giovedì 19 novembre 2009

Vuoi bere ? Paga!


Ieri è stato un giorno nero per la democrazia, è stata infatti privatizzata l'acqua, o più propriamente verranno obbligati i comuni a ridurre gradualmente la loro quota di partecipazione nelle aziende che hanno in gestione la risorsa idrica fino a meno del 30% entro il 2015. Badate bene, ciò vale per tutti i servizi pubblici locali primari, energia, trasporti pubblici, e soprattutto la gestione dei rifiuti urbani (anche se con tempi più dilatati).

Lo spazio politico di manovra dei comuni ne verrà quindi fortemente ridimensionato, lasciando ai privati l'onere di gestire le risorse del territorio con principi che dipenderanno prevalentemente da considerazioni di carattere economico e non più dalla consapevole scelta dei cittadini . Non potremo più scegliere realmente amministratori che rendono conto del loro operato agli elettori. Non è solo un fatto di tariffe, è un immenso problema etico!


Una multinazionale non ha alcun interesse reale nel migliorare l'efficienza della rete, mentre ha forti interessi nel salvaguardare il proprio margine di impresa. Pertanto, avrà interesse che si consumi più acqua possibile (o trattare più rifiuti possibile), non certo a tappare i buchi della rete o ridurre gli sprechi, poiché sa che può sempre riversare i costi sulle tariffe dei cittadini pur di mantenere inalterati i suoi profitti. Le associazioni dei consumatori prevedono infatti che nel giro di pochi anni le tariffe possano aumentare anche del 40% per acqua e rifiuti.

Grazie governo!

Spero proprio che non finiremo come in Bolivia.

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