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lunedì 11 gennaio 2010

Solidarietà a Davide Fabbri per la ingiusta querela ricevuta



Chi vive il mondo ambientalista con passione e rigore è ovviamente contrario alla cementificazione selvaggia del territorio, a prescindere se coloro che compiono operazioni edili spregiudicate siano dotati di tutte le abilitazioni e concessioni in regola o meno. I piani regolatori sono notoriamente infarciti di autorizzazioni per costruire centinaia e centinaia di insediamenti abitativi e produttivi, gran parte dei quali assolutamente inutili o comunque sproporzionati rispetto alla reale necessità del territorio. Troppo spesso si riconoscono solo a posteriori, a cose fatte, le reali intenzioni dei costruttori, pura e semplice speculazione a scopo di profitto.

Nessuno vuole assistere a cascate di cemento sul proprio territorio, ma pochi hanno il coraggio di denunciare realmente gli abusi e ancora meno hanno l'ardire di fare i nomi per manifestare concretamente il proprio  impegno civile. Davide Fabbri, ex consigliere dei Verdi a Cesena è uno di questi, troppo indipendente per essere condizionato, troppo orgoglioso per essere zittito, una persona che malvolentieri riesce a piegarsi verso qualsiasi compromesso che possa ledere la sua integrità morale.

Questo comportamento espone certamente a dei rischi, e purtroppo fra le tante querele (tutte archiviate) che Davide è riuscito a collezionare durante la sua lunga storia di consigliere comunale, così come per gli spermatozoi che cercano di raggiungere l'ovulo per fecondarlo, una di queste ce l'ha fatta ad arrivare a giudizio. Il 13 Gennaio prossimo ci sarà infatti la prima udienza in cui Davide Fabbri dovrà difendersi dall'accusa di diffamazione a mezzo stampa.Ulteriori dettagli sulla sua vicenda giudiziaria potete trovarli qui.

I fatti a cui si riferiscono le accuse corrispondono a un periodo in cui Davide Fabbri era consigliere comunale, pertanto sulla carta dovrebbe risultare protetto dal punto di vista legale dal comune di Cesena affinchè possa esercitare il suo diritto di opinione politica senza pericolo di condizionamenti. Oggi però consigliere non lo è più, e nonostante la certezza di dovere sborsare di tasca propria i soldi per difendersi nel processo, non c'è nessuna reale garanzia che possa avere alcun rimborso postumo da parte del Comune, non dico un appoggio diretto dell'ufficio legale come a mio parere sarebbe stato opportuno. D'altronde, una delle accuse che Davide ha sempre rivolto dall'opposizione, è proprio l'estrema facilità con cui l'attuale giunta PD rilascia concessioni edilizie, non stupisce quindi che pochi consiglieri dell'attuale mandato si siano espressi a sua difesa.

Esprimiamo piena solidarietà a Davide Fabbri, invitando a leggere i dettagli sulla sua interessante storia giudiziaria soprattutto sul sito di Senso Civico Cesena, oppure sul passatore, affinchè agli alfieri della legalità mai possa mancare il calore e il supporto di chi pensa che l'abuso palese di territorio sia sempre da condannare, anche se con le autorizzazioni in regola.

Il processo in primo grado è ovviamente pubblico, per chi volesse andare ed esprimere così solidarietà in prima persona l'appuntamento è per Mercoledì 13 Gennaio alle ore 11.00, davanti al tribunale di Cesena.

giovedì 9 aprile 2009

Quando gli ospedali crollano

Ospedale dell'Aquila (San Salvatore), costato 9 volte più del previsto, inaugurato appena 15 anni fa, e che a causa del terremoto si è incredibilmente lesionato al punto da essere dichiarato inagibile al 90% ed evacuato... chi lo ha costruito ?

Secondo vari blog la risposta la trovate qui!

Update: La impregilo ha smentito di avere realizzato la parte strutturale dell'ospedale, dichiarando che ha vinto l'appalto per l'ammodernamento solo nel 91, mentre la struttura di base è stata edificata anni prima.

Update2: Esiste un incredibile filmato in cui un ingegnere dimostra quanto l'azienda costruttrice abbia lavorato male e perchè.

Update3: Cominciano a delinearsi tutti i risvolti scellerati dietro la costruzione di questo nefasto ospedale, fra soldi buttati e mancate concessioni di agibilità, come denuncia questo articolo del sole 24 ore.  

giovedì 13 marzo 2008

Villa di Celincordia, cade l'accusa

Ne avevamo parlato tempo fa in questo post. Fra le tante sistematiche aggressioni edilizie (presunte) alle colline del cesenate una di esse ha assunto rilevanza tale da determinare l'istituzione di un processo, la "Villa di Celincordia" realizzata dalla società AL.NE (di proprietà di Nerio Alessandri di Technogym). La prima sentenza si è svolta ieri a Forlì con tante assoluzioni e poche condanne a pene irrisorie. I commissari del Comune, avevano inizialmente bocciato il progetto per quei terreni, per poi riapprovarlo qualche tempo dopo. Ci si chiedeva cosa fosse cambiato per far loro invertire il senso di marcia. Non si è saputo, tuttavia quello che prima era abuso ora non lo è già più, e per i tre dipendenti del Comune iscritti come indagati non si profilano responsabilità di rilievo. L'articolo seguente è tratto da Romagna Oggi.

Cade l’accusa d’abuso d’ufficio nei confronti di dirigenti e dipendenti comunali. Due mesi per falso nella domanda di condono edilizio per gli ex proprietari del terreno ed i responsabili dei lavori. Si è concluso mercoledì il processo udienza sui presunti abusi edilizi alla “villa di Celincordia”, nelle colline cesenati, su terreni di proprietà della società ALNE srl (sigla che sta per Alessandri Nerio, patron di Technogym). Disposto anche il dissequestro del cantiere.

