mostrati in blu i risultati comunicati dal gestore, mentre in rosso vengono mostrati i dati di raccolta differenziata depurati dalla componente di assimilati e di sgravi in tariffa.

Gli assimilati sono rifiuti prodotti dalle aziende (che prima erano considerati speciali) per i quali è ammesso il conferimento diretto nel circuito della raccolta cittadina. Gli sgravi in tariffa sono autodichiarazioni di smaltimento dei rifiuti delle aziende stesse che, pur non passando più il materiale al gestore dei rifiuti, vengono contabilizzati come se fossero raccolta differenziata, previo riconoscimento di uno sconto nella tariffa che le aziende avrebbero dovuto pagare al gestore se avessero usufruito del servizio (questa mancata tariffa è in realtà pagata dai cittadini al posto delle aziende sgravate).

I motivi degli incrementi abnormi nella raccolta differenziata sia di Longiano che di Rocca S.Casciano sono da attribuirsi alla relativa alta incidenza di alcune grosse aziende che sono entrate da poco nel “circolo” degli assimilati (prima non considerati dal gestore Hera). Ad esempio: Ginestri arredamenti di Rocca S.Casciano e COCIF di Longiano, tanto per fare due nomi. Producono molto materiale da smaltire, e con i loro volumi ofuscano completamente le statistiche di raccolta reale dei cittadini.

Si tratta quindi di un abuso legalizzato, cioè fare credere ai cittadini che la situazione ambientale stia migliorando grazie a qualche isola ecologica ben distribuita, così da rientrare agevolmente nei limiti imposti dalle normative di legge che comporterebbero sanzioni pari al 20% della tariffa TARSU in caso di sforamento.

Per legge il gestore è obbligato a raggiungere RD=50% nel 2009, 55% nel 2010, 60% nel 2011. Tramite questi furbi accorgimenti probabilmente ci riuscirà, sempre che non esca una legge più restrittiva per il computo degli assimilati, ma nessun vantaggio ambientale sarà realmente ottenuto. Al contempo, si chiedono ai cittadini continui incrementi della tariffa per il mantenimento di un sistema industriale molto redditizio (per chi lo fa) e i cui risultati sono più “contabili” che reali.

Forlimpopoli ha anch’esso quote importanti di assimilati (basti pensare all’ipermercato Bennet), ma le sue performance “reali” sono molto più vicine al 70% dichiarato. Se non ci fosse il Bennet, la raccolta differenziata sarebbe sicuramente un po inferiore, ma comunque reale e non frutto di sgravi in tariffa.

Gli assimilati in questo caso fanno solo risultare un dato elevato di produzione di rifiuti procapite per il cittadino, compensato in parte dalla naturale propensione a produrre meno rifiuti quando si opera sotto il regime di una raccolta domiciliare. Forlimpopoli infatti adotta il sistema porta a porta, il cui gradimento è stato confermato da una recente consultazione cittadina, con una percentuale di apprezzamento di quasi il 90%.

Confrontiamo quindi i risultati reali di Longiano, Forlimpopoli e Rocca S.Casciano:

Si arriva al paradosso che Hera ricicla a Longiano più tonnellate di quante ne gestisce, il che ovviamente è impossibile, ma basa le sue tariffe industriali anche su questo. Al contrario Forlimpopoli evidenzia che il grosso della produzione dei rifiuti è proprio l’organico e la carta, che opportunamente raccolti consentono di mantenere elevate le performance ambientali (il materiale in discarica risulta più secco e meno putrescibile) così come anche il valore massimo di raccolta differenziata, che sale fino a sfiorare il 70% reale.

La voce "RD SGRAVI" nella tabella immagine è il punto importante di tutto il discorso. Questa voce é presente sia a Rocca S.Casciano che a Longiano e mostra senza possibilità di smantita che i dati RD in queste cittadine sono "gonfiati", mentre Forlimpopoli non ha bisogno di questa "spinta", dato che il porta a porta garantisce già di suo una elevata quota di raccolta differenziata.

Su 30 comuni della ATO8 (Forlì-Cesena), solo 11 mostrano un aumento del rifiuto indifferenziato, e la maglia nera è proprio del comune di Longiano con un incremento di ben il 13,9% di materiale destinato alle discariche e agli inceneritori. Quindi a longiano si passa dal 6% al 60% di RD, ma nel compenso si produce molto più rifiuto indifferenziato di prima, come volevasi dimostrare.

Se almeno questo portasse un vantaggio di costo in tariffa per il cittadino forse potrebbe valere la candela, ma i dati mostrano che così non è, in quanto i costi a Longiano sono allineati e non molto più bassi di quelli delle altre città, che non hanno subito il gonfiamento della RD:


In conclusione.

Con il passaggio al porta a porta non solo si ricicla realmente meglio quanto contabilizzato, ma lo si fa incrementando l’occupazione, diminuendo i costi, diminuendo la produzione dei rifiuti totali in peso (a Forlimpopoli ridotti di ben il 20%) e riconoscendo potenzialmente una tariffa più equa ai cittadini per il servizio svolto, dato che con la raccolta domiciliare si può pagare in funzione di quanto rifiuto ogni famiglia realmente produce. E’ quindi una scelta auspicabile per tutti i territori, anche e soprattutto per Longiano, a dispetto del suo 60% di raccolta differenziata fittizia.

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