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lunedì 24 novembre 2008

Gestione dei rifiuti fra Roma e Berlino


Assolutamente imperdibile la puntata di Report del 23-Novembre-2008 interamente dedicata ai rifiuti e alla raccolta differenziata, dal titolo "L'oro di Roma". Nella parte centrale del servizio si pongono a confronto la realtà pressoché fallimentare di Roma con la gestione virtuosa della raccolta a Berlino, che già da 20 anni si colloca all'avanguardia come performance di riciclo e riduzione dei rifiuti urbani.

Ovviamente a Berlino, oltre tre milioni di abitanti, utilizzano la raccolta domiciliare porta a porta, con cassonetti di prossimità condominiali, ed inceneriscono solo quanto non è possibile recuperare (da noi si recupera la plastica per incenerire meglio, l'esatto opposto).

La tesi del servizio della Gabanelli, che condivido in pieno, è che una gestione pubblica della raccolta e dello smaltimento sia la sola che consenta di generare politiche che davvero riescano a ridurre il rifiuto urbano alla fonte.

Una gestione totalmente privata o con controllo pubblico inefficace (leggi Hera), pur efficiente dal punto di vista industriale, è destinata a mancare completamente l'obiettivo. Essendo per forza di cose monopolistica e senza una reale concorrenza, inevitabilmente sarà incentivata a fare accordi con i comuni allo scopo di garantire la produzione del maggiore rifiuto possibile.

Il privato è contento perché guadagna di più, il pubblico è contento perché in cambio di questa garanzia di "produzione illimitata e incentivata" si ritrova ad avere dei congrui sconti in tariffa, per l'ambiente però è un disastro, poiché la differenziata rimarrà sempre volutamente al palo con in più l'obbligo di dovere ingrandire continuamente sia le discariche che gli inceneritori. Se poi la legge stabilisce degli obiettivi minimi, c'è sempre la possibilità di ricorrere allegramente a trucchi contabili (pur leciti) come l'adozione degli assimilati e le autodichiarazioni di smaltimento delle imprese (RD da sgravi in tariffa).

Questo stato di reciproca convenienza e conflitto di interesse, spesso è rafforzato da campagne di informazione (pagate comunque dai cittadini) devianti ed ipocrite, pensate per mettere in risalto le performance positive dell'azienda (in puro stile marketing) piuttosto che educare realmente i cittadini.

Spacciare la bontà della raccolta differenziata come la soluzione di tutti i mali, rifilando al cittadino la piena responsabilità della sua mancata attuazione, è una scelta ipocrita, dato che spesso si accompagna ad una azione politica che rifiuta l'attivazione di qualsiasi pratica di riduzione e recupero reale. Tanto è vero che in Italia abbiamo un record assoluto di produzione di rifiuto pro-capite.

In Italia queste cose elementari ancora non riusciamo ancora a capirle, mi sento triste per le sorti di questo paese.

lunedì 10 marzo 2008

Ritorna la Gabanelli con Report - Terra Bruciata

Non so se ieri sera avete visto in TV su RaiTre la prima puntata della nuova serie di Report della mitica Gabanelli. Francamente, non mi ricordavo di avere provato un magone allo stomaco così intenso da quando ho scoperto da ragazzo che esistono anche degli accadimenti che sono irreparabili, come la morte di una persona cara, non importa quanti soldi si possa spendere. Milena Gabanelli, da molti osannata come esempio di vero giornalismo di denuncia, è stata da taluni criticata, anche pesantemente, basti citare il caso Paolo Bernard, ma rimane un esempio più unico che raro di come sia importante e socialmente fondamentale il mestiere del giornalista sul campo. Non deve essere (quello dei giornalisti di Report) un lavoro facile, specialmente quando ti sale la rabbia nel constatare che malgrado le denunce, le inchieste, gli sputtanamenti degli amministratori, sovente nulla cambia. Ma siamo davvero tutti finiti in preda ad un potente anestetico ?
In Campania ci sono 2.551 siti potenzialmente contaminati, il doppio della Lombardia che ne ha 1.300, la maggior parte sono concentrati tra le province di Napoli e Caserta, nella piana campana, dove le falde acquifere, sia quella superficiale che quella profonda, sono inquinate da sversamenti di liquidi pericolosi e cancerogeni. I comuni coinvolti sono 80, sui terreni agricoli sono stati spalmati i fanghi industriali venduti come compost.

Prendere gli amministratori campani (e i tanti imprenditori che lucrano col le ecomafie) a calci nel culo potrebbe anche essere liberatorio, ma i rifiuti tossici industriali rimarrebbero là. Le centinaia di persone stipendiate con logica clientelare, anziché bonificare, continueranno a tosare l'erba, permettendo alle ditte in appalto di chiedere addirittura il risarcimento danni perché non sono state messe in grado di lavorare. I contadini rimarrebbero inconsapevoli ed omertosi di fronte alle discariche di rifiuti tossici sui bordi dei loro terreni, e continuerebbero a vendere i loro prodotti sulle tavole d'italia. I vigili ambientali zelanti continuerebbero ad essere trasferiti perchè il loro zelo da fastidio. I pastori continuerebbero a morire degli stessi mali che uccidono le loro pecore. Verrebbe voglia di trasferire tutti gli abitanti e tumulare l'intera zona di Acerra, trasferiteci pure tutti gli inceneritori d'Italia, tanto peggio di così...

Insomma, se vi capita di volervi fare del male, andate a vedere la replica in TV su Sky, oppure aspettate la replica in streaming sul sito della Rai. Fatelo, almeno potrò condividere il magone con voi, specialmente quando andrete in cabina elettorale per votare Veltrusconi, mentre la fuori c'è un mondo da riciclare.

Intervista ad Alex Zanotelli sul disastro campano