giovedì 13 marzo 2008

Villa di Celincordia, cade l'accusa

Ne avevamo parlato tempo fa in questo post. Fra le tante sistematiche aggressioni edilizie (presunte) alle colline del cesenate una di esse ha assunto rilevanza tale da determinare l'istituzione di un processo, la "Villa di Celincordia" realizzata dalla società AL.NE (di proprietà di Nerio Alessandri di Technogym). La prima sentenza si è svolta ieri a Forlì con tante assoluzioni e poche condanne a pene irrisorie. I commissari del Comune, avevano inizialmente bocciato il progetto per quei terreni, per poi riapprovarlo qualche tempo dopo. Ci si chiedeva cosa fosse cambiato per far loro invertire il senso di marcia. Non si è saputo, tuttavia quello che prima era abuso ora non lo è già più, e per i tre dipendenti del Comune iscritti come indagati non si profilano responsabilità di rilievo. L'articolo seguente è tratto da Romagna Oggi.

Cade l’accusa d’abuso d’ufficio nei confronti di dirigenti e dipendenti comunali. Due mesi per falso nella domanda di condono edilizio per gli ex proprietari del terreno ed i responsabili dei lavori. Si è concluso mercoledì il processo udienza sui presunti abusi edilizi alla “villa di Celincordia”, nelle colline cesenati, su terreni di proprietà della società ALNE srl (sigla che sta per Alessandri Nerio, patron di Technogym). Disposto anche il dissequestro del cantiere.

L’accusa molto probabilmente farà ricorso in appello. L’inchiesta presa il via in seguito ad una segnalazione dei Verdi. Nell’ottobre del 2004, dopo alcuni mesi di accertamenti visivi e aerei compiuti dal Commissariato di Cesena, erano stati posti i sigilli all'intera area finita sotto i riflettori della Procura forlivese per presunte violazioni del piano regolatore e abusi edilizi durante la costruzione. Poi la corposa perizia, di un centinaio di pagine, aveva convinto il pm Monica Galassi, che ha coordinato le indagini, a chiedere il rinvio a giudizio per tutte le persone coinvolte, per ipotesi di reato che, a vario titolo, andavano dalla lottizzazione abusiva all’abuso d’ufficio fino alla falsità ideologica.


Assolti perché il fatto non sussiste Marco Bonaretti (dirigente del settore edilizia privata), Otello Brighi (ora in pensione) ed Elio Lorenzini (istruttore della pratica Al.ne srl e responsabile del procedimento relativo a tale pratica). Assolto anche il tecnico Daniele Morigi perché il fatto non costituisce reato per mancanza dell’elemento psicologico. Condannati per false dichiarazioni contenute nelle pratiche di condono edilizio Stefania Migani (legale rappresentante della società Al.Ne, proprietaria dell’immobile e dei terreni circostanti), gli agricoltori Enrico Giunchi e Maurizio Fiuzzi (affittuari del terreno e titolari del provvedimento concessorio), i fratelli Davide e Guido Aldini, della ditta appaltatrice "Fratelli Aldini" di Cesena (i costruttori), il geometra Gabriele Pasini (direttore dei lavori). Quest’ultimo è stato condannato a tre mesi di reclusione, gli altri a due.


Fonte: Romagna Oggi

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