Visualizzazione post con etichetta elezioni. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta elezioni. Mostra tutti i post

martedì 4 novembre 2008

Usa election day (sognando che Guevara)

Oggi è un giorno speciale per circa 130 milioni di americani, si elegge infatti il nuovo presidente che resterà in carica per 4 anni. La scelta non è certo facile, da una parte un candidato democratico nero, dal nome troppo simile a quello di un noto terrorista, giovane e telegenico, finanziato da ogni tipo di multinazionale, dall'altra un candidato repubblicano bianco, dal cognome troppo simile a una nota casa di panini, vecchio e un po goffo, con una certa propensione ai discorsi infarciti di patriottismo militare e ferite di guerra.

Fortunatamente, non tocca certo a me esprimere un voto, d'altronde non mi permetterei mai di usurpare questo spazio per sostenere una qualsivoglia preferenza fra Obama e McCain.

A dire la verità c'è anche Ralph Nader, indipendente di sinistra, ambientalista e cane da guardia delle multinazionali, ma é oggi più sconosciuto della piadina romagnola per un neozelandese.

In ogni caso una cosa è certa, chiunque vincerà l'indomani sarà sicuramente ebbro di gioia, ma avrà anche qualche grattacapo, come ad esempio .... sceglere il nuovo arredamento per la sala ovale.

martedì 15 aprile 2008

Commento post elettorale

Scusatemi, sapreste dirmi quando parte il prossimo treno per la Spagna ?

giovedì 10 aprile 2008

Libertà di opinione, opinioni in libertà


Riporto in calce, assolutamente privo di commenti, la trascrizione integrale dell’intervento di Berlusconi a Omnibus (La 7) del 10 aprile 2008, non credo serva aggiungere altro.

Polito la seconda domanda, mi promette che questa volta non farà licenziare nessun giornalista della Rai che la pensa in maniera sgradevole per lei come avvenne l’altra volta con l’editto bulgaro?

Berlusconi allora l’altra volta io non ho fatto licenziare in vita mia nessuno, e non ho fatto licenziare tanto meno qualcuno in Rai dove io non ho mai messo il naso, ho detto una battuta convinto che fosse una battuta diretta solo…

Piroso …e qualcun altro ce l’ha messo il naso Presidente.

B. beh, ma contro la mia volontà perche’ io non volevo assolutamente che si arrivasse alla decisione poi e’ stato lo stesso Biagi che ha deciso per una lauta eh… eh… risposta alle sue esigenze di… che… ha preferito di lasciare, ma io ho insistito fino all’ultimo che Biagi restasse in Rai. Cosa avevo detto; avevo detto che certi giornalisti come Biagi e Santoro avevano fatto un uso criminoso della televisione; continuo a sostenerlo anche adesso, soprattutto violando le regole della comunicazione elettorale, qualche volta…con Santoro basta che la gente guardi ancora oggi quello che combina Santoro e che fa combinare a Travaglio nella sua trasmissione per capire che e’ qualcosa che in una moderna democrazia non si dovrebbe permettere perche che Travaglio possa accusare chiunque di tutto, e di piu’senza avere un contraddittorio…

Polito quindi licenzia Travaglio allora

B. …è una cosa che non dovrebbe essere possibile in un servizio pubblico pagato coi soldi di tutti,

Polito …che fa lo licenzia Travaglio?

B. porto a confronto ciò che han fatto le reti che io ho fondato e da cui mi sono distaccato quattordici anni fa, non c’e’ nella storia di mediaset una sola, non solo un solo ciclo di trasmissioni alla Santoro, ma una sola trasmissione, uno speciale che sia d’attacco alla sinistra o personaggi di interesse della sinistra.

Piroso però Presidente Tremonti ad Annozero ci è andato tranquillamente ha esposto le sue ragioni cioè…

B. scusi, sia oggettivo Direttore lei si vergognerebbe di aver qui una trasmissione come Annozero e non la permetterebbe mai, che poi ogni tanto ci siano degli alibi per cui fanno arrivare Tremonti, e in quella trasmissione lo fanno parlare, questo e’ l’alibi che non contraddice la regola della trasmissione.

Polito ma Presidente, ma la mia domanda è proprio questa: la chiudete Annozero ?

B. …ma non sarò io, io non ho mai, nemmeno, nemmeno, non ho mai, con…io sono l’editore più liberale che sia mai comparso sulla scena editoriale italiana…

Polito …e allora accetti anche Santoro

B. …lo domandi a tutti i direttori e giornalisti di Mediaset e della Mondadori, si ricordi cosa disse Montanelli, da cui qualche volta mi dividevano le idee, io non ho mai fatto un intervento sulla libertà dei singoli giornalisti, non ho mai imposto nulla al contrario di quello che fa la sinistra gravando di telefonate continuative i poveri direttori dei telegiornali e delle trasmissioni della Rai…

Polito vabbà le telefonate è meglio lasciarle stare

B. …domandi, domandi, scusi… ai direttori, io ho ricevuto una telefonata da Saccà e ne ho approfittato per fare quello che si chiede ad un leader politico di riparare a delle ingiustizie, a delle persone che pur essendo brave si vedevano preferite a chi aveva rapporti di altro tipo con chi decideva in Rai. Quindi quella telefonata che ho ricevuto, l’ho utilizzata per quello, con la mia segretaria che mi mandava le comunicazioni che erano venute da varie fonti, tra l’altro il fratello di una di queste attrici che e’ un nostro consigliere di Rieti e che mi sottoponeva il fatto di una scelta che era stata fatta dal produttore privato e disdetta per una vicinanza amicale da un funzionario della Rai che era, vabe’ mi scusi, io per dire…

Polito vabbè ma quelle sono raccomandazioni, sono raccomandazioni, succede a tutti.

