martedì 15 dicembre 2009

Hera informa, noi rispondiamo

Un intero paginone del Corriere di Cesena, questo è quanto Hera diverse settimane fa ci ha regalato per informarci su come sta andando la raccolta differenziata a Cesena e provincia. Una pagina intera di un quotidiano per rendere noto a tutti che Hera ha aumentato le sue percentuali di raccolta differenziata fino al 45% nei primi mesi del 2009! Poffarbacco...

Anche noi vorremmo esultare per questa felice notizia, purtroppo non riusciamo proprio a farlo, per alcune semplici ragioni. Ricordo, se mai fosse necessario, che esistono leggi recepite a livello nazionale (testo unico 152/06) che impongono come “obbligatorio” per i comuni il raggiungimento del 45% di RD entro il 2008, che diventerà poi il 50% nel 2009, 55% nel 2010, 60% nel 2011. Pertanto questi risultati sono un semplice “dovere” e non un orgoglioso atto di interessamento all’ambiente.

Non ottemperando a questa norma, scatterà una sanzione da pagarsi direttamente in bolletta corrispondente ad una addizionale del 20% nel costo di smaltimento in discarica, il che si traduce in decine di euro in più da pagare nella tariffa sui rifiuti TIA per ogni famiglia. Perché analogamente non si legge mai del gestore elettrico che pubblica i risultati di penetrazione delle energie alternative, oppure del sistema ospedaliero che illustra il tasso di diminuzione dei tumori in provincia ?

Hera farebbe bene piuttosto a dichiarare quanto effettivamente ricicla di quanto raccoglie, quanto porta all’inceneritore, quanto è diminuito il rifiuto raccolto, ma si guarderebbe bene dal farlo. In realtà, con piena logica da operatore monopolistico e consapevole della necessità di procedere a gara di appalto a partire dal 2011, è evidente come tenti di ricorrere al marketing per valorizzare la sua complessa e costosa macchina industriale. Pubblicità insomma.

L'attività altamente meccanizzata del servizio rifiuti, che non ha prodotto affatto l’auspicato decremento delle tariffe, rischia di diventare proporzionalmente sempre più rigida e accentratrice di mano in mano che la legge imporrà ai comuni una raccolta differenziata di livello più spinto. Ciò porta l'azienda già oggi a privilegiare le inquinanti pratiche di incenerimento piuttosto che di riciclo su quanto raccolto.

L’intento evidente è quindi quello di fornire l’immagine di un soggetto “indispensabile” per questo territorio, riducendo così il rischio di qualsiasi forma di concorrenza quando si andrà finalmente a gara di appalto. Solo così si spiega l’ossessione di Hera per evitare di introdurre la raccolta domiciliare, la quale già da sola farebbe schizzare verso l’alto e con pochi costi aggiuntivi la raccolta differenziata a ben oltre il 70% come è successo a Forlimpopoli.

Al contrario, si preferisce insistere con il “cassonetto di prossimità” del quartiere Cesuola, oppure il “cassonetto con chiave” di Gatteo a mare, arrivando a tesserne le lodi ancora prima di concluderne la relativa sperimentazione. Anche con una semplice analisi costi benefici, questi sistemi di “potenziamento” a cassonetto stradale, qualora allargati a tutta la città, appaiono costare un multiplo di quanto costerebbe dotare ogni unità abitativa di semplici contenitori per la raccolta differenziata domiciliare porta a porta, eppure si investono centinaia di migliaia di euro in progetti poco lungimiranti e destinati a diventare obsoleti in breve tempo.

Perchè abbiamo il pallino del porta a porta ? L’introduzione della raccolta domiciliare “deindustrializza” il sistema e lo semplifica, rendendolo a bassa intensità di macchinari ma ad alta intensità di manodopera (leggi posti di lavoro), creando al contempo le condizioni affinché altri operatori possano entrare in concorrenza, magari riducendo le tariffe per i cittadini.

