giovedì 25 giugno 2009

Come coniugare coesione sociale e riciclaggio

Parte lunedì prossimo nel carcere bolognese della “Dozza” il primo di tre laboratori in cui i detenuti saranno impiegati nel trattamento dei rifiuti elettrici ed elettronici, per favorirne il recupero e il riciclaggio. Si tratta del progetto “Rifiuti elettrici ed elettronici in carcere” che coinvolgerà a breve anche gli Istituti penitenziari di Forlì e di Ferrara e che è stato presentato qualche giorno fa a Bologna.

I laboratori saranno opportunamente allestiti e attrezzati per lo smontaggio dei Raee ovvero quei rifiuti come lavastoviglie, lavatrici e computer che, se non opportunamente trattati, possono essere molto pericolosi per l’ambiente a causa delle sostanze che contengono, su tutte mercurio e piombo.

Tale attività all’inizio impegnerà complessivamente 10 detenuti per 30 ore alla settimana, con un’adeguata retribuzione e il concorso della contrattazione sindacale. Secondo l’assessore all’ambiente della Regione Emilia-Romagna, Lino Zanichelli:

Il progetto mette al centro persone in condizione di difficoltà, ma anche il corretto uso delle risorse naturali. Entrambi due grandi temi di civiltà e un esempio concreto di cosa significa fare sviluppo sostenibile, ovvero tenere insieme ambiente, economia e coesione sociale.

Frutto dell’iniziativa comunitaria Equal “Pegaso”, finanziata dalla regione con il Fondo Sociale Europeo, il cui obiettivo è l’inclusione socio-lavorativa delle fasce deboli, il progetto ha avuto una prima fase sperimentale tra la fine del 2007 e l’inizio del 2008.

Fonte: ecoblog.it

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