Fra Bergamo e Brescia cresce il porta a porta, ed Hera ?
Fra Bergamo e Brescia, in località Rovato, opera la Cogeme, una delle prime ex-municipalizzate ad azionariato diffuso (con maggioranza pubblica), che si occupa di servizi primari comunali (gas, acqua, ambiente) fin dal 1970. Così come molte altre ex-municipalizzate (Gruppo Hera in testa), è attiva nello stringere alleanze con aziende vicine, specialmente con le aziende di Cremona (Aem), Pavia (Asm) e Lodi (Astem), per formare una holding che riunisca le molteplici esperienze in un nuovo gruppo, la LGH.
Nonostante questa voglia di "gigantismo" accomuni oggi tante società del settore, nel caso della Cogeme il suo ampliamento nel settore ambiente è attuato in congiunzione con l'allargamento graduale del servizio di raccolta domiciliare Porta a Porta, arrivando oggi a coprire oltre 55.000 persone in una trentina di piccoli comuni sui 50 globalmente gestiti. Il porta a porta quindi si allarga, e sulle pagine del sito della Cogem dedicate alla sezione ambiente sono loro stessi i primi a promuovere il sistema, arrivando persino a dire che ... udite udite ... "la raccolta domiciliare è ormai la strada che consente risultati significativi, sia in termini di quantità, sia di qualità dei materiali raccolti".
Sulle paginine del sito sono disponibili anche i calendari PDF dei comuni serviti dal sistema di raccolta domiciliare, nonchè una chiara carta dei servizi. Ora, lungi dal pensiero di scrivere per fare pubblicità ad una azienda che appena conosco, una considerazione elementare mi preme farla: Come mai altre ex-municipalizzate, in piena fase di espansione, dichiarano che il passaggio graduale al sistema porta a porta è fra gli obiettivi strategici, ed Hera no ? Non dovrebbero, proprio perchè impegnate in fusioni e ristrutturazioni, privilegiare i vecchi sistemi non domiciliari ben collaudati e pensare a battere cassa ai cittadini, per fare loro pagare i costi delle fusioni ?
La risposta penso sia abbastanza elementare, il porta a porta non solo ha migliori risultati in termini ambientali (cosa riconosciuta già da tutti), ma permette, proprio in virtù delle economie di scala, migliori performance in termini economici e gestionali. Perchè Hera si appresta a crescere fino a diventare un mostro a scala nazionale, fondendosi in una super-utility con Iride, Enia, magari Acea di Roma, e chissà quali altre, e non riconosce il valore sia etico che economico/strategico della raccolta domiciliare ?
Crescere è lecito, ma diventare preda di delirio di gigantismo solo per remunerare gli azionisti, per una impresa come Hera che già non si distingue certo per essere rispettosa dell'ambiente, rischia di fare scivolare di mano ai comuni tutti i servizi primari, raccolti da gente il cui unico interesse diventa quello dell'alta finanza. I comuni potrebbero così perdere il controllo e rendendosi incompatibili con azioni volte al benessere dei cittadini e alla tutela dell'ambiente. In nome di cosa ? Dell'economia di scala per fare in maniera più redditizia ciò che di per se è sbagliato per la sostenibilità del nostro futuro ? Chi li fermerà più dopo che scopriranno che la strada giusta era un altra ?
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