Questa eventualità fa paura ad Hera, pertanto continuerà a sostenere che la domiciliare costa troppo, malgrado sia già in uso da decenni nelle principali capitali europee e in tante piccole e medie realtà anche italiane. Aggiungiamo a questo il fatto di come le percentuali di raccolta differenziata annunciate siano state spesso gonfiate ad arte da Hera per fare risultare performance superiori al reale, come è avvenuto a Longiano e Rocca San Casciano, dove l’introduzione di pochi mobilifici nel computo degli “assimilati” hanno incrementato (a costo zero) la resa di raccolta differenziata passata dal 20% a ben oltre il 60% in meno di un anno.

Infine occorre citare le tante città, fra cui anche Cesena, dove con meccanismi contabili chiamati “sgravi in tariffa” si sono computate (legalmente) autodichiarazioni di aziende come se fossero vera raccolta differenziata. Tutti questi calcoli impropri (ma legali) comprendono oggi oltre un terzo dell’effettivo valore della raccolta differenziata ottenuta.

Noi continuiamo a ritenere, in contrasto con le pubbliche manifestazioni di efficienza che Hera è così solerte e tempestiva nel manifestare sui quotidiani, che la raccolta domiciliare porta a porta sia una delle poche soluzioni valide e sensate per il nostro territorio, poiché in grado di innescare una vera filiera del “riciclo” e non solo utili dividendi per le amministrazioni, minimizzando al contempo la necessità di ricorrere in maniera massiccia alla realizzazione di nuovi inquinanti e sovradimensionati impianti di incenerimento.

venerdì 11 dicembre 2009

E' nato ECOCENTRICO, il portale che fa bene all'ambiente


È nato Ecocentrico, il nuovo portale della cultura ambientale, sostenibile, consapevole, pulita, uno spazio che racchiude le notizie, le persone e le idee del mondo ecosostenibile.

Ecocentrico è un progetto pensato per dare forza e visibilità a chi pensa e agisce in modo ecosostenibile, ai suoi progetti, al suo sapere. Non solo un sito su ecologia e ambiente, ma un aggregatore di notizie, video ed eventi provenienti dal web, dalla blogosfera e dai social media, pensato per selezionare le notizie di qualità all’interno di un panorama di comunicazione caotico.

Cosa è e cosa vuole essere Ecocentrico:
  • uno spazio libero in cui far conoscere e crescere la cultura "ecocentrica", portatrice di una nuova idea di sostenibilità ambientale;
  • una directory dove trovare produttori, rivenditori, installatori, certificatori energetici professionisti o studi professionali, enti o associazioni specializzati nei prodotti e servizi per lo sviluppo sostenibile;
  • il punto di aggregazione di tutti gli "ecocentrici";
La cultura ambientalista sta per affrontare un bivio importante, il riconoscimento che per far crescere la coscienza della sostenibilità ambientale occorre passare da una visione egocentrica ed individuale ad una più ampia visione collettiva e globale, che migliori la qualità della vita ed il benessere di tutti, per creare un luogo migliore in cui vivere meglio. Non bastano i soli stili di vita, occorre che società, economia, legislazione, industria, collaborino per mettere in pratica le "best practices" senza le quali ogni sforzo individuale diventa solo "egocentrico" e non realmente utile al raggiungimento di standard minimi di sostenibilità ambientale.

“ll progetto di Ecocentrico - spiega Gabriele Ferreri, uno dei responsabili del progetto - è frutto del lavoro di tre diverse professionalità e si sviluppa con lo scopo di affiancare a parole quali ‘sviluppo sostenibile’ e ‘responsabilità sociale d’impresa’ altri concetti fondamentali. Da una parte il comportamento morale, fondato sulla capacità di uomo ed ecosistema di vivere in equilibrio, dall’altra il comportamento responsabile, che induca gli individui e le aziende a sviluppare prassi etiche in tutti gli aspetti del quotidiano”.

Ovviamente ci auguriamo che l'iniziativa sia un successo e non solo l'ennesimo tentativo di creare l'ennesima nicchia informativa per gli ambientalisti accaniti, fornire indici di aziende che lavorano bene rispettando principi di sostenibilità ambientale è già comunque un buon inizio. Vi invito quindi a visitare questo nuovo portale così ecocentrico.