L’accusa molto probabilmente farà ricorso in appello. L’inchiesta presa il via in seguito ad una segnalazione dei Verdi. Nell’ottobre del 2004, dopo alcuni mesi di accertamenti visivi e aerei compiuti dal Commissariato di Cesena, erano stati posti i sigilli all'intera area finita sotto i riflettori della Procura forlivese per presunte violazioni del piano regolatore e abusi edilizi durante la costruzione. Poi la corposa perizia, di un centinaio di pagine, aveva convinto il pm Monica Galassi, che ha coordinato le indagini, a chiedere il rinvio a giudizio per tutte le persone coinvolte, per ipotesi di reato che, a vario titolo, andavano dalla lottizzazione abusiva all’abuso d’ufficio fino alla falsità ideologica.


Assolti perché il fatto non sussiste Marco Bonaretti (dirigente del settore edilizia privata), Otello Brighi (ora in pensione) ed Elio Lorenzini (istruttore della pratica Al.ne srl e responsabile del procedimento relativo a tale pratica). Assolto anche il tecnico Daniele Morigi perché il fatto non costituisce reato per mancanza dell’elemento psicologico. Condannati per false dichiarazioni contenute nelle pratiche di condono edilizio Stefania Migani (legale rappresentante della società Al.Ne, proprietaria dell’immobile e dei terreni circostanti), gli agricoltori Enrico Giunchi e Maurizio Fiuzzi (affittuari del terreno e titolari del provvedimento concessorio), i fratelli Davide e Guido Aldini, della ditta appaltatrice "Fratelli Aldini" di Cesena (i costruttori), il geometra Gabriele Pasini (direttore dei lavori). Quest’ultimo è stato condannato a tre mesi di reclusione, gli altri a due.


Fonte: Romagna Oggi

domenica 18 novembre 2007

Aggressioni edilizie alla collina cesenate

Il MIZ e soprattutto Davide Fabbri dei verdi di cesena stanno seguendo da vicino il processo penale che ieri è iniziato a Forlì per presunta lottizzazione abusiva realizzata dalla società ALNE srl nella splendida collina di Celincordia, splendida dal punto di vista naturalistico e ambientale.

Non poteva essere diversamente, poiché la Magistratura era stata allertata da segnalazioni dei cittadini, da denunce politiche dei Verdi, da diversi articoli della stampa locale.

Cogliamo l’occasione di questo importante processo penale che si è aperto a Forlì, che riguarda l’uso comunque distorto del nostro territorio (indipendentemente dalle sentenze del Tribunale), per avanzare al Comune di Cesena alcune richieste e fare alcune proposte.

Sono anni che il Gruppo Consiliare dei Verdi denuncia politicamente con forza – spesso isolatamente - una continua aggressione edilizia alla collina cesenate; per i Verdi tale territorio va tutelato e salvaguardato sotto il profilo ambientale, e il Comune di Cesena deve evitare di rilasciare Permessi di Costruire che legittimano una ingiustificata degenerazione edilizia alla collina (e alle zone rurali in genere) da parte di società industriali, costruttori di impattanti ville, di pseudo-agricoltori per la costruzione di fittizie case rurali mai state al servizio dell’attività agricola, di fittizie attrezzaie trasformate in residenza.

Anche nel caso specifico di ALNE srl Davide Fabbri, ben prima del sequestro preventivo della lottizzazione (avvenuto il 13 ottobre del 2004), aveva segnalato il 4 marzo del 2004 agli uffici competenti presunte irregolarità a tale lottizzazione; segnalazione caduta nel vuoto.

Chiediamo al Comune di Cesena alcune cose importanti:
  • Come mai il Comune di Cesena è rimasto inerte e non ha esercitato il diritto di costituirsi Parte Civile per chiedere il risarcimento dell’eventuale danno arrecato all’ambiente nel processo penale iniziato ieri a Forli? Ritiene il Comune che l’atto d’accusa pesantissimo del P.M. Monica Galassi, nei confronti di tre Dirigenti e Funzionari Comunali (Bonaretti, Lorenzini, Brighi) imputati di reati gravi, non sia da tenere in considerazione? L’ordinanza del giudice di ieri in Tribunale che rigetta la costituzione di Parte Civile del WWF implicitamente ammette che il reato cosi’ come contestato astrattamente dal PM costituisce un reato che cagiona danno ambientale.
  • Come mai il Comune di Cesena non intensifica le attività di vigilanza e di controllo all’attività edilizia? Anche recentemente, la Procura della Repubblica di Forli ha disposto il sequestro preventivo di una mega attrezzaia che si stava trasformando in agriturismo sulle colline di Carpineta (questo è l’atto d’accusa della Magistratura); anche in questo caso vi era stata – sei mesi prima del sequestro preventivo dell’ immobile da parte del Tribunale di Forli - una segnalazione dei Verdi agli uffici comunali competenti, segnalazione caduta nel vuoto.
Chiediamo al Comune di Cesena di controllare la regolarità delle destinazioni d’uso di tutte le attrezzaie – proservizi agricoli presenti sul territorio comunale, dato che molte di esse non appaiono regolari sotto il profilo tipologico-costruttivo e delle destinazioni d’uso.

La moda di edificare ognidove e fare passare tutto per attrezzaia, pur in presenza di proprietari che si e no saprebbero coltivare un orto, deve essere interrotta con una vigilanza più rigorosa del territorio ed un maggiore rispetto delle norme, specialmente a tutela dei "veri" agricoltori.