martedì 14 ottobre 2008

Avviata la campagna del MIZ contro la brutta legge regionale sui mercatini

Domenica scorsa abbiamo partecipato alla manifestazione commercianti per un giorno di Forlì, (pagando la non modica cifra di 60€ per una misera piazzola quasi priva di servizi!). Allestito lo spazio a noi assegnato, abbiamo provveduto a vendere parte delle nostre vecchie cose inutilizzate (rigorosamente usate!). Ci siamo sbarazzati di un enorme acquario che marciva in terrazza, una macchina del caffè funzionante che stava a prender polvere in garage, una stampante destinata a finire in discarica ... e tanti altri piccoli oggetti dal bassissimo valore residuale.

Questo per dirvi che questi mercatini sono una vera ricchezza per la collettività, la merce ritorna in circolo e viene davvero riusata, la gente ha poco da spendere in questi tempi di grave crisi economica, non è più in grado di sostenere inutili consumi ricorrendo al credito, niente di meglio allora dei mercatini per risparmiare qualcosina e togliersi pure qualche sfizio, pur assediati dai mutui rampanti e dai debiti...

Quel fenomeno per cui anche se non ho i soldi in tasca li prendo a prestito e li spendo per cose inutili: così l'economia gira, e non importa se gira a vuoto, per cose che in realtà non servono a nessuno. Grazie a questo i soldi si moltiplicano da soli. E chi oggi è in debito domani pagherà...

Anzi, stiamo già pagando per i debiti che non sapevamo neanche di avere, ecco perché i mercatini dell'usato rappresentano una importantissima valvola di sfogo provvidenziale per tutta quella "sub-economia" marginale che oggi non è ancora di sussistenza, ma un domani rischierà inevitabilmente di diventarlo.

Incombe su tutto ciò una proposta di legge assurda (ne abbiamo già parlato QUI) che vuole limitare (con la pretesa di regolamentare) eventi come i mercati hobbistici. Considerati alla stregua di commercianti, chi svolge per hobby e saltuariamente questa attività ne verrà duramente colpito, i veri professionisti del settore invece (assai spesso commercianti mascherati) sopravviveranno tranquillamente. Coloro che vogliono solo vendere in sicurezza e direttamente le proprie cianfrusaglie usate saranno forzati a non parteciparvi più e buttar pertanto via tutto in discarica (salvo qualcosa su eBay), alla faccia di incentivare la raccolta differenziata.

Così ci siamo mobilitati:

In occasione dell'evento fiera abbiamo distribuito un volantino per spiegare cosa stanno per approvare in regione, solo pochissimi sapevano di cosa stavamo parlando! Parecchi erano increduli, altri ancora dichiaravano che se fosse passata davvero una legge in questi termini non avrebbero più voluto partecipare ai mercatini. Una persona ha addirittura dichiarato che aveva partita iva e che non sarebbe per lui cambiato niente (forse proprio un commerciante mascherato da hobbista) dato che poteva permettersi la tessera, ed anzi, era contento perché a parer suo avrebbe avuto molti meno venditori attorno a dargli fastidio!

Abbiamo raccolto qualche centinaio di firme di protesta (glissando sulle ire degli organizzatori, che volevano impedircelo), le useremo per spedire una bella lettera alla regione Emilia Romagna nonché al relatore della legge stessa, tale Paolo Nanni consigliere regionale, che tra l'altro è un portavoce del Meetup di Bologna, affine quindi ad un pensiero che sulla carta dovrebbe essere diametralmente opposto a quello che la legge vorrebbe portare: la cura esclusiva dei legittimi interessi dei commercianti ambulanti.

Queste sono state le dichiarazioni di Paolo Nanni oltre un anno fa a proposito della legge in oggetto.

Lasciatemi intendere, non siamo certo contrari al fatto che una norma che regoli il settore esista, la regione Veneto ad esempio ne hanno una anche se meno restrittiva, ciò a cui siamo contrari è l'equiparazione degli hobbisti a commercianti. ignorarne completamente la loro valenza sociale ed ecologica, bastonarli perché considerati da Confcommercio e Confesercenti esclusivamente fonte di concorrenza sleale.

La legge dovrebbe sancire l'obbligo di distinguerli, non quello di punirli, anche la legge già esistente in Veneto va purtroppo a nostro avviso nella direzione sbagliata.

Se voglio vendere il mio vecchio mobile in una zona appositamente adibita e protetta, non voglio essere considerato in concorrenza con un negozio di antiquariato. Se il negozio stesso allestisce poi anche il banchetto al mercatino per disfarsi dei suoi invenduti, quella si che è concorrenza sleale, ma dei commercianti verso i veri hobbisti, ai quali non viene riconosciuto un diritto fondamentale, quello di recuperare qualche euro dal materiale vecchio di sua proprietà, senza scopo di lucro ma per pura passione e senso dell'ambiente.


P.S. L'immagine è generica e non scattata a commercianti per un giorno

2 commenti:

  1. Spesso e vfolentieri i cosidetti hbbysti sono niente di più che evasori totali che partecipano regolarmente a mercatini dell'usato ed antiquariato senza una regolare presa d'atto (con tutti gli obblighi che ne consegue, senza partita IVA e senza pagare tasse e contributi. Sono stati molti i colleghi che vista la crisi si sono inseriti in questo circuito abbandonando la via regolare e altri ancora che non l'Hnno mai percorsa. Esistono mercatini dove gli hobbysti hanno il posto fisso anche se que4st si svolgono mensilmente. Per me questa è solo furbizia e coccorrenza sleale. Se qualcuno vul vendere le cose usate in esubero che si rivolga alle varie strutture che praticano il conto vendita nel rispetto della legge...il resto è puro sofismo!

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  2. Altrettanto spesso sono i commercianti, specie quelli che manifestamente non pagano le tasse, che con la stessa arroganza vedono in chi vende le proprie cose usate una concorrenza sleale e una indebita ingerenza nel loro settore di attività. I mercati degli hobbisti non hanno solo una valenza economica, ma anche e soprattutto sociale e ambientale. Se ci sono dei furbi (facile scoprirli, basta verificare chi di loro ha già una attività commerciale) allora vanno puniti, ma negli altri casi è giusto che non debbano pagare le tasse, poichè non è un lavoro, e l'attività è effettuata esclusivamente negli appositi spazi, spesso a pagamento, forniti dal comune. Non fosse altro per il servizio che svolgono alla collettività, quello di ridurre il numero dei rifiuti, cosa che i commercianti "tradizionali" non sono molto propensi a fare.

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