Contatti e informazioni
Torino - Via Carso, 18/Q
telefono 011 332 36 89

Alba - Via Gazzano 1/b
telefono 0173 44 28 29


mercoledì 9 dicembre 2009

Le rinnovabili costano troppo ? Allora non funzionano


Una delle critiche maggiormente rivolte alle fonti energetiche rinnovabili è che costano troppo e sono troppo inefficienti, il vento non tira sempre, il sole non è sempre disponibile, l'Italia consuma annualmente almeno 337TWh di energia elettrica (dati Terna), pertanto le rinnovabili saranno relegate a coprire solo una fetta insignificante del fabbisogno (0.4% per il solo fotovoltaico), quindi non funzionano. Se l'Italia dovesse andare tutta a rinnovabili, i costi sarebbero oggi proibitivi. Per il fotovoltaico siamo ad appena 700MW installati, in totale, decisamente pochino, quindi è la tecnologia che funziona male ?

Dire che qualcosa funziona o non funziona solo perché economicamente conveniente oggi oppure no, è ovviamente una fesseria. La fotoseintesi clorofilliana ad esempio ha una efficienza inferiore all 1%, le piante non vanno nemmeno a riscuotere i proventi del “conto energia”, eppure funzionano benissimo.

I pannelli solari (non termici, quelli sono un altra cosa) hanno efficienza media che oggi arriva al 13% comodo comodo, 15% e oltre usando materiale monocristallino, con esperimenti su tecnologie multigiunzione (che utilizzano uno spettro solare più ampio) che arrivano ad oltre il 30% di efficienza!

L’efficienza di una autovettura nel bruciare gasolio arriva si e no al 15% !!! Ne dobbiamo quindi dedurre che costruire automobili per consentire la mobilità personale a tutto il mondo è una sciocchezza dal punto di vista economico e che meglio sarebbe andare a piedi, in bicicletta, o fare solo auto elettriche, certamente enormemente più efficienti (e meno inquinanti) ?

Il nocciolo della questione è che esporre considerazioni economiche oggi per decidere se una tecnologia è capace di darci benessere in futuro oppure no è un puro non-senso. Fra venti o trenta anni, solo gli sceicchi potranno permettersi petrolio, uranio, gas naturale (e forse neppure loro), pertanto non appare esserci altra scelta, a meno di arroccarsi in fantomatiche prospettive di ripresa estrattiva dei prodotti petroliferi.

Le banconote sono un combustibile molto inefficiente, bruciate in un falo, ma utilizzate per creare una nuova infrastruttura mondiale per renderci indipendenti dalle fonti fossili sono BEN SPESI. Anche se avessero un ritorno economico EROI di 30 anni. Semplicemente non c'è altra alternativa se non questa, spendere ogni risorsa di oggi per l'infrastruttura energetica del futuro basata su fonti rinnovabili distribuite e su reti elettriche intelligenti (scambio di energia con i vicini).

Se esiste un altra alternativa, qual'è ? Il costosissimo nucleare a fissione di III generazione ? Ponti sullo stretto ? Tav ? Inceneritori ? Ulteriori cementificazioni del territorio ? Sono tutte favole senza futuro, dopo che saranno state costruite (a debito pubblico nella maggioranza dei casi) assai probabilmente ne assisteremo alla loro sgretolazione per mancanza di manutenzione. Si può investire oggi solo in ciò che è conosciuto e previsto utile per domani, oggi sono le tecnologie rinnovabili, domani forse il nucleare a fusione, chissà, l'importante è avere già da oggi una strategia che preveda seriamente cosa ci servirà davvero domani, e non sarà certo io credo un nuovo ponte.

Dite che con le rinnovabili si potrà coprire al massimo un 10% del fabbisogno mondiale ? Bene, il problema diventa il fabbisogno mondiale, significa che, se non vogliamo radere a zero il pianeta terra come fosse una immensa isola di pasqua, dovremo abituarci tutti a consumare il 10% di oggi, così come avveniva una cinquantina di anni fa, dove il solo idroelettrico bastava e avanzava per le necessità dell’Italia.


Quindi, basta parlare di ponti fra regioni che non hanno nemmeno un sistema ferroviario decente, ci serve ricerca e sviluppo in campo energetico, come avviene in Germania, che grazie a questi investimenti già oggi è riuscita a raggiungere e superare gli obiettivi di Kyoto, e parte con il piede giusto per quelli in corso di Copenhagen.