Innamorata della bici a Copenaghen
Il Corriere Cesenate pubblica questo appello di una vera amante della bicicletta, per valorizzare il ruolo di uno dei pochi mezzi realmente sostenibili che abbiamo a disposizione:
Tutta colpa di Copenaghen. Ci ho abitato solo 6 mesi, ma sulle sue fantastiche piste ciclabili mi sono perdutamente innamorata della bicicletta. Da allora,sono una ciclista urbana sfegatata, quasi una “drogata” del pedale. Non ho rinunciato alla bici neanche a Milano(nonostante le maledette rotaie del tram)e,una volta tornata a Cesena,ho continuato a spostarmi in bici da sola, col pancione, con i bimbi piccoli, con i bimbi a seguito… Attualmente nel nostro garage l’auto è una sola, le bici sono 5, e utilizzate di continuo.
Io uso la bici perché mi piace, mi mette di buon umore, mi permette di salutare chi incontro, di guardarmi intorno, di pensare, di tenermi in forma, di muovermi più velocemente che in auto (sotto i 3-4 km è quasi certo) ma con meno stress (questo è certo!), di spendere e inquinare di meno… Come me,tante altre mamme e babbi usano la bici per gestire la complicata logistica familiare, tra lavoro, scuola, nonni, palestra… E siamo proprio noi genitori, con bimbi sul seggiolino o che ci pedalano dietro a ruota, le persone più indicate per dare suggerimenti su come rendere migliore la vita dei ciclisti urbani.
Innanzi tutto servirebbe una rete di piste ciclabili più completa e sicura, possibilmente piste solo per bici, e non ciclo-pedonali. Non è una posizione ideologica, ma assolutamente pratica. Quando pedalo con mio figlio che mi segue a ruota con fiducia, mi accorgo in maniera evidente che quando la pista ciclabile finisce nel nulla, la sua sicurezza è messa a repentaglio, perché siamo costretti o ad inserirci sulla strada carrabile, dove le macchine rischiano di non vederci o investirci, o su un marciapiede, dove rischiamo di far del male ai pedoni. Inoltre, in alcuni luoghi cruciali mancano parcheggi per biciclette. Un esempio per tutti, la piscina comunale.
Ci avete fatto caso? Fino all’estate scorsa era permesso parcheggiare le bici nel cortile interno e l’accesso era consentito anche alle moto, in maniera non regolamentata. Verso fine estate, una bimba (nella fattispecie mia figlia!) si è bruciata un polpaccio sfiorando la marmitta rovente di una moto parcheggiata vicino alla nostra bici. Segnalato l’accaduto, i gestori hanno vietato il parcheggio all’interno della cancellata, spostando il problema di qualche metro, senza però risolverlo, perché la gestione del cortile interno è del Comune. A questo punto,la palla passa all’Amministrazione, e speriamo che tra un rimpallo e l’altro si faccia gol e si istituisca un parcheggio per bici vicino alla piscina…
Caterina Molari
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