B. …io non ho paura di ricevere nessuna smentita quando dico che io le telefonate non le faccio, che la sinistra ne fa tre o quattro al giorno allo stesso direttore minacciandoli, minacciandoli di antipatia o di rappresaglie future

Polito chi è questo direttore?

B. guardi non sto a fare nomi, domandi ai suoi colleghi direttori, non potranno smentirmi…

Polito glielo chiederemo…

B. guardi, io sono da sempre l’editore ed il politico più liberale della storia della Repubblica Italiana.

venerdì 14 marzo 2008

Nuove elezioni, fra curiosità e sgomento

Anche questa mattina, come ogni mattina del resto, appena alzato dal letto ho ammirato il mio adorabile cane pazientemente seduto ad implorare che terminassi alla svelta il rito della vestizione. Vuole con tutta evidenza essere portato a spasso per espletare i suoi bisognini. Non so se avete mai notato, chiunque possiede un cane certamente lo avrà fatto, con quale sguardo ti guarda il tuo cane quando ti stai vestendo. In quello sguardo c'è un misto di curiosità e di sgomento, ti segue con gli occhi come se quell'azione (per noi tanto semplice, infilarsi una camicia, allacciarsi le scarpe) fosse di una complessità inaudita. Per un cane certamente lo sarebbe, sovente inizia a punzecchiarti perché non riesce proprio a capacitarsi del fatto che fino a quando tutta quella sequenza di incredibili azioni non è completata il padrone mai e poi mai lo porterà alla porta per la passeggiata. Ma noi uomini, mica possiamo uscire in strada nudi!

Ebbene, stamattina stavo pensando al fatto che siamo in pieno periodo elettorale, come appena svegliati da una lunga sonnolenza di banale governo, e quel cane siamo noi! Il politico inizia (cosa per noi comuni elettori incomprensibile) il suo rito di vestizione di consenso popolare, armeggia, si mobilita, dimentica tutto e tutti per concentrarsi su quell'unico compito... prepararsi al meglio per le elezioni. E noi, poveri cittadini (cani), restiamo li, senza riuscire a cogliere granché dell'assoluta necessità delle complesse operazioni che stanno compiendo. Nello sguardo la curiosità per i nuovi candidati e quel tipico sgomento per ogni diachiarazione di coloro che non ci piacciono. Stiamo seduti davanti alla TV, infarciti di Ballarò e di Anno Zero (Bruno Vespa per i più perversi), fino a che il padrone non ci fa un cenno... sono stato finalmente eletto, ora posso lavorare per voi!

Così come pensa il cane scrutando il padrone compiere quell'incomprensibile rito della vestizione, così il cittadino non si capacita del come si possa perdere tanto tempo prima di avere quello straccio di provvedimento tanto agognato per ridurre la precarietà del lavoro, incrementare i salari, salvare l'ambiente, migliorare la salute pubblica, garantire la sicurezza, etc.etc.

Macché, dobbiamo aspettare, completato il rito (forse) ci porteranno fuori di qui per soddisfare i nostri "bisognini" di cittadino, noi non possiamo capire che ciò che fanno ora è necessario anzi indispensabile, ed ogni altra attività totalmente inopportuna e fuori luogo in questo contesto. Taluni la chiamano democrazia, ed in effetti è proprio così.

Tuttavia, se le elezioni amministrative e comunali si tengono ogni quattro anni, possiamo permetterci di stare un anno su quattro a guardare senza avere un governo che prende decisioni ? E' davvero così indispensabile nell'anno precedente le elezioni (mi riferisco alle prossime elezioni comunali a Cesena del 2009) stare seduti e ridursi a piccoli cuccioli imploranti ed impotenti ogni qualvolta si chiede all'amministrazione di compiere qualche piccolo o grande sforzo progettuale ?

Se ne riparla dopo il cambio di giunta, ovvero quando abbiamo finito di indossare i vestiti elettorali e siamo pronti ad uscire. Nel frattempo aspetta e sp(H)era. Quando ci viene riferito ad esempio che il progetto del "porta a porta" a Cesena non può partire perché siamo sotto elezioni e se ne riparlerà con la prossima giunta, mi sorge il dubbio se non ci stanno trattando davvero come cani imploranti (e Cesena è 10 anni che aspetta).

In conclusione, terminando questa troppo lunga metafora, fra pochissimi giorni arriverà la risposta del sindaco Conti riguardo alla nostra petizione sul progetto del "Porta a Porta" a cesena, e mi è venuto uno sconcertante pensiero:

Se vogliono continuare a vestirsi per un anno intero...
stavolta glela faccio davvero sul tappeto!!