Unica tariffa rifiuti per molti comuni del forlivese
Il 3 agosto scorso, presenti quasi tutti i sindaci dell'area Forlivese e Cesenate, si è deliberata all'assemblea di ATO (ente che verrà sciolto a fine anno in tutta l'Emilia Romagna perchè soppresso) la uniformazione delle tariffe TIA sui rifiuti su gran parte dei piccoli comuni collinari (vedi articolo).
I vari giornali locali hanno riportato la notizia, chi più e chi meno, con grande entusiasmo e soddisfazione per questo risultato, sottolineandolo come una importante conquista della nostra amministrazione.
Evidentemente una qualche semplificazione in quella che era una babele di tariffe andava fatta, non c'era un comune del Forlivese in cui i cittadini pagassero la tariffa rifiuti come in un altro, anche a parità di servizio (gestito in regime di monopolio da Hera).
In questo articolato tariffario estratto dalla sezione tariffe del sito di ATO FC trovate tutto di tutto, ma per arrivare a calcolare la semplice tariffa media di un comune si deve passare da una selva tale di coefficienti da scoraggiare qualsiasi laureato in economia e commercio. (Una semplice e trasparente tabellina riassuntiva con i dati medi comune per comune non mi è riuscito di trovarla)
Però, un momento, se è vero che ogni comune aveva una tariffa un po diversificata, non é forse perché rifletteva davvero un profilo di costi non proprio uguale, oppure aveva magari messo in cantiere qualche politica virtuosa (o semplicemente diversa) nella gestione dei rifiuti sul proprio territorio.
Nei fatti, ci saranno alcuni comuni che adesso si troveranno a pagare assai di meno, ad esempio una famiglia di Dovadola di quattro persone che abita in una casa di 100 metri quadrati pagherà una bolletta dei rifiuti annua di 139 euro, contro i 228 pagati finora, altri che pagheranno di più, come Bagno di Romagna, dove la tariffa attuale peggiorerà notevolmente.
Sulla carta, sembra quindi una buona cosa, ma cosa succede realmente uniformando a tutti le modalità di calcolo delle tariffe ?
Ce lo spiega in questo articolo Palmiro Capacci, ex assessore all'ambiente di Forlì:
Perché il cittadino di Modigliana che nel 2010 ha prodotto 515 Kg di RSU deve pagare come il cittadino di Longiano che ne ha prodotti 1286 kg.? Perché un comune che fa una elevata raccolta differenziata, quindi minor costi di smaltimento, non deve avere uno sconto in tariffa?
Eccolo il vero nocciolo della questione, c'è il sospetto che imponendo a tutti i piccoli comuni di uniformare le tariffe, nessun sindaco possa poi saltarsene fuori con l'idea di voler andare controcorrente per migliorare il servizio, al di la del volere di Hera.
Se il sindaco di un piccolo comune montano decidesse, in un lampo di illuminazione, di intraprendere ad esempio la strada del porta a porta, forse ci penserebbe un po su ed esclamerebbe: "Ma se i miei cittadini spenderanno comunque uguale a quelli del comune vicino, a me, di fare il porta a porta, chi me lo fa fare ?"
A mio parere si sarebbe dovuto partire con una base tariffaria uguale per tutti, ma lasciare comunque ai singoli comuni la possibilità di premiare con tariffe incentivanti sulla quota variabile i risultati ottenuti in termini di raccolta differenziata, per premiare i comportamenti virtuosi come l'introduzione della raccolta domiciliare.
Il messaggio dato da Hera è "devi essere contento perchè paghi come il tuo vicino", invece dovrebbe essere "devi essere contento perchè paghi per quanto produci